Recensione

Tekken 6

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a cura di Folken

Inserire il disco di un nuovo Tekken fa tornare la memoria ad anni ormai lontani, dove il genere dei picchiaduro andava per la maggiore e dove quasi ogni software house giapponese sfoggiava nel proprio catalogo un prodotto appartenente a tale categoria. Ognuno tentava di proporre la propria interpretazione del genere, nel disperato tentativo di emergere dalla concorrenza e di accaparrarsi diverse fette di pubblico, pronto a difendere a spada tratta la propria serie preferita. Tekken riuscì sin dal suo primo episodio ad affermarsi grazie ad un comparto tecnico tridimensionale, all’epoca considerato all’avanguardia, ed un sistema di combattimento molto diverso dalla concorrenza, grazie alla corrispondenza dei quattro pulsanti di comando con gli arti del lottatore. Questa scelta di design ne fece un titolo immediato da apprendere, ma allo stesso tempo in grado di soddisfare gli amanti della tecnica, grazie alla varietà e numero di combinazioni disponibili, alla velocità di gioco non particolarmente elevata, alla verosimiglianza tra le movenze dei personaggi e gli stili di combattimento realmente esistenti in tutto il mondo. I vari seguiti che fecero capolino sulla prima Playstation, sempre porting delle versioni da sala giochi, poterono contare su una realizzazione di volta in volta migliore, culminando in quel capolavoro ancora oggi amatissimo e giocatissimo chiamato Tekken 3. Col quarto episodio, primo vero debutto sulla seconda nata Sony, tralasciando l’interessante Tag Tournament che si presentava come poco più di un divertente adattamento, Namco tentò di rimescolare le carte in tavola, sostituendo i fondali infiniti, con arene tridimensionali chiuse, parzialmente interattive, rendendole così di fatto parte integrante del gameplay. Non particolarmente acclamato ne da pubblico ne dalla critica, Tekken 4 lasciò presto spazio all’ultimo episodio uscito sulla vecchia generazione, un capitolo decisamente in forma che riuscì ad integrare le interessanti aggiunte del proprio predecessore, con un parziale ritorno alle origini. Il gameplay solidissimo era, inoltre, spalleggiato da uno dei comparti grafici più impressionanti visti su Playstation 2 ed una simpatica sezione di editing che permetteva ai giocatori di adornare i propri personaggi preferiti con tutta una serie di gadget acquistabili con il denaro guadagnato vincendo nelle varie modalità. Fu un grande ritorno al successo ed un elegante addio al vecchio monolite.Sono ormai passati quasi due anni dall’esordio in sala giochi di Tekken 6, che ha fatto in tempo anche ad espandersi grazie all’aggiornamento Blood Rebellion, tanto che ormai è finalmente pronto ad arrivare nei negozi nella tanto sospirata versione casalinga. Abbandonata dopo anni di collaborazione l’esclusiva Playstation, il titolo Namco Bandai è pronto ad esordire sugli scaffali di tutto il mondo sulle due console HD, arricchita di alcune nuove modalità assenti nel coin-op. Sarà questo nuovo episodio all’altezza dell’importante nome che si porta dietro?

Streets of TekkenSenza perdere tempo nel descrivere la poco interessante trama che fa da sfondo al titolo, già descritta nella nostra ultima e corposa anteprima, passiamo a descrivere l’offerta di questo nuovo capitolo della quasi ventennale saga. I contenuti sono decisamente promettenti e possono contare sue due modalità principali, una denominata Campagna e una Offline. La prima è la più grossa aggiunta rispetto alla controparte da sala, ed è una sorta di riproposizione del Tekken Force già visto anni fa nel terzo episodio. Il gameplay si ispira infatti ai vecchi beat’em up a scorrimento e getta il giocatore in livelli nei quali farsi strada tra tantissimi nemici da far fuori a suon di mazzate, lasciando a disposizione del giocatore tutto il campionario di mosse di ogni lottatore. A legare il gameplay ci pensa una trama non particolarmente accattivante, raccontata tramite tantissime quanto lunghe cut-scene realizzate col motore di gioco. Questa modalità ci è parsa come una simpatica aggiunta, perfetta per rilassarsi tra le varie sessioni di combattimento. In realtà, alcuni elementi l’hanno resa più interessante del previsto. Questi sono la possibilità di far droppare ai nemici soldi e soprattutto oggetti da indossare, che andrebbero altrimenti comprati nell’apposito negozio con le monete faticosamente guadagnate nei testa a testa. Un’altra piacevole particolarità è rappresentata dai vari power-up che ogni accessorio è in grado di dare a chi li indossa, introducendo così anche una piccola dose di strategia. Niente di trascendentale, ma sicuramente sufficiente per garantire un po’ di varietà in un gameplay sennò lineare e ripetitivo. Purtroppo, invece, gli aspetti negativi della modalità Campagna non sono pochi: a parte la già citata ripetitività (sono infatti ben pochi gli espedienti introdotti per spezzare la monotonia degli scontri), si fa notare sensibilmente l’approssimazione con cui il sistema di combattimento tipico della serie si adatta a questa tipologia di gioco. Il gameplay è ancora strettamente legato alle due dimensioni, mostrando tutti i suoi limiti soprattutto in presenza di più avversari che dovranno essere affrontati uno alla volta, tramite uno scomodo sistema di targeting. Poco male, non essendo questo il fulcro del prodotto, ma ci sembra comunque un peccato, in quanto sarebbe bastato veramente poco per poter rendere questa modalità qualcosa di più che un semplice extra introdotto per raccontare una trama spessa quanto un copione di Roland Emmerich e per sbloccare nuovi oggetti.

15 anni e non sentirli… quasiTekken 6 può vantare tra le proprie caratteristiche il roster di lottatori più ampio mai visto nella serie e comprende praticamente tutti i volti già visti fin’ora ai quali sono stati aggiunti sei nuovi personaggi, quali Alisa, Bob, Lars, Leo, Miguel e Zafina, più due boss, uno affrontabile solo negli stage bonus e giocabile in alcuni livelli della modalità Campagna e Azazel, ovvero il cattivo finale. I nuovi arrivati godono di un’ottima realizzazione e di un campionario di mosse soddisfacente sia per numero che per varietà, sebbene cominci a farsi sensibile la lontananza dalla fedeltà agli stili di combattimento reali, un tempo marchio di fabbrica della serie, messa da parte per favorire la varietà. Sfortunatamente non vi sono nuove leve esclusivamente dedicate alle versioni casalinghe del gioco, essendo questi tutti volti già visti in sala giochi.Nonostante una così ampia rosa di combattenti, il titolo ha rivelato un impianto di gioco ottimamente equilibrato, garantendo ad ognuno un ampio spettro di mosse senza renderne nessuno più potente degli altri. Ogni giocatore non avrà difficoltà a trovare il proprio preferito, mentre siamo sicuri che i più appassionati potranno godere di tante ore di divertimento nel tentativo di padroneggiare ogni aspetto di ciascun personaggio, elevando all’ennesima potenza la longevità del titolo. Il sistema di gioco è rimasto sostanzialmente invariato, sebbene abbia potuto godere di alcuni piccoli aggiustamenti atti a limare qualche spigolo ma soprattutto a cercare di rinfrescare una formula vecchia di quindici anni. Tra questi si fa notare il rage system che aumenta il potere distruttivo di un personaggio nel momento in cui questo si ritrova con la barra dell’energia quasi vuota. Ben più interessante per i più tecnici è però il Bound System. Ogni personaggio possiede delle combo che se utilizzate mantenendo l’avversario a mezz’aria, lo faranno sbattere al suolo più forte del solito, stordendolo e rendendolo così vulnerabile ad un’altra serie di colpi. Sebbene non particolarmente influente a livello di gameplay, va sicuramente nominata anche la presenza di stage su più livelli, ispirati a quanto già visto anni fa nei vari Dead or Alive. In definitiva, chi conosce la serie si sentirà senza dubbio a casa, e potrà contare sul più equilibrato e raffinato sistema di combattimento della serie.

Giochiamo alle bamboleIl menu delle modalità tra cui è possibile scegliere è ricco, sebbene non presenti alcuna novità di rilievo. Si fanno comunque notare l’accuratissima Modalità Pratica, da tempo fiore all’occhiello della serie grazie alla vastità delle opzioni presenti, e Personalizzazione, dove potrete appunto modificare l’aspetto dei vostri combattenti preferiti comprando nuovi oggetti o utilizzando quelli trovati nella Campagna principale. Nonostante questa modalità non permetta di creare un personaggi ex-novo, la quantità sterminata di vestiti, accessori e quant’altro permetterà a chiunque di divertirsi con questo simpatico extra. È inoltre un ottimo sprone ad affrontare più e più volte le varie sfide per poter guadagnare il denaro sufficiente ad acquistare il gadget desiderato.

Next-Generation?Quando uscì l’anno scorso Soul Calibur IV, rimanemmo tutti impressionati dal debutto next-gen della serie, forte di un comparto grafico decisamente convincente e ancora oggi molto valido. È invece purtroppo innegabile la nostra perplessità di fronte all’aspetto estetico di questo Tekken 6. Caratterizzata da alti e bassi, la grafica del titolo Namco Bandai si presenta piuttosto datata, in particolar modo per quanto concerne il livello di dettaglio generale, a causa di alcune texture poco definite e fondali che vanno dal più che buono, grazie a numerosi elementi di contorno tridimensionali e ad un’ottima illuminazione, al pessimo, a causa di texture slavate e sfondi 2D. Anche tra gli stessi combattenti vi sono alcuni davvero realizzati in modo eccellente, come tutti i nuovi arrivati, ed altri invece più deludenti, con Nina e Anna a rappresentare il punto più basso. Sicuramente avremmo gradito una migliore pulizia grafica, in parte migliorabile disattivando il motion blur. Ad ogni modo, il salto rispetto al precedente episodio è sicuramente evidente, ma da una conversione in lavorazione da quasi due anni, ci saremmo aspettati molto di più, soprattutto vista la caratura della software house e del franchise. Se comunque nell’insieme esteticamente il titolo risulta ugualmente godibile, il vero punto dolente dell’aspetto tecnico di Tekken 6 sono i caricamenti, molto frequenti e sensibilmente troppo lunghi. L’installazione porta un leggero miglioramento, ma in un titolo del genere, ci è parso un elemento capace da solo di inficiare in parte il godimento dell’esperienza. Il sonoro ci ha convinto molto poco, a causa di un’effettistica ancorata ai canoni dei vecchi titoli, (difetto comunque facilmente trascurabile) ma soprattutto per una delle colonne sonore più brutte mai viste in un picchiaduro. A nostro parere è incredibile dover sentire sottofondi musicali tanto anonimi in un gioco così di rilievo, quando titoli ben più di nicchia quale la serie Guilty Gear possono vantare partiture rock di altissima caratura e capaci da sole di far salire l’adrenalina a mille ancora prima dell’inizio del round. In fine è presente una componente online, ereditata di peso dall’edizione PS3 di Tekken 5, che ci riserviamo di giudicare una volta aperti i server aggiornando la nostra recensione.

– Gameplay collaudato e perfezionato

– Tantissimi personaggi

– Un sacco di oggetti per personalizzare i combattenti

– Molto longevo

– Tecnicamente deludente

– Modalità campagna poco più che un extra

– Sonoro sotto tono

– Nessuna novità di rilievo

8.3

Senza dubbio, Tekken 6 ci ha convinti. Il gameplay è solido, fedele alla serie e ottimizzato al millimetro. Qualche piccola novità c’è e i più smaliziati non tarderanno a percepirne la presenza, anche se forse questa amatissima saga avrebbe meritato un esordio nella corrente generazione più incisivo. Ad abbassare il livello ci pensa infatti un comparto tecnico tutt’altro che esaltante, essendo questo a nostro parere, un elemento troppo importante per un genere come i picchia duro che vanta storicamente esemplari di assoluto valore. Inoltre la modalità campagna è risultata poco più che un extra, facendoci domandare se valeva la pena spendere tante risorse nell’implementarla, tralasciando così altri aspetti forse più importanti. In definitiva, il titolo merita di certo l’acquisto da parte degli affezionati, che crediamo non pretendano particolari rivoluzioni dalla propria serie preferita e che qui troveranno invece un elenco sterminato di personaggi da padroneggiare e di mosse da imparare. Per tutti gli altri, Tekken 6 è comunque ancora un ottimo picchia duro capace di intrattenere soprattutto se giocato in compagnia e non deluderà gli amanti del genere.

Voto Recensione di Tekken 6 - Recensione


8.3