Recensione

Sylvio

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a cura di Francesco Ursino

Juliette Waters ha un lavoro decisamente fuori dall’ordinario: grazie al suo microfono, infatti, può venire a contatto con gli spiriti che infestano case e ambienti vari, e cercare di stabilire un contatto con loro. In Sylvio, titolo oggetto di questa recensione, vedremo allora come la protagonista della storia verrà risucchiata all’interno di un misterioso parco. Per riuscire a salvarsi, la nostra dovrà far affidamento solo su se stessa: vediamo se questa premessa viene seguita da uno sviluppo degno della nostra attenzione.

White Lodge, Black LodgeSviluppato da Apostrophe, e disponibile su PC e Mac, Sylvio è un’avventura horror in prima persona che, per ammissione dello stesso sviluppatore Niklas Swanberg, vuole proporre le atmosfere tipiche dei classici del genere come Silent Hill, ma anche alcuni degli elementi che contribuiscono a dare fascino alle creazioni cinematografiche di David Lynch.La storia narrata, come anticipato in precedenza, vedrà il giocatore nei panni di Juliette Waters, una “ghost recorder” rimasta intrappolata nel parco di Saginaw, chiuso e inabitato dal 1971. Fin dall’inizio, in effetti, il giocatore si ritroverà in un ambiente decisamente misterioso: immersi in un bosco scuro, e dominato da una luce rossa di origine peraltro sconosciuta, per qualche istante ci è sembrato davvero di essere vicini all’entrata della Black Lodge di Twin Peaks. In ogni caso, quello che i giocatori dovranno fare sarà scoprire il mistero del parco, e con questo anche un modo per trovare la strada di casa. Dobbiamo dire che il titolo non spingerà mai sull’azione vera e propria, proponendo invece un ritmo lento e ragionato derivato dalla presenza di enigmi da risolvere grazie all’interazione con gli oggetti. Ci occuperemo maggiormente di questi aspetti durante l’analisi del gameplay, ma già da ora possiamo dire che l’esperienza proposta da Sylvio risulterà interessante soprattutto per quei giocatori che sono alla ricerca di un titolo horror che si basi più sulla tensione che sui salti sulla sedia.Il titolo da al giocatore una certa libertà per quanto riguarda la narrativa: è possibile infatti dire che, procedendo spediti e senza prestare attenzione ai particolari secondari, il titolo Apostrophe è terminabile in circa sette, otto ore, che però aumentano nel momento in cui si andrà alla ricerca di tutti gli elementi nascosti tra i vari ambienti di gioco. La meccanica con la quale il gioco darà la possibilità di scegliere cosa approfondire dal punto di vista narrativo è legata al microfono di Juliette che, puntato verso determinate aree in cui è possibile intravvedere delle piccole sfere bianche, potrà catturare frammenti di frasi e parole che ci aiuteranno ad avere un quadro più completo della storia. Questi dettagli, però, sono difatti secondari rispetto a quelli che andremo a ottenere sconfiggendo i nemici che vorranno impedirci di scoprire il mistero di Saginaw.

Sussurri di pauraLa storia di Sylvio è interessante e, se si avrà la pazienza di raccogliere tutte le varie testimonianze degli esseri inquieti che vagano per il parco, anche abbastanza profonda e di ampio respiro. Oltre alle presenze incorporee descritte in precedenza, però, Juliette dovrà anche affrontare alcune rappresentazioni fisiche che dimostrano come il parco di Saginaw sia realmente infestato da anime in cerca di salvezza. La porzione di gameplay più action, difatti, è quella proprio relativa agli scontri con i nemici, durante i quali il giocatore dovrà utilizzare l’inusuale fucile di Juliette. L’arma, infatti, funziona grazie alla pressione di alcune bombolette di pesticida, e può utilizzare diversi tipi di cartucce improvvisate, sempre presenti in gran quantità e divise in due tipi. Il primo gruppo include oggetti che non arrecano un particolare danno, come le patate disponibili girando per il parco, che però serviranno per risolvere alcuni enigmi logici. Il secondo gruppo, invece, comprende vari oggetti contundenti come schegge di vetro, pietre, mattoni, chiodi. Questo tipo di munizione si rende indispensabile per venire a capo delle minacce presenti per il gioco. Proprio queste ultime, tra l’altro, avranno differente natura: i nemici più comuni saranno rappresentati da dei globi neri che, in silenzio e velocemente, si avvicineranno verso di noi. L’unico modo per accorgersi di queste pericolose presenze è utilizzare spesso il microfono, e stare attenti ai movimenti dello spettro che misura i campi elettromagnetici, incorporato nel microfono stesso. Una volta sconfitti i globi neri, ma anche le figure umane giganti che si staglieranno all’orizzonte quasi sempre immobili e inoffensive (a parte di non avvicinarsi troppo), il gioco proporrà una meccanica interessante e che ci ha ricordato un po’ quanto visto in Alan Wake. Scomparse le minacce, infatti, appariranno su schermo i nomi degli oggetti che difatti ci serviranno per risolvere gli enigmi che il gioco propone. Tanto per fare un esempio, nel primo ambiente visitato avremo bisogno di trovare una tanica di benzina per far ripartire un’auto: eliminando un globo nero il gioco ci indicherà su schermo dove sarà possibile trovarla semplicemente introducendo la scritta “Fuel” e avvicinando a questa la distanza che ci separa dall’oggetto.

Presenze oscureUna volta descritto “cosa” farà il giocatore di Sylvio, è bene cercare di capire “come” queste attività vengono strutturate all’interno del gioco. Spoilerando un particolare del primo ambiente visitabile, dobbiamo dire che Juliette verrà in possesso di un’auto grazie alla quale potrà spostarsi all’interno del parco. E’ possibile dire dunque che il titolo è sostanzialmente strutturato in livelli, intervallati dai viaggi in macchina che i giocatori dovranno intraprendere per spostarsi da una location all’altra. Ogni livello di cui stiamo parlando, poi, in buona sostanza proporrà quanto descritto nel paragrafo precedente, e dunque enigmi da risolvere, testimonianze da raccogliere col microfono, e spiriti da sconfiggere. La formula è semplice, così come il gameplay che, all’atto pratico, proporrà soluzioni dal sapore classico. Il sistema di salvataggio, ad esempio, registrerà i nostri progressi solo nel momento in cui passeremo da un ambiente all’altro. Se si considera che venire a capo dei vari livelli non sarà una questione sempre facile, e che sicuramente porterà via almeno tre quarti d’ora per volta, si comprende come sarà meglio giocare a Sylvio quando si avrà la certezza di avere del tempo libero a disposizione.

Bisbigli incomprensibiliQuello che abbiamo descritto finora è un quadro tutto sommato positivo: Sylvio riesce a interessare soprattutto grazie al suo gameplay esplorativo e basato sulla risoluzione di enigmi, così come sulla ricerca di chiavi o altri elementi simili. I problemi del titolo, allora, sono da ricercarsi in questioni tecniche e certamente legate al carattere indipendente e low-budget della produzione. La prima sorpresa negativa arriva all’avvio del gioco: il titolo, infatti, sebbene sia doppiato in inglese, è sprovvisto di sottotitoli sia in italiano, che soprattutto in inglese. Se si considera che il più delle volte la protagonista parlerà con un tono di voce sommesso e molto basso, si comprende come anche chi è abituato a sentir parlare in inglese potrebbe avere difficoltà a comprendere in pieno i pensieri di Juliette, oltre che ovviamente tutti i frammenti di frasi raccolti durante le registrazioni col microfono.La seconda sorpresa negativa riguarda paradossalmente gli elementi che invece si avvalgono delle descrizioni testuali, e che formano l’interfaccia grafica. Specie durante i primi due livelli, infatti, la disposizione sfortunata delle finestre informative darà filo da torcere alla pazienza dei giocatori. Ogni volta che ci si avvicinerà a un armadietto chiuso da una combinazione (e scassinabile grazie all’azione del microfono), ad esempio, una finestra che andrà a occupare quasi tutta la parte superiore e centrale dello schermo ci informerà sui tasti da premere. L’espediente sarebbe stato utile una volta, e magari in un’altra forma, ma non in ogni occasione in cui si punta il mouse verso un armadietto.Il comparto grafico, infine, mostra evidentemente una realizzazione tridimensionale datata, con texture poco definite e modelli tridimensionali propri di titoli di parecchi anni fa. Non crediamo si tratti di un problema di rilevanza estrema, sebbene a volte si potrebbe incappare in alcune problematiche tecniche decisamente noiose: nelle nostre prove, ad esempio, siamo rimasti incastrati dentro a un muro e costretti a ripetere una sequenza di gioco lunga più di mezz’ora.

– Dinamiche di gioco interessanti e legate all’esplorazione

– La storia riesce a convincere

– Assenza dei sottotitoli, anche in inglese

– Interfaccia grafica da rivedere

6.5

Sylvio è un titolo horror che ha mostrato delle idee interessanti e una esecuzione un po’ meno brillante. Il gioco Apostrophe convince nel momento in cui propone un gameplay ragionato e basato sulla risoluzione di enigmi, al quale si aggiunge l’interessante meccanica legata al dialogo con gli spiriti attraverso il microfono. Il giudizio complessivo, però, tiene conto anche delle mancanze tecniche e stilistiche del gioco, tra le quali si segnala un’interfaccia grafica a volte fastidiosa e la mancanza dei sottotitoli in inglese.

Voto Recensione di Sylvio - Recensione


6.5