Recensione

The Defenders, la recensione completa della prima stagione

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a cura di Antron93

Finalmente ci siamo. I supereroi di Netflix si riuniscono per il primo crossover del piccolo schermo. Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist si scontrano con la Mano e con una vecchia conoscenza: Elektra.

Tutte le strade portano alla Mano
Defenders si apre con le macerie lasciate dalle storie in singolo delle serie Marvel/Netflix. Matt Murdock ha detto addio al diavolo di Hell’s Kitchen, Jessica Jones si è chiusa nell’alcol e la Alias investigations non è più attiva, Luke Cage è in prigione e Iron Fist si dedica alla ricerca e alla distruzione della Mano. Quattro situazioni diverse, apparentemente scollegate, porteranno i quattro ad incontrarsi, scontrarsi e ricongiungersi. Dall’altra parte della barricata, la Mano vuole impadronirsi del potere di Danny Rand e per farlo ha riunito le cinque dita, vecchie conoscenze già viste, comandate da Alexandra (Sigourney Weaver) e dal suo braccio armato, Elektra.
Pollice Alto
Nell’anteprima di qualche settimana fa, avevamo confermato le nostre ottime impressioni sulla serie. Ora, vedendola completa, non possiamo che dire che le aspettative sono state rispettate in pieno. The Defenders è una delle migliori serie Netflix mai prodotte, non solo nell’ambito Marvel, ma proprio in tutto il catalogo a disposizione sulla piattaforma online. Sicuramente, la serie rimane un gradino sotto alla prima, fantastica stagione di Daredevil ma, allo stesso tempo, si va a collocare di diritto alla seconda posizione.
Defenders gode sicuramente della presenza contemporanea dei quattro eroi Marvel. Ognuno di loro gioca un ruolo chiave e, sebbene lo spazio iniziale dedicato ad Iron Fist sembra maggiore, Jessica Jones, Luke Cage e Daredevil non sfigurano. Dietro la sceneggiatura si vede la lunga mano di Marvel che, nello scrivere le storie, aveva chiaramente pensato, fin dall’inizio, di andare a ricongiungere i vari fili in questo Defenders. Certo, direte voi, era già stato annunciato, ma non è così semplice come sembra. Perchè Marvel e Netflix hanno aggiunto dettagli qua e là, sottigliezze e sottotrame che sono venute a galla solo in questo crossover. Dalla relazione di Elektra con Matt Murdock al ruolo di Stick, dal compito di Danny Rand/Iron Fist al collegamento con la Mano. La storia è sì semplice e lineare ma sempre coerente, scorre via netta e precisa. Non c’è bisogno di aggiungere altre cose per allungare il brodo, così come nelle altre serie precedenti. Otto puntate sono più che sufficienti per raccontarci la storia dei difensori di New York.
La scrittura dei personaggi Marvel/Netflix è quanto di più studiato possa esserci nel campo dei supereroi del piccolo schermo (e anche del grande schermo). Defenders non aveva bisogno di introdurre i personaggi, no. Per quello c’erano state le serie in singolo. Defenders doveva riunirli. D’altronde è per questo che servono i crossover, per farci vedere gli eroi che amiamo tutti insieme. Infatti, i quattro supereroi delle strade di New York si riuniscono per andare a convergere su un nemico più grande. Ed è anche qui che la serie trova un grande punto di forza.
Villain all’altezza
Se c’è un punto dove le altre serie hanno fallito è il nemico principale. Nessuno dei villain di Luke Cage, Iron Fist e della seconda stagione di Daredevil è mai sembrato una minaccia così impellente e interessante. Nessuno era mai stato al livello di Wilson Fisk prima e di Killgrave dopo, nessuno. Fino ad ora. Sigourney Weaver riesce a conferire quella profondità, quella forza e quella debolezza necessarie ad Alexandra. La leader della Mano è un capo spietato, un assassino a sangue freddo, ma anche una persona fragile. La caducità della vita è ben visibile in Alexandra così come in Bakuto o madame Gao. L’immortalità si ottiene solo a costo di terribili costi. E al di sotto di Alexandra ritroviamo Elektra che finalmente ottiene giustizia in versione live action, dopo la versione scialba e sbiadita del film di Daredevil e del successivo sequel direct-to-video a lei dedicato da 20th Century Fox. Certo, appariva anche nella seconda stagione di Daredevil, ma la vera ninja della Marvel appare solo in Defenders, spietata e cinica, ma anche innamorata profondamente di Matt Murdock e della sua nemesi Daredevil.
Poche ma buone
Come già accennato più in alto, Defenders dura otto puntate. Meno delle altre serie Marvel/Netflix. Eppure, forse, otto puntate sarebbero state il modo migliore per raccontare la storia di Luke Cage, Jessica Jones e Iron Fist nelle omonime serie. Defenders non ha mai un punto morto, una fase di stanca. L’azione controbilancia alla perfezione i dialoghi e tutto questo non fa che farci pensare a come avremmo potuto evitare sottotrame inutili o villain secondari nelle altre produzioni Marvel di Netflix. Oltretutto, queste poche puntate avranno sicuramente giovato al budget palesemente più alto sia di quello dedicato a Luke Cage che ad Iron Fist. Ricordate i pessimi combattimenti e le coreografie un po’ troppo safe? Beh, Defenders si va collocare dritto nel solco scavato dalle due stagioni di Daredevil.

Trama lineare

Interazioni tra i protagonisti ben bilanciate

Ottime scene d’azione

Villain ben costruiti

8

Dopo le ultime due discrete serie TV dedicate all’universo Marvel, Netflix torna al successo. Defenders è un’ottima serie, la seconda più bella di sempre dedicata ai supereroi della Casa delle Idee. Dico la seconda, eppure la distanza tra la prima stagione di Daredevil e questo Defenders non è così ampia come sembra. Le idee di fondo si sono dimostrate ottime, sono state sviluppate alla perfezione e, cosa più importante, non sono state fini a loro stesse. Questo non è stato un crossover autoconclusivo ma, ancora una volta, dedicato alla continuazione delle storie dei supereroi di New York. Tutto questo non ha fatto altro che andare a creare, con l’apertissimo finale, delle ottime aspettattive per le nuove stagioni che usciranno nel 2018 e nel 2019. La speranza più grande, comunque, è che questa coralità non si vada di nuovo a perdere nelle nuove stagioni in singolo ma che, in un modo o nell’altro, si riesca a far comparire tutti e quattro, anche solo per poco, nelle stagioni antologiche dedicate ad un singolo protagonista.

Voto Recensione di The Defenders, la recensione completa della prima stagione - Recensione


8