Switch: Nintendo poteva fare diversamente?

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

L’uscita di Nintendo Switch è ormai alle porte e, come da tradizione, l’utenza si divide tra chi ha già riposto completa fiducia nella nuova nata di Nintendo, chi preferisce attendere per esprimere un giudizio e chi, infine, vede in Switch una scommessa persa in partenza. Sembra ormai una tradizione assodata: Nintendo non può stare sotto i riflettori senza attirare a sé numerose polemiche. In attesa della nostra prova sul campo definitiva, in questo articolo andremo ad analizzare quelle che sono state viste come le maggiori criticità della console, cercando di capire quanto esse siano dovute a colpe specifiche della casa di Kyoto. 
Il lancio
Sicuramente il lancio è uno dei momenti più importanti per una console, per questo un’azienda dovrebbe fare in modo di presentare la sua nuova macchina nel migliore dei modi per l’occasione. E proprio da qui partono alcune delle maggiori polemiche verso Nintendo Switch, che vertono essenzialmente su due punti: la line-up ed il prezzo.
Partiamo dalla questione della line-up. Non si può certo negare che Switch non goda della migliore line-up di sempre, almeno per quanto riguarda il periodo di lancio. Di fatto, The Legend of Zelda: Breath of the Wild è l’unico titolo che può davvero convincere, da solo, a comprare la console nel giorno di uscita. Una line-up così scarna pesa particolarmente in un momento in cui le console avversarie possono già contare su un parco titoli vasto e variegato, accumulato negli oltre tre anni passati dalla loro uscita. Per questo, una domanda che ci si è posta è: “Nintendo non avrebbe potuto lanciare Switch successivamente, contando su una line-up di lancio più corposa?”. La risposta la possiamo trova guardando alla situazione di Wii U: la console non ha avuto uscite degne di nota da Paper Mario: Color Splash, e anch’esso era giunto dopo mesi di vuoto. Nintendo non poteva certamente investire altre risorse per allungare l’agonia della sua vecchia console, agonia durata già fin troppo a lungo. Le risorse erano ormai da tempo dirottate su Switch, e contando le scarse vendite di Wii U era impossibile pensare di puntare attendere ancora a lanciare la nuova console.  In quest’ottica, la scelta di presentarsi al lancio di Switch con una line-up ridotta assume un suo senso: se poi si rivelerà una scelta azzeccata rimane tutto da vedere.
Passando alla questione del prezzo, il problema non sta tanto nella cifra in sé, quanto nel contesto all’interno di cui si presenta Nintendo Switch. In termini assoluti, il prezzo di Switch non sarebbe affatto alto, anzi: come Nintendo stessa ha mostrato poco tempo fa, si tratta di uno dei prezzi più economici per una home console nel momento del lancio. Il problema viene nel momento in cui Switch lancia su un mercato con due avversarie già affermate e che hanno già goduto di price-cut tali da rendere il loro prezzo pari o addirittura inferiore alla nuova nata Nintendo. Certo, Nintendo non avrebbe potuto vendere la sua console a cifre inferiori: per quanto il lancio sia avvenuto con tempistiche inusuali per il ciclo generazionale a cui siamo stati abituati fino ad ora, si tratta comunque della nuova home console che, almeno in teoria, dovrebbe costituire il futuro a lungo termine di Nintendo. Certo è che Nintendo avrebbe potuto rendere la pillola più facile da digerire proponendo almeno un bundle con un titolo all’interno. La mancata inclusione di un gioco appare come una scelta poco lungimirante, in quanto avrebbe potuto dare un’altra chiave di lettura al prezzo di lancio, risparmiando magari qualche polemica di troppo.
La console
La polemica relativa al prezzo della console si è inesorabilmente legata ad un altro punto critico: le specifiche tecniche di Switch. Che Nintendo non voglia puntare sulla componente visiva delle sue console è qualcosa che ormai dovremmo aver imparato dall’ormai lontano 2007. Iwata, a cui ricordiamo è dovuta l’idea alla base di Switch, ha sempre preferito puntare su una gimmick piuttosto che su un’evoluzione grafica costante tra le console della sua azienda. Questa scelta non è dovuta solamente ad una precisa filosofia videoludica, ma anche a ragioni più prettamente concrete: Nintendo non avrebbe le risorse per gestire una macchina alla pari di PS4 ed Xbox One. I team della casa di Kyoto non sono abituati a lavorare con macchine della generazione corrente, e già su Wii U abbiamo visto numerosi rinvii a causa delle difficoltà incontrate dal personale nel lavorare per la prima volta con una macchina evoluta rispetto a quelle del passato. Se consideriamo l’ormai proverbiale diffidenza delle terze parti verso Nintendo, non è difficile capire perché una console tecnicamente performante sarebbe un rischio troppo grande per il colosso nipponico. Pertanto, la scelta di puntare sulla gimmick e sull’identità del marchio appare tutto fuorché una scelta insensata: per quanto possa apparire che Nintendo sia sorda alle richieste degli utenti, ci sembra di andare più vicini alla realtà pensando che la scelta di Nintendo sia oculata, per quanto rischiosa.
Anche la stessa gimmick di Switch, vale a dire la sua natura ibrida, ha ricevuto alcune critiche da parte degli utenti. Una critica che ci sentiamo di condividere, in particolare, riguarda la durata della batteria della console quando in modalità portatile: 3 ore appaiono ben poche per una console che, per quanto venga costantemente presentata come home console, ha tutta l’aria di voler essere anche una portatile a tutti gli effetti.  Certo, Nintendo ha specificato che la durata varierà in base al gioco, tuttavia questo cambia di poco la situazione.
Un altro appunto va fatto per i pad forniti nella confezione, vale a dire i Joycon: la grandezza ridotta dei due ha fatto temere per la comodità del loro uso. Sebbene coloro che hanno già avuto modo di provare Switch abbiano definito i controller estremamente agevoli da usare, potrebbe rimanere il dubbio per chi ha le mani più grandi della media. Certo, al lancio sarà disponibile anche il Pro Controller, più classico nella forma e nell’ergonomia, ma questo non è incluso nella confezione della console, ed il suo prezzo di 69,90€ è decisamente poco allettante se sommato al resto della spesa.
Nintendo, però, nel corso del tempo, ci ha dimostrato che l’innovazione, anche magari attuata in maniera rischiosa, può essere la chiave del vero successo. Ovviamente solo il breve futuro, con la prima esperienza sul campo della console, potrà dirci se, nonostante tutte le criticità espresse in questo articolo, Switch ha le carte in regola per dire la sua nel panorama videoludico.

Nintendo è spesso nel mirino delle critiche dei giocatori, sia a torto che a ragione. Se alcune delle scelte fatte dall’azienda, come il voler puntare su una gimmick e sull’identità del marchio piuttosto che sulla potenza tecnica, o la scelta della data di lancio, possono apparire sensate ad un’analisi approfondita, altre, come la durata della batteria della console in modalità portatile o la mancanza di giochi in bundle al lancio, appaiono più difficili da giustificare. Non ci rimane che vedere se gli utenti sapranno comprendere le mosse di Nintendo e passare oltre quelli che sono i punti deboli più evidenti della loro nuova strada.