Recensione

Styx: Master of Shadows

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a cura di Specialized

C’era una volta Of Orcs and Men, che quatto quatto è riuscito a vendere piuttosto bene su PC, Xbox 360 e PlayStation 3 con la sua formula action-GdR sempre contagiosa e riuscita. Certo, nulla di nuovo sotto il sole, ma il team di Cyanide ci aveva visto giusto (goblin e orchi hanno sempre il loro fascino), tanto che oggi, a due anni di distanza, ci troviamo alle prese con lo spin-off Styx: Master of Shadows. Lo Styx del titolo è proprio uno dei due protagonisti del gioco precedente, un goblin brutto come la fame e vecchio in stile matusalemme ma spietato, velocissimo e più agile di Lara Croft ed Ezio Auditore messi insieme. La natura di spin-off è chiara fin da subito; abbandonate le vesti action-GdR di Of Orcs and Men, questa nuova creazione del team francese è un puro stealth in terza persona a sfondo fantasy, seppur con qualche rimasuglio ruolistico qua e là e un’ambientazione al chiuso che ci porta all’interno di un’immensa torre.
Bentornato stealth!
Sulla trama non diremo nulla vista la sua semplicità, ma tutto sommato non si tratta di un plot da buttare per quanto riguarda il passato di Styx, anche se seguire la narrazione messa a punto da Cyanide sarà l’ultimo dei vostri problemi mentre vi aggirate in questa torre tra nemici umani, orchi e insetti. Il nostro caro Styx incarna tutti gli stilemi classici di ogni stealth-game che si rispetti. È veloce, scattante, agile e soprattutto silenziosissimo sia quando si muove a piedi, sia quando cade a terra dopo un salto di svariati metri. Lo stesso gameplay potrebbe fungere da perfetto bignami di ogni aspirante stealth-designer. Camminare chinati per non farsi vedere e sentire, spegnere le torce per far calare il buio in una stanza, sbirciare dalla serratura di una porta per vedere cosa ci aspetta, attaccare alle spalle i nemici e ucciderli silenziosamente, nasconderne i corpi, sfruttare cunicoli, parti esterne o cornicioni sopraelevati per non farsi notare, osservare le icone di attenzione dei nemici (il classico occhio rosso) e via di questo passo.
Alle spalle è sempre meglio
Se amate il genere, vi troverete subito a vostro agio con Styx: Master of Shadows, che già a livello Normale offre un tasso di sfida piuttosto elevato (la modalità Goblin è invece per giocatori hardcore duri e puri). Il bello del gioco è la presenza di svariati percorsi possibili per arrivare ai vari obiettivi. Come abbiamo già detto, esistono cunicoli e altri elementi di level-design che permettono di trovare quasi sempre almeno due o tre approcci diversi. Possiamo cercare di uccidere tutti alle spalle o, a nostro rischio e pericolo, combattendo frontalmente grazie alla possibilità di parare i colpi e di contrattaccare; viste però le dimensioni del nostro goblin e la sua scarsa abilità con le armi, si tratta di un approccio da usare solo in circostanze estreme, anche perché quando i nemici diventano due o tre significa quasi sempre morte certa. In alternativa si può proseguire senza colpo ferire, sgattaiolando alle spalle delle guardie e aspettando il momento giusto per muoverci. Su questo versante l’IA nemica non ha dimostrato una grande raffinatezza. Non che vi siano comportamenti folli o del tutto inadeguati, ma le routine di movimento e avvistamento da parte dei nemici umani sono piuttosto semplici e banali, con il solito andirivieni da robot e una certa stupidità nell’accorgersi della nostra presenza anche a pochi centimetri dal loro naso. Questa sorta di inadeguatezza viene compensata sia dalla quantità, visto che le varie stanze della torre pullulano di guardie di diverso tipo (normali, corazzate, arcieri), sia dalla loro forza d’attacco e dalla debolezza di Styx, che spesso e volentieri ci lascia le penne dopo solo uno o due colpi ben assestati. 
Il clone che non ti aspetti
L’altro aspetto riuscito del gioco è da ricercare nelle abilità del nostro atletico goblin, tutte potenziabili tramite classici skill point e attivabili sfruttando un’apposita barra che indica la quantità di Ambra disponibile. Styx può infatti diventare invisibile per qualche secondo, correre senza far rumore, parare e schivare colpi più facilmente e addirittura creare un clone di sé. Una comodità non da poco per distrarre le guardie e addirittura avvelenarle con il vomito (!), anche se quando si trova in questa modalità Styx rimane immobile e indifeso e quindi fate bene i vostri conti prima di attivare il clone. Tra le altre abilità spiccano anche la Amber Vision, che permette di individuare immediatamente oggetti importanti, passaggi, nemici e appigli, e diversi tipi di uccisioni speciali. Il sistema di upgrade e potenziamento non rinuncia a una classica impostazione ad albero ed è l’unico vero appiglio del gioco verso un sistema ruolistico, inteso comunque in un’accezione piuttosto blanda del termine.
Un solo rammarico
Alla fine Styx: Master of Shadows inventa poco nel genere, ha qualche passaggio un po’ ripetitivo a livello di ambientazioni e tecnicamente, almeno su PC (il gioco però è disponibile anche per Xbox One e PlayStation 4), non siamo di fronte a un esempio di eccellenza, soprattutto se guardiamo il character design e le animazioni del nemici. Eppure, considerando anche il vantaggioso prezzo su Steam di 29,99 euro, è un gioco solido, divertente, con un alter ego un po’ fuori dagli schemi e un sistema stealth con tutti i tasselli al posto giusto. La longevità a livello medio si attesta attorno alle 10-12 ore (noi ne abbiamo impiegate circa 11), ma la presenza di vari percorsi possibili e la raccolta delle Reliquie e delle Insignia sparse per i livelli può spingere anche a una certa rigiocabilità. Se solo Cyanide avesse lavorato meglio sull’IA nemica…

– Uno stealth-game longevo e solido

– Molte skill da potenziare

– Livelli ampi e poco lineari

– L’IA nemica non è il massimo

– Graficamente si poteva fare meglio

– Poche novità per gli amanti del genere

8.0

Una bella sorpresa questo Styx: Master of Shadows, che pur inventando poco nel genere stealth riesce a collezionare una decina di ore (se non di più) divertendo, impegnando e offrendo tutti gli elementi irrinunciabili del genere. Giusto l’IA nemica è un po’ debole e sul versante grafico non aspettatevi grandi cose, ma la spruzzata di GdR nel sistema di potenziamento, la rigiocabilità e i livelli di dimensioni generose sono pregi indiscutibili. Se adorate il genere inserito in un contesto dark-fantasy e avete una passione segreta (e un po’ malsana) per goblin e orchi, andate sul sicuro.

Voto Recensione di Styx: Master of Shadows - Recensione


8