Recensione

Tenchu: Return from Darkness

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a cura di Fabfab

Esordisce su Xbox la coppia di ninja più letale del mondo dei videogiochi e parlo di ninja veri, quelli che si muovevano nel medioevo giapponese e colpivano nell’ombra, che poco hanno a che fare con i moderni supereroi visti all’opera in titoli come “Ninja Gaiden” di Tecmo o “Shinobi” e “Nightshade” di Sega: diamo tutti un caloroso benvenuto a Rikimaru e Ayame!

I ninja dell’ombraRikimaru ed Ayame sono gli ultimi due superstiti del clan ninja Azuma, da sempre al servizio di Godha, uno dei signorotti locali del Giappone medievale: dopo aver sventato (in “Tenchu: Stealth Assassins” per Playstation) l’avvento del malvagio demone Mei-Oh, si trovano questa volta ad avere a che fare con lo stregone Tenrai che usa le sue arti oscure per conseguire il potere supremo.La storia si snoda attraverso molti colpi di scena e ritorni di personaggi dal passato: in sostanza la trama presuppone la conoscenza di quanto avvenuto nei primi due capitoli del gioco (entrambi usciti a suo tempo su Playstation) ed il giocatore che si accosta per la prima volta al prodotto finirebbe col perdere molti rimandi. Naturalmente la comprensione della storia non è preclusa all’utente digiuno della serie, ma alcuni passaggi non sono stati spiegati come avrebbero dovuto: all’inizio, ad esempio, per capire il comportamento di Rikimaru è necessario sapere che alla fine del primo capitolo questi veniva dato per morto ed è questa la ragione della sorpresa che amici ed avversari mostrano alla sua ricomparsa in questo Tenchu: Return from Darkness. Un minimo di chiarezza in più non avrebbe guastato…Rispetto alla versione Ps2, il gioco è stato arricchito da nuovi filmati e missioni inedite, anche se in sostanza la trama generale non si discosta da quanto già visto sul monolite nero della Sony.Pur se la storia è la medesima, vivendola nei panni di Rikimaru piuttosto che di Ayame la progressione e gli obiettivi delle missioni cambiano, così come il punto di vista da cui si seguono le vicende: terminate le due campagne, potremo inoltre giocarne una terza (più breve) nei panni di Tesshu, un medico che fa anche l’assassino a pagamento e grazie al quale verremo a conoscenza di nuovi particolari della trama.La campagna di ogni personaggio si svolge comunque sempre nelle stesse locazioni, pur con nemici ed obiettivi spesso diversificati, così finirete ben presto per conoscere a menadito i vari ambienti del gioco: per aumentare la longevità, ciascuna missione di ogni singola campagna sarà affrontabile con tre diversi “layout”, vale a dire con le sentinelle posizionate ogni volta in punti differenti, in modo da tenere sempre desta l’attenzione del giocatore. In esclusiva per la versione Xbox sono state inoltre create alcune nuove locazioni abbastanza carine anche se convenzionali (un tempio, la casa di un samurai) e più brevi della norma.

Vivi con onore. Uccidi in silenzioCome forse saprete, questa uscita su Xbox è una versione riveduta e corretta di “Tenchu: Wrath of Heaven” per PS2, del quale riprende trama e gameplay, migliorandoli sotto molti aspetti.Il gioco, in sostanza, è uno stealth action in terza persona di stampo classico: ogni missione presuppone l’infiltrazione in una qualche locazione massicciamente sorvegliata, case, castelli, templi, fortezze; l’approccio da adottare è per lo più quello di appostarsi ed uccidere silenziosamente le guardie che incontriamo sul nostro cammino. Ogni tecnica omicida (diverse a seconda del personaggio utilizzato) è realistica ma rappresentata in maniera particolarmente cruenta, con fiotti di sangue e traumi vari: Rikimaru, Ayame e Tesshu sono dei tipi piuttosto sbrigativi!Ogni missione generalmente si conclude una volta conseguito l’obiettivo indicato, per raggiungere il quale esiste sempre più di una strada: difficilmente potrete portarle a termine in maniera incruenta; avanzare nascosti senza eliminare nessuno risulta quasi impossibile, senza contare che l’uccisione furtiva è incentivata dall’introduzione del Kuji Meter. Per ogni uccisione furtiva, infatti, sullo schermo si visualizzerà un kanji, ogni nove dei quali il vostro personaggio acquisirà una nuova abilità speciale: è possibile sbloccare una sola abilità per livello, tutti i kanji oltre il decimo andranno invece ad aumentare i danni conseguenti ai nostri attacchi. Di solito per completare una missione è necessario affrontare un avversario più forte della norma (vogliamo chiamarlo “Boss di fine livello”?): essere sconfitti in quest’ultimo scontro significa dover ripartire dall’inizio.Per portare a compimento le missioni potremo fare affidamento unicamente sulle nostre abilità: il salto (normale e doppio), la corsa silenziosa (un ninja può avvicinarsi correndo alle spalle di un avversario senza che questi riesca a percepirne la presenza), la possibilità di appiattirsi contro i muri e sbirciare dagli angoli, l’arrampicata (magari con l’aiuto del rampino, per raggiungere altezze impensabili), l’accovacciarsi a terra. A movimentare un poco la situazione concorrono le mosse speciali da sbloccare via via (ad esempio ci si può appendere al soffitto e lasciarsi cadere sulla vittima oppure mimetizzarsi contro una parete attendendo che le ignare sentinelle ci passino accanto) ed i vari gadget con cui possiamo equipaggiare i vari personaggi: questi ultimi spaziano dalla cerbottana con i dardi avvelenati agli esplosivi, dai pugnali da lancio alle pozioni curative, dagli incrementatori della forza alle lame incantate e così via, anch’essi da sbloccarsi ottenendo buone valutazioni per le varie missioni.Trovandosi ad agire in epoca storica, i nostri ninja non dispongono ovviamente di un radar con cui orientarsi, ma dovranno accontentarsi di mappe statiche e del loro sesto senso: un apposito indicatore segnala l’approssimarsi di un nemico (ma non la posizione) e la sua consapevolezza relativamente alla nostra presenza. Naturalmente sarà indispensabile coglierlo del tutto alla sprovvista se vogliamo che l’uccisione silenziosa sia possibile: un nemico in allerta pattuglia con più attenzione la zona e può essere ucciso solo se affrontato in duello!

In barba alle guardieL’IA delle sentinelle non risulta migliorata rispetto alla versione PS2, quindi il modus operandi consigliato rimane sempre quello di osservare con attenzione il loro percorso di pattuglia ed individuare il momento migliore per colpire, stando attenti a non farsi scorgere da altre guardie (che di solito hanno un campo visivo piuttosto limitato): queste ultime si mettono in allarme non solo quando ci avvistano, ma anche se si imbattono in un cadavere, e basta rimanere nascosti per qualche secondo perché la situazione di pericolo cessi (è molto irrealistico vedere una guardia che dopo qualche secondo di allerta riprende a pattugliare magari passando accanto al collega, da noi sgozzato poco prima, come se niente fosse…). A tal proposito vanno segnalate due novità: innanzitutto una volta messe in allarme, molte guardie useranno un fischietto per richiamare l’attenzione e far accorrere i rinforzi (ma in genere non arriva nessuno!). Per evitare di far scattare l’allarme, è stata introdotta anche la possibilità di spostare i cadaveri dei nemici uccisi: peccato solo che afferrare e spostare i corpi sia un’azione decisamente macchinosa (bisogna premere tre tasti per farlo), molto lenta e, soprattutto, soggetta ad assurde limitazioni che ne minano l’efficacia: si possono spostare solo certi corpi (i nemici decapitati, ad esempio, non possono essere afferrati) e solo sulla stessa superficie (uccidete una sentinella sulle scale e non potrete trascinarla fino al piano di sopra o di sotto: una scelta davvero incomprensibile!).Nonostante tutte le vostre precauzioni, capiterà comunque di essere scoperti durante una missione: in questi casi l’alternativa alla fuga (quando possibile) è il combattimento ed è proprio in queste situazioni che si notano i maggiori difetti del sistema di controllo, con una telecamera che spesso e volentieri si perde o si incastra nella posizione meno opportuna e l’assenza di un lock-on sui nemici che aumenta la confusione. Visto che comunque i nostri avversari non sono mai troppo impegnativi (a patto di non trovarsi circondati o chiusi in un angolo), limitandosi a ripetere all’infinito i pochi movimenti d’attacco che conoscono, il problema non si fa sentire troppo.Al termine di ogni missione verremo valutati in base al nostro comportamento (numero di uccisioni furtive, di uccisioni normali, di volte in cui siamo stati scoperti…): più alto sarà il punteggio, maggiore sarà il numero di oggetti che riceveremo, ma solo il punteggio massimo sblocca gli oggetti più rari.

La strada solitariaLa giocabilità è rimasta quasi identica a “Wrath of Heaven” anche se con il pad Xbox alcune azioni appaiono più macchinose del dovuto a causa dei due soli grilletti laterali di cui è dotato: la visuale in prima persona, ad esempio, a cui si fa spesso ricorso per avere un’idea della situazione, viene attivata tenendo premuto il tasto Bianco ed usando lo stick analogico sinistro per ruotare la telecamera, una combinazione decisamente scomoda, specie quando si deve utilizzare anche lo stick destro per controllare lo zoom. Della scomodità dello spostare cadaveri si è già detto: aggiungerei che la particolare durezza dei grilletti della console Microsoft stanca le dita molto di più che con il pad Ps2. Per il resto non ci sono particolari problemi, il controllo del personaggio è abbastanza comodo ed intuitivo anche se non troppo preciso, ma questo è un difetto congenito alla serie già dal suo primo capitolo per Playstation.Graficamente il gioco presenta ben pochi miglioramenti rispetto alla versione Ps2: la grafica appare leggermente più pulita, ma siamo lontani davvero anni luce rispetto alle reali capacità di XBox ed è un vero peccato che i ragazzi di K2 non abbiano dedicato un poco del loro tempo a potenziare questo aspetto. Qualche ritocco è stato effettuato qua e là (il design di certi nemici, ad esempio, anche se non sempre il risultato convince: hanno eliminato la kunoichi-clone dell’Ayane di DoA3 per sostituirla con una più anonima demonessa…). I protagonisti sono ben realizzati e dettagliati, così come quasi tutti i boss e le sentinelle (che spaziano dalle guardie scelte ai samurai, dai ninja ai demoni fino ad arrivare a cani e gatti), anche se i movimenti rimangono ancora un poco legnosi: spettacolari e molto cruente le varie uccisioni, ogni protagonista ha a disposizione una serie di colpi che si attivano a seconda che l’attacco furtivo venga portato frontalmente, dal lato, da dietro o dall’alto. La fluidità del gioco è piuttosto buona e non denota significativi rallentamenti o incertezze, ma le texture ambientali sono povere e poco dettagliate (specie quelle degli ambienti chiusi); si segnalano problemi di compenetrazione dei poligoni e pure una telecamera ballerina che spesso disorienta, specie all’inizio. Nonostante questi problemi l’atmosfera di un Giappone a metà strada tra storia e mitologia è perfettamente ricreata e decisamente affascinante.La colonna sonora, un misto di musica tradizionale giapponese e modernità, è piuttosto bella e si accompagna felicemente all’azione; funzionali gli effetti sonori mentre davvero rimarchevole appare il doppiaggio inglese (ricordo che il gioco non è stato localizzato nel nostro idioma), nettamente superiore a quello italiano ascoltato su Ps2 che era quasi sempre fuori sincrono e presentava voci spesso in un odioso falsetto. Tutti i dialoghi ed i briefing sono sottotitolati (in inglese, ovviamente) per una migliore comprensione, ma non c’è modo di mettere in pausa o riascoltarli, quindi se non si ha una minima conoscenza del linguaggio d’Albione si rischiano di perdere importanti passaggi.La versione Xbox vanta anche un selettore di livello di difficoltà che sarà di molto aiuto ai novizi: normalmente, infatti, morire durante una missione significa doverla ricominciare daccapo. Selezionando la modalità easy, invece, i nemici saranno più malleabili ed i livelli saranno suddivisi in checkpoint.Un ultimo accenno per il multiplayer, previsto sia online che offline: nel gioco sono infatti incluse un certo numero di missioni (del tutto distaccate dalla trama principale) appositamente studiate per essere affrontare in multiplayer per due giocatori. Sono sia competitive che cooperative e possono essere affrontate sul medesimo televisore, tramite split-screen, oppure usufruendo del servizio Live. I livelli sono ben congegnati e decisamente divertenti, specie se affrontati collaborando, grazie all’introduzione di una serie di mosse finali che possono essere eseguite solo se i due ninja agiscono in simultanea: peccato che le missioni siano davvero poche e che ben presto vi stancherete di affrontare sempre le stesse sfide.

– Grande atmosfera nippo-medievale

– Divertente ed impegnativo

– Compatibilità col Live

– Quasi identico alla versione Ps2

– Grafica non all’altezza

– Mancata localizzazione in italiano

7.0

Anche in quest’ultimo capitolo della storica saga di Tenchu sono riscontrabili i soliti pregi e difetti che la accompagnano ormai fin dal primo episodio.

A favore abbiamo un’ambientazione unica ed estremamente affascinante, due protagonisti carismatici, una giocabilità immediata e divertente, missioni varie e piuttosto impegnative ed un’elevata longevità; per contro ci sono un comparto grafico non all’altezza, un sistema di controllo a volte macchinoso (in parte a causa della disposizione dei pulsanti sul pad Xbox) ed ormai datato, una telecamera ballerina. Personalmente il titolo continua a divertirmi parecchio, grazie anche alla sua unicità e ad un gameplay ormai consolidato nel tempo: se i contenuti sono per voi più importanti della forma e l’ambientazione nippo-medievale vi stuzzica, finirete senz’altro con l’apprezzarlo.

D’altronde per chi già fosse in possesso della versione per Ps2 non saprei proprio se consigliarne l’acquisto: le novità ci sono, ma non si tratta comunque di nulla di clamoroso. Speriamo che con l’annunciato “Tenchu Kurenai” la saga faccia finalmente quel passo in avanti (e quel salto di qualità) che tutti auspichiamo da tempo…

Voto Recensione di Tenchu: Return from Darkness - Recensione


7