Recensione

Spider-Man: Edge of Time

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a cura di Fatum92

L’Uomo Ragno è sicuramente uno dei supereroi più amati nel nostro Paese. Dai fumetti alle pellicole cinematografiche, dai cartoni animati ai videogiochi, le sue avventure hanno raggiunto in pochi anni diversi target d’utenza, accrescendone sensibilmente la popolarità e rendendolo di fatto un’importante icona dell’immaginario collettivo. Nell’anno corrente Spider-Man ha deciso di farci visita tessendo qualche ragnatela sulle console di nuova generazione. La sua precedente apparizione, avvenuta in Spider-Man: Shattered Dimensions, convinse critica, e ancor più pubblico, grazie alla possibilità di impersonare ben quattro versioni dell’“arrampicamuri”. Il nuovo capitolo, invece, ne propone soltanto due tipi e prende il nome di Spider-Man: Edge of Time.Uno Spider-Man per ogni eraAnno 2099. Il folle scienziato Walker Sloan compie qualcosa di inimmaginabile: modifica il flusso del tempo e getta il passato in una sorta di realtà alternativa, ben diversa da quella in cui dovrebbe trovarsi il Peter Parker che tutti conosciamo. In questa linea temporale corrotta Spider-Man sembra destinato a morire per mano di un potentissimo Anti-Venom. A tirarlo fuori dai guai questa volta non saranno le sue ragnatele, ma quelle di Miguel O’Hara, lo Spider-Man del futuro…La vicenda sarà quindi focalizzata sul rapporto tra i due Spider-Man, che uniranno le forze per porre fine al diabolico piano dello scienziato in un tentativo di ristabilire l’ordine tra passato e futuro. L’argomento tempo è sempre affascinante e interessante da affrontare. La sua complessità e la sua “natura sconosciuta” permette agli sceneggiatori di sbizzarrirsi con viaggi nel tempo, varchi spazio-temporali, anomalie o paradossi di ogni genere. Ed è proprio quello che è stato fatto con Spider-Man: Edge of Time. Tralasciando gli aspetti scientifici, non di certo analizzabili in questa sede, la narrazione raggiunge discretamente il suo obiettivo: ossia quello di intrattenere. Pur non presentandosi in modo particolarmente originale, la trama ha catturato il nostro interesse sin dai primi minuti di gioco, accompagnandoci gradevolmente fino ai titoli di coda. Qualche piccolo colpo di scena ha inoltre rafforzato l’idea di assistere ad una storia interessante sia per quanto riguarda il copione, seppur stilato senza troppe pretese, sia nell’unione con il gameplay vero e proprio, con scelte registiche alle volte assolutamente vincenti. Tuttavia, il finale scontatissimo e per nulla memorabile, che si preoccupa di chiudere la vicenda con un filmato di pochi secondi, dà l’impressione di aver seguito un plot godibile e nulla più. I continui dialoghi tra lo Spider-Man originale e quello del futuro, poi, rendono spassosa e divertente l’avventura in maniera altalenante, dato che se da una parte appaiono ben scritti e adeguati alla situazione, in altri casi sfociano quasi nel patetico involontario, lasciando talvolta sconcertati.

Due Spider-Man: sempre le solite ragnatele!Il titolo sviluppato da Beenox non tenta in alcun modo di differenziarsi dagli altri action disponibili in commercio. Sezionandolo ritroviamo le seguenti parti: combattimenti, platform, esplorazione ed enigmi. Ovviamente il cuore centrale del prodotto va ricercato nelle scazzottate a base di ragnatela contro nemici più stupidi di un comune manico di scopa. Location di modeste dimensioni del tutto chiuse sono l’arena di battaglia in cui si consuma l’azione. Azione che non convince. I combattimenti risultano infatti poco riusciti: spiace constatare come per avanzare nel gioco basti semplicemente accanirsi sui tasti di attacco senza nemmeno lontanamente ipotizzare delle strategie. Robe che anche una vecchietta che non ha mai impugnato un pad in vita sua, se le dite di premere in continuazione un pulsante, come minimo riesce ad uscire indenne da uno scontro con qualche robot, per fare un esempio. Inoltre è impossibile iniziare l’avventura al massimo livello di difficoltà se prima non la si completa a quello comunemente denominato –Normale- . Purtroppo la situazione non migliora particolarmente nemmeno alzando il settaggio della difficoltà. Tutta la parte relativa al potenziamento di mosse e abilità diviene sostanzialmente inutile. Perché acquistare potenziamenti o nuove combo se si può comodamente sconfiggere ogni avversario solamente con gli attacchi standard? L’acquisto non risulta giustificato neanche se si effettui in un disperato tentativo di variegare l’azione, accertato come le più potenti e speciali manovre d’offesa non siano in grado di appagare o soddisfare in maggior misura di quelle normali. In aggiunta a ciò, controllare Amazing Spider-Man o lo Spider-Man futuristico regala lo stesso identico tipo di esperienza, salvo per la presenza di alcuni poteri e attacchi diversi, ma si tratta davvero di una magra consolazione, incapace di rendere nella pratica realmente piacevoli e differenti gli scontri. Un’IA avversaria poco scaltra guida nemici identici tra loro sia per caratterizzazione che per approccio in battaglia, rendendo ogni combattimento privo di mordente, uno la fotocopia dell’altro. Scendendo a compromessi con lo scarno combat-system si riesce comunque a godersi quel poco che di buono c’è; soprattutto i fan troveranno divertente lanciare ragnatele o sfruttare i “sensi di ragno”.

Esplorazione… al chiusoI momenti di noia dovuti ai poco soddisfacenti combattimenti sono affiancati da alcune fasi platform per nulla malvagie in cui useremo i due Spider-Man per superare ostacoli ambientali. Potremo inoltre dedicarci all’esplorazione dell’ambiente circostante alla ricerca di ragni dorati e sfere viola disseminate nei livelli, utili per acquistare o potenziare gli attacchi, la salute ecc. Usufruire delle abilità acrobatiche dell’Uomo Ragno è piacevole: trovarsi a penzolare da una corda fatta di ragnatele, eseguire doppi salti, schivare laser grazie ai superpoteri, raggiungere con stile appigli lontani, arrampicarsi sui muri, sono tutte azioni possibili. Durante questi frangenti l’unico problema risiede in una gestione della telecamera non sempre efficiente, ma controllabile manualmente dal giocatore. Strisciare nei condotti è poi un’altra scelta di gameplay molto utilizzata dagli sviluppatori. Peccato che il gioco si svolga interamente in un enorme edificio, limitando notevolmente la sensazione di libertà che i veloci spostamenti tra una ragnatela e l’altra dovrebbero trasmettere.Il titolo presenta persino dei banalissimi enigmi, se così possiamo definirli. In particolare uccidere i nemici che hanno con loro il pass per aprire una specifica porta o azionare alcuni marchingegni per attivarne altri, sono soluzioni che vengono proposte e riproposte fino all’eccesso. Nel caso perdessimo di vista il nostro obiettivo basterà attivare i “sensi di ragno” per conoscere la destinazione. Il meglio di Spider-ManPresi singolarmente i diversi elementi che compongono Spider-Man: Edge of Time promettono un’esperienza al limite della sufficienza. Ciò nonostante vi sono altri fattori che da soli riescono a salvare l’intera baracca e a rendere la giocabilità piuttosto godibile. Il primo di questi è senza dubbio il ritmo di gioco. Il passaggio tra uno Spider-Man e l’altro avviene in maniera naturale e fluida. La collaborazione tra i due, necessaria per superare determinati nemici o anomalie temporali, è all’ordine del giorno e il continuo cambio di prospettiva favorisce enormemente il coinvolgimento. Tramite questa trovata i programmatori hanno potuto creare situazioni abbastanza originali e divertenti, unendo sapientemente tutte le caratteristiche del gameplay e contemporaneamente anche le esigenze narrative. Si assiste così ad un incedere degli avvenimenti piuttosto incalzante che vede l’apice nelle occasionali boss-fight, generalmente ben realizzate. Soprattutto l’ultima appare ottimamente articolata ed epica, con entrambi gli Spider-Man protagonisti dell’azione. Sfortunatamente i villain da affrontare sono pochi e non tutti gli scontri con essi appaiono entusiasmanti. Tuttavia per batterli servirà una strategia specifica e un impegno infinitamente maggiore rispetto ai combattimenti regolari.Un’altra qualità del titolo è rappresentata da particolari fasi di “volo”. Grazie alla tuta dello Spider-Man del futuro, infatti, in alcune occasioni si viene letteralmente lanciati nel vuoto in una maniera non dissimile a quanto visto in God of War III. Schivare oggetti, travi, macchinari in movimento e passare in fessure strettissime, risultano attimi di pura adrenalina e appagamento, a patto di riuscire a fare i conti con il fin troppo sensibile sistema di controllo, il quale non permette di manovrare perfettamente il proprio alter-ego durante la caduta libera. In ogni caso, i checkpoint distribuiti a pochi secondi gli uni dagli altri allontanano la possibile frustrazione. A completare il pacchetto ci pensano delle sezioni in cui si hanno i minuti contati; come ad esempio può essere la classica fuga da una zona pericolosa. Un’idea di certo non originale, forse fin troppo abusata dagli sviluppatori, ma comunque meritevole di attenzione per la sua capacità di avvolgere l’azione in un sottile telo di tensione e suspense.

Vecchia generazione?Come le meccaniche dei combattimenti, che sanno di “vecchio”, anche il comparto tecnico sembra provenire dal passato, tanto per restare in tema con la trama del gioco. il danno più grave è causato dalle pessime textures, talune davvero brutte, non vi è parola più appropriata per descriverle. Salvo i primi dieci minuti di gioco, il resto dell’avventura lascia spazio ad ambienti scarnissimi e ripetitivi, a una varietà degli avversari nulla e a effetti speciali che tentano di coprire animazioni nemiche pietose. Soltanto i modelli poligonali dei due Spider-Man risollevano un po’ l’impatto grafico. Nel complesso, però, ci troviamo seriamente a livelli mediocri.Un pochino meglio il sonoro, assolutamente nella media, con musiche orecchiabili ed effetti che compiono il loro dovere senza farsi notare più di tanto. Dispiace riscontrare l’assenza del doppiaggio in italiano. Se non si conosce bene l’inglese è facile perdersi qualche frase o distrarsi leggendo i sottotitoli, visto gli innumerevoli dialoghi presenti durante le fasi in-game. Senza infamia né lode la longevità, stabile tra le sette – otto ore di gioco. Decisamente buona la rigiocabilità: tante sfide da superare, costumi, filmati e collezionabili da sbloccare, assicurano molte altre ore in compagnia di Spider-Man.

– Consigliato ai fan

– Gameplay tutto sommato divertente

– Buon ritmo di gioco

– Storia ricca di spunti interessanti

– Alcune boss-fight coinvolgenti

– Combat-System da rivedere!

– Varietà di ambientazioni e di nemici praticamente nulla

– Tecnicamente mediocre

– Ancorato agli standard del genere

– Difficoltà bassissima

– Qualche villain in più avrebbe giovato

6.5

Spider-Man: Edge ot Time raggiunge pienamente la sufficienza grazie ad alcune trovate interessanti che mantengono il ritmo di gioco a livelli quasi sempre stimolanti. A sostenere meglio il tutto arriva in soccorso anche una trama gradevole e in grado di appassionare i fan. Un sistema di combattimento gestito male, noioso e confusionario, che non tenta in alcun modo di invogliare il giocatore a scoprirlo, unito alla scarsa varietà generale dell’azione, delle ambientazioni (tutte al chiuso), a nemici tra loro indistinguibili e ad un comparto tecnico che presenta alcune cadute non indifferenti, trascinano il povero Spider-Man in basso, nella confusione degli action mediocri: indifferente o semplicemente “carino” per i comuni videogiocatori. Tuttavia l’acquisto è fortemente consigliato a tutti gli amanti delle avventure dell’Uomo Ragno, i quali troveranno in Spider-Man: Edge of Time un prodotto valido.

Non te la prendere troppo Spidey, ma la prossima volta cerca di sfruttare meglio i tuoi assi (o ragnatele) nella manica, e vedrai che non farai fatica ad arrivare più in alto, tigre!

Voto Recensione di Spider-Man: Edge of Time - Recensione


6.5