Recensione

Stranglehold

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a cura di Spetz

Per molti appassionati dei film d’azione, John Woo rappresenta il punto di riferimento, l’uomo che ha contribuito allo sviluppo ed al miglioramento degli effetti coreografici nelle pellicole da lui firmate.La carriera di questo artista può essere divisa in due momenti: la fase orientale da un lato, durante la quale Woo ha diretto film d’azione sul suolo asiatico, diventando in pochi anni uno dei registi cinesi più conosciuti e di successo, dall’altro il periodo americano, dopo il suo trasferimento negli States e la consacrazione come regista di fama mondiale.E’ in questa seconda parte della sua carriera che ha estratto dal repertorio Face/Off, la sua migliore realizzazione, che vantava nel cast due pezzi da novanta come Nicholas Cage e John Travolta. Gli effetti speciali, gli incredibili rallentamenti nelle scene più concitate oltre alle enormi e spettacolari esplosioni, hanno contribuito a tracciare nuove vie nel panorama internazionale, ispirando anche, per aspetti tecnici, pellicole più impegnate come The Matrix (ci riferiamo ovviamente al magistrale utilizzo del Time Bullet).Solo i veri appassionati, invece, conoscono nei particolari i lavori svolti da Woo in oriente, impostati strettamente sulle arti marziali, e sull’uso indiavolato delle armi da fuoco. E’ proprio questo filone che ci interessa da vicino, con l’attore Chow Yun Fat protagonista in più di un’occasione, fino a diventare un vero e proprio pupillo per il regista cinese.

Vedrai è una trappola! Lo spero, non vorrei fosse solo una perdita di tempo…Stranglehold porta avanti le avventure e le esperienze estreme già mostrate nel film Hard Boiled(1992). L’agente “Tequila” Yuen è un tipo senza troppi fronzoli, di quelli che non si preoccupano se bisogna creare un gran casino pur di raggiungere lo scopo prefissato, anche a costo di devastare interi palazzi o addirittura quartieri. La sua lotta contro il crimine l’ha portato alla ribalta negli ambienti della polizia di Honk Hong, ma al contempo nell’occhio del ciclone della malavita organizzata.Il suo sconfinato pragmatismo ci giunge chiaro e concreto già nelle fasi iniziali di gioco, in cui lo troviamo al dipartimento di polizia, convocato dal suo capitano per decidere una strategia d’azione dopo la scomparsa di un agente infiltrato. Il nostro tranquillo e freddo eroe liquida rapidamente la questione, scegliendo di recarsi sul posto da solo, senza alcun fuoco di copertura a garantirgli un minimo di tutela. La vicenda nella quale si trova invischiato riguarda le lotte tra bande rivali per ottenere una fetta del business derivante dal commercio di droga circolante ad Hong Hong, ma non solo. L’artiglio del drago, la gang più potente della città da molte generazioni, è minacciata da un’organizzazione concorrente, intenzionata ad assumere il controllo dei traffici illegali. Il suo leader, James Wong, non ci sta ad “abdicare” e cerca qualsiasi espediente pur di mantenere la propria autorità.Tutto avrà inizio con la missione alla ricerca del poliziotto scomparso, ma ben presto la vicenda assumerà dei contorni molto più personali, intrecciandosi con il passato del protagonista, con gli affetti a lui più cari e i compromessi ai quali si è dovuto adattare nel corso della sua onorata carriera.

Un cocktail spumeggiante di azioneTequila è un combattente eccezionale che, oltre a sapersi muovere con decisione e fermezza in qualunque situazione ed in ogni ambiente in cui si trovi costretto ad agire, è in grado di maneggiare magistralmente qualunque tipologia di arma da fuoco. Uno degli aspetti fondamentali è rappresentato dall’utilizzo del “Tequila Time”: il rallentamento dell’azione, tanto caro a Woo, è ripreso in modo magistrale, a tal punto da ricordare Max Payne per la struttura e le strategie da utilizzare. Nei momenti di difficoltà è sufficiente premere R2 perché tutto sullo schermo si tinga di un acceso color seppia, quasi come se improvvisamente fossimo catapultati all’interno di un negativo fotografico. Qualunque oggetto o persona presenti nello scenario rallenteranno il loro movimento, permettendo a Tequila di togliere le castagne dal fuoco in caso di necessità. In questi casi potrete mettere in pratica due tecniche ben distinte: rimanere in piedi e sparare con precisione nei punti vitali dei propri avversari, oppure premere L1, esibendosi in uno spettacolare tuffo, al fine di evitare la valanga di piombo diretta verso di voi. Il Time Bullet è divertente da utilizzare ma, per forza di cose, non è possibile abusarne. Ogni volta che lo attiverete, la banda gialla in alto a sinistra sullo schermo, inizierà a svuotarsi. Pertanto è consigliabile ricorrervi con un pizzico di parsimonia, visto che non potrete mai sapere chi vi starà aspettando nelle vicinanze. E’ anche possibile coprirsi dietro a muri e colonne, uscendo solamente con la testa e l’arma da fuoco per falciare gli avversari, sfruttando magari il momento in cui questi ultimi stanno affannosamente ricaricando la propria arma. Oltretutto in questi casi il “Tequila Time” si attiva in automatico, facilitandovi la mira. L’arsenale è abbastanza classico: si passa dalle semplici pistole d’ordinanza, alle categorie più pesanti come il fucile a pompa, il fucile d’assalto e il mitragliatore, arrivando infine ai modelli più estremi come la mitragliatrice pesante e il lanciarazzi. Inoltre da un certo punto in poi avrete a disposizione anche le granate. Oltre alle armi, fulcro dell’esperienza, è anche possibile ingaggiare dei combattimenti corpo a corpo con i nemici. In questi momenti si può sferrare un pugno oppure un colpo alla testa con il calcio del fucile e se siete in prossimità di una scala o di un soppalco, potete approfittarne per scaraventare i malcapitati di sotto.

Tequila Boom BoomAltro aspetto basilare del gameplay sono le cosidette “Bombe Tequila”, attivabili gradualmente nel corso del gioco e per mezzo delle quali si potranno operare svariate mosse “risolutrici”. La più semplice è quella che ci consente di ricaricare la barra energetica; seguono poi la Mira di Precisione, per abbattere un nemico da grande distanza, il Fuoco di Sbarramento, per massacrare grandi quantità di malavitosi senza consumare i colpi né subire alcun danno, e dulcis in fundo, il maestoso Attacco Rotante, che agisce in automatico e fa piazza pulita dell’area in cui stazionate.Per usufruire di tali espedienti, dovrete accumulare punti stile mentre avanzate nel cammino, alimentando una barra circolare, molto simile a quella di un turbo.In generale si riesce a procedere agilmente, senza eccessivi tatticismi, se non nel dosaggio del Bullet Time o nell’impiego delle coperture.

L’IA non è niente di eccezionale, basandosi, come spesso accade, più sulla quantità che sulla qualità. Aspettatevi quindi nemici che si coprono, ma anche ebeti che rimangono in vostra attesa nonostante stiate già mirando alla loro testa (o anche altrove…!). Altri ancora, con spirito kamikaze vi si getteranno contro all’arma bianca, lanciando urla fameliche quanto inutili. Talvolta si incontrano alcuni individui più resistenti di altri, che richiederanno un maggior numero di colpi e un grado più elevato di precisione nel colpire le parti vitali. Anche in questo caso comunque non c’è uniformità: con alcuni soggetti e sufficiente mirare alle gambe per sbarazzarsene definitivamente, con altri, al contrario, è necessario colpirli alla testa e al petto per essere certi d’averli tolti di mezzo. Se i colpi raggiungeranno gli arti, costoro urleranno per il dolore, si contorceranno per alcuni istanti, ma poi apriranno nuovamente il fuoco. I boss sono abbastanza lineari, come tutta la strutturazione di gioco, concentrata in senso assoluto sulle fasi di fuoco e la ripulitura delle ambientazioni attraversate. Ad arricchire l’esperienza di gioco ci sono le “Mini Partita Sospensione”, nel corso delle quali compare un mirino da indirizzare verso il vostro avversario con la levetta analogica destra, mentre con la sinistra si deve muovere il corpo di Tequila a destra e a sinistra per scansare i proiettili. Peraltro anche questi momenti finiscono col diventare in buona misura ripetitivi, specialmente nella parte conclusiva della story-line.

Interattività totale e ambientazioni differenziateLe ambientazioni in cui ci si muove sono costruite discretamente, con una buona varietà per compensare il gameplay abbastanza a senso unico. Si passa da livelli cittadini nei quartieri di Hong Hong, con strade strette dense di insidie, a cantieri navali, ristoranti e perfino un museo. La variazione è molto appagante, rendendo piacevole l’attraversmanento dei livelli, ognuno con una sua fisionomia ed un’identità ben definita.L’interattività è spettacolare, degna in tutto e per tutto delle migliori scene offerte da Woo nella sua carriera. Ogni elemento è devastabile: dai tavoli alle insegne dei negozi, dai pali ai barili di benzina, dalle colonne di marmo e cemento alle vetrate. Per di più Tequila ha a disposizione un repertorio di mosse che sfruttano la conformazione ambientale. E’ consentito salire e correre su muretti, ringhiere e travi, oltre a scivolare lungo i tavoli con dei movimenti degni del miglior Jackie Chan, oppure appendersi a funi e lampadari con una sola mano, mentre con l’altra si continua ad imbracciare il fucile. In tali frangenti ogni vaso, cesto, pianta, verrà scaraventato terra, creando in breve tempo un vero inferno. L’effetto appare ancora più coreografico nel momento in cui rallentiamo l’azione con il Tequila Time. A fare il resto ci pensano le esplosioni che, se sfruttate a dovere, permettono di eliminare grandi quantità di nemici. Esistono molteplici tipologie di contenitori infiammabili, che vanno dalla semplice bombola di gas, al barile di benzina. A seconda delle dimensioni dell’oggetto, la detonazione sarà più o meno devastante. Anche muri e colonne risentono dell’interattività, sgretolandosi progressivamente sotto la pioggia di colpi che verrà indirizzata verso il punto dietro al quale vi state proteggendo.

Comparto TecnicoGraficamente il gioco si attesta su discreti livelli, anche se non mancano alcune evidenti pecche. Le esplosioni sono molto efficaci e divertenti ma abbastanza grossolane e poco dettagliate. Sicuramente da questo punto di vista si poteva fare molto meglio. La caratterizzazione dei personaggi è altalenante. Se da una parte Tequila, Wong e gli altri interpreti principali sono ben realizzati, con una mimica facciale più che discreta ed una loro fisionomia ben definita, le comparse di ogni livello tendono ad assomigliarsi un po’ tutte e a ripetersi con troppa costanza.La reazione dei corpi ai colpi è comunque realistica, in quanto questi ultimi cadono in modi diversi e in base al luogo in cui si trovano. Un’altra pecca evidente, però, è la scomparsa dei cadaveri, che si muovono se gli camminate sopra, ma scompaiono dopo qualche manciata di secondi, lasciando solamente una macchia di sangue sul terreno. In questa generazione si deve necessariamente fare di più in questo frangente.Tequila possiede inoltre una cospicua ricchezza espressiva, digrignando i denti mentre staziona dietro una colonna, attorniato dai proiettili, o producendo una smorfia di dolore nell’istante in cui viene colpito. Anche il sangue che compare sui suoi vestiti è verosimile, uscendo nei punti in cui viene effettivamente raggiunto dai proiettili. Il tutto se ne va non appena ci si cura con una bomba energetica o uno dei kit medici sparsi per i vari livelli.Tra le particolarità evidenziamo l’ottima resa del fumo proveniente dalle sigarette e lo sgretolamento degli ambienti, in particolare le colonne di marmo e le pareti vetrate. Si poteva, invece, fare di meglio per gli effetti d’acqua ed alcune textures dei veicoli come le auto parcheggiate o le navi.Ottimo il comparto audio con alcune tracce orientaleggianti alternate a musiche incalzanti dal sapore metal, composte da Serj Tankian, incredibile voce dei System of a Down. Anche il doppiaggio è all’altezza, dando credibilità e spessore ai personaggi e ai loro variabili stati d’animo.

– Esperienza divertente

– Tequila è un grande

– Interattività molto appagante

– Si spara e basta

– La storia poteva essere più curata

– Non molto longevo

7.6

Esame superato? In parte sì, ma alcuni aspetti erano decisamente migliorabili. L’esperienza è appagante e divertente per tutti coloro che sono appassionati di shooter in terza persona, nondimeno la presenza di massicce sparatorie e poco altro potrebbe risultare noiosa alla lunga. La longevità è limitata, in quanto la modalità Storia si conclude agevolmente in breve tempo. A parte la rigiocabilità legata al livello di difficoltà, che interessa ad un pubblico ristretto, c’è il multiplayer fino a sei giocatori a protrarre leggermente l’interesse, senza convincere comunque del tutto.

La storia sbiadisce progressivamente, verso un finale piuttosto scontato, che comunque è nella norma nell’economia di un racconto d’azione targato John Woo. Simpatica la scelta del regista di farsi ritrarre all’interno del gioco, nei panni di un barista. Sarà poi lui stesso ad assistervi nella sezione riguardante i contenuti speciali, tra cui filmati, fotografie e personaggi utilizzabili in rete.

Che dire, speriamo che le sperimentazioni di Woo non siano finite qui. Sicuramente alcuni difetti di questo titolo potranno essere migliorati e chissà, sarebbe bello se un giorno arrivasse sugli scaffali un gioco ispirato alla fase americana, magari con la trasposizione di Face/Off. Un Nicholas Cage ed un John Travolta digitali non sarebbero affatto male.

Voto Recensione di Stranglehold - Recensione


7.6