Speciale Old Gen Vol. 7: Nintendo 64

Avatar

a cura di Mauro.Cat

Il contesto storico videoludico del Nintendo 64 è certamente uno dei più confusi. L’appassionante console war della generazione precedente, i sedici bit, aveva visto il Super Nintendo superare di poco l’eccellente Sega Megadrive. L’appassionante sfida a colpi di capolavori aveva reso la prima metà degli anni novanta come uno dei momenti qualitativamente migliori nella storia dei videogames. Per costringere i giocatori ad abbandonare queste due amatissime console, diversi produttori di hardware, più o meno esperti, decisero di affollare il mercato di nuovi rivoluzionari prodotti. Tra il 1993 ed il 1996 ben sei diverse piattaforme provarono a conquistarsi una fetta di mercato: 3DO IM, Atari Jaguar, Amiga CD32, PlayStation, Sega Saturn e Nintendo 64. Questa fase di incertezza, dalla quale uscì indenne praticamente solo la PlayStation, provocò un brusco aumento del numero di fruitori di videogame, che ormai si allontanavano del tutto dall’immagine del nerd senza amici che regnava precedentemente divenendo un fenomeno di massa, ed in genere un invecchiamento dell’utenza media. In questa fase di grande creatività, ma anche di risorse sprecate, Nintendo utilizzò una strategia di mercato controproducente creando un’enorme aspettativa nei confronti del nuovo hardware in via di sviluppo. L’annuncio del “Project Reality”, nome in codice del nuovo progetto, avvenne nel 1993. L’attesa crebbe quando giunsero in sala giochi Cruis’n USA e soprattutto quel Killer Instinct, vera meraviglia di tecnica più che di giocabilità, che secondo le prime indiscrezioni sarebbero stati creati con un hardware pressoché analogo alla futura console Nintendo. La realtà non era proprio quella, ma le aspettative crebbero nuovamente. Il nome mutò in Ultra 64 e poi finalmente nel definitivo Nintendo 64. Erano trascorsi quasi tre anni dall’annuncio dello sviluppo, quando finalmente nel giugno del 1996 in Giappone, a marzo 1997 da noi, la nuova console venne commercializzata ed i dinosauri cominciarono a volare.

La bella e la bestiaLa campagna di lancio della console, specialmente in USA ed in Europa, si basava sulle caratteristiche del nuovo titolo di punta: Super Mario 64. In quel platform Il nostro idraulico preferito era in grado di prendere letteralmente il nemico storico Bowser per la coda, farlo roteare e scagliarlo in cielo.L’impatto della console nel mondo fu veramente devastante. Mario 64 rappresentava ciò che milioni di videogiocatori avevano immaginato da anni. Il salto nelle tre dimensioni fu talmente naturale ed immediato da rendere, ancora oggi a distanza di anni, quel titolo uno dei re incontrastati del genere platform in tre dimensioni. Tutto ciò era stato reso possibile dalla potenza dell’hardware, dalla fantasia del maestro Shigeru Miyamoto e dall’originale controller tricorno con tanto di stick analogico. Il nuovo joypad, goffo a prima vista, era assolutamente geniale e perfetto per gestire movimenti su tre dimensioni e gestire le telecamere, vero annoso problema dei titoli di questo genere. A questo si aggiunse la successiva creazione dell’interessante, e subito imitato, rumble pack che trasmetteva la sensazione di vibrazione al joypad nelle fasi più concitate.Nel caso del Nintendo 64 però il buongiorno non si vide dal mattino. L’incredibile qualità del titolo di esordio, accompagnato in Giappone dal discreto Pilotwings 64 e da una sorta di dama cinese, finì per oscurare i prodotti immediatamente successivi ed inevitabilmente inferiori. Le ragioni sono da ricercare nella lunga fase di sviluppo dedicata a Mario 64, le altre software house per ovvi motivi di costi non potevano impiegare anni su un singolo progetto e in una certa difficoltà delle software house esterne nello sviluppare su N64.Nintendo, andando controcorrente, fu la sola società insieme ad Atari a lanciare un hardware che utilizzava un supporto a cartuccia piuttosto che su CD-Rom. Se una cartuccia permetteva di inserire chip grafici e di eventualmente migliorare tecnicamente un software, il compact disc garantiva di abbattere i costi di produzione, di contenere una quantità di dati maggiore e soprattutto i tanto amati filmati. Questo limite di fatto stroncò le vendite del Nintendo 64 che, tra l’altro, era ingiustamente visto come un semplice giocattolo da tutti quei giocatori di nuova generazione che si erano affezionati allo stile più adulto di PlayStation. Proprio la limitata capacità delle cartucce costò alla casa di Kyoto l’accordo con la storica società amica Square e provocò lo spostamento di Final Fantasy VII, ancora oggi uno dei più amati di tutti i tempi, sulla console Sony.Nintendo finì inoltre per insistere troppo su alcuni generi tralasciandone altri, come ad esempio gli sportivi, che in quegli anni garantivano grandi vendite hardware.Nel 1999, nel solo Giappone, venne poi lanciata una periferica, dopo una lunga fase di gestazione, denominata 64DD. Questo add on basato su dischi magnetici, che forse meriterebbe uno speciale a parte, per quanto interessante a livello tecnico non venne supportato a dovere e per questo non giunse nel resto del mondo.

Qualità NintendoL’insieme di fattori descritti nei paragrafi precedenti portarono la nuova console, riconosciuta da tutti come la migliore a livello grafico, ad incredibili alti e bassi qualitativi con i titoli di proprietà o firmati da Rare che superavano in maniera decisa tutti gli altri prodotti. In breve il Nintendo 64 divenne la console con il più alto rapporto tra prodotti di qualità e numero di titoli pubblicati. Vennero lanciati soltanto trecentottantasette titoli e tra questi figurano alcuni dei più grandi capolavori della storia dei videogiochi.L’elenco non può che cominciare dal titolo più amato di tutti i tempi, ossia The Legend of Zelda: Ocarina of Time. L’enorme avventura di Link ed Epona segnò una vera e propria svolta nel mondo degli action RPG. Segreti, esplorazione ed una vicenda a tratti commovente erano solo alcuni punti di forza di un’avventura che oggi come allora merita di essere giocata con passionee tempo. Non va poi trascurato il seguito Majora’s Mask, recentemente pubblicato su Virtual Console. Una vicenda oscura ed ossessiva in certi frangenti, ma al tempo stesso molto originale, rappresentava il vero canto del cigno dell’hardware.Ricordiamo poi l’amatissimo sparatutto Goldeneye 007 firmato da Rare. Uno dei titoli su licenza più amati di sempre che, proprio in questi anni, attende di capire dove possa essere ripubblicato dopo il passaggio della società inglese a Microsoft. Sul fronte platform è doveroso segnalare gli unici veri rivali di Mario: le due avventure dell’orso Banjo e l’enorme ma dispersivo, Donkey Kong 64. Poi non vanno dimenticati Jet Force Gemini, Blast Corps, F-Zero X, Lylat Wars, 1080° Snowboarding, Kirby 64, Yoshi’s Story, Mario Kart 64, Killer Instinct Gold, Wave Race 64, Mischief Makers, Mystical Ninja 64, Excitebike 64, il “Japan only” Sin and Punishment e molti altri. Una nota a parte merita ovviamente Paper Mario. Il gioco di ruolo dallo stile eccentrico che ha ispirato i successivi capitoli per GameCube e Wii senza essere eguagliato nella profondità di gioco. La console ha chiuso in sordina la sua vita commerciale intorno al 2003 con il trasferimento di progetti importanti, come Star Fox Adventures, Resident Evil 0 ed Eternal Darkness, sul successivo GameCubeA distanza di qualche anno il Nintendo 64, che segnò un declino di vendite rispetto ai precedenti hardware firmati dalla casa di Kyoto, è visto oggi con maggiore oggettività e conserva un grande fascino. Luci ed ombre hanno caratterizzato la storia della console, ma al tempo stesso idee, innovazioni e soprattutto molti capolavori. Una retroconsole che merita di essere collezionata anche per le varie versioni speciali esistenti e per l’incredibile valore tecnico di alcuni titoli imperdibili.

In questo speciale abbiamo ripercorso il tormentato cammino di una delle console Nintendo più incomprese della storia videoludica. Innovazione e tecnica si sono scontrate con alcune rinunce dolorose, prima su tutte l’assenza del compact disc come supporto, e impopolari per i canoni dell’epoca di uscita. A distanza di alcuni anni ci si rende però conto di come il N64 sia ad oggi uno dei sistemi più amati, questo lo dicono i sondaggi svolti tra gli appassionati, e più ricchi di capolavori.

Un hardware che miscela la tipica cocciutaggine di Nintendo, che talvolta rimane troppo ferma sulle proprie posizioni, alla straordinaria inventiva che da sempre ha caratterizzato la società di Kyoto. Il N64 è una console che merita di essere riscoperta e collezionata, che nasconde molte altre perle videoludiche oltre a quelle citate, anche perché rappresenta l’ultimo hardware da salotto ad avere costruito la propria fortuna sul supporto a cartuccia ed in un certo senso ha segnato un punto di svolta fondamentale nella storia Nintendo.