Speciale Minecraft

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a cura di Pregianza

Le cose più geniali sono spesso quelle più semplici. Applicare tale principio ai videogame può sembrare sciocco, visto che l’industria videoludica si sta modernizzando sempre di più e le software house stanno raggiungendo nuove vette di realismo e complessità con i loro prodotti. Eppure, un gioco dal concetto semplice ma estremamente originale può diventare un successo stratosferico. È esattamente questo ciò che è accaduto con Minecraft, un gioco indie programmato da una sola persona, che in poco tempo è diventato un caso mediatico incredibile e ha venduto più di un milione di copie.Ma perchè questo gioco dalla grafica primitiva e dal gameplay apparentemente semplicistico si è diffuso con la velocità di un giaguaro allupato? Cos’è che lo rende così speciale? Oggi tentiamo di spiegarvelo.

Ma ‘ndo vai se il cubo non ce l’haiMinecraft è nato dalla mente di Markus “Notch” Persson, un paffuto sviluppatore svedese con la programmazione nel sangue (realizzò la sua prima avventura grafica all’età di 8 anni!). Persson Ha lavorato come sviluppatore per King.com, e creato molti progetti per svariate competizioni prima di mettersi in proprio. Ispirato da giochi come Infiniminer e Dungeon Keeper, ha deciso di creare un titolo sandbox, dal concetto tanto semplice quanto brillante: “tutto nel mondo di gioco può essere distrutto, recuperato e utilizzato per costruire”. Nato come browser game, il gioco presentava mappe tridimensionali generate casualmente e composte interamente da cubi distruttibili di vario tipo, riposizionabili per creare qualunque cosa. Un concetto fondamentale di una semplicità quasi ridicola, ma non si era comunque mai visto nulla del genere nel campo dei videogame e, grazie ad un notevole tam tam mediatico originato dalla rete, ben presto divennero moltissimi i gamer desiderosi di sperimentare personalmente il mondo cubico di Notch. Pian piano l’attenzione della comunità internettiana raggiunse livelli davvero stratosferici, al punto da convincere lo sviluppatore a creare una versione beta del gioco con nuove funzionalità e un gameplay più complesso e variegato. Una volta evolutosi nella sua forma attuale, Minecraft fu un successo superlativo per un titolo indipendente, tale da portare Persson a fondare una compagnia in proprio: Mojang. Lo sviluppatore svedese a tutt’oggi è all’opera per completare e migliorare la sua creatura che, supportata da una comunità in continua crescita, si sta ormai espandendo fuori controllo.

Per fare il legno ci vuole l’alberoConcludiamo qui con la storia di Minecraft e di Mojang, e passiamo a descrivere il gameplay. Come abbiamo detto in precedenza, la prima versione del gioco presentava un mondo tridimensionale interamente composto da cubi distruttibili e utilizzabili per creare qualunque tipo di struttura. In questo la versione beta è rimasta fondamentalmente inalterata. All’inizio di una partita in singleplayer il programma creerà per voi un enorme paesaggio casuale, dove sarà necessario procurarsi dei materiali per costruire attrezzi ed una abitazione iniziale. Non siamo però davanti ad un semplice simulatore di muratura virtuale. Dovrete costruire una capanna con una certa rapidità o scenderà la notte, e con il suo arrivo… arriveranno anche i mostri. Minecraft è infatti a tutti gli effetti un survival game, nel quale dovrete accumulare materiali e costruire di giorno, per potervi difendere dalle amenità che popolano l’oscurità notturna. Inoltre le cose si sono complicate rispetto alla versione alpha, nella quale tutti i blocchi erano da subito disponibili e le manine cubiche del vostro protagonista facilmente in grado di distruggere qualunque cosa. Ora per costruire in fretta è d’obbligo produrre degli strumenti specifici: asce per tagliare la legna, vanghe per scavare la terra, picconi per minare e così via. Inizialmente le vostre mani vi permetteranno di raccogliere solo il legno degli alberi con una velocità accettabile, e sarà proprio con questo materiale che dovrete produrre il vostro equipaggiamento di partenza. Il sistema di costruzioni del gioco risulta quindi semplicistico solo all’apparenza. Dal legno e dagli altri materiali potrete ricavare blocchi lavorati utilizzabili per costruire le parti dure degli attrezzi,delle armi e delle armature, i muri delle case o le strutture basilari necessarie per l’artigianato come i banchi da lavoro e le casse. Dagli alberi potrete ricavare anche dei bastoncini, necessari per i manici dei vari strumenti e per la produzione delle torce (indispensabili la notte poichè il loro fuoco impedisce l’apparizione dei mostri nella vostra abitazione). Non vi sembra complesso? Beh, non finisce ovviamente qui. La pietra vi permetterà di creare strumenti più resistenti di quelli in legno ma comunque non particolarmente duraturi. Ben presto dovrete pertanto passare al ferro, presente in buone quantità nelle zone rocciose. Oltre al ferro sarà possibile trovare e produrre svariati materiali più pregiati, rari e dotati di caratteristiche specifiche come l’oro (i cui strumenti sono velocissimi ma molto delicati) , il vetro (necessario per creare finestre trasparenti), il carbone (per le torce), il diamante (rarissimo, permette di creare gli oggetti e le armature più duraturi del gioco e può esser trovato solo scavando a grandi profondità sottoterra) e molti altri. Non tutti gli oggetti potranno venir creati immediatamente dal vostro inventario e necessiterete spesso del succitato banco da lavoro, nel cui menu le materie prime andranno posizionate con precisione, per ottenere ciò che desiderate. I metalli dovranno inoltre essere fusi in lingotti in una fornace per poter esser lavorati. Vi illustriamo alcuni esempi del sistema di crafting di Minecraft qui sotto:

Una tale profondità è molto apprezzabile in un titolo indie, peccato però che Minecraft non abbia alcun tipo di tutorial! Fortunatamente, l’estesa comunità del gioco ha creato moltissimi siti (spesso pubblicizzati dal sito ufficiale) nel quale vengono spiegate le basi del gameplay e tutte le possibilità del crafting. Esiste persino una Minecraft Wiki, con pagine dettagliate che descrivono ogni singola caratteristica del mondo creato da Notch. Insomma, se avete la pazienza di andare a cercarvi da soli le informazioni necessarie, non sarà difficile divenire dei saggi del cubo.

Cuba tu che cubo anch’ioAnche con il suo aumento di complessità, forse il titolo di Mojang non dovrebbe meritare tanta notorietà. Si tratta pur sempre di un sandbox il cui unico scopo è costruire. Un pianeta composto da LEGO cubici dove creare statue, case o qualsiasi altra cosa. Certamente è una bella idea, e così come le nostre avventure con i mattoncini da piccoli sono indimenticabili, anche Minecraft ha il potenziale di stregare le persone, ma questo ancora non basta a trasformarlo in un must have. A renderlo davvero assuefacente è un’altra caratteristica: può essere giocato online. Sappiamo che sono tantissimi i giochi con una componente multiplayer, ma in questo titolo la cosa assume un valore totalmente diverso dal solito. Se scavare e costruire da soli è divertente, farlo in compagnia può risultare assolutamente esaltante, e il numero mostruoso di server visitabili lo dimostra ampliamente. Ci si ritrova a creare opere immense, spesso stupefacenti in gruppo, e la crescita delle proprie creazioni è esponenziale. Oltre a possedere questo “sortilegio” da cui è dura sottrarsi, il gioco si presta alla grande alle modifiche dei fan. Online ci sono centinaia di skin per i propri personaggi, texture speciali per i blocchi e programmi che permettono di modificare i server e le mappe a piacimento (Bukkit e Invedit sono tra le mod più famose). Alcuni aggiungono perfino elementi al sistema di gioco, come Runecraft, che introduce magie e rune mistiche nei server. Con tanto ben di dio tra cui scegliere i giocatori si sono sbizzarriti. Dire che i server sono “vari” è riduttivo, sono letteralmente di ogni tipo. C’è chi ha creato server puramente costruttivi dove centinaia di giocatori hanno fatto nascere intere città, c’è chi ama la componente survival della beta e ha pertanto reso più difficile sopravvivere agli attacchi notturni dei mostri, c’è chi ha creato server puzzle dove per poter costruire è necessario superare dei complicatissimi labirinti, server gdr dove ci si deve avventurare in dungeon per sconfiggere zombie e affini, server FPS, server forestali, server acquatici, server Tron, server montagne russe, server pvp, server rosafante, server tutto. L’unico problema? Nel gioco non c’è una lista dei server, bisogna cercarli online in vari siti-elenco che ne descrivono le caratteristiche (molti dei quali segnalati ancora una volta nel sito ufficiale del gioco). Anche in questo caso quindi starà a voi cercare e trovare i mondi più divertenti e meritevoli. Cercatelo bene, perchè in Minecraft si nasconde un’altra terribile piaga, il griefing, e probabilmente vorrete evitarla.

Tu costruisci, io spaccoIl griefing non è altro che un fenomeno di vandalismo virtuale. I griefers sono giocatori che, per passatempo, girano nei server con lo scopo di distruggere le opere altrui. Ovviamente risulta piuttosto irritante costruire qualcosa di epico per poi trovarselo vandalizzato il giorno dopo, ed è per questo motivo che moltissimi mondi utilizzano varie misure di sicurezza contro questo tipo di azione. Le più usate difese contro i griefers sono la whitelist e i build rights. La prima altro non è che una lista di giocatori “idonei” abilitati ad accedere alle mappe. Vi si entra facendo richiesta nei forum o nei siti legati agli specifici server e, una volta accettati, si può giocare nel mondo scelto. I moderatori dei server ovviamente sono pronti a bannare a vita dall’elenco chiunque venga scoperto a distruggere le strutture altrui. I building rights sono simili alla whitelist, e comportano l’impossibilità di distruzione o costruzione all’interno di un server. Il diritto a modificare la mappa viene concesso su richiesta dai moderatori, o una volta superate determinate prove. L’unica reale differenza dalla lista consiste nella possibilità di visitare la mappa prima di decidere se entrare a far parte di una comunità oppure no. Non tutti i server sono sicuri, e in quelli più liberali griefers piuttosto abili riescono a fare comunque disastri senza farsi scoprire (in particolare se muniti di lava o acqua, la cui fisica nel gioco non è particolarmente realistica e tende all’espansione). Il fenomeno proabilmente non sparirà mai completamente ma, visto il notevole numero di server controllati, non rovina l’esperienza più di tanto.

Possibilità infinite al cuboQuindi cos’è che alla fine della fiera ha reso Minecraft l’indie game più osannato degli ultimi anni? La sua profondità? L’originalità? La comunità enorme? Secondo noi è stato tutto questo, ma la sua fama è dovuta soprattutto al suo potenziale. Diciamolo chiaramente, il potenziale dell’opera di Notch è infinito. Il gioco è in continua evoluzione, e tutti i giorni qualcuno si inventa qualcosa di nuovo da aggiungerci e perfeziona mod che lo rendono ancor più godibile. Minecraft non ha limiti, può diventare qualunque cosa, è già migliorato notevolmente, ed è ancora nella fase beta! Mojang lavora con una certa frequenza ad update e migliorie per il suo unico e più noto prodotto. Le ultime aggiunte sono state la dimensione alternativa del Nether (una specie di inferno dei cubi ricco di materiali infiammabili, demoni e lava) e la possibilità di costruire del nuovo mobilio. Non osiamo nemmeno immaginare in cosa potrebbe trasformarsi questo titolo tra qualche anno, quando la fase beta verrà finalmente completata. Che vogliate buttarvi in questa stramba avventura adesso o in futuro, il nostro consiglio è uno solo: tenete d’occhio Minecraft, merita la vostra attenzione.