Recensione

Tenchu Z

Avatar

a cura di Fabfab

E’ giunto il momento di sbarcare nella next generation anche per una storica saga di stealth game, quel Tenchu che quasi dieci anni fa ci insegnò per la prima volta il fascino dell’infiltrazione silenziosa, l’arte di cogliere alle spalle i nemici… insomma, la dura vita del ninja. Un decennio di vita non è poco, segno dell’esistenza di un certo pubblico che ama la saga e acquista ogni nuovo capitolo: se però, dopo un decennio, ancora sembra di giocare al primo titolo, forse c’è qualcosina che non va…

Una nuova generazione di ninjaA chi ben ricorda, nel secondo capitolo della saga (Tenchu 2 – Birth of the Stealth Assassin) ci veniva narrato di come il clan ninja degli Azuma sia stato sterminato ed i due protagonisti della serie, Rikimaru ed Ayame, siano gli unici sopravvissuti. Ma un clan di soli due elementi non ha evidentemente molto futuro: ecco dunque che gli Azuma, sotto la guida di Rikimaru, risorgono a nuova vita arruolando nuovi ninja.Naturalmente a questo punto entra in campo il giocatore, che grazie all’editor può creare da zero il proprio personaggio prima di lanciarlo nelle varie missioni che gli verranno sottoposte. L’editor di partenza è molto scarno e presenta pochissime opzioni (è però possibile creare due sosia perfetti di Rikimaru e Ayame), ma una volta cominciato il gioco sarà possibile acquisire crediti nel corso delle missioni e con gli stessi acquistare nuovi elementi di customizzazione. Si parla di decine e decine di abiti, oggetti, pettinature e abilità. Ogni ninja può venire dunque personalizzato non solo dal punto di vista estetico, ma anche per quanto riguarda le prestazioni: sono tre i valori di riferimento, Vitalità, Forza ed Agilità, che permettono di dare vita ad un ninja più portato allo stealth oppure al combattimento.Da questo punto di vista è un bel passo in avanti, considerando che la serie non aveva mai permesso personalizzazioni di questo tipo. Peccato che sia anche l’unico elemento di vera novità. Inoltre dispiace che all’editor del personaggio non ne sia stato affiancato uno dei livelli, che ai tempi di Tenchu 2 (si parla della prima Playstation, ci tengo a precisare) aveva riscosso ottimi consensi.

Un ninja alle prime armiLa modalità off-line prende le mosse dal villaggio del clan Azuma, nel quale possiamo visitare il negozio per acquistare nuove abilità od oggetti, o parlare con Rikimaru per farci assegnare una nuova missione, oppure affrontare nuovamente una delle precedenti.Il gioco mette a disposizione ben cinquanta missioni, una cifra considerevole, che però evidenziano a breve una certa ripetitività: forse sarebbe stato meglio inserirne un numero inferiore, ma maggiormente curate, sia nelle ambientazioni che nella varietà. I compiti sono sostanzialmente sempre gli stessi: uccidere o salvare un determinato obiettivo, recuperare un oggetto, seguire un soggetto e poco altro. Al giocatore spetta solo la scelta di come affrontare la missione, se nascondersi nelle ombre oppure adottare un approccio più diretto, se aggirare o stordire le sentinelle oppure massacrare tutti. Alla fine di ogni prova si viene giudicati in base al nostro comportamento, ma non è troppo difficile raggiungere sempre il massimo livello.Per quanto riguarda l’infiltrazione silenziosa, il giocatore viene agevolato dal consueto indicatore che segnala il nostro grado copertura (quanto siamo visibili al nemico), il rumore generato muovendoci e la vicinanza dalla sentinella più vicina. Oltre a questi c’è un quarto elemento da tenere sempre presente, e cioè l’odore di sangue che emaniamo: ogni volta che si uccide qualcuno, infatti, aumenta la possibilità che le altre sentinelle possano percepirci, a meno che non si faccia qualcosa per rimediare, tipo immergersi in uno stagno per lavare via il sangue. Una novità che si riflette sul nostro stile di gioco e che potrebbe spingere a non uccidere con facilità avversari che possiamo semplicemente rendere incoscienti.

La rilassante vita del ninjaEsistono vari modi di prendere alla sprovvista le sentinelle: strisciando loro alle spalle, sorprendendoli dietro ad un angolo o piombando loro dall’alto. Se per disgrazia si viene scoperti, ci sono due alternative: affrontarle, con il rischio che giungano altri nemici a dargli man forte, oppure fuggire. Purtroppo l’IA degli avversari risulta davvero tragica, così basta allontanarsi anche di poco dall’area di azione delle sentinelle perché queste ritornino tranquillamente nelle loro precedenti posizioni, come se non fosse successo nulla. Per non parlare del fatto che non notano i cadaveri dei compagni abbandonati in mezzo alla strada, salvo riuscire talvolta a percepire la nostra presenza attraverso pareti e finestre, vanificando senza ragione apparente il nostro approccio discreto.Quando invece, per scelta o per necessità, ci si trova a dover combattere, l’ostacolo maggiore è rappresentato da comandi poco pratici e dalla scarsa varietà delle mosse, che rendono ben presto gli scontri di una noia indescrivibile. In qualche modo il non seguire la via dello stealth riduce drasticamente la validità di Tenchu Z, che a tutti gli effetti conferma di non essere un action.Molto più pratici i comandi di infiltrazione, che permettono di saltare, arrampicarsi su tetti e muri (con l’aiuto dell’indispensabile rampino), strisciare sotto i pavimenti, appiattirsi contro le pareti, accovacciarsi e muoversi silenziosamente per sorprendere il nemico, che a seconda della posizione può essere sopraffatto o ucciso in una discreta varietà di maniere.Per essere goduto appieno, dunque, il titolo From Software va giocato nella modalità prevista dai programmatori: vestire i panni di un ninja, agire con discrezione ed eliminare i nemici avvalendosi dei mille gadget acquistabili dal negozio è un approccio in grado di regalare molta soddisfazione al giocatore. Se però non si adotta questo tipo di approccio quel che resta è uno stealth/action facile e banalotto, assolutamente incapace di regalare un grado di sfida degno.Come in ogni capitolo di Tenchu, non esistono save point all’interno delle missioni che, una volta intraprese, vanno completate nella stessa sessione di gioco, pena la perdita di tutti i bonus acquisiti in quel livello. Ovviamente questo è ancora più seccante in caso di morte, magari a pochi passi dal completamento della missione, perché in tal caso inevitabilmente occorrerà riaffrontare tutto il livello dall’inizio.

Tecniche dal passatoChiunque tra voi abbia scaricato la demo disponibile sul Marketplace credo si sia già fatto un’idea dell’aspetto tecnico di Tenchu Z, che sostanzialmente si presenta come un capitolo della vecchia PS2 portato in alta risoluzione. Il livello di dettaglio è molto basso, ma nel complesso le ambientazioni riescono a trasmettere un certo fascino, almeno all’inizio: poi ci si rende conto che in pratica si tratta sempre degli stessi ambienti, semplicemente disposti in maniera diversa, ed allora si comincia ad essere un po’ meno accondiscendenti. Stesso discorso per i nemici: un bel campionario di samurai, arcieri, ninja, monaci che dopo un po’ finiscono per essere sempre gli stessi.Molto buono, come detto prima, il grado di personalizzazione del nostro personaggio, del quale è davvero possibile modificare quasi tutto. Rispetto al passato si segnalano anche un numero maggiore di mosse ed animazioni disponibili, con le uccisioni che variano a seconda del contesto in cui si effettuano.Numerose le cut scenes, ma mentre quelle in cg appaiono discretamente realizzate, quelle (più numerose) che sfruttano invece il motore di gioco appaiono desolatamente spoglie e con chicche del tipo personaggi che parlano senza muovere la bocca. Insomma, dal punto di vista grafico Tenchu Z è un gioco di due generazioni fa.Dell’IA ho già detto. Resta da ricordare una colonna sonora anonima ma non brutta; inoltre Microsoft ha fortunatamente pensato bene di lasciare il parlato in giapponese, opportunamente sottotitolato in italiano. Sembra poco, ma per l’ambientazione fa tantissimo sentire i personaggi parlare nella loro lingua originale piuttosto che in inglese… o peggio!La longevità varia di molto in base alle vostre attitudini: se non vi stancate prima, 50 missioni più l’opzione per il Live possono impegnare e divertire per parecchio tempo. In particolare le missioni in Live prevedono la possibilità di coinvolgere fino a quattro giocatori, che possono collaborare tra loro oppure gareggiare a chi effettua il maggior numero di uccisioni.

– Ambientazione sempre affascinante

– Editor del personaggio piuttosto soddisfacente

– Parlato in giapponese

– Grafica old generation

– Gameplay identico al primo episodio su Playstation

– Alla lunga ripetitivo

6.0

Gioco a Tenchu fin dal primo capitolo, uscito nel 1998 sulla vecchia Playstation, e per qualche ragione, ancora non mi sono stancato della saga. Sarà per un gameplay ormai consolidato, sarà per un’ambientazione sempre affascinante e forse anche per una certa tendenza a perdonarne i difetti, però ancora oggi riesco a divertirmi ad ogni nuovo episodio della saga.

Tuttavia non posso non riconoscere come a quasi dieci (e sottolineo dieci) anni di distanza questo Tenchu Z si presenti quasi identico, nel gameplay ma paradossalmente anche nell’impatto grafico (fatte le debite proporzioni, ovviamente), risultando di fatto inadeguato alla nuova generazione di console, che non sfrutta minimamente. Avrebbero almeno potuto ripresentare l’editor di missioni, che tanto era piaciuto in Tenchu 2 e che avrebbe potuto entusiasmare le sfide via Live, ma non c’è nemmeno quello.

In definitiva, dunque, Tenchu Z rimane un discreto stealth game, in grado di divertire ancora oggi ma solo se si è disposti ad accettarne gli ormai numerosi limiti. Microsoft ha fatto un buon lavoro di adattamento, ma francamente pagare a prezzo intero un titolo simile mi sembra davvero troppo…

Voto Recensione di Tenchu Z - Recensione


6