Recensione

Taito Legends

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a cura di Tsubasa

Ultimamente vanno di moda le collection di giochi che hanno fatto storia, tanto in sala che nelle versioni casalinghe. E’ questo il caso di titoli come Sonic Mega Collection Plus, raccolta dei storici giochi del porcospino blu apparsi su Mega Drive e Game Gear, di Sega Classics Collection, raccolta di orribili rifacimenti di successi Sega apparsi in sala giochi e su Mega Drive e del recente Capcom Classics Collection, raccolta di 22 storici successi Capcom da sala come Street Fighter 2, Final Fight e Ghosts ‘n Goblins. E’ ora la volta di Taito, storica software house che, al pari di marchi storici come Capcom ed SNK, vide nei giochi da bar la propria consacrazione. Ci ha pensato Xplosiv a riportare 29 classici Taito sulle nostre care PS2 ed Xbox per gli utenti del mercato europeo ed americano (per quanto riguarda il mercato giapponese sono disponibili due raccolte, Taito Memories, diverse da questa Tatio Legends).

Una bella raccolta29 giochi, seppur alcuni molto simili tra loro, non sono pochi, se poi sono dei classici tanto meglio. Ovviamente si tratta di 29 arcade pefect emulati (e non riprogrammati) in quanto l’hardware su cui girano (PS2 ed Xbox) è infinitamente più potente dell’Hardware su cui furono concepiti. Di seguito è riportato l’elenco completo dei giochi:Space Invaders (1978)Phoenix (1980)Space Invaders Part 2 (1980)Colony 7 (1981)Electric Yoyo (1982)Jungle Hunt (1982)Zoo Keeper (1982)Elevator Action (1983)Great Swordsman (1984)Return of the Invaders (1985)Bubble Bobble (1986)Gladiator (1986)Tokio (1986)Exzisus (1987)Plump Pop (1987)Operation Wolf (1987)Rainbow Islands (1987)Rastan (1987)Super Qix (1987)The New Zealand Story (1988)Operation Thunderbolt (1988)Battle Shark (1989)Continental Circus (1989)Plotting (1989)Volfied (1989)Ninja Kids (1990)Space Gun (1990)Thunderfox (1990)Tube It (1993)

1978: Space Invaders Ovviamente il genere che va per la maggiore è quello di giochi di astronavi, con Space Invaders, Return of the Invaders, Space Invaders Part 2, Phoenix, Colony 7, Tokyo ed Exzisus. Inutile dire che Space Invaders è il classico di tutti i tempi, lo sparatutto e può essere considerato il padre dei videogiochi da bar: pensare che la sua diffusione in giappone causò il diffile reperimento di monetine da 1 Yen a causa dell’enorme successo ottenuto sul pubblico neo-videoludico. L’effetto che fa oggi è davvero strano, perchè vedere un videogioco in due soli colori con, se non sbaglio, tre effeti sonori lascia davvero basiti: ciononostante risulta comunque giocabile e divertente ma è ovvio che il massimo del godimento è apprezzabile da chi, più anzianotto del sottoscritto, ci giocò per la prima volta nel 1978. Lo stesso discorso vale per gli altri sparatutto sopraccitati in quanto, anche il più nuovo, soffre di limiti grafici che, ai giorni nostri, non passano inosservati.

1986: Bubble BobbleUn altro pezzo forte della collection è Bubble Bobble, a detta di molti il miglior platform di tutti i tempi (anche se oggi la dicitura platform poco c’entra col gioco dei due dragetti). Nei panni di Bub e Bob dobbiamo superare 100 livelli infestati da mostriciattoli sparando bolle, imprigionandoceli dentro, e facendole scoppiare. Non mancano power up di ogni tipo, si va dai semplici bonus di punti agli “upgrade” che rendono il nostro draghetto più veloce e più potente. Ma la cosa degna di lode di Bubble Bobble è il level design di ogni quadro: ognuno dei 100 livelli è diverso dall’altro ed è progettato per essere completato in un preciso modo. E ancora, è impossibile completare il gioco in singolo perchè il livello finale è costruito (volutamente) in modo tale che si debba essere in due per portarlo a termine e che ci si divida i compiti. E non è poco perchè l’introduzione del gioco cooperativo aumentava e vi confermo aumenta il divertimento di gioco portandolo, probabilmente, alla perfezione ludica.

1987: RastanRastan probabilmente è il sunto audiovisivo della classe “Taitina”. Un gioco tanto semplice quanto epico, tanto difficile quanto divertente (una volta appresi i meccanismi), tanto immersivo quanto graficamente sbalorditivo. Nei panni del barbano Rastan (emulo dello Swarzi Conan) ci muoviamo in livelli a scorriento orizzontale e verticale armati della nostra spada e delle armi che raccoglieremo in seguito. Graficamente è molto bello (gli sfondi risiedono su diversi livelli di parallasse e cambiano di tonalità a seconda del livello), le musiche sono davvero epiche (vi rimarranno in testa, ve l’assicuro) ed il gioco in sè è difficile, perchè dovremo affrontare ogni livello studiandone ogni singolo pixel ed ogni singolo avversario, ma gratificante perchè è quel genere di gioco dove la perseveranza è ricompensata..

E tutto il resto…Ultimi, ma non per importanza, sono giochi come Rainbow Island, Operation Wolf, The New Zeland Story e Continental Circus. Rainbow Island, seguito di Bubble Bobble, è un’altro storico platform a scorrimento verticale (probabilmente l’unico platform a scorrimento verticale) dove nei panni di Bub o Bob dobbiamo farci strada lanciando piccoli archetti di arcobaleno. Probabilmente è un giudizio poco oggettivo ma è difficile esserlo quando ti ritrovi tra le mani un gioco sul quale hai passato i pomeriggi quasi 15 anni prima. New Zeland Story è un altro platform pacioccoso dove si comandano due Kiwi (che non sono ne frutti, ne una nota marca di caschi ma semplicemente degli pseudo-pulcini neozelandesi), davvero carino. Operation Wolf ed Operation Thunderbolt sono i due storici sparatutto da sala che avevano la carettistica di essere giocati con un Uzi annesso al cabinato. Inultile constatare mestamente che sono incompatibile con la light gun e che, giocati col Dual Shock, perdono tutto il suo appeal; peccato perchè si tratta di due ottimi giochi (sulla versione per Master System di Operation ci ho passato diverse ore) sia per giocabilità che per valore storico. Continental Circus è un gioco di Formula 1 contemporaneo ad Out Run e col medesimo sistema di gioco: ovvero si basa su checkpoint. La sua particolarità, se di particolarità si può parlare, è che la nostra vettura prende fuoco dopo i contatti con le vetture avversarie e tale incendio è arrestabile solo mediante sosta ai box, dove si perde tempo ma si ripara la macchina. Rimangono poi i titoli storici (o meglio pre-istorici) come Jungle Hunt, Zoo Keeper, Elevator Action, che, a prescindere dalla loro qualità intrinseca, difficilmente potranno essere apprezzati da chi è abituato alle console di nuova generazione e titoli nuovi come Ninja Kids che avrebbero potuto non esserci (perchè poco hanno da dire nel loro genere).

…Extra inclusiUna delle caratteristiche che deve avere una buona collection è la presenza di extra che suscitino la curiosità e l’interesse degli appassionati. Taito Legends non se la cava malaccio offrendovi i volantini pubblicitari (cosiddetti Flyers) di ogni gioco, la storia di Taito e di ogni gioco, alcuni trucchi e l’intervista al game designer di Rainbow Island (il tutto ovviamente localizzato in italiano): mica male. Tirando le somme abbiamo tra le mani un’ottima raccolta che sarà certamente apprezzata dai nostalgici e che, assieme a Capcom Classics Collection, merita di trovare posto in mezzo ai vostri altri giochi soprattutto se siete appassionati di quel genere ormai defunto che risponde al nome di Arcade. L’unica pecca? Ci sarebbero stati un sacco di altri giochi da includere (qualcuno ha detto Chase H.Q.?) e che, molto probabilmente, verranno inseriti in un secondo capitolo…

Ho scelto uno “zero” simbolico per quanto riguarda il campo audio-visivo poichè un confronto con le attuali produzioni è impossibile, trattandosi di giochi prodotti troppo tempo fa.

– 29 Giochi…

– Per molti…

– Alcuni Extra

– Space Invaders

– Bubble Bobble

– Rastan

– Rainbow Island

– … non tutti “essenziali”

– … ma non per tutti

– Tecnicamente Datato

7.0

Taito Legends raccoglie 29 successi Taito da sala giochi dal 1978 al 1993. E’ facile tessere le lodi di una Collection di vecchie glorie come Rastan, Bubble Bobble o Rainbow Island e consigliarla a tutti. La realtà però è che tale collection è meritevole di acquisto da parte degli appassionati tanto per i giochi inclusi quanto per gli extra. Ma non è detto che possa piacere ai giovanissimi abituati a schemi di gioco e ad un comparto tecnico molto diversi da quelli di un tempo. Considerando comunque il prezzo budget e l’indubbia qualità di molti di questi giochi rischiate alla peggio di farvi una cultura. Il che, in campo videoludico, non fa mai male…

Voto Recensione di Taito Legends - Recensione


7