Recensione

Star Conflict

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a cura di Mascalzone

C’è una grandissima attesa per Star Citizen, lo space shooter che si prospetta più completo e immersivo di sempre. Ma quanto al momento offerto da Chris Roberts e soci, ossia mappe istanziate esclusivamente dedicate al pew pew e un hangar attraverso cui dare un’occhiata alle astronavi di cui si è in possesso, è tutto fuorché qualcosa di mai visto in altri titoli, magari free to play. A voi la dimostrazione più lampante.

Il buono, il brutto e il cattivoI russi di Gaijin Entertainment non si sono solamente dedicati a una lunga serie di titoli simulativi, il più celebre dei quali è sicuramente War Thunder, ma hanno anche pubblicato questo sparatutto fantascientifico sviluppato sin dal 2011 dalla statunitense Star Gem Inc. uscito dalla lunga fase di beta lo scorso settembre, e disponibile in download totalmente gratuito anche per i sistemi Mac e Linux.Trattandosi di un prodotto interamente votato al combattimento, lo spunto da cui parte è evidente dal nome che porta e non può altro che essere quello di un conflitto interstellare ambientato in un lontanissimo futuro tra le tre fazioni in cui l’umanità si è divisa colonizzando in lungo e in largo la galassia: Impero, Federazione e Jericho. Se la prima rappresenta un rigido regime totalitario militarista tutto onore e gloria, la seconda è quella indipendentista cui appartengono gli immancabili ribelli scavezzacollo, mentre la terza è formata da esuli evolutisi nel corso dei millenni in forme di vita cibernetiche dotate della tecnologia più avanzata, che ora hanno deciso di riprendere possesso dei loro luoghi d’origine prendendo a laserate in faccia chiunque cerchi d’impedirglielo. Si tratta senz’altro di un background con pochi spunti originali, ma che d’altronde serve principalmente a ben differenziare quel che i giocatori saranno chiamati a scegliere sin dall’inizio, ossia a quale di essa appartenere e quindi sotto quale bandiera andare a combattere e morire.

Costretto a uccidereOgni fazione dispone di navi proprie che offrono vantaggi e svantaggi accomunabili: quelle imperiali hanno una spessa corazzatura e un’elevata potenza di fuoco, ma di contro hanno scarsa maneggevolezza; quelle federali sono molto rapide ma praticamente di cartone, così come quelle dei Jericho che però sopperiscono in parte a questa deficienza con scudi particolarmente potenti rinunciando a un po’ di velocità. La classica via di mezzo.Questo relativamente a ogni tipologia di nave disponibile: intercettori, caccia e fregate ,che si differenziano in tre ulteriori sottoclassi ciascuna a seconda del ruolo che andrà a ricoprire in battaglia. Se gli intercettori possono specializzarsi nella ricognizione o nella guerra elettronica, i caccia si concentrano sui sistemi d’offesa o quelli di difesa mentre le fregate si dedicano a mansioni ancora più specifiche, come il combattimento a lunga gittata o il riparare le altre navi direttamente in battaglia. Il principio è un po’ quello della morra cinese, con ogni tipo di vascello particolarmente efficace contro alcuni ed estremamente debole contro altri, di fatto rendendo fondamentali l’interdipendenza e la capacità di acquisire esperienza nei singoli ruoli per poter sfruttare al massimo le caratteristiche del vascello che si porta in guerra.Da segnalare poi che, sebbene ogni fazione abbia due alberi di skill esclusivi, si può liberamente scegliere di pilotare anche navi delle altre fazioni, pur al costo di una minore sinergia con esse; in pratica un minore feeling che si traduce in un più lento accumulo di punti esperienza spendibili per farla salire di livello e quindi potenziarne i moduli. Questi sono tantissimi e, detto che ogni classe ne ha uno che la contraddistingue (l’overdrive per le gunship o il microwarp engine per le recon), quelli in comune si differenziano non solo per tipologia, come scudi, arma primaria e secondaria, motori, corazza, ma anche secondo cinque tier crescenti: se per passare dal primo al secondo basta spendere crediti, dal terzo in poi servirà anche avere un certo ammontare di reputazione presso il suo costruttore, ovverosia punti lealtà per la fazione cui esso è affiliato. Ciò dà modo di accedere abbastanza agevolmente a tutte le navi tier 2 per potersi così fare un’idea delle differenze tra le varie fazioni, mentre gli ultimi tre tier richiedono impegno e costi crescenti per specializzarsi. Ulteriore elemento di personalizzazione delle navi, oltre a diversi tipi di munizioni e razzi, sono poi i modificatori per motori, capacitor, cpu, scudi e corazza: in pratica si tratta di bonus passivi in grado di aumentare manovrabilità, cadenza di fuoco, velocità di ricarica degli scudi e molto altro.

Il mucchio selvaggioDescritto il ferro con cui andremo a combattere è il momento di parlare delle modalità di gioco, cominciando da quella meno strutturata ma comunque interessante: il PvE. Sono cinque le mappe dedicate al momento presenti in Star Conflict. Ognuna si compone di tre fasi di difficoltà crescente che ci vedranno spawnare in punti differenti della mappa dovendo fronteggiare ondate sempre più agguerrite di navi nemiche sino ad arrivare all’immancabile boss. Oltre a costituire un buon espediente, soprattutto per la possibilità di essere giocata in co-op sino a quattro giocatori, è un’ottima palestra d’allenamento per armamenti e tattiche che poi si vorranno adoperare in PvP, oltre che essere una fonte primaria di crediti e loot da equipaggiare o rivendere. Estremamente intelligente poi il sistema di mentoring che configura i nemici sulla base della nave di più basso tier presente, permettendo ai veterani di fare scuola ai piloti inesperti.Ma il cuore del gioco risiede ovviamente nel PvP tra fazioni, cui è dedicato un maggior numero di mappe (al momento dodici con l’immancabile comune denominatore degli asteroidi), ma soprattutto per gli elementi MMO che esso contempla: oltre a cinque differenti modalità skirmish per battaglie più o meno arcade fino a 32 player è stato infatti introdotto il Sector Conquest che vede le tre fazioni contendersi il predominio dei settori esagonali di una mappa persistente, contestualizzando su larga scala la modalità Capture the Beacon, con interessanti ricompense per le corporazioni di giocatori cui è indispensabile far parte per poter reclamare un settore e ottenerne i benefici per il possedimento; sia quelli che permettono di scalare il ranking, sia crediti gold utili ad acquistare le navi premium altrimenti ottenibili solo utilizzando soldi veri.

Per qualche dollaro in piùQuest’ultime non solo hanno caratteristiche migliori delle navi normali tranne quelle più avanzate, essendo grossomodo paragonabili alle tier IV, ma non hanno costi di riparazione in caso vengano distrutte e soprattutto quando le si adopera i punti sinergia che si ottengono possono essere spesi per potenziare altre navi. Formalmente dunque non si tratta di pay to win, anche perché utilizzandole il sistema di matchmaking vi metterà di fronte i giocatori più esperti, fatto sta che acquistando queste navi magari tramite uno dei numerosi DLC presenti su Steam si otterrà da subito un mezzo in grado di fare la differenza, tagliando tutta la fase di grind che invece i normali giocatori devono inevitabilmente affrontare e che è pur sempre utile a farsi le ossa. Altro vantaggio ottenibile, seppur ininfluente ai fini del gameplay, è quello relativo alle personalizzazioni estetiche delle astronavi: saranno definitive solo se acquistate spendendo gold, comunque ottenibili (a tassi d’usura…) anche convertendo normali crediti di gioco.

HARDWARE

Requisiti minimi – consigliati:OS: Windows XP, OSX 10.6 – Windows 7, OSX 10.8Processore: Intel o AMD single core – Intel o AMD dual coreRAM: 1 GB – 2 GBScheda grafica: AMD o Nvidia con 512 MB RAM – AMD o Nvidia con 1 GB RAMSpazio su HD: 2 GB

MULTIPLAYER

Always online

– Ampia fase di progressione e ricca personalizzazione delle astronavi

– Gameplay vario grazie al PvE cooperativo e alle tante varianti di PvP

– Le navi premium esplodono come le altre

– Manca la visuale dal cockpit

– Il modello di volo fa il suo dovere ma non è granché “spaziale”

– I vantaggi per chi paga comunque ci sono

7.0

Star Conflict è un ottimo space shooter sia per chi è in cerca qualcosa con cui intrattenersi gratuitamente, sia per chi invece vuole immergercisi trovando sfide profonde e avvincenti grazie alle migliaia di altri piloti col coltello tra i denti che ne costituiscono la popolosa community. Il modello di volo, pensato per essere accessibile da subito tanto che le astronavi si controllano più o meno come un normale velivolo, richiede comunque parecchia pratica per essere completamente dominato e lo stesso vale per le numerosissime navi e armi disponibili. Insomma un prodotto, anche per l’eccellente comparto tecnico che lo caratterizza, che riesce a soddisfare tutti coloro che sono alla ricerca di uno sparatutto arcade realizzato con tutti i crismi del caso.

Voto Recensione di Star Conflict - Recensione


7