Recensione

The Bureau: XCOM Declassified

Avatar

a cura di Pregianza

La serie XCOM ha un’enorme importanza storica. E fin qui direte “grazie capitan ovvio”, ricordando alcuni tra i titoli strategici più belli e complessi mai creati, e le ore passate a fare a pezzi Sectoidi e altre amenità provenienti dallo spazio profondo dall’alto della vostra bella visuale isometrica. Dimenticate però un’altra conquista del noto marchio, ovvero il fatto di essere uno dei pochi a essere tornato in auge negli ultimi anni grazie al recupero della sua struttura originale! Niente stravolgimenti, niente brutture, nessuna trasformazione in generi più “di massa”: XCOM Enemy Unknown ha ottenuto il favore della critica mondiale e ottime vendite, restando uno strategico a turni vecchio stile. Al giorno d’oggi non è cosa da poco, ve l’assicuriamo.
Con la felicità dei vecchi fan della serie in saccoccia, 2K non si è fermata, e ha pensato bene di reintrodurre quello sparatutto dedicato alla saga che, dopo proteste infinite da parte di un gran numero di videogiocatori, sembrava sparito definitivamente dai radar. Il progetto non è tuttavia tornato sotto forma di FPS, bensì di TPS ibrido, trasformato di punto in bianco in uno shooter tattico i cui combattimenti ci hanno ricordato molto più gli ultimi Mass Effect dei Gears of War. Puntando su uno stravolgimento alquanto azzeccato, gli sviluppatori di 2K Marin hanno quindi riacceso all’improvviso l’interesse sul loro titolo, riconquistando quella parte della fanbase che aveva gridato allo scandalo dopo la prima presentazione.
Noi siamo recentemente entrati in possesso di un luccicante codice review del gioco, ora chiamato The Bureau: XCOM Declassified, e dopo aver fatto una tirata di proporzioni galattiche (è proprio il caso di dirlo), siamo finalmente pronti a recensirlo per voi. La caccia all’uomo grigio è aperta.
Incontri ravvicinati del brutto tipo
The Bureau vi farà vestire i panni di William Carter, abile agente speciale al servizio degli USA, durante il trasporto di un misterioso artefatto di origine aliena. Attaccato da una spia extraterrestre prima di poter consegnare l’oggetto a chi di dovere, Carter rimane coinvolto in una strana esplosione, che cura le sue ferite e carbonizza la sua assalitrice. Da lì in poi il nostro si troverà a dover affrontare un’invasione della terra su larga scala, e a collaborare con l’agenzia XCOM per salvare la razza umana.
Come premessa nulla di speciale, ma va detto che gli sceneggiatori di 2K Marin si sono perlomeno impegnati per dare un po’ di peso all’epopea di Will. Il protagonista, innanzitutto, non è il solito belloccio infallibile, è un individuo tormentato dai demoni del passato, capace tanto di azioni altruistiche quanto di scelte di una freddezza disarmante. Per questo durante la campagna verrete saltuariamente messi davanti a dialoghi a scelte multiple con bivi morali, e sarete dunque in grado di caratterizzare parzialmente il vostro alter ego. Pur non aspettandoci di veder vincere dei premi per l’originalità alla storia, siamo stati catturati dal suo ritmo serrato, e ci siamo interessati alle vicende narrate. In generale è stato fatto un buon lavoro.
Brain before brawn
La forza di The Bureau: XCOM Declassified non è comunque la narrativa. E’ il gameplay da queste parti a farla da padrone, grazie a una serie di ottime trovate che avvicinano l’opera di 2K Marin agli amatissimi strategici della serie. 
Non si tratta di un semplice sparatutto con cover system: avrete il controllo totale dell’azione, e verrete quasi da subito accompagnati da altri due individui, ricoprendo di fatto il ruolo di comandante del team. Gli ordini, dal canto loro, sono tutt’altro che semplificati, grazie all’uso del Battle Focus Mode, una modalità attivabile in qualunque momento che rallenta la battaglia fino quasi a fermarla. Le opzioni tattiche durante la pausa sono moltissime: potrete spostare con precisione i vostri compagni in giro per la mappa e posizionarli in zone con coperture sicure, potrete indicare un bersaglio, o attivare ogni loro abilità decidendo esattamente dove andare a colpire. I compagni così diventano estensioni del buon William, capaci di offrire numerose tecniche utili e di catturare momentaneamente l’attenzione del nemico, in un riuscito misto tra tattica e azione. 
Il combattimento si basa attorno a un sistema di aggro semplice ma funzionale. In pratica gli avversari si concentrano sull’agente che ritengono più pericoloso, perciò, se volete prenderli ai lati, il modo migliore è mandare all’attacco uno dei vostri partner e aggirarli quatti quatti, o fare voi da esca e circondarli spostando il resto del gruppo. La cosa non vi verrà ad ogni modo resa facile. Gli sviluppatori hanno infatti inserito mappe complesse nelle varie missioni e una lodevole diversificazione degli avversari, che costringe a usare tattiche piuttosto avanzate per evitare perdite.
Esatto, perdite. Perché il gioco contiene la temibile permadeath, una meccanica che non può mancare in un XCOM. Lasciate sanguinare troppo a lungo un compagno che ha perso tutti i punti vita e il poveraccio lascerà questo mondo, diventando inutilizzabile per ogni altra missione. La cosa si fa ancor più cruda quando si considera che il titolo 2K Marin contiene un sistema di sviluppo, e che di missione in missione i vostri compagni cresceranno con voi, divenendo sempre più efficaci e imparando poteri legati alla classe scelta al momento del loro reclutamento. Da sempre questa comunione di meccaniche si sposa alla grande con un titolo che fa della strategia il suo fulcro, perché provoca attaccamento al proprio team, e porta a concentrarsi maggiormente durante gli scontri. Visto che la difficoltà è discreta (almeno se si evitano i livelli di sfida semplificati) i cultori del buon gioco avranno di che divertirsi.
Linee guida anti alieno
Persino strutturalmente la campagna di The Bureau fa l’occhiolino ai vecchi XCOM. Le missioni verranno gestite all’interno del quartier generale dell’organizzazione, e dovrete decidere che squadra portare e come equipaggiarla all’inizio di ogni sessione. La scala stavolta non è mondiale, avrete a che fare principalmente con gli Stati Uniti, ma potrete comunque affrontare missioni secondarie. Si va da operazioni “classiche” a quest legate a dialoghi e personaggi simil gdr, queste ultime spesso affrontate proprio nella vostra base. Interessante anche l’inserimento di missioni affrontabili da team distaccati, dove è possibile mandare le reclute extra per farle salire sensibilmente di livello e avere così a disposizione sostituti degni dei vostri compagni principali. La presenza di questi compiti alternativi allunga abbastanza l’esperienza, anche se nessuno è all’altezza delle missioni storia, chiaramente le meglio studiate del pacchetto. 
Ci sono però anche delle ombre in quest’invasione aliena. La campagna è ben fatta, ma non particolarmente longeva, e le variazioni rappresentate dalle quest secondarie non speziano la formula fondamentale più di tanto. Lo sviluppo dei personaggi, poi, è chiaramente limitato, e seppur risulti accettabile quando si parla di abilità, non si può dire altrettanto della libertà di personalizzazione di armi e gadget. Il protagonista è dotato di tecniche utilissime, tra cui una indispensabile cura globale e numerosi poteri offensivi, e le classi soddisfano perché uniche e molto utili, ma le armi sono abbastanza limitate, non sono potenziabili, e i loro bonus dipendono principalmente da una serie di zainetti sparsi per le locazioni ed equipaggiabili dagli agenti.  Il motivo per cui sentiamo il bisogno di sottolineare il problema è il feeling delle armi, che seppur responsive tendono a non essere particolarmente poderose e non danno grande soddisfazione su nemici spesso pensati per essere spugne da proiettili. Peccato, con qualche scelta extra e un po’ di complessità in più avremmo applaudito ogni singolo elemento del gameplay. 
Anche l’I.A. non stupisce, e risulta alle volte ottusa, indipendentemente dalla difficoltà. Gli alieni hanno buona mira, ma non sono certo maestri della guerra, e tolta una certa reattività alle granate difficilmente li vedrete organizzarsi in modo davvero intelligente. Siamo comunque leggermente sopra la media, visto che per lo meno i nemici sono mobili e aggressivi. Non aspettatevi però miracoli: vedrete alieni incartati tra i muri ogni tanto, e sarete quasi sempre in grado di aggirarli senza troppi intoppi una volta presa confidenza con le meccaniche.
Ah, vi avvertiamo, i fan del marchio apprezzeranno sicuramente il ritorno di vecchie conoscenze come i Muton nel mix di alieni del gioco, ma sappiate che gli sviluppatori si sono presi qualche libertà, e non tutti i vostri extraterrestri preferiti fanno capolino in The Bureau.  
Tecnicamente non siamo davanti a un lavoro miracoloso, questo è sicuro, ma The Bureau ha comunque stile. Vuoi per un filtro granulare leggero e azzeccato, vuoi per l’ambientazione anni ’60 riuscita, il gioco si lascia apprezzare, vantando più di un’ottima ambientazione, buone animazioni e modelli poligonali di fattura più che accettabile. Encomiabile anche il sonoro, nonostante dei fastidiosi bug legati ai suoni di sottofondo e all’interruzione netta di certi temi musicali che speriamo verranno corretti al momento dell’uscita. Il titolo ci è parso ottimizzato in modo decente, ma avendo notato qualche calo di frame rate durante l’acquisizione vi consigliamo di fare attenzione ai requisiti minimi. 

– Gameplay tattico e complesso, diverso dai soliti tps

– Strizza l’occhio al passato, implementando permadeath e varie opzioni interessanti

– Buona varietà di nemici e difficoltà discreta

– Qualche singhiozzo tecnico, e alcuni bug

– Personalizzazione di compagni ed equipaggiamento limitata

– L’I.A. non è particolarmente brillante

7.5

The Bureau: XCOM Declassified è uno shooter ibrido capace di soddisfare vecchi e nuovi fan della serie grazie a un gameplay tattico ben calcolato e all’inserimento di interessanti elementi gdr nella formula. Peccato che gli sviluppatori non abbiano voluto rischiare fino in fondo, puntando su personalizzazioni limitate di classi ed equipaggiamento, e non sfruttando così al massimo le possibilità del loro titolo. Il lavoro di 2K Marin è intuitivo e divertente, ma con un po’ di coraggio in più sarebbe potuto diventare un gioco di rara solidità. C’è sempre tempo comunque, e questo è un buon inizio.

Voto Recensione di The Bureau: XCOM Declassified - Recensione


7.5