Recensione

Splinter Cell: Conviction

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a cura di Sidmarko

Dopo innumerevoli rinvii, Splinter Cell: Conviction è finalmente uscito allo scoperto, presentandosi sotto spoglie decisamente diverse rispetto a quanto visto nei precedenti capitoli della serie. Dimenticate dunque la spia silenziosa e chirurgica, per fare strada ad un nuovo agente, più chiassoso e furibondo che mai. Andiamo a scoprire insieme come regge la copertura di questo nuovo Sam.

Un padre distruttoMorta la figlia Sarah ed il migliore amico, Sam Fisher rimane solo. Solo e molto, molto arrabbiato. Abbandona così l’agenzia Third Echelon e scompare nell’ombra, come solo lui sa fare, per ben tre anni. La scoperta di una possibile traccia riguardo l’omicidio di sua figlia, riaccende in lui la naturale sete di vendetta di un padre stanco e deluso. Ora il suo unico scopo è quello di stanare l’assassino di Sarah, che si trova a Malta, nella città di La Valletta. Una volta raggiunta la località, viene contattato da una certa Grim, sua collega ai tempi della Third Echelon, che lo aiuterà nella missione. Facendo leva su certe argomentazioni, che non vi sveleremo, l’agenzia riuscirà a rimettere in gioco l’agente Fisher, che si troverà coinvolto ad indagare su alcune questioni interne, che lo riguarderanno da molto da vicino. Siamo di fronte ad un Sam solitario, con una personalità ben caratterizzata e spiccata, inserito all’interno di una trama, in certi frangenti, interessante ed appagante. Molto marcata anche la figura dell’affetto paterno, che sebbene possa sembrare scontata, enfatizza lo scaturire di una empatia fra il giocatore ed il protagonista. La campagna ha una longevità di circa 7/8 ore, che però viene incrementata sensibilmente dalle altre diverse modalità di gioco presenti.

Un Sam diversoCome già detto ad inizio articolo, questa nuova iterazione della serie si differenzia dalle precedenti principalmente per quanto riguarda il gameplay, che è stato rivisitato in toto. Splinter Cell: Conviction può essere considerato tranquillamente un ibrido stealth/tps, dove l’ago della bilancia pende maggiormente, su uno o l’altro aspetto, in base all’approccio che il giocatore assume nei confronti del titolo in questione. L’elemento ludico principale, ovviamente, resta la caratteristica stealth, con la possibilità di eludere i nemici nascondendosi nell’ombra, e poi aggirarli o eliminarli alle spalle, da vero assassino. Va detto però, che i giocatori meno pazienti o non avvezzi al genere, avranno la possibilità di interpretare a proprio modo l’occultamento, gestendolo in maniera più dinamica e veloce, visto che fare manbassa dei nemici risulterà molto efficace anche dopo essere stati scoperti, il che accadrà molto spesso. Infatti, una volta individuati, gli avversari conosceranno la vostra ultima posizione, (rappresentata da una vostra sagoma fantasma) e, anche per i limiti della IA, continueranno imperterriti a colpirvi in quell’esatto punto, mentre voi potrete tranquillamente spostarvi e colpirli di sorpresa da una posizione più favorevole. In mancanza di alcuni elementi di gameplay, rispetto ai precedenti capitoli, come, ad esempio, l’occultamento dei corpi, sarà anche più difficile agire in modo silenzioso ed oculato, ecco quindi cadere completamente l’impalcatura portante del precedentemente brand: ragionamento e strategia; che lascia posto ad una edizione più dinamica e action. Il cambio di rotta è rappresentato anche da alcune nuove caratteristiche, come il “marca e colpisci”. Praticamente, eliminando dei nemici a mani nude, si accumulano degli speciali bonus, denominati marcatori, che permettono di uccidere in modo spettacolare ed automatizzato semplicemente selezionando l’obiettivo con un apposito tasto e, successivamente, premendo il grilletto dell’arma scelta, con un secondo tasto. Tutto questo calderone di elementi rappresenta la chiara e comprensibile scelta degli sviluppatori, che hanno voluto avvicinare questa serie a tutti i tipi di videogiocatori, finora caratterizzata da una difficoltà particolarmente elevata. Consigliamo ai fan del buon Fisher, o ai giocatori più avvezzi al genere, di buttarsi nell’avventura con il livello di difficoltà impostato su“difficile”, così da provare un’esperienza maggiormente stealth e strategica e un po’ meno action e fracassona.

L’ombra è la chiavePer agire in modo efficace è molto importante restare nell’ombra, e a venirvi incontro in questo è l’aspetto grafico, che colora totalmente di grigio ciò che vi circonda, (ad eccezione dei nemici) nel momento in cui ci si trova in una posizione buia, quindi momentaneamente sicura, mentre se venite scoperti o la vostra posizione viene “contaminata” da qualche fonte di luce, la palette dei colori tornerà, inesorabilmente, colorata. Una scelta stilistica decisamente azzeccata e in linea con il gameplay, e che sostituisce ottimamente il visore notturno utilizzato nei precedenti capitoli del brand. Ovviamente trovare posizioni poco illuminate non sarà facile, ma eliminando lampadine, oppure spegnendo semplicemente la luce, ove possibile, si creeranno nuovi ambienti poco illuminati e adatti alla vostra causa. In certi fasi di gioco sarà praticamente impossibile sfruttare il buio e, quindi, si dovrà agire in modo diverso.

Tanta carne al fuocoUbisoft ha voluto compensare una campagna piuttosto esigua, coccolando il giocatore con molte modalità di gioco alternative. Su tutte la modalità cooperativa a due giocatori che può essere considerata un’esperienza di gioco a sé stante. I due giocatori vestiranno i panni degli agenti, Archer e Kestrel, i quali dovranno collaborare nel migliore dei modi per riuscire a completare le quattro missioni dedicate a questa modalità. Poi sono presenti le Operazioni Speciali, giocabili sia in singolo che in multiplayer, che comprendono sei livelli extra con tre diverse modalità: Cacciatore, dove si devono eliminare tutti i nemici sulla mappa, Ultimo Uomo, in cui si devono difendere i generatori EMP dalle orde nemiche, e infine Infiltrazione, la modalità più stealth, in cui si devono eliminare i nemici senza fare scattare l’allarme. Esiste anche una modalità competitiva, dove il vincitore sarà semplicemente chi avrà ucciso più nemici.

Unreal Engine 2.5Il lungo procastinare di questo titolo ha portato immancabilmente ad una realizzazione grafica di medio livello che, purtroppo, mal si sposa con il blasone di questa serie. Il fatto è che, nonostante la genuinità, il motore grafico (una versione migliorata dell’Unreal Engine 2.5, denominata LEAD) è piuttosto datato. Le falle si fanno vedere in maniera più marcata soprattutto durante le fasi di gioco all’aperto, dove gli ambienti risultano piuttosto spogli e privi di un dettaglio alla pari delle produzioni attuali. Altro gravissimo problema è la mal ottimizzazione, che obbliga il videogiocatore a possedere un computer molto performante per godere di un frame rate adeguato, anche se mantiene sempre una buona fluidità. Il comparto audio è molto buono, merito di un doppiaggio italiano credibile e di effetti audio ben campionati. I controlli mouse/tastiera sono perfetti e danno quella sensazione di precisione in più che si rivela davvero utile nelle situazioni più concitate, ad esempio, colpire i nemici alla testa sarà molto più facile. Consigliamo questa soluzione anche ai possessori del buon controller Xbox 360.

HARDWARE

Requisiti Hardware Raccomandati* Supported OS: Windows XP, Windows Vista, Windows 7* Processor: 1.8 GHz Intel Core2 Duo or 2.4 GHz AMD Athlon X2 64* RAM: 1.5 GB Windows XP / 2 GB Windows Vista, Windows 7* Video Card: 256 MB DirectX 9.0c–compliant video card (512 MB recommended) (see supported list*)* Sound Card: DirectX 9.0c–compliant sound card* DirectX Version: DirectX 9.0c* DVD-ROM: DVD-ROM drive* Hard Drive Space: 10 GB* Peripherals Supported: Mouse, keyboard, headset, 12-button gamepads with analog sticks* Internet Connection: Broadband Internet connection

– Ibrido Stealth/TPS riuscito

– Gameplay veloce e intuitivo…

– Modalità cooperativa divertente

– Trama ben orchestrata

– Motore grafico mal ottimizzato

– …ai fan della serie potrebbe non piacere

8.5

Questa nuova versione dell’agente Fisher è l’ennesima testimonianza di come molte software house stiano cercando di allargare il bacino di utenza dei loro brand storici, senza comunque snaturarne troppo i contenuti. Anche se i fan potrebbero sentirsi un po’ traditi, va detto che la formula del nuovo gameplay, più action e meno stealth, funziona molto bene. Purtroppo i continui rimandi hanno portato ad una realizzazione grafica solo buona, e la campagna singola è veramente troppo breve, ma sono presenti parecchie altre modalità di gioco che ampliano in maniera sensibile il potenziale tempo di gioco.

Voto Recensione di Splinter Cell: Conviction - Recensione


8.5