Anteprima

Steep

Avatar

a cura di Gottlieb

C’è un fascino candido e puro nella neve: quel fascino che è probabilmente più comprensibile a chi non la vive tutti i giorni, a chi l’ha scoperta soltanto in tarda età, dopo tanti anni in riva al mare e lontano dal sapore delle distese bianche di neve. C’è un fascino anche per chi, chiaramente, la vive quasi quotidianamente, affrontandola come uno sport, con i propri scii o con il proprio snowboard: a entrambi si rivolge Steep, il nuovo titolo di Ubisoft, che va chiaramente a colpire una nicchia di videogiocatori, più votati allo sport invernale che altro. Per avvicinarci a questa esperienza siamo andati negli studi milanesi della software house francese, così da poter scoprire più da vicino quella che è l’offerta videoludica di Steep.

Let me fly to the snowDopo un rapidissimo tutorial, che avremmo sicuramente gradito fosse più lungo e dettagliato per avvicinarci meglio ai trick da compiere in pista, ci siamo ritrovati dinanzi alla valanga di cose da fare all’interno di Steep. Il concetto è molto chiaro: vestiamo i panni di un atleta, o quantomeno di uno sportivo, che ha l’unica necessità di salire sempre di più di livello, fino a diventare il più grande nelle sue discipline. A disposizione ne avrete quattro, con alcune che ci hanno divertito sicuramente di più rispetto ad altre: tra quelle più immediate da comprendere ci sono chiaramente gli scii e lo snowboard, che esaltano la chiara volontà di andare velocissimi e di percorrere le montagne scoscese praticamente senza freni e alternando momenti di piena velocità a salti mozzafiato con giri a 360 gradi su se stessi e simili; quella che meno ci ha convinto è stata, invece, la modalità con il parapendio, che nelle nostre poche gare testate non ci ha donato quell’effetto adrenalinico consegnatoci dalle discese a favore di gravità. Probabilmente il tutto è da ricollegare a una mera realtà soggettiva, là dove abbiamo preferito, nel corso delle nostre due ore, lanciarci più in discese pericolose piuttosto che in voli a favore di vento. Non da meno, per completare l’elenco degli sport a disposizione, è la tuta alare, che in alcune situazioni è riuscita, nonostante il suo mantenere una velocità per lo più sempre fissa, a donare qualche scatto di adrenalina, soprattutto nelle gare di stile, durante le quali non era importante arrivare al traguardo nel minor tempo possibile, ma tagliare la linea di fine percorso con quanti più punti possibili figli dei vostri trick. A tal proposito ci siamo non poco esaltati nell’affrontare una delle piste che uno degli sviluppatori ci ha invitati a provare: chiamati a tagliare il traguardo dopo un lungo percorso tra le montagne, il nostro obiettivo era rischiare quante più volte possibile la vita, mantenendo una traiettoria quantomai pericolosa, avvicinandosi quindi il più possibile alle montagne, attraversarle nei punti più improbabili e sfiorare il terreno tanto da rischiare di schiantarsi col volto sulle pietre. Chiaramente il gameplay non è punitivo e il KO non comporta nulla di tragico, se non il dover ripartire dall’inizio della gara, come un reset, che in ogni caso potrete forzare anche voi stessi tenendo premuto il tasto triangolo del vostro controller. Essendo poi tutte le gare basate sul tempo impiegato a terminare un percorso, là dove non sarete chiamati a totalizzare un punteggio decisamente alto, non avrete alcun tipo di problema a far ripartire la sfida nel caso in cui, alla prima curva o a metà del percorso, vi siate accorti di non poter dare il meglio di voi stessi: vi capiterà, per esempio, quando dovrete inseguire il miglior tempo di un avversario, cercando di gettarvi a capofitto verso il traguardo nel minor tempo possibile. Tale operazione rende il tutto molto arcade, ma c’è da dire che d’altronde scalare la montagna a ritroso per poter ripetere la gara avrebbe sì strizzato l’occhio a una vera simulazione da sportivi della neve, ma dall’altro lato avrebbe onestamente annoiato la quasi totalità della platea videoludica. 

L’anima dell’esploratoreSteep, in ogni caso, non è soltanto gareggiare e sfidare il prossimo al tempo migliore o al salto più acrobatico, perché nelle sue vene scorre il sangue dell’esploratore: il concept del titolo Ubisoft vi spingerà a esplorare in lungo e in largo le montagne, raggiungendo sia dei punti panoramici dai quali osservare tutto ciò che vi circonda, alla ricerca anche di nuove sfide, ma anche di arrivare a fondo valle, sui ghiacciai, da attraversare come preferite: d’altronde siamo dinanzi a un open world, che per quanto presenti dei limiti che sono propri delle catene montuose, vi offrirà tantissimo spazio per l’esplorazione e per il rintracciamento di zone focali dalle quali ripartire per una nuova discesa. Le drop zone, pertanto, dovranno essere sbloccate di volta in volta, binocolo alla mano, fermandoci durante le nostre discese o magari sfruttando una delle correnti ascensionali con il nostro parapendio. Ogni volta, poi, che vorrete tornare in un punto già visitato vi basterà premere a lungo il tasto cerchio, così da poter lanciare la mountain view, che vi mostrerà tutti i punti salienti della vostra mappa: tutti i monti sono suddivisi in macro aree, tra le quali noi italiani potremo riconoscere il Tirolo e anche la cima del Monte Rosa, avvistabile in maniera abbastanza rapida nel mare magnum di nomi francesi che si stagliano tra le Alpi. L’open world, come detto, si presta moltissimo alle discese libere, senza dover necessariamente sfidare tempi record o trovare il momento giusto per saltare: se da un lato, quindi, potrete sposare l’anima dell’esploratore e scoprire nuove drop zone dalle quali poi lanciarvi in nuove sfide, dall’altro potrete anche approfittare delle scoscese montagne per accumulare punti, esercitarvi con gli sport nei quali siete meno allenati e aumentare così di livello. D’altronde la presenza di un sistema di rank non è esclusivamente legato a un vezzo estetico, bensì alla necessità di farvi accedere, in maniera cadenzata e centellinata, a delle piste sempre più complesse: se quindi all’inizio della nostra avventura, fino al livello cinque, abbiamo dovuto accontentarci di quelle che erano le discese più semplici e immediate, arrivati già a livello sette, e sbloccato il già citato Monte Rosa, abbiamo avuto occasione di testare delle avventure molto più adrenaliniche nelle vaste lande bianche. Chiaramente ogni luogo ha delle specifiche attività da sbloccare, ma vi darà anche la possibilità di attivare delle personalizzazioni, legate a delle sfide da creare: ogni volta, quindi, che avrete percorso un determinato tracciato nella vostra discesa, potrete recuperare dei determinati punti focali, segnalati stesso dal sistema, e attivare delle sfide basate sui punteggi o sul tempo da impiegare per terminare il tracciato. Tutto questo sistema andrà a confluire nell’importante concetto che sta alla base di Steep, ossia quello di un mondo perennemente connesso online. 

Sfida tra le neviOltre al single player, abbiamo avuto modo di testare anche il multiplayer, che concettualmente non si distaccava moltissimo dalla modalità in solitaria, che, per l’appunto, da soli non vi lascerà mai. In un party composto da altri tre colleghi presenti durante la nostra prova, ci siamo ritrovati sulla stessa cima innevata pronti ad affrontare la medesima prova: chiaramente il multiplayer è esclusivamente competitivo, perché questo è un altro pezzo importante e fondamentale dell’anima di Steep, che vi metterà uno contro l’altro con l’unico obiettivo di totalizzare un risultato, che sia esso di tempo o di punteggio, migliore di quello totalizzato da un altro giocatore. Le nostre corse saranno supportate, poi, anche dalla presenza di un ghost, che ci permetterà così di capire al meglio, all’ennesima o anche alla seconda ripetizione, dove abbiamo sbagliato e dove possiamo correggerci: se da un lato il ghost è chiaramente ectoplasmatico, quindi privo di consistenza fisica, dall’altro lato se dovessimo trovarci un avversario sul nostro cammino ci ritroveremmo anche ad accusare il suo essere fisicamente presente sulla pista, con tutti i possibili casi di intralcio fisico. La presenza di molti elementi in gioco che possono intralciare la nostra discesa è, altresì, costante, perché tra alberi, piccoli rialzi del terreno, chalet o anche tratti di montagna dissestati, è abbastanza facile rischiare la caduta o magari un atterraggio maldestro, soprattutto se siamo in fase di salto. Arrivando a parlare dei trick, infatti, ci soffermiamo un attimo nel sottolineare come in un primo momento apprendere tale meccanica ci è sembrato decisamente farraginoso, a causa soprattutto di un tutorial che non ci ha guidato perfettamente nell’apprendimento dell’unica meccanica che esula la direzione di guida. Il tutto, in ogni caso, è affidato alle due levette analogiche oltre che al dorsale R2, che dovrà essere premuto e rilasciato con il giusto tempismo per sfruttare al meglio la pressione sulle nostre gambe e il rilascio della stessa, così da poter scattare come una molla, sia che siamo su uno snowboard sia che siamo su degli scii. Una volta effettuato il nostro salto, quindi, potremo decidere come gestirci in aria, chiaramente con la giusta rapidità d’azione che richiede il rimanere sospesi in aria e il dover necessariamente ricadere in piedi, così da evitare di portare a zero la barra della stabilità. Il consiglio è quello di tenere ben preciso il proprio obiettivo: se quindi dovrete necessariamente accumulare quanti più punti possibili, è logico tentare il salto più pericoloso della giornata, ma se la vostra meta è esclusivamente il taglio del traguardo nel minor tempo possibile è un vezzo puramente estetico ed evitabile il lanciarsi in acrobazie che vi farebbero perdere soltanto tempo prezioso. L’applicarsi, comunque, nel freestyle vi permetterà di avere dalla vostra qualche feature in più che arricchisce l’offerta finale del prodotto. Chiudiamo con due appunti: il primo riguarda la telecamera, che purtroppo ha soltanto due inquadrature. La prima è quella da dietro le spalle, troppo vicina al nostro atleta e che a velocità altissime non vi permetterà di avere un quadro molto rapido di cosa vi circonda e contro cosa potreste andare a sbattere; la seconda, invece, è la GoPro posizionata sul vostro casco, una sorta di modalità VR che vi darà non pochi problemi alla vista e forse anche un leggero senso di nausea, oltre a rendere davvero difficile qualsivoglia azione. Il secondo appunto è per la personalizzazione del nostro avatar, che non comporterà nessuna reale modifica dal punto di vista atletico, ma che rimarrà ancorato soltanto a un aspetto estetico. 

– Un open world dal grande potenziale

– Non solo sport, ma anche esplorazione

– Un mondo completamente online

Steep è un titolo estremamente di nicchia, che permetterà a tutti gli appassionati degli sport invernali di vivere un’esperienza freestyle e adrenalinica, ma comunque limitata a soltanto quattro sport sulla neve. Di questi, come già detto, abbiamo apprezzato molto l’utilizzo di scii e snowboard, penalizzando l’esperienza col parapendio, che non ci è sembrata molto dinamica. Ci sono molti aspetti da approfondire, soprattutto l’effettiva durata e longevità dell’esperienza prima di poter impattare contro la noia e la ripetitività, perché avendo tutto disponibile sin da subito, anche se vincolato da un sistema di ranking, potrebbe vanificare anche il senso di ricerca e di esplorazione. Non ci resta che aspettare appena un mese per poter avere tra le mani la versione finale di Steep ed esplorare tutto ciò che può offrirci la neve.