Anteprima

The Club

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a cura di Songoku

Allo scorso E3 sollevò parecchia curiosità il nuovo progetto di Bizarre Creation, prodotto da Sega, che sembrava portare una robusta dose di novità nel genere degli sparatutto. Ora abbiamo potuto provare una demo del gioco, che malgrado ci precluda diverse possibilità rispetto alla versione finale, ci consente però di capire meglio il concept alla base del titolo.

Sparatutto o gioco di guida?Il paragone potrà forse sembrarvi azzardato, ma il fatto che The Club provenga dagli stessi creatori di Project Gotham Racing è tutt’altro che casuale. Il gameplay è totalmente arcade, e lo scopo non è tanto quello di uccidere i nemici per portare avanti chissà quale trama complessa e cinematografica. Il gioco ci chiede invece di affrontare diversi livelli, portando a termine il prima possibile il percorso preoccupandoci di fare molti punti. Ci sono diverse modalità, anche se tutte si basano sulla stessa struttura di base. Le missioni durano pochi minuti, e la strada da percorrere è esplicitamente indicata da frecce, per cui non c’è praticamente alcuna fase esplorativa: dobbiamo “guidare” il nostro personaggio su un percorso prestabilito, cercando di sbrigarci per arrivare all’uscita. Ma prima sarà bene uccidere quanti più nemici possibile per far salire il nostro punteggio, unico parametro che conta per decidere se abbiamo vinto o perso (si tenga anche conto del fatto che, come prevedibile, un colpo alla testa vale più di uno al petto e via dicendo).C’è dunque un sapore antico, che ci riporta agli anni in cui, nelle sale giochi, non era tanto importante completare il gioco, quanto totalizzare più punti di tutti gli altri utenti, per rimanere in cima alla classifica e potersene vantare con gli amici (cosa che ovviamente potrete fare anche qui, pubblicando on line il vostro punteggio).In alcuni livelli c’è un limite di tempo da rispettare, ma anche in quelli dove teoricamente possiamo prendercela comoda non ha molto senso usare un approccio prudente: uccidere più avversari di seguito ci consente di guadagnare più punti, ottenendo delle combo, mentre aspettando troppo tempo tra un’uccisione e l’altra tale bonus sparisce. Ecco che allora ogni missione diventa una corsa a perdifiato per strade e corridoi, sempre pronti a sparare a destra a manca in un’atmosfera divertente e tamarrissima che vi ricorderà certi film anni ’80 come Rambo o Commando. Il concept del gioco porta sé anche alcuni rischi: da una parte abbiamo di sicuro una rigiocabilità elevatissima, che diventa anzi il fulcro del titolo visto che proprio riprovando molte volte ogni missione possiamo conoscerne ogni segreto, anticipando ogni mossa dei nemici, trovando ogni scorta di munizioni o medikit, facendo valanghe di punti. Dall’altra parte, però, abbiamo una profondità narrativa quasi nulla, che potrebbe spiazzare chi in uno sparatutto/action cerca anche una bella trama e atmosfere più immersive. The Club è un titolo puramente, totalmente e rigorosamente arcade: questo aspetto va tenuto a mente (in senso positivo o negativo, scegliete voi) quando dovete decidere come spendere i soldi arrivati con le mance natalizie.

Il gioco offre otto diversi personaggi, ben caratterizzati e differenziati a livello visivo e con abilità diverse, basate su tre parametri: forza, velocità, salute.Molte anche le armi (17 tra fucili, pistole e mitragliatori, escludendo le granate), che possono essere scoperte pian piano durante il gioco, e gli scenari: una cinquantina di livelli, divisi in otto aree.Quattro sono i gradi di difficoltà, che ogni volta presentano una soglia di punteggio maggiore per poter considerare superato il livello.

Tecnicamente parlandoEra stata promessa un’intelligenza artificiale particolarmente raffinata, di cui a onor del vero non c’è molta traccia. Gli avversari spuntano fuori dai loro nascondigli sempre allo stesso modo, e non fanno poi molto per proteggersi dai colpi. Il nostro procedere nel corso del livello diventa una mattanza piuttosto frenetica, senza particolari tatticismi. Il che non è peraltro un difetto grave in un titolo del genere: se i nemici fossero in grado di cambiare strategia ad ogni tentativo non potremmo affinare la nostra conoscenza delle varie missioni, perdendo lo stile che i programmatori hanno voluto infondere a The Club.Dal punto di vista audiovisivo il gioco non stupisce, ma nemmeno delude. Le ambientazioni sono ben realizzate (da Venezia alla zona industriale, passando per le prigioni) e mostrano un buon design per quanto riguarda la struttura dei percorsi, solitamente tortuosi e distribuiti attraverso stradine, vicoli, ponti, scale, stanze di edifici. Buona anche le animazioni dei nemici, che cadono sotto i nostri colpi in maniera molto spettacolare, confermando lo stile arcade. Più che soddisfacenti anche gli effetti di luce e particellari, con buone esplosioni e crolli che rendono quanto mai dinamica l’azione.Qualche appunto si può fare per alcuni piccoli elementi come le texture, che rimangono nella media, e per il sonoro: il doppiaggio è buono, ma sono alcuni effetti a convincere poco, come ad esempio il rumore prodotto da molte armi, troppo basso e poco “truzzo” per un titolo del genere. Già ora, a titolo non completato, possiamo notare un’ottima fluidità, parametro molto importante per il gameplay rapido e frenetico.

In conclusione, possiamo dire che The Club ha i numeri per incuriosire molti giocatori: il suo gameplay dal sapore antico rappresenta paradossalmente una novità per gli sparatutto di oggi, e potrebbe stuzzicare coloro che cercano un gioco immediato e frenetico, comunque supportato da un comparto tecnico di buon livello e uno stile riconoscibile. Restano da valutare altri parametri, che potremo testare solo con la versione definitiva. Dovremo capire quanto effettivamente The Club sia in grado di appassionare i giocatori (che devono essere invogliati a riaffrontare la stessa missione anche molte volte), e occorrerà valutare bene il multiplayer, che promette di trasportare on line la stessa dose di tamarraggine vista in singolo.The Club sembra comunque in grado di dividere l’utenza: alcuni lo troveranno spassoso e divertente, altri probabilmente troppo ripetitivo e superficiale.