Recensione

Systematic Immunity

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a cura di Francesco Ursino

Lettori più giovani e non ancora del tutto avvezzi alle cose del mondo, permetteteci un po’ di amarcord attraverso il ricordo del mitico cartone animato “Siamo fatti così”, che con la sua sigla che includeva assoli di sassofono di un certo livello allietava i pomeriggi di noi ragazzi degli anni ’80 e ’90. L’opera in questione, con la sua rappresentazione dei vari meccanismi del corpo umano, è rimasta viva nei nostri ricordi grazie a immagini come gli omini gialli del DNA, o le allegre brigate di globuli rossi che portavano a spalle le bolle di ossigeno. Tra gli altri, non mancavano neanche quei brutti ceffi dei microbi, che davano filo da torcere ai globuli bianchi: partiamo allora da questo specifico elemento per spiegare qualcosa di più del gioco oggi in analisi, ovvero Systematic Immunity.

Un manipolo di valorosi globuli bianchiSviluppato da Felix Wunderlich, Systematic Immunity è un platform bidimensionale in cui i giocatori saranno chiamati ad affrontare 75 livelli di difficoltà crescente. Il contesto dentro al quale si sviluppa il tutto è proprio un corpo umano in balia di germi e batteri, intenzionati a farsi strada prima nello stomaco, poi nei polmoni e infine nel cervello. Il nostro compito è comandare un manipolo di venti globuli bianchi, che avranno così il compito di annientare questa minaccia.Messa così potrebbe sembrare una faccenda allegra e spensierata, ma già dai primi livelli si capirà come il gioco in questione fa decisamente sul serio; il livello di difficoltà, infatti, si impenna praticamente fin da subito, e il fatto che il titolo non spieghi praticamente nulla dei meccanismi di gioco (non esiste un tutorial, ad esempio) potrebbe aumentare una certa sensazione di disorientamento. In ogni caso, l’attività principale dei vari livelli è quella di raggiungere un gruppo di batteri, posti alla fine dello stage, per poi eliminarli. Tra noi e i nostri nemici giurati, però, si frapporranno diverse minacce: tra tutte, segnaliamo delle ciglia acuminate che elimineranno sul momento i nostri globuli bianchi, così come batteri e microbi vari. La difficoltà nasce proprio dal fatto che la sfida proposta da Systematic Immunity richiederà precisione, tempismo, e in generale tutte le abilità richieste per avere successo in un platform bidimensionale vecchio stampo. Arrivati alla fine dei 25 livelli che compongono le tre macro aree di gioco, poi, il titolo proporrà addirittura il più classico dei boss di fine zona. Dobbiamo dire che questa scelta, all’inizio, ci ha sorpreso e un po’ divertito, ma è anche vero che abbiamo dovuto abbandonare sorrisi e ironie molto presto, visto che i mega batteri ci hanno dato non poco filo da torcere.

Se c’è la salute…Dal punto di vista del gameplay, la dinamica di gioco più importante riguarda proprio il gruppo di globuli bianchi. Possiamo dire che, nel concreto, il giocatore guiderà un solo globulo, che però verrà seguito dagli altri 19 membri del team. Questo vuol dire, però, che in alcune situazioni più concitate qualche membro del gruppo potrebbe perdersi per strada, venendo così eliminato dai vari batteri. Per ovviare a ciò, in alcuni specifici momenti sarà necessario richiamare a sé i globuli, ma questa abilità è limitata da una barra che andrà ad esaurirsi abbastanza presto. La conseguenza di questa impostazione di gioco è che, per sconfiggere il gruppo di quindici batteri presente in ogni livello, sarà necessario arrivare alla fine dello stage lasciando per strada un massimo di cinque globuli; in caso contrario, il livello finirà in anticipo, e il gioco ci informerà che siamo stati superati, in numero, dai nostri avversari.Questa dinamica che riguarda il tenere vicino a sé i propri globuli, se possibile, richiama un po’ alla mente quanto accadeva in Loco Roco, classico per PSP: anche in Systematic Immunity, infatti, il gameplay si basa sulle dinamiche di gruppo, e sul numero di componenti. Così come nel titolo ideato da Kazuhito Miyaki, poi, i nostri globuli possono unirsi per dar forma a nuove formazioni. In questo senso, il gioco prende spunto in maniera positiva dalla tipologia di organo nella quale ci troviamo. Nello stomaco, allora, potremo rotolare per evitare che l’avanzare degli acidi gastrici ci sciolgano in un attimo, mentre nei polmoni potremo diventare dei palloncini, di modo da sfruttare i flussi di ossigeno e librarci in volo. Nel cervello, invece, l’elettricità la farà da padrone, con raggi da evitare e impulsi da sfruttare per teletrasportarci.Non possiamo nascondere come alcune trovate incluse nei vari livelli ci abbiano sorpreso in positivo; nei polmoni, ad esempio, le superfici su cui ci muovevamo erano cosparse, in alcuni punti, di quello che per quanto ci è stato possibile capire era catrame, sintomo delle brutte abitudini del proprietario del corpo interessato dal gioco. Questa trovata ha permesso di creare livelli in cui è stato possibile rimanere attaccati al terreno anche se ci si trovava sottosopra, difatti aumentando le possibilità di gioco. Non mancano poi le piattaforme mobili, o i livelli a tempo, in cui bisogna evitare, ancora una volta, di finire annegati negli acidi gastrici. Dobbiamo ripeterlo: nonostante questa impostazione leggera, Systematic Immunity è un gioco che darà numerosi grattacapi. Alcuni livelli costringono a compiere azioni al limite della perfezione (preferibilmente con un pad), e tutto ciò potrebbe anche far insorgere una certa frustrazione.

Il corpo è mio e lo gestisco ioSe una volta finiti i 75 livelli si ha ancora voglia di esplorare il corpo umano, ci si può rivolgere al sempre ottimo Steam Workshop: Systematic Immunity, infatti, include un editor di livelli che, sebbene non proprio di facile utilizzo, permette di pubblicare le proprie creazioni direttamente su Steam.Dal punto di vista tecnico, poi, il gioco in questione non lascia particolari spunti di analisi: la grafica bidimensionale proposta è pulita ed estremamente leggera. Le differenziazioni tra le tre zone principali di gioco sono riferite più che altro allo sfondo e ai colori scelti per le piattaforme; i globuli bianchi, poi, non sono altro che dei pallini bianchi con tanto di gambe, occhi e bocca, mentre i germi saranno dei globi verdi e rossi dalla faccia cattivissima. Il sonoro regala qualche musica di accompagnamento positiva, che però tende dopo poco ad essere ripetitiva; gli altri effetti audio, invece, non consentono riflessioni maggiormente approfondite.

HARDWARE

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windoes Vista, 7, 8, 10 Processore: 3Ghz Dual Core Prcessor Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: DirectX 10 and Shader Model 3.0 graphics support DirectX: Versione 10 Memoria: 400 MB di spazio disponibile

– Solide dinamiche da platform bidimensionale

– Le peculiarità dei tre organi presi in esame sono ben sfruttate

– Curva di difficoltà forse un po’ troppo ripida

6.5

Systematic Immunity è un platform bidimensionale semplice nella struttura, ma non per questo facile da addomesticare. I 75 livelli proposti, infatti, presenteranno fin da subito una sfida dal livello abbastanza alto, che costringerà i giocatori a numerosi fallimenti. La dinamica principale del gioco, legata alla gestione del proprio manipolo di globuli bianchi, crea una difficoltà in più, mentre appaiono ben sfruttate le peculiarità delle tre macro aree di gioco. Nel complesso, dunque, ci troviamo davanti a un titolo che, pur senza fare nulla di speciale, riesce a proporre un’esperienza ampiamente sufficiente.

Voto Recensione di Systematic Immunity - Recensione


6.5