Recensione

Spyro Enter The Dragonfly

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a cura di OldBoy

Nel già troppo affollato mercato dei platforms per PleiSteiscionDue, ecco spuntare il muso del draghetto più famoso della storia videoludica (dopo Bub & Bob). Una cosa è certa…Spyro è stato il protagonista di tre splendidi videogiochi su PSX, titoli che probabilmente non avranno avuto il merito di catturare l’attenzione di un pubblico più maturo, ma che nel complesso hanno ottenuto un gratificante successo di critica. Riuscirà col suo innegabile carisma ad infiammare anche il Natale degli utenti GameCube?

Meglio del Robot Moulinex!Come ho già scritto in precedenza, questa non è solo la prima apparizione di Spyro sul monolite Sony, ma anche la prima su console Nintendo. Dopo aver acceso la console mi accorgo subito di una cosa che mi lascia un po’ perplesso: la Vivendi ha affidato lo sviluppo di questo quarto capitolo alla Check Six Games, lasciando a riposo i ragazzi della Insomniac. Tutto ciò è veramente strano, evidentemente alla Vivendi non conoscono il detto “Squadra vincente non si cambia”, sinceramente non comprendo le motivazioni di tale scelta.La storia alla base di Spyro: Enter the Dragonfly non si discosta poi molto da quelle viste nei precedenti episodi. Se mi permettete una critica un po’ malvagia (ma poco-poco), questo è il vero tallone di tutti i capitoli di Spyro. Perché? Semplice, la trama è sempre troppo scontata, alla fine dei conti ci troveremo sempre tra le mani il giovane drago nell’intento di liberare amici e raccogliere gemme colorate… più che un marchio di fabbrica, questa sta diventando una vera e propria piaga! Alla fine quello che conta è il divertimento puro e di questo il gioco dei CSG ne distribuisce a tonnellate, ma come rimanere impassibili ad una formula tanto vecchia, seppur vincente? Niente, come dice sempre il sottoscritto, “Chi s’accontenta gode” (mica lo dici solo tu, ndFabfab), perciò quello che ci rimane è pur sempre un altisonante prodotto di richiamo, affascinante e godibilissimo.Hmm… che dire della vitalità del gioco Vivendi? Non eccelsa sicuramente, i venticinque livelli non sono poi molti, se a questo ci aggiungiamo il fatto che gli stessi sono molto simili gli uni con gli altri qualche giocatore smaliziato potrebbe anche stancarsi presto. Probabilmente la cosa più gradita dell’intero pacchetto sono i divertentissimi mini-giochi presenti al suo interno. Date le dimensioni dei livelli si potrebbe anche chiudere un occhio su quuesto problemuccio, ma col procedere dell’avventura alcuni potrebbero avvertire una certa monotonia in Spyro, speriamo proprio per questo un deciso cambio di rotta per i futuri (e sicuri) nuovi capitoli: perché non affidare lo sviluppo del prossimo Spyro al Sonic Team? Io credo che ci uscirebbe qualcosa di spettacolare.

Tecnicamente parlando……questa produzione Vivendi è veramente notevole. Finalmente possiamo ammirare le peripezie di Spyro con una veste grafica degna dei tempi che corrono; lo stile grafico non è cambiato d’una virgola, anche sta volta il nostro prode eroe potrà correre, saltare e planare in ambienti vasti, dettagliati, colorati splendidamente con tinte armoniose e accattivanti. Peccato solo per la mancanza del selettore a 60 Hz sia per la versione Play2 sia per quella GC. Il gioco in versione PAL scorre fluido a 50 fotogrammi al secondo e grazie ai 60 Hz avremmo goduto di maggiore fluidità.Anche dal punto di vista sonoro, siamo su buoni livelli. L’intero gioco si avvale di una localizzazione italiana di parlato e testi su schermo. La traduzione mi sembra esente da pecche, stesso discorso per il parlato, ma come mia sorella può confermare i dialoghi parlati sono sempre stati il fiore all’occhiello di queste produzioni. Completano il tutto le classiche musichette di sottofondo, dolci e tenere come il protagonista [E quando mai – ndOldBoy].Voto elevato per la giocabilità, altro innegabile marchio di fabbrica di questa coloratissima saga è il grande sistema di controllo, per nulla invariato (o quasi) rispetto ai capitoli a 32 bit. Le uniche note originali di questo ennesimo Spyro sono le nuove armi (?) in dotazione: man mano che si andrà avanti, il nostro eroe potrà apprendere altre diavolerie che sputerà dalle sue fauci, tramite semplice pressione di combinazione di tasti [mi domando come faccia un drago a sputare scariche elettriche – ndOldBoy]. In ogni modo la giocabilità di questo prodotto rimane la cosa migliore, anche chi non ha mai giocato ad un solo capitolo, non avrà grandi difficoltà a prenderci la mano.

Consigli per gli acquistiIl gioco Vivendi ha il suo indubbio fascino, ma da questo al dire che sia meritevole di essere preso in considerazione ce ne passa. La prima (e sicuramente non ultima) apparizione sulle console a 128 bit giunge in un momento dove il panorama generale è già piuttosto fitto di prodotti e non me ne voglia qualcuno a male se affermo con onesta che rispetto a Spyro c’è sicuramente di meglio. Sicuramente un prodotto come questo troverà i favori dei fans, gli altri cercheranno altrove.

– Grafica simpatica e colorata

– Sistema di controllo rodato

– Mancanza di originalità

– Livelli alla lunga monotoni

6.7

Tiriamo le somme: Spyro Enter the Dragonfly è un gioco splendido tecnicamente, minato solo da quella “vera” mancanza di originalità, un fattore che purtroppo ha pesato parecchio nel mio giudizio. Speriamo solamente che il prossimo capitolo porti con se una ventata d’aria fresca, altrimenti la prossima volta potrei esser ancor più cattivo. Un titolo che in ogni caso, sarà indiscutibilmente apprezzato ed amato da tutti i suoi fans, un po’ meno dai giocatori un po’ più esigenti come il sottoscritto.

Voto Recensione di Spyro Enter The Dragonfly - Recensione


6.7