Recensione

Table Top Racing: World Tour

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a cura di Francesco Ursino

Il genere dei titoli di corsa arcade vede da sempre, nascosta in una nicchia, una determinata categoria di giochi che si concentra su una specifica tipologia di vetture: parliamo delle macchinine, non importa se radiocomandate o meno. Partendo dai titoli Codemasters legati alle Micro Machines, e passando per Re Volt, questo tipo di giochi si è evoluto andando a inglobare le dinamiche di grandi successi come Mario Kart. È così che nascono giochi come Table Top Racing: World Tour, che dopo essere uscito negli scorsi anni su iOS, Android, e PS Vita, è finalmente giunto su PC e console di ultima generazione. Andiamo a vedere, allora, come se l’è cavata questo titolo sviluppato da Playrise Digital.

Brooooooom!Table Top Racing: World Tour è dunque un titolo di guida arcade in cui saremo chiamati a guidare delle piccole auto in gare ambientate in scenari alquanto insoliti. Come da tradizione in questo tipo di giochi, infatti, la competizione tra piccoli bolidi avverrà in ambienti per così dire “domestici”; le cinque ambientazioni incluse nel gioco base contemplano la cucina di un ristorante giapponese, l’officina di un meccanico, uno yacht, una sorta di cameretta anni ’80, una discarica. Ogni location include poi elementi caratteristici: durante le gare nella discarica, ad esempio, avremo a che fare con bombolette che potranno ostacolare il passaggio delle auto, mentre nelle competizioni ambientate nell’officina potremo ritrovarci davanti candele, fusibili e quant’altro. Lo scopo del gioco è, ovviamente, cercare di vincere le circa novanta competizioni che compongono la modalità single player. L’offerta offline del gioco, infatti, prevede la presenza di tre campionati, distinti per categorie di auto. A inizio partita, molto semplicemente, si inizierà con un certo quantitativo di fondi, utili da spendere per comperare una prima auto; grazie a questo acquisto, potremo entrare nella categoria Cult Classics, e iniziare la nostra scalata che ci porterà in seguito nella divisione Street Racers, e infine nella Supercars. Diciamo subito che, a livello generale, la difficoltà della sfida in single player è tutto sommato bassa: per venire a capo di tutti gli eventi delle tre divisioni, pur senza registrare i migliori risultati ottenibili, abbiamo impiegato non più di cinque ore. Dopo aver fatto ciò, constatata la scarsa rigiocabilità complessiva, l’unica altra modalità single player rimasta prevedeva la presenza di alcuni eventi speciali, legati però al possesso di determinate vetture.

So so ezIl gameplay di questo tipo di titoli deve essere frenetico, divertente, magari leggermente frustrante (per via dei power up utilizzati dagli avversari), ma soprattutto stimolante. Possiamo dire che, in Table Top Racing: World Tour, questi aggettivi non possono essere utilizzati con piena soddisfazione. Di base, il gioco propone due categorie di gare differenti: contro altri sfidanti, oppure in solitaria. Le gare contro la IA prevedono la presenza o meno di power up classici (razzi, mine, scie congelanti e via di seguito), ma tutto sommato finiscono per annoiare presto, considerata la scarsa qualità della sfida. L’obiettivo principale della IA, infatti, sembra essere quello di spingerci fuori strada, piuttosto che cercare di disegnare traiettorie pulite e utilizzare bene i power up. Al contrario, le auto controllate dall’intelligenza artificiale si dimostrano fin troppo ingenue nel subire i nostri attacchi, e soprattutto i nostri sorpassi, specialmente nelle curve in cui sarebbe necessario adottare traiettorie strette.  Di base, tutto ciò può anche andare bene nel momento in cui si inizia a giocare, e la propria auto è praticamente un catorcio con le ruote; la sfida cessa di esistere, però, nel momento in cui il giocatore riesce a guadagnare qualche soldo, buono per potenziare la propria vettura. Il gioco, a questo proposito, consente infatti di migliorare parametri quali la velocità massima, l’accelerazione, la manovrabilità e la corazza. Bastano anche un paio di miglioramenti per rendere la nostra macchina praticamente imprendibile per gli avversari, rendendo le gare piuttosto noiose. Il suggerimento, quindi, sarebbe quello di non potenziare le proprie auto, a meno di non voler ritrovarsi a correre praticamente ogni gara da soli. Va meglio con le discipline in solitaria: in queste gare, in effetti, la fantasia degli sviluppatori ha permesso di avere sfide se non altro un po’ più originali. Tra le competizioni proposte spiccano l’inseguimento, in cui sarà necessario raggiungere un’altra auto partita prima di noi, e il drifting, in cui si dovrà “scodare” e derapare per ottenere un certo numero di punti. Altre note dolenti, almeno per quanto riguarda la versione PC da noi esaminata, arrivano dal multiplayer; durante il tempo speso con Table Top Racing: World Tour, in effetti, non abbiamo avuto modo di trovare un solo utente disponibile a giocare; l’unica stanza aperta, curiosamente, era a noi inaccessibile, in quanto dedicata al DLC pubblicato al day one, che tra l’altro include nuove ambientazioni e macchine. In un titolo del genere, allora, avrebbe potuto far comodo la presenza del multiplayer locale, magari per lanciarsi in gare con amici in split-screen; questa modalità, però, purtroppo non è contemplata.Tirando le somme, il gameplay di Table Top Racing: World Tour è abbastanza anonimo; di base, infatti, sono presenti tutte le componenti che possono determinare il successo di questo tipo di giochi, ma l’esperienza in singolo è piatta e, considerata la penuria di giocatori online (almeno su PC), la situazione non sembra essere delle più rosee.

Panini poligonaliIl gioco risponde bene ai comandi via pad: la guida con lo stick analogico è gradevole, con l’utilizzo dei power up delegati al tasto A (o X, se preferite la variante DualShock). Da notare che le auto possono essere attrezzate anche con un power up per le ruote: tra gli altri, è possibile montare gli spuntoni tipici delle bighe romane. C’è da dire, però, che il modello di guida risente di un difetto abbastanza importante, specialmente per un titolo del genere; la possibilità di derapare, infatti, è contemplata solo se si acquistano (e si montano) le speciali ruote dedicate al drifting; in caso contrario, il gioco limita fortemente le possibilità delle auto in curva. Considerata la scarsa sfida offerta dalla IA tutto ciò potrebbe passare in secondo piano, ma aver limitato così tanto la presenza delle scodate, che pure in un gioco del genere rappresenterebbero un elemento importante, rimane comunque una scelta poco condivisibile.Dal punto di vista grafico, relativamente alla versione PC, il gioco propone una sostanziale differenza qualitativa tra i vari elementi su schermo. Le auto, in effetti, propongono dei sufficienti modelli poligonali, e risultano essere delle versioni vagamente rimpicciolite di alcune auto realmente esistenti (ad esempio la McLaren P1, o la Pagani Zonda); lo stesso non si può dire di alcuni elementi secondari di contorno, come i panini che incontreremo sulla strada dei percorsi sullo yacht, o le posate della cucina del ristorante giapponese. Il sonoro si contraddistingue per alcuni accompagnamenti audio azzeccati, e che se non altro riescono, col loro ritmo, a tenere mediamente alta l’attenzione durante le lunghe gare in cui saremo chiamati a correre giri e giri saldamente in testa.

HARDWARE

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windows 7, 8, 10 Processore: Core i3 6100, AMD X4 860 and above (May work on lower specifications) Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: GTX 650Ti, Radeon HD 5870 (May work on lower specifications) DirectX: Versione 10 Rete: Connessione Internet a banda larga Memoria: 4 GB di spazio disponibile Scheda audio: Generic

Requisiti consigliati:Sistema operativo: Windows 7, 8, 10 Processore: Core i5-2500, AMD FX-8120 and above (May work on lower specifications) Memoria: 8 GB di RAM Scheda video: GTX 750, Radeon HD 6950 (May work on lower specifications) DirectX: Versione 10 Rete: Connessione Internet a banda larga Memoria: 4 GB di spazio disponibile Scheda audio: All

– Differenti modalità e competizioni

– Idea di base ben concepita

– Può divertire per qualche d’ora

– Livello di sfida in single player molto basso

– Il multiplayer, al momento, sembra essere abbandonato a sé stesso

– Comparto tecnico generalmente mediocre

– Poche piste e ambientazioni di base

5.5

Table Top Racing: World Tour è un titolo che ci lasciati un po’ perplessi. Di base, infatti, sono presenti tutti gli ingredienti capaci di far divertire: le sfide sono varie, è possibile potenziare le varie auto, e le ambientazioni sono tutto sommato ben studiate, sebbene veramente poco varie. Eppure, l’esperienza in single player risulta essere corta, poco rigiocabile, e soprattutto troppo semplice. Questi difetti potrebbero essere mitigati da un buon comparto online che, però, al momento sembra essere piuttosto deserto; il multiplayer in locale, forse, avrebbe potuto aumentare l’attrattiva del prodotto. Parlando del giudizio finale da affibbiare al titolo, dunque, non sembra si possa parlare di una sufficienza piena, considerato anche il prezzo di vendita (circa € 20).

Voto Recensione di Table Top Racing: World Tour - Recensione


5.5