Recensione

Tales of Monkey Island

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a cura di FireZdragon

Era il lontano 1990 quando uscì il primo capitolo di quella che sarebbe diventata la saga piratesca più esilarante di sempre. Da allora LucasArts, casa che detiene i diritti del gioco, ha deciso di proporci ben quattro seguiti nel corso del tempo arrivando a rilasciare l’ultimo, Tales of Monkey Island, quest’anno.La serie di Monkey Island è ambientata in un non meglio specificato angolo sperduto dei Caraibi, dove il nostro eroe Guybrush Threepwood dovrà cercare di conquistare la sua amata e sconfiggere il malvagio pirata non-morto LeChuck.Per raggiungere il suo obiettivo Guybrush dovrà utilizzare esclusivamente il suo ingegno, risolvendo i vari enigmi che troverà sul suo cammino, caratterizzati come da tradizione da humour e bizzarre combinazioni di oggetti che renderanno l’esperienza di gioco diversa da qualsiasi altra avventura grafica.

Tales of Monkey Island, scimmie e grog in cinque partiCon Tales of Monkey Island gli sviluppatori del gioco hanno abbandonato il classico punta e clicca delle avventure grafiche per approdare a una combinazione di mouse e tastiera. Sebbene questa modifica possa far storcere il naso e lasciare spiazzati durante le prime fasi di gioco, ben presto ci si fa l’abitudine e ci si lascia prendere dalla storia, dai personaggi e dalle ambientazioni caraibiche. Il gioco è stato diviso in cinque capitoli, ognuno dei quali può essere comprato e giocato singolarmente, anche se ciò è ovviamente sconsigliato per via del fatto che la storia ha un unico filo conduttore.Il primo capitolo Launch of the Screaming Narwhal farà da introduzione alla storia: troveremo il distratto Guybrush che per cercare di salvare la sua amata Elaine rapita da LeChuck, scatenerà per errore una maledizione Voodoo che infetterà la sua mano rendendola non morta e riportando il suo acerrimo nemico in vita. Purtroppo le disavventure non finiscono qui: la maledizione lentamente si propagherà per tutti i Caraibi e toccherà ovviamente a voi rimettere le cose a posto riacciuffando il malvagio pirata. L’unico problema è che per salpare dall’isola dove vi ritrovate catapultati sarà necessario risolvere il mistero dei venti, che non permetteranno a nessuno di abbandonare il luogo.Nei capitoli successivi The Siege of Spinner Cay, The Lair of the Leviathan, The trial and execution of Guybrush Threepwood e nell’ultimo Rise of the Pirate God la storia prenderà pieghe e risvolti del tutto inaspettati, incollando il giocatore alla sedia. Gli enigmi da risolvere risulteranno fin troppo semplici per chi è un giocatore navigato di avventure grafiche ma d’altro canto ciò permetterà anche a chi non è avvezzo alle stesse di potersi godere appieno il gioco, senza rimanere bloccato per lunghi periodi di tempo in uno stesso punto o addirittura di dover cercare delle soluzioni su internet per poter proseguire. Questo restituisce un gameplay piacevolmente scorrevole, un passatempo divertente da giocare e bello da vedere. I menù per l’interazione con gli oggetti possono essere fatti comparire semplicemente spostando il mouse verso il lato destro dello schermo o con il tasto Tab. Vista la semplificazione dei comandi, anche nell’inventario non avremo più le numerose opzioni di uso per gli oggetti come succedeva nei giochi precedenti (come spingere, tirare, aprire o chiudere per esempio), ma avremo esclusivamente il tasto per interagire, quello per esaminare l’oggetto e una piccola interfaccia per combinare più oggetti tra loro. Come accennato all’inizio, il personaggio non si muoverà più cliccando sulla schermata ma sarà necessario muoverlo con le frecce della tastiera o con uno scomodo sistema che prevede l’utilizzo del mouse. Tenendo premuto il tasto sinistro comparirà un cerchio intorno a Guybrush e una freccia direzionale, muovendo il mouse si sposterà la freccia e Guybrush seguirà quella direzione, un sistema poco immediato per un gioco dalla struttura relativamente semplice come questo. Guybrush ha subito un’evoluzione rispetto al passato diventando questa volta un vero eroe, il Guybrush impacciato e pasticcione lascia spazio, dopo un piccolo incidente, a un pirata capace di affrontare senza timore i suoi avversari con colpi di genio e di spada.Colpi di spada che stranamente solo nell’ultimo capitolo tornano ad essere vere gare di arguzia e di insulti come da copione mentre per qualche strano motivo nei primi episodi tutti gli insegnamenti del maestro di spade Carla lasciano spazio a classici combattimenti all’arma bianca tra pirati che, anche se farciti da trucchi più o meno leciti, non fanno sentire il giocatore a proprio agio.Durante la nostra avventura ci imbatteremo in una miriade di personaggi secondari: pirati, dottori pazzi, stregoni Voodoo e belle ragazze che complicheranno e renderanno ancora più intrigante la trama. Nulla è lasciato al caso e ognuno di essi è stato studiato con dovizia di particolari e cura nei comportamenti riuscendo a dare vita a personaggi singolari e ben caratterizzati, propri della saga. Tutto in puro stile Monkey Island, enigmi inclusi, forse anche troppo. I programmatori, probabilmente per non deludere i fan di vecchia data, sembra abbiano cercato di mantenere il classico sapore dei vecchi giochi senza apportare novità rilevanti ai personaggi e agli enigmi che saranno sempre a base di Grog, scimmie e magia, risultando in piacevole concentrato di déjà vu, ma senza introdurre novità di rilievo.

Un motore grafico… a velaLeggero e veloce il motore grafico utilizzato per Tales of Monkey Island è risultato una scelta azzeccata.Con il passaggio della serie ormai stabilito da 2D a 3D era necessario creare un motore che mantenesse il gioco leggero per tutte le macchine e che al tempo stesso riuscisse a dare quello stesso appeal che la grafica cartoon in due dimensioni può regalare. I ragazzi di Telltale Games sono riusciti nell’intento creando un engine all’altezza. I personaggi risultano ben fatti e curati nelle loro animazioni ed il paesaggio vivo e colorato non risente eccessivamente della mancanza di numerosi poligoni visto che vengono compensati con ricchi dettagli che ricoprono sfondo e oggetti. Il gioco in questo modo può girare su qualsiasi computer, anche con qualche anno di età, in modo dignitoso mantenendo quelli che sono i presupposi per un’avventura grafica. Il reparto sonoro è ottimo con musiche azzeccate e un doppiaggio di alto livello, con gerghi pirateschi cuciti sui personaggi o accenti francesi nel caso del pazzo dottore. Nota dolente però è che il gioco sia completamente in inglese e quindi poco fruibile da chi non parla la lingua della regina. Tuttavia grazie alla semplicità dei dialoghi e degli enigmi anche chi non ha un alto livello di conoscenza dell’inglese riuscirà a giocarci senza troppi problemi.Il gioco è completamente singleplayer ed ha una rigiocabilità scarsa, se avete intenzione di acquistare tutti e cinque i capitoli insieme avrete comunque da godervi circa 25 ore di storia prima di portare a termine una delle più belle e divertenti avventure grafiche degli ultimi anni.

Cinque Episodi, stesso prezzo……stessa qualità?Ogni capitolo ha un prezzo di $8.45 e Telltale Games offre anche il bundle di tutti e cinque per $34,95 in Digital Download direttamente dal loro sito. Inoltre c’è un offerta per farvi provare il gioco, ovvero se comprerete un solo episodio poi potrete acquistare gli altri quattro in blocco a prezzo scontato. Insomma, ci sono decisamente offerte adatte a tutti.Anche se ogni capitolo ha una longevità di quattro o cinque ore per un giocatore medio la qualità degli stessi e l’esperienza di gioco possono variare, anche se non di molto, tra uno e l’altro. Essendo un unico racconto diviso in cinque parti il valore effettivo dei singoli capitoli è soggettivo, in base ai propri gusti sarà preferita una parte della storia anziché un’altra.Durante le nostre sessioni di prova abbiamo preferito di gran lunga il terzo episodio rispetto agli altri, nonostante i maggiori colpi di scena siano nell’ultimo. Con l’evoluzione della storia, inoltre, gli ultimi capitoli raggiungeranno vette mai esplorate prima nella saga di Monkey Island. Legati forse anche alle loro vecchie creazioni i ragazzi di Telltale si sono prodigati nel portare il nostro Guybrush in luoghi più dark rispetto a quelli a cui siamo stati abituati e a mettere da parte, forse fin troppo spesso, gli enigmi per lasciare spazio ai dialoghi e ai dettagli sulla trama.Per quanto riguarda il reparto tecnico invece, il sistema di controllo non subisce purtroppo alcuna modifica durante il proseguire del gioco mentre il motore grafico è stato ottimizzato con il passare del tempo e presenta paesaggi più curati e maggiormente dettagliati negli ultimi due episodi.

HARDWARE

Configurazione Minima:• Single-core CPU with 2 GHz • 512 MByte RAM • DirectX 8.1 graphics card with 64 MB VRAM

Configurazione Raccomandata :• Single-core CPU with 3 GHz • 1024 MByte RAM • DirectX 8.1 graphics card with 128 MiByte VRAM

– Grafica gradevole e ben ottimizzata

– Ottima storia

– Caratterizzazione dei personaggi ben riuscita

– Il sistema di controllo è poco immediato

– Enigmi troppo semplificati rispetto ai predecessori

8.0

Tales of Monkey Island convince fino alla fine, con una storia entusiasmante ed una difficoltà calibrata per fornire un livello di sfida adatto a chiunque. Il motore grafico leggero e pulito non soddisfa appieno il videogiocatore più esigente ma sicuramente svolge bene il suo ruolo, rendendo fruibile il prodotto su tutte le macchine. Insomma un ottimo gioco che ricalca alla perfezione le precedenti avventure del pirata Guybrush e dei suoi compagni. L’unico rammarico è che i ragazzi di Telltale avrebbero potuto osare qualcosina in più per aggiungere qualche innovazione alla saga che invece rimane ancorata sempre ai soliti, se pur buoni, canoni.

Peccato per la mancata traduzione in italiano che sarebbe valso qualche punto in più nella valutazione.

Voto Recensione di Tales of Monkey Island - Recensione


8