Recensione

Stronghold 3

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a cura di Plinious

Si sa, talvolta escono titoli che riescono a entrare nel cuore dei giocatori per la loro bellezza e personalità, pur non essendo capolavori del tutto esenti da difetti. Uno di questi è certamente Stronghold, titolo sviluppato da FireFly Studios che, nell’ormai lontano 2001, proponeva un riuscito mix tra uno strategico in tempo reale, un gestionale e un simulatore di vita medievale; le diverse componenti si integravano perfettamente tra loro, facendo del gioco qualcosa di ben più profondo del solito RTS con ambientazione medievaleggiante, e il divertimento che riusciva a scaturire dal gioco era potenzialmente infinito.Dopo l’espansione Stronghold Crusader, il mezzo passo falso di Stronghold 2 e lo scivolone completo rappresentato da Stronghold Legends, i ragazzi di FireFly Studios ora ci riprovano e tornano alla carica con un seguito ricco di novità e aggiustamenti alla formula.Dieci anni nell’industria videoludica costituiscono quasi un’era geologica; inutile quindi dire che il mondo degli RTS è molto cambiato in tutto questo tempo. Sarà dunque riuscita FireFly Studios con il suo nuovo titolo ad impossessarsi del trono dei gestionali e strategici in tempo reale?

Un buon re per queste terreAppena entrati nel gioco come prima cosa ci verrà chiesto di creare un account per Stronghold Online, il sistema di FireFly Studios pensato per giocare in rete, condividere e confrontare i propri risultati con gli altri giocatori nel mondo.Giunti nel menu principale, potremo scegliere tra il comparto singleplayer e multiplayer del gioco.Cominciamo soffermandoci sulla componente in singolo, che permette di affrontare il tutorial, intraprendere una delle due campagne principali, iniziare un assedio storico tra quelli proposti, a cominciare una costruzione libera sulle mappe a disposizione o creare una mappa utente personalizzata; stupisce tuttavia l’assenza totale di una modalità skirmish, tipica degli RTS, in cui poter combattere contro il nemico in scenari scelti dal giocatore. I menu si presentano fin da subito chiari ed esplicativi, anche se si denota una certa lentezza nello scorrere tra le schermate e nel caricare i salvataggi.

Un reame in fiammeParliamo ora delle singole modalità di gioco. Il tutorial è particolarmente breve, e serve soltanto a fornire le basi fondamentali per buttarsi a capofitto nell’azione; il perno del gioco è infatti rappresentato dalle sopracitate campagne principali, quella militare e quella economica, da giocare attraverso livelli di difficoltà crescente in successione.La campagna militare ci vede vestire i panni di un giovane Lord, che deve improvvisamente difendere la sua terra e la sua gente dall’invasione di un grande esercito che mette a ferro e fuoco il regno. Intanto dall’oscurità emergono nuovi nemici pronti a colpire: il Lord si trova così a fronteggiare il ritorno dei suoi storici rivali, tra cui figurano il Ratto, il Maiale, lo Sciacallo e il Lupo, misteriosi personaggi già presenti nel primo Stronghold. Il protagonista deve inoltre proteggere Lady Catherine, sorella del re assassinato dai nemici: la principessa è l’ultima speranza rimasta di riunire il reame sotto un’unica bandiera. Quest’ultima è invece la protagonista della campagna economica: finita la sanguinosa guerra, spetta proprio a Lady Catherine il compito di costruire un nuovo regno dalle macerie e portare il suo popolo fuori dalla miseria.Ogni missione delle campagne principali è preceduta da una cut-scene, che ci racconta l’evolversi della trama mediante disegni e fumetti statici, con le voci degli attori in sottofondo; sebbene manchino un po’ di feeling e carisma, queste scene introduttive funzionano comunque bene nel condurre il giocatore da uno scenario all’altro. Le due campagne sommate insieme hanno una longevità più che soddisfacente, anche se difficilmente vi verrà voglia di rigiocarle una volta completate.

Il mio regno per un cavallo (zoppo)Qualsiasi modalità si scelga di giocare, si noterà che, al di là delle dichiarazioni formali, Stronghold 3 mantiene una struttura molto più classica di quanto si voglia far credere e questo non è per forza un male; certamente i fan di vecchia data si sentiranno subito a casa.Anche per quanto riguarda la difficoltà, Stronghold 3 si rivela un titolo “vecchio stile”. Il livello di sfida è unico e non certo tarato verso il basso: alcune missioni sono molto impegnative, e il più delle volte produrre soldati o costruire edifici sbagliati porterà inevitabilmente alla sconfitta. In particolare, nelle partite più avanzate della campagna, la frustrazione è dietro l’angolo. Per fortuna arriva in nostro aiuto il fidato salvataggio libero, che ci permette di salvare la partita in qualsiasi momento. Inizialmente i novizi potrebbero dunque farsi intimorire dalla ripida curva di apprendimento, mentre i veterani del genere troveranno pane per i loro denti.Il gameplay è rimasto lo stesso dei suoi precedessori: tutto ruota intorno alla costruzione, al controllo e all’espansione del proprio insediamento, ma è pure altrettanto importante creare e potenziare un esercito con cui difendersi ed eventualmente conquistare i territori nemici. Con una gestione saggia e oculata la gente sarà felice del suo signore e così facendo attireremo nuovi popolani al nostro castello; in caso contrario, per esempio a causa di tasse troppo alte o di alimenti scarsi, aspettiamoci un esodo di massa verso altri lidi.I fattori che possono comportare la felicità o meno dei cittadini sono quindi molti, a cui vanno aggiunti eventi casuali positivi o negativi come una visita regale, le nozze del principe o una carestia del raccolto; da segnalare la possibilità di indire un ricco banchetto, per divertire i popolani ed aumentare il proprio onore. La parte gestionale si basa quindi su una formula solida e rodata, e l’interfaccia a nostra disposizione si dimostra molto intuitiva, aiutando il giocatore senza soffocarlo con troppe statistiche e schermate inutili.Oltre alla componente gestionale però, come sappiamo, Stronghold 3 presenta una parte più puramente strategica, ed è qui che gli scricchiolii cominciano a farsi sentire davvero troppo. Colpa soprattutto di un’IA mediocre e di bilanciamento generale delle unità poco curato, con lupi e orsi selvatici in grado di sterminare da soli una decina di contadini. Non convince poi la scelta di arruolare dalle caserme ancora i singoli soldati e non un intero manipolo, come tipico di ormai quasi tutti gli RTS. Si ha insomma la netta sensazione che FireFly Studios abbia deciso di continuare imperterrita per la sua strada, ignorando completamente quell'”evoluzione della specie” che la serie Total War presenta già da qualche anno, soprattutto nella gestione militare.Questi difetti d’impostazione potrebbero essere più facilmente trascurati, a patto che l’esperienza di gioco fosse ben ottimizzata e priva di bug.

Dove sono le mie mura?Purtroppo in questo senso Stronghold 3 cede il fianco a più di una critica, mostrando diversi bug e problemi di pathfinding nella versione finale da noi provata. Cercare di comandare le nostre armate fa sentire più come maestri di scolaresche in gita che dei veri condottieri: queste ultime infatti non hanno alcun rispetto per l’autorità, resettando le loro formazioni ogni due minuti e obbligandoci a ripetere continuamente gli ordini; per non parlare del tentare di convincere le proprie truppe di arcieri a salire sulle mura, che è un vero delirio. Le possenti mura del castello, pur belle da vedere, sono più uno strumento di intralcio che altro, dato che portano spesso i soldati a incastrarsi, tant’è che quando possibile si finisce col non usarle; altre volte esse scompaiono paradossalmente del tutto, lasciando le nostre forze scoperte e indifese di fronte a un attacco nemico e inducendoci a disperati e fantasiosi tentativi di suicidio.

Gli assedi storici, tutti preceduti da curate introduzioni, permettono di giocare in particolari location che hanno fatto da teatro a grandi assedi e battaglie del passato, scegliendo se schierarsi dalla parte del difensore o quella dell’attaccante. Tuttavia come già detto è nella componente militare che Stronghold 3 stecca, e di conseguenza questi assedi finiscono ben presto col perdere di mordente.La modalità costruzione libera è sicuramente la più semplice: potremo giocare in modo totalmente libero, gestendo il castello, arricchendolo ed espandendolo fino a costruire il nostro regno ideale, senza l’assillo di dover combattere contro alcun nemico. E probabilmente è così che Stronghold 3 dà il meglio di sé: nel potersi soffermare con calma a guardare ogni singolo edificio e i popolani che vanno al lavoro, infatti, sta molta della bellezza del gioco. Esattamente come nello Stronghold originale, il cuore pulsante del castello sta nell’indaffarata vita dei suoi popolani: il ragazzo che attinge acqua al pozzo, il fornaio che cuoce il pane, il prete che attende ai riti ecclesiastici, l’ubriaco sempre davanti alla porta della birreria.Peccato che questo piacere visivo venga talvolta rovinato da comportamenti goffi o incomprensibili di alcuni uomini: durante la nostra prova difatti è capitato con una certa frequenza che certi popolani si “immobilizzassero”, restando fermi in un punto (per esempio nel caso di taglialegna che non andavano a tagliare la legna, appunto!) e mandando così in crisi l’intera economia.Come già accennato Stronghold 3 propone anche un comparto multiplayer, che permette ad ogni Lord di darsi battaglia con altri avversari umani in estenuanti battaglie all’ultimo sangue; le partite online richiedono un’ottima padronanza del gioco e prontezza di riflessi per essere vinte, dato che sulla nostra strada troveremo rivali ben più agguerriti della semplice IA. In generale le partite scorrono via abbastanza lisce e senza problemi di lag. L’unica modalità disponibile al momento è il deathmatch, da iniziare a scelta tra quattro sole mappe, ma conoscendo la community è altamente probabile che presto in rete prolifereranno moltissimi scenari diversi su cui giocare.

Luci e ombre E’ sul rinnovato comparto tecnico che FireFly Studios punta forte le sue carte, con il Trinity Vision Engine a dare nuova linfa al mondo di gioco e il motore Havok per la simulazione della fisica.Nonostante le buone premesse, Stronghold 3 fallisce nel suo compito e non riesce tecnicamente a stupire, palesando una grafica spartana, delle animazioni piuttosto legnose e una fisica tutt’altro che entusiasmante; quest’ultima in particolare, pur affidandosi a un motore fisico così famoso, non ci ha davvero convinti, mostrando troppe lacune e incertezze nel calcolo dei crolli delle mura e delle costruzioni per poter restituire una buona sensazione di realismo. Graficamente il gioco non riesce perciò a reggere il confronto con un titolo come Medieval II: Total War, seppur uscito nel 2007. Bisogna inoltre dire che, nonostante l’impatto grafico non eccezionale, il motore non è perfettamente ottimizzato, e talvolta cede per qualche secondo a vistosi rallentamenti con evidenti cali di frame rate; si tratta però di situazioni abbastanza sporadiche.Si spera che tutti questi difetti vengano sistemati velocemente con un massiccio supporto post lancio. Anche il tanto decantato ciclo giorno/notte di fatto non c’è, dato che tutte le missioni che andremo ad affrontare si svolgono ad orari predefiniti, senza che l’ora del dì (o della notte) cambi minimamente durante il nostro incedere.

L’accompagnamento sonoro tende ad andare sul sicuro, riprendendo molte musiche e motivetti ben noti che i fan di Stronghold non faranno fatica a riconoscere, mentre gli effetti sonori svolgono il loro degno lavoro. Nota di merito per il doppiaggio, interamente in italiano e di ottima qualità.

HARDWARE

Requisiti MinimiSO: Windows® XP SP3/ Windows® Vista SP2/ Windows® 7Processore: Dual Core CPU – 2.0GHZMemoria: 2GB RAMScheda Video: 256 MB ATI HD2600 XT, 256 MB nVidia 7900 GSDirectX®: DirectX 9.0cHard Disk: 5 GB spazio liberoScheda Audio: Scheda audio compatibile con DirectX 9.0c

MULTIPLAYER

Fino a 4 giocatori

– Formula di gioco funzionale e divertente

– Parte economico/gestionale tutto sommato riuscita

– Belle musiche e ottimo doppiaggio

– Longevità buona

– Struttura di gioco troppo classica e povera di innovazioni

– Componente strategico/militare non al passo con i tempi

– Motore grafico e fisico datato

– Diversi bug da risolvere

6.5

Al termine della nostra prova, Stronghold 3 ci lascia con molti dubbi e qualche certezza. Da una parte troviamo un sistema gestionale solido, funzionale e divertente, che parte e riprende dalle stesse fondamenta del predecessore anche con buoni risultati. Dall’altra si denota una certa incapacità di rinnovarsi da parte di FireFly Studios che, forte della sua esperienza decennale, ripropone lo stesso cavallo di battaglia senza riuscire ad adeguare a tempi più moderni la sua formula di gioco strategica, ormai obiettivamente un po’ antiquata; il motore grafico e fisico abbastanza datato è poi un’altra conseguenza di questa scelta. Stronghold 3 è un gioco che vive di alti e bassi e saprà regalarvi delle soddisfazioni, ma è inutile negare che si tratti di una piccola occasione sprecata per tutti coloro che, dopo anni di attesa, speravano in un ritorno magari più trionfale di questa gloriosa serie. Se siete amanti del primo intramontabile titolo dategli pure mezzo voto in più, in caso contrario almeno una prova è d’obbligo prima di sobbarcarsi l’onere dell’acquisto a prezzo pieno.

Voto Recensione di Stronghold 3 - Recensione


6.5