Recensione

Terminator 3: Redemption

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a cura di umbojami

È buon uso da parte degli sviluppatori utilizzare fino all’osso le licenze in loro possesso e questo è storia di tutti i giorni, la cosa incredibile è che Atari è riuscita a farlo per ben due volte nel giro di uno stesso anno solare. Se non lo avete ancora capito stiamo parlando di Terminator 3 apparso prima nella sua versione Rise of the Machines e ora con Redemption. Il motivo che ha spinto la casa americana ad una operazione di questo genere è facilmente da ricercarsi nella non ottimale prima prestazione che – e questa è la buona notizia – è stata quantomeno perfezionata in questa nuova occasione. Il problema che affliggeva Rise of the Machines infatti, oltre ad un aspetto tecnico non fantasmagorico, era la pesante sensazione di noia che attanagliava il povero utente dopo non molto tempo. Doveroso un breve accenno alla trama che ci metterà ancora una volta nei panni del nerboruto governatore della California catapultato indietro nel tempo per salvare il buon John che rischia la vita a causa di un robot (l’ennesimo?) di produzione Skynet… niente di nuovo, quindi, ma, a ben pensarci, in un gioco tutto sparatorie e corse come questo l’idea di dover “staccare” il cervello non è poi drammatica.

Tre in uno!Accennavamo nell’introduzione all’impegno profuso per dare più vivacità e varietà all’opera; questo si riassume nella possibilità di affrontare i livelli in modo differente: oltre al classico sparatutto in terza persona ci saranno intense sessioni in soggettiva e a bordo di avveniristici mezzi di trasporto. I primi due si potranno alternare a piacimento e sarà quindi necessaria una certa perizia per capire dove e quando una sia migliore dell’altra. Quando vedremo dagli occhi di Schwarzenegger sarà perché avremo attivato la modalità “scan”: lo schermo diventa rosso e se la nostra velocità nello spostare la vista sarà maggiore, la nuova e più efficace mira ci farà scoccare colpi più intensi. Separati invece sono gli stage sui veicoli nei quali lo scopo finale è quello di disintegrare ogni cosa che si muove… noi esclusi, ovviamente. Tutto questo si traduce in quattordici missioni di discreta lunghezza che però difficilmente si potranno ripetere, visti i quasi inesistenti stimoli a rigiocare da capo T3:R.L’azione si svolge in maniera semplice e lineare, e la curva di apprendimento dei comandi non dovrebbe darvi noia per più di dieci minuti; è stato anche inserito un sistema di combo che in partenza sembrerebbe un’ottima idea se poi non si traducesse nella cosa più inutile del mondo, dato che i nemici più che puntare sulla forza del singolo si scaglieranno contro di voi in buon numero costringendovi a “smanettare” a più non posso senza pensare a camei stilistici che vi porterebbero via tempo utile per tornare salvi a casa. Arrivati ad un certo punto però sembra che tutto diventi improvvisamente più complesso: i nemici cadono più difficilmente sotto i nostri poderosi colpi e siamo costretti a ripetere il livello ancora e ancora; tutto questo risulta molto frustrante e anche i più “hardcore” di voi dovranno ammettere l’imbarazzo prima di immergersi di nuovo nella lotta.Parlando dell’arsenale a vostra disposizione, argomento che penso vi sarà molto caro, in base alla missione avremo anche un’arma secondaria: se quindi vi sarete stancati dei soliti fucili, pistole e cannoni al laser potrete sfruttare delle utili e molto coreografiche granate o, se sarete ancora più fortunati, i potentissimi lanciarazzi. È anche presente un sistema di migliorie da apportare al nostro personaggio tramite l’acquisizione di un numero sempre maggiore di punti: il fatto è che non dovremo aspettarci una profondità incredibile in questa modalità perché le scelte da fare non sono decisive. È come se ci chiedessero di dare il consenso su qualcosa di definito a priori.Nuova è anche la modalità a due giocatori in splitscreen che però è solo una variante di quella principale visto che propone il solito massacro, solo… con i nemici (comprensibilmente) più numerosi. Non avrebbe certamente fatto male la possibilità di sfidarsi online, visto anche l’interesse suscitato dal soggetto e dalla licenza.

Grafica e audioMenzione d’onore subito, immediatamente per tutti i filmati che potremo vedere durante le scene di intermezzo, sia quelle in Computer Grafica, sia quelle con gli attori in carne ed ossa. Le prime sono molto realistiche e complesse con delle tonalità non troppo accese e con un uso spropositato dei riflessi; le seconde di buona regia e senza le scalettature e sbavature a cui purtroppo spesso assistiamo. Per il resto, vedere girare il gioco dà una sensazione abbastanza “neutra”, e ci renderemo conto di non essere di fronte ad un’opera d’arte, ma tutto si muove con realismo e nella continua ricerca della frenesia: spesso gli interni saranno in parte distrutti per permettere di vedere il cielo e lo sfondo, dal quale arrivano i cattivi in un crescendo di tensione. Il level design è ben curato e nonostante una certa linearità – dimentichiamoci balzi o grossi cambi d’altezza – si integra bene nel contesto del gioco.L’audio è di buon livello e si avvale del supporto del Dolby Digital, capace di regalare grandi emozioni a tutti coloro che sono in possesso di un buon apparato tecnico. I suoni sono realistici presentando ad esempio diverse intensità in base alla grandezza dell’esplosione che causeremo o al materiale colpito. Anche le armi producono scoppi differenti. Le musiche forse non sono memorabili e passano abbastanza inosservate con ritmi techno che comunque ben si sposano con la frenesia dell’azione. Lo stesso vale per i dialoghi che sono doppiati con perizia e che ripropongono alcune frasi storiche tratte dalla trilogia: impossibile per tutti penso sia dimenticare quando il nostro eroe robotico pronuncia la celebre “No ai problema”… semplicemente fantastico!

– Buona varietà

– Tecnicamente discreto

– Meglio del predecessore…

– …ma ancora migliorabile

– Manca il supporto a Xbox Live

– Difficoltà non ben calibrata

7.0

Siamo quindi infine arrivati a dover tirare le somme di quanto detto in questa recensione. Partiamo con il riflettere su come Terminator 3: the Redemption nasce e rimane come un’operazione prettamente commerciale per valorizzare un nome di richiamo. Detto ciò posso assicurarvi che ho assistito a giochi su licenza dalla fine ben più tragica e, anzi, in questo caso è lodevole il tentativo di cercare un miglioramento rispetto al predecessore. La varietà del gameplay è una colonna portante che infrange in parte la bassa rigiocabilità e la questione legata alla difficoltà, la quale aumenta vertiginosamente a metà gioco. Tecnicamente, come avrete intuito leggendo l’articolo e guardando i voti finali, il livello ottenuto è discreto e soddisferà chi non è poi eccessivamente esigente. In conclusione un gioco non da avere a tutti i costi, ma che può rappresentare un divertente diversivo in questa fine d’estate che precede le stagioni di grandi uscite.

Da segnalare infine l’importante fattore prezzo, Terminator 3 viene infatti venduto a 29,99 euro e la cosa non protrà che rendere felici i fan dell’intramontabile Swarzy!

Voto Recensione di Terminator 3: Redemption - Recensione


7