Recensione

Super Mario Bros. The Lost Levels

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Un lettore poco assiduo potrebbe iniziare a pensare che noi di Spaziogames non riusciamo a stare senza scrivere di Mario almeno una volta ogni dieci giorni. Non che ci sarebbe nulla di male, intendiamoci, ma il fatto è che Nintendo, in un momento di evidente difficoltà, sembra aggrapparsi al carisma e alla popolarità della sua mascotte, e così le uscite Virtual Console a tema mariesco continuano a moltiplicarsi: dopo il mai troppo lodato Super Mario Bros. 3 sui lidi portatili, ecco allora giungere su Wii U Super Mario Bros. The Lost Levels, vero sequel del primo Mario a 8 bit, originariamente uscito solo in Giappone, alla faccia di noi europei che ci beccammo una versione “reskin” di Doki Doki Panic, perché ritenuti troppo poco capaci nella nobile arte del platform per cimentarci con il diabolico livello di sfida di questo secondo capitolo. Ahhh, i giapponesi…

Sadismo nipponicoI fan di Mario più accaniti tra voi avranno avuto modo di provare questo titolo nella collection dedicata ai 25 anni dell’idraulico più famoso del mondo, uscita su Wii qualche anno fa, e questa edizione Wii U non aggiunge alcunché, come da tradizione Nintendo per i giochi Virtual Console, a parte l’innegabile comodità di giocare sul paddone della console liberando il televisore del salotto.Possibilità che peraltro ci sentiamo di incoraggiare, perché la resa cromatica e dei piccoli sprite sullo schermo integrato del controller è a tratti superiore a quella che vi restituirà la vostra tv da quaranta pollici.Indipendentemente dalle vostre preferenze, comunque, vi troverete dinanzi al Mario più difficile che ricordiamo, nonostante i nemici siano grossomodo gli stessi e il cattivo di turno, nemmeno a dirlo, sia sempre il fido Bowser.Shigeru-san di diverte a giocare con le convenzioni della serie (vedi funghi velenosi), con le aspettative del giocatore e con i suoi riflessi, aumentando il livello di sfida in maniera considerevole, senza disdegnare qualche passaggio che presta il fianco alla frustrazione, ma con un obiettivo ben chiaro: offrire una sfida ai giocatori più capaci, a quelli che alla mattina nel latte pucciano i giochi a piattaforme invece dei biscotti.E indovinate? L’obiettivo è raggiunto, alla grande.

Vite che se ne vannoThe Lost Levels si gioca esattamente come il gioco che l’ha preceduto, praticamente con due tasti, e la familiarità del sistema di controllo, dei nemici, del lato cosmetico, del layout dei livelli sembrano indicare una versione 1.5 del primo Super Mario Bros. piuttosto che un capitolo nuovo di zecca.Quando però le basi su cui ci si poggia sono così solide, risulta davvero difficile sbagliare (e lamentarsi, dal punto di vista dell’utente finale): se avrete la pazienza e l’abilità necessarie per avventurarvi negli otto mondi (o sono nove…o dieci?) di The Lost Levels, ne trarrete lo stesso divertimento del capitolo precedente, e scusate se è poco.La domanda da porsi, piuttosto, è se si è o meno in possesso dei requisiti richiesti, perché il gioco non ha riguardi per il giocatore occasionale, né per quello sprovvisto della tenacia necessaria a ripetere un livello anche una ventina di volte, se necessario: ovvio che questo sia poi relativo all’esperienza pregressa in fatto di platform e a quali titoli fanno parte del vostro bagaglio (aver completato un titolo come Super Meat Boy aiuterebbe), ma è bene sottolineare come il titolo sia considerevolmente meno indulgente della media dei prodotti Nintendo.In tutta onestà, i più pazienti saranno ricompensati con soluzioni brillanti nella loro bastardaggine, come warp zone che portano il giocatore indietro e lo costringono a rifare tutto il percorso o power up fasulli, e da un grado di soddisfazione al completamento di un livello che supera di gran lunga quello restituito da ogni altro Mario.Singolare che l’uscita del gioco avvenga a ridosso di un periodo videoludico in cui a lungo si è discusso sul generale abbassamento del livello di difficoltà dei videogiochi: il nostro insistere sul fattore difficoltà è proprio per mettere in guardia le nuove leve, cresciute con gli episodi bidimensionali della serie “New”, che probabilmente potrebbero spendere meglio i 4,99 euro richiesti per il download.

Senza picchi e senza sbavatureA differenza dell’edizione 3DS del terzo episodio, non abbiamo riscontrato, durante la nostra prova, particolari problemi in The Lost Levels, se non quelli della rom originaria, come il flickering abbastanza accentuato soprattutto in presenza di più nemici a schermo.Non c’è traccia di rallentamenti né di linee simil- overscan, e davvero si fa fatica a lamentarsi della resa sul paddone di Wii U.Sebbene meno ispirato rispetto ad altre uscite, anche in questa circostanza Koji Kondo ci mette del suo, punteggiando con motivetti adorabili le nostre imprecazioni, in un ossimoro estremamente poetico.Aiutata dalle numerose morti cui andremo incontro, la longevità risulta una delle migliori tra i titoli pre- SNES dedicati a Mario, e questo in parte allevia gli scrupoli che alcuni di voi potrebbero farsi nello spendere 5 euro per un titolo che, in fondo, ha quasi trent’anni.

– Semplice da metabolizzare

– Quando non vi ammazza, vi diverte

– Ottima resa sul Wii U GamePad

– Cinque euro non sono pochissimi

– Difficoltà fuori parametro

– Richiede dedizione

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Differentemente dal capitolo che lo seguì, Super Mario Bros. The Lost Levels non è un titolo consigliabile senza riserva alcuna, né un pezzo imprescindibile della collezione di ogni amante della saga dell’idraulico baffuto, eppure ha il suo perché, rintracciabile soprattutto nella possibilità offerta al giocatore di mettersi davvero alla prova.

Se non vi spaventa ripetere un livello numerose volte, o trovarvi a sbucare fuori da un tubo verde e scoprire di essere tornati indietro di tre mondi, qui c’è molto da giocare e da divertirsi, peraltro uscendo dall’esperienza come dei videogiocatori migliori di quando avevate iniziato.

Altrimenti, non vorremmo essere nei panni dei vostri vicini…