Anteprima

Split Second

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a cura di andymonza

Il modo migliore per comprendere al volo il concept dietro a Split/Second è immaginare Roland Emmerich e Michael Bay alle prese con un gioco di corse. Quale sarebbe il risultato? Spettacolari esplosioni e crolli di mastodontiche strutture, muscle car lanciate a velocità assurde e la telecamera ad altissima definizione che danza nel bel mezzo dei frammenti e della polvere sollevata. Il nuovo lavoro dei ragazzi di Black Rock Studio, di cui potreste aver giocato il divertente Pure, punta proprio a questo tipo di spettacolarità cinematografica sfruttando un ottimo engine poligonale, un sapiente utilizzo degli script ed una regia da disaster movie hollywoodiano. In visita presso gli studi di una ventosa Brighton abbiamo potuto provare una versione provvisoria del gioco, vedere in anteprima un’ambientazione inedita ed una nuova modalità di gioco.

Attimi di fuoco La traduzione letterale di “split second” è “attimo”, “battito di ciglia”. Tanto basta per cambiare le sorti di una gara, soprattutto quando i dintorni della pista sono imbottiti di tonnellate di esplosivo, ed i piloti tengono i detonatori a portata di mano. Come efficacemente illustrato dagli sviluppatori, i giochi di corse tradizionali concentrano tutta l’attenzione del giocatore su quanto avviene in pista, trascurando quasi del tutto il secondo piano; Split/Second ribalta questo concetto, facendo degli sfondi una parte integrante del gameplay, fondamentale per arrivare al podio, interi e per primi. Ogni pista è costellata di hot spot, spesso in prossimità di particolari strutture architettoniche, come torri e ponti di grandi dimensioni: caricando un’apposita barra con le manovre di guida più spericolate e giungendo in prossimità di questi punti caldi, si potrà far detonare le cariche alla semplice pressione di un tasto, scatenando l’inferno e mettendo in difficoltà gli avversari. A queste esplosioni standard si affiancano alcuni eventi ancor più spettacolari, anch’essi attivabili dal giocatore tramite un secondo tasto frontale, i quali cambieranno radicalmente il tracciato: un aereo da trasporto che precipita in mezzo alla pista, una nave mercantile che si sgancia dagli ormeggi e diventa parte del percorso, in una parola massima enfasi sulla spettacolarità. Le esplosioni non sono tuttavia le uniche fonti di interazione con i tracciati: un esempio sono le scorciatoie, che si presentano sotto forma di cancelli o gru attivabili alla pressione del consueto tasto, i quali spostandosi aprono chance di “taglio” della pista. Il modello di guida adottato è spudoratamente arcade, a va a contrapporsi fortemente con la strenua ricerca del massimo realismo vista nella maggior parte dei racing game degli ultimi anni; come affermato dagli sviluppatori, con Split Second l’intento è quello di avvicinarsi ad un approccio cinematografico al mondo delle corse, che forte della sua maturità può permettersi di andare al di là della mera riproduzione della realtà. Sganciate da qualunque desiderio di fedeltà alle leggi della fisica, le muscle car possono essere lanciate in impossibili derapate, e sono in grado di sopportare la maggior parte degli urti senza troppe conseguenze. Lo scopo è semplice: guidare al limite, caricare la barra, attendere che compaiano a schermo le icone che identificano l’approssimarsi di una zona minata, e far saltare tutto in aria, preoccupandosi di evitare i detriti e far sì che il maggior numero di avversari rimangano coinvolti nella distruzione del tracciato. Il gameplay risultante è frenetico, diviso a metà tra il mantenere la testa della corsa mentre si cerca di continuo il miglior punto per distanziare gli avversari con un bel botto. Da verificare con un hands on più esteso è senza dubbio quanto questo gameplay forsennato possa mantenere la sua presa sul giocatore: per quanto il susseguirsi delle esplosioni sia ogni volta differente, in quanto lasciato nella mani del giocatore e dell’Intelligenza Artificiale, esse si presentano come eventi scriptati, e dunque sempre uguali nello svolgimento. La ripetitività potrebbe rivelarsi il maggiore problema per Split/Second, e potrà essere scongiurata solo da un alto numero di circuiti e modalità alternative con cui intrattenere il giocatore.

The Show Must Go OnImmaginate lo show per la TV più spettacolare mai pensato, dove piloti completamente fuori di testa si sfidano in un ambiente artificiale costruito per farli correre a folli velocità; aggiungete qualche tonnellata di esplosivo al plastico, date i detonatori in mano agli stessi partecipanti, e quello che otterrete è lo show più diseducativo, spettacolare e potenzialmente redditizio della storia della TV. Questo è il background narrativo che gli sviluppatori hanno pensato per il loro adrenalinico racing game; per quanto non vi sia alcuna storia effettivamente narrata, questo setting ha permesso loro di giustificare l’esistenza della metropoli divisa in cinque grandi quartieri che ospita tutti i tracciati.La campagna singolo giocatore si dipanerà a mò di stagione televisiva, permettendo al giocatore di passare all’episodio successivo una volta completati tutti gli eventi di quello in corso; è confermata la presenza di altre modalità oltre alla corsa standard, con un piccolo esempio rappresentanto da Nemesis (il nome è ancora provvisorio), stipulazione di gioco mostrata per la prima volta durante l’evento. Essa pone i piloti in competizione in pista molto strette e ricche d’ostacoli (nel caso specifico, il greto di un canale artificiale in secca) ed arricchisce la formula con una fila di grossi camion che sganciano barili esplosivi sulla pista. A complicare il tutto ci pensa un countdown, con bonus di tempo solo nel caso si riesca a superare gli enormi camion, operazione resa non facile dalla loro tendenza a stringere le curve. Il caos risultante è notevole, e la richiesta in termini di riflessi non indifferente; se anche le modalità ancora non svelate dovessero rivelarsi altrettanto fantasione e coinvolgenti, l’offerta ludica di Split/Second potrà confermarsi come molto densa ed interessante.Durante l’E3 2009 ed i mesi successivi, gli sviluppatori hanno avuto diverse occasioni di mostrare la zona dell’aeroporto e del cantiere navale, entrambe caratterizzate da un ottimo look generale. Durante quest’ultimo evento sono stati tolti i veli ad una terza spettacolare ambientazione, ovvero la Downtown (letteralmente, centro cittadino). Tra scintillanti grattacieli che ricordano immediatamente Los Angeles o San Diego si è tenuta una corsa ancora una volta costellata come sempre da spettacolari esplosioni (davvero eccezionale il crollo di un ponte ferroviario) e da un tracciato ricco di curve molto strette. Nonostante lo stadio di lavorazione ancora arretrato, il look complessivo rimane fedele alla linea, con l’onnipresente luce rossastra da tramonto che affascina e non stanca.E’ stata confermata la presenza di una modalità multigiocatore per un massimo di 8 partecipanti, con alcune modalità confermate tra cui Demolition (probabilmente la corsa standard), Time Trial e Chopper Chase (la quale suggerisce l’inseguimento da parte di un elicottero); le notizie in questo senso sono ancora scarse, ed aspettiamo conferme e novità in merito.

Comparto tecnicoIl design di Split/Second si ispira dichiaratamente ai colossal hollywoodiani dell’ultimo vent’ennio: albe, tramonti, colori caricatissimi, lens flare, rallentatore, i clichè ci sono tutti. Interessante l’approccio intrapreso col design delle vetture, che seppur frutto di fantasia, rimandano in maniera evidente alle muscle car americane dell’ultima generazione, ed alle aggressive giapponesi anni ’90. I design sono stati realizzati in parte dal team di sviluppo, in parte da giovani studenti di scuole di design inglesi.L’ottimo impianto artistico è supportato da una buona mole poligonale e da texture ben definite, con abbondanti shaders a corredo a donare un look scintillante al tutto. Data la natura ancora non definitva del titolo ci riserviamo di rimandare le valutazioni sul comparto ombre, ancora non completo, e sul frame rate, che seppur ancorato ai suoi 30 fps presenta talvolta alcuni cali.Nel complesso, il comparto tecnico supporta pienamente la spettacolarità del titolo, e fa di Split Second un titolo davvero bello da guardare.E’ interessante notare che tra le visuali standard disponibili in gara manchi del tutto quella del cockpit: a detta degli sviluppatori, si è trattato di una scelta ben precisa, tesa a enfatizzare l’orizzonte e gli eventi che vi accadono piuttosto che tenere il giocatore troppo concentrato sulla pista.Nota positiva anche per il comparto audio, caratterizzato da tracce elettroniche dal beat rapidissimo, che ben si sposano con l’azione a schermo, e da un’effettistica di buon livello. A questo proposito, siamo stati illuminati sull’eccezionale lavoro svolto per creare i rombi delle muscle car, realizzati con un apposito tool audio di nome Tonic, in grado di catturare e rielaborare un incredibile spettro di frequenze; il risultato sono veri e propri ruggiti che costelleranno il rumore di fondo della gare.

– Approccio innovativo alle corse

– Gameplay adrenalinico

– Comparto tecnico notevole

Questo incontro con l’ultima fatica dei Black Rock Studios ha rivelato un titolo che cerca di affacciarsi al mondo delle corse con un approccio tutto nuovo: il risultato è un racing game adrenalinico e spettacolare, che mette quasi in secondo piano la guida in favore di un’azione votata al puro divertimento. La natura scriptata delle esplosioni getta qualche ombra sulla capacità del titolo di mantenere il divertimento vivo a lungo, la quale potrà essere enfatizzata solo con un buon numero di modalità ed alternative al gameplay standard, e da un comparto multigiocatore funzionale.

La data d’uscita del titolo non è ancora stata fissata, ma gli sviluppatori garantiscono che lo vedremo sugli scaffali a primavera 2010. Il nostro consiglio è di tenerlo assolutamente d’occhio, sia che siate nostalgici del grande Burnout, sia che vi piacciano i giochi di corse in generale: da Split Second ci aspettiamo grandi cose. Rimanete con noi.