SpazioMMO - ottobre 2013

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a cura di Plinious

Per festeggiare un anno di rubrica questo mese abbiamo deciso di realizzare una puntata diversa dal solito. Invece di trattare i soliti MMO gonfi di hype e con budget milionari attorno a cui ruotano le speranze (oltre che i risparmi) di milioni di giocatori, come abbiamo fatto il mese scorso (a proposito, qui il numero di settembre), questa puntata “controcorrente” è dedicata a quei titoli meno famosi e reclamizzati, vuoi perchè più di nicchia, vuoi perchè con una storia travagliata alle spalle. Eppure, come scriveva il poeta inglese Thomas Gray, “molte gemme di serena luce / sfavillanti l’oceano racchiude / nelle oscure grotte”: andiamo dunque a vedere più da vicino qualcuna di queste gemme.
Un posto d’onore se lo merita Path of Exile, dungeon crawler online nonché primo gioco creato dai neozelandesi Grinding Gear Games. Nato come un clone di Diablo, questo hack’n’slash è però riuscito a stupire tutti grazie a un riuscito gameplay “old-school”, a una libertà di personalizzazione praticamente infinita e a una cura maniacale, come dimostrano i 3 milioni di utenti registrati durante l’open beta. Dopo dieci mesi di testing è infine arrivato il momento della release: Path of Exile uscirà il 23 ottobre e porterà con sé molte novità. Tra queste nuove abilità e gemme, inedite modalità di gioco definite leghe (Domination e Nemesis), nuove ambientazioni, una nuova zona endgame (Sceptre of God) con tanto di boss finale estremamente tosto da sconfiggere e soprattutto la settima classe giocabile, lo Scion, una guerriera pesantemente armata disponibile solo per chi ha completato il gioco: tratto distintivo di questa classe è la sua estrema versatilità visto che, al contrario delle altre, parte dal centro del vasto albero delle skill passive, potendo quindi specializzarsi in tutte le direzioni; prevediamo già che i giocatori si sbizzarriranno nell’inventare centinaia di build fantasiose e “sgravate”. Novità anche sul fronte PvP, con a una nuova arena cattura la bandiera 6v6, nonchè delle interazioni sociali, grazie alla possibilità di creare gilde.
Vale la pena ricordare che Path of Exile è free to play e lo shop contiene solo oggetti estetici, ripudiando qualsiasi aggiunta che potrebbe compromettere il bilanciamento del gioco. Potete aspettarvi una nostra recensione dedicata all’endgame e alla nuova classe dopo il lancio.
Per un gioco che vede la luce, ce n’è un altro che sta per spegnersi. Stiamo parlando di Warhammer Online: Age of Reckoning che chiuderà baracca e burattini il 18 dicembre, a causa del mancato rinnovo della licenza di Warhammer Fantasy con Games Workshop. Si potrebbe scrivere un articolo a parte solo sulla storia di questo MMORPG targato Mythic Entertainment e uscito cinque anni fa: diversi i motivi del suo fiasco, tra cui possono essere annoverati tanti bug, una scarsa ottimizzazione dell’engine e lacune non da poco nel design del RvR (realm versus realm), che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello del gioco. Purtroppo Electronic Arts non ha creduto veramente nel rilancio del titolo e, nonostante le richieste di tanti, non è mai stato convertito al freemium (come invece accaduto per Star Wars: The Old Republic). Ora non resta che sperare che qualche altro team prenda in mano una licenza amata e prestigiosa come quella di Warhammer.
Tuttavia, certe esperienze ci insegnano che ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio. Potrebbe essere questo il caso di City of Heroes, l’ex MMO di Paragon Studios dedicato al mondo dei supereroi. Dopo la sua chiusura per mano di NCSoft un annetto fa una parte della community ha deciso di mettersi in proprio, formando uno studio indipendente chiamato Missing World Media e iniziando a sviluppare quello che a tutti gli effetti può essere definito come il seguito spirituale del vecchio titolo. City of Titans, questo il nome del nuovo progetto, è stato presentato sull’ormai celeberrima piattaforma di crowfunding Kickstarter e ha ottenuto dal pubblico una risposta incredibile: in pochi giorni è stato raggiunto con successo l’obiettivo dei 320000 dollari necessari per dare il via alla realizzazione del gioco, e al momento in cui scriviamo la campagna ha quasi raggiunto il mezzo milione a poco meno di due settimane dalla conclusione. Come tipico di Kickstarter, nuove feature verranno sbloccate con il raggiungimento dei vari stretch goal; per ora si sa che City of Titans userà l’Unreal engine e verrà prima rilasciato un character builder con cui i giocatori potranno divertirsi a creare i loro beniamini virtuali.
Ci vorrà molta pazienza, perchè com’è prevedibile l’MMO in questione è ancora nelle fasi iniziali di sviluppo e difficilmente uscirà prima di tre anni buoni o forse più. Non possiamo comunque che augurare in bocca al lupo a questi volenterosi ragazzi, perchè il lavoro che li aspetta è da veri supereroi. In ogni caso se anche voi nel vostro piccolo volete contribuire, o solo saperne di più, non vi resta che raggiungere la pagina Kickstarter del gioco.
Ricordate invece Anarchy Online, innovativo MMORPG (per l’epoca ovviamente) sci-fi di inizio millennio? Se sì, ci sono succose novità. Questo apprezzato titolo ha cinque espansioni e oltre undici primavere sul groppone, ma ora soffre inevitabilmente della sua stessa età, con un aspetto grafico vetusto e poco soddisfacente. Per ovviare a questo problema, gli uomini di Funcom hanno messo in cantiere un rifacimento totale del gioco su un motore grafico molto più performante, per l’esattezza il Dreamworld engine (già adoperato per Age of Conan e The Secret World), che introdurrà texture e shader migliori, ombre potenziate e la simulazione della fisica dell’ambiente (ad esempio sull’erba e gli alberi). Di questo fantomatico revamp si vociferava da anni, ma è solo del mese scorso la notizia che la software house norvegese ha finalmente aperto al beta testing della nuova versione, al momento genericamente chiamata New Player Experience; gli inviti arriveranno a ondate per gli utenti già registrati al gioco. Funcom assicura inoltre che non si tratterà di un mero update grafico, in quanto sono previsti miglioramenti pure all’interfaccia e all’item shop.
Ad oggi il tutto è sotto NDA, ma con l’apertura dell’open beta nei prossimi mesi ne sapremo sicuramente di più. Da parte nostra non vediamo l’ora di approfittare della rinnovata veste grafica per tornare a immergerci in uno dei titoli massivi più profondi in circolazione.
Star Citizen
Non poteva mancare in questo articolo quello che costituisce il re indiscusso dei giochi basati sul crowfunding, ovvero Star Citizen. Descrivere in poche righe il prodotto in questione è impresa dannatamente ardua, e per questo vi rimandiamo all’anteprima già pubblicata al momento dell’annuncio del gioco. Star Citizen rappresenta l’ultima attesissima fatica di Chris Roberts, padre dei leggendari Wing Commander e Freelancer, e della software house da lui fondata, Cloud Imperium Games: trattasi di un sandbox MMO fantascientifico in esclusiva PC che sarà ambientato in una galassia aperta e variabile in cui i player potranno interagire navigando, esplorando, commerciando e combattendo nello spazio, con tanto di visuale in prima persona dall’interno dell’astronave (e possibilità di comandarla tramite joypad). Ogni giocatore potrà scegliere liberamente la carriera da intraprendere, diventando un pilota di caccia, un commerciante, un mercenario o magari un pirata.
Oltre ai server multiplayer ufficiali si potranno creare server pubblici hostati direttamente dai player, ognuno con le sue regole e leggi. Per chi invece non fosse interessato alla parte persistente Star Citizen offrirà anche una componente singleplayer offline rappresentata da una campagna story-driven, chiamata Squadron 42, che costituirà quasi un gioco a sè.
Il titolo è partito come un progetto indipendente ma a suon di finanziamenti e donazioni è diventato qualcosa di paragonabile a un vero tripla A: ben 23 i milioni raccolti tra Kickstarter e sito ufficiale da parte di più di 270000 utenti. D’altro canto a giudicare da immagini e video diffusi la creatura di Roberts sembra quanto di più next-gen si sia visto ultimamente, grazie all’uso di una versione modificata del CryEngine 3: i modelli delle navi sono dettagliatissimi e la visuale dal cockpit è qualcosa di incredibile per immersione e cura riposta.
Nel frattempo, con il raggiungimento degli ultimi stretch goals sono stati promessi nuovi importanti contenuti al lancio: tra questi l’implementazione del motion capture, il tool per il modding, nuovi sistemi spaziali, navi inedite, la modalità arena, le stazioni spaziali gestite dai giocatori, il combattimento PvP a terra (consentito solo sui pianeti fuorilegge) e il facial capture system; a 24 milioni verrà sbloccato il sistema di trasporto pubblico galattico, mentre a 25 i ragazzi di Roberts Space Industries promettono che sarà perfezionata l’imminente versione alpha per garantire un’esperienza ludica migliore.
Già da fine agosto intanto è disponibile per coloro che hanno finanziato il titolo l’hangar module, un deposito realizzato con il motore in-game nel quale ogni giocatore può vedere le navi che ha acquistato e salirci sopra. Il gioco finale è previsto per novembre 2014 e sarà buy to play, quindi non richiederà sottoscrizione mensile. Nei prossimi mesi partirà l’alpha ristretta ai backer, che permetterà di testare in anteprima diversi aspetti di questo MMO. Confermata infine, e questa è una bellissima news per il pubblico italiano, la traduzione nella nostra lingua tramite sottotitoli!
Star Citizen ha insomma tutte le potenzialità per rivelarsi qualcosa di grande. Pionieri dello spazio profondo, preparatevi.
ArcheAge
Eccoci a parlare del discusso prodotto di casa XL Games. ArcheAge è un MMORPG sandpark (ovvero a metà strada tra un themepark classico alla World of Warcraft e un sandbox) di nuova generazione creato anch’esso utilizzando il CryEngine 3. E i risultati si vedono eccome: il gioco si presenta tecnicamente all’avanguardia, grazie a effetti grafici come la tessellation e l’ambient occlusion, riproducendo paesaggi d’impatto e personaggi convincenti. La grafica però non è tutto e difatti ArcheAge propone un gameplay con diversi spunti interessanti: in primis un mondo vivo e interamente plasmabile per mano dei giocatori, con la possibilità di tagliare alberi, edificare case e castelli e persino di coltivare il proprio campo come dei novelli contadini; il tutto, naturalmente, accompagnato da buone quantità di farm come da tradizione di ogni MMO coreano. Molto vario il sistema di travel che permette di spostarsi a cavallo, in carrozza, in nave, con degli specie di deltaplani e addirittura con pacchianissime automobili. Oltre a questo è presente anche un completo sistema giudirico player-driven che permette di processare e imprigionare un giocatore se questo ha commesso dei crimini nei confronti di altri: i criminali possono poi scontare la pena in prigione o tentare di evadere attraverso una galleria sotterranea.
Il setting corrisponde al tipico fantasy di matrice coreana e alterna a pianure, foreste, montagne e deserti pure oceani sconfinati, che i giocatori possono solcare ed esplorare grazie a navi craftabili. Proprio in mare risiede uno dei boss open world più forti del gioco, un enorme kraken che necessita della presenza di centinaia di player contemporaneamente per essere abbattuto.
ArcheAge è stato rilasciato a inizio anno in Corea mentre in Giappone è arrivato a luglio: il titolo ha avuto un lancio problematico e il suo destino appare tuttora incerto, tant’è che XL Games è stata costretta a convertirlo al F2P nel tentativo di risollevarne le sorti. Anche in Russia, dove il gioco è in beta, non è tutto rose e fiori: quando il publisher Mail.ru ha svelato il modello gratuito per la versione locale il pubblico si è sollevato, accusando il sistema di essere un pay to win mascherato e chiedendo a gran voce un modello più equo. Incredibile ma vero, Mail.ru è tornata sui suoi passi e ha deciso di venire così incontro alla comunità proponendo tre diverse soluzioni di pagamento.
Publisher di ArcheAge qui in Europa è Trion Worlds (conosciuta per RIFT e Defiance), che tuttavia poche settimane fa ha annunciato che per vedere in Occidente la closed beta di questo MMORPG ci sarà ancora da attendere, principalmente a causa del lungo processo di traduzione del client coreano. Come se ciò non bastasse, è buio assoluto sul modello di pagamento che verrà adottato. Conviene dunque mettersi il cuore in pace e pazientare, sperando che la release europea porti ad ArcheAge più fortuna di quanta ne ha avuta finora.
Survarium
Dopo il fallimento di GCS Game World e il definitivo abbandono dei lavori su S.T.A.L.K.E.R. 2, erano in molti a temere che non avremmo più rivisto su computer la fredda e suggestiva ambientazione della Zona. Eppure, da una costola della software house ucraina è nata Vostok Games, che intende far rivivere lo spirito di S.T.A.L.K.E.R. nel suo primo progetto in via di sviluppo.
Survarium è un FPS online free to play con microtransazioni ambientato in un presente alternativo: stavolta la trama ipotizza che la nostra amata Terra (e non solo la regione di Chernoybil) sia stata vittima di una catena di eventi apocalittici, tra cui catastrofi radioattive, esplosioni chimiche e un inquinamento incontrollato del terreno e delle acque, ai quali è seguita la spietata risposta di madre natura, che ha trasformato il mondo in una giungla ostile all’uomo brulicante di anomalie, mutanti e trappole mortali: un vero e proprio inferno in terra, insomma. Compito dei giocatori sarà quello di sopravvivere a questa apocalisse ambientale per scoprire quali siano le cause e, se possibile, trovare la soluzione a un tale disastro.
È evidente fin da subito che Survarium, oltre all’atmosfera, ricicla molte delle idee vincenti di S.T.A.L.K.E.R., e d’altronde non potrebbe essere altrimenti, visto che il team di Vostok Games è composto per lo più da veterani della precedente softco: tra queste componenti troviamo una difficoltà generale tarata verso l’alto e una certa enfasi per gli elementi survival, fattore quest’ultimo che lascia supporre che Survarium non sarà un semplice sparatutto in cui dover crivellare di colpi tutto ciò che si muove.
Il mondo di gioco non sarà totalmente open world ma diviso in più mappe, ognuna delle quali corrisponde a un “livello”: al loro interno i player potranno essere coinvolti in missioni PvE, con tanto di coop, o in più frenetici scontri PvP. A tal proposito giusto a inizio mese è stato pubblicato il filmato dimostrativo di una sessione competitiva sulla mappa Rudnya, dove si affrontano due squadre di tre giocatori appartenenti alle fazioni Scavengers e Black Market; questo video mette in mostra una già discreta grafica e dei buoni effetti di luce, accompagnati però da animazioni claudicanti che necessitano di ulteriore lavoro. Poco male, perchè qua il gioco non uscirà prima della seconda metà del 2014, mentre è stato annunciato che in Russia l’open beta arriverà entro la fine dell’anno e sarà dedicata esclusivamente alla modalità PvP. Insomma, per una versione inglese noi europei dovremo attendere ancora.
The Repopulation
Concludiamo la nostra rassegna con un altro titolo indie che merita di essere tenuto d’occhio: stiamo appunto parlando di The Repopulation, MMO futuristico sviluppato da Above & Beyond Technologies e finanziato nell’estate del 2012 tramite, indovinate un po’, il solito Kickstarter. Il gioco è stato presentato lo scorso settembre al PAX Prime di Seattle ricevendo feedback molto positivi.
The Repopulation è ambientato sul pianeta Rhyldan, dove gli ultimi esponenti della razza umana combattono contro l’estinzione: qua infatti le forme di vita indigene non accolgono gli umani a braccia (anzi, tentacoli) aperte e, a peggiorare la situazione, gli uomini rimasti si sono divisi in due fazioni in guerra civile tra loro. I sopravvissuti dovranno quindi riuscire a organizzarsi in un ambiente ostile, stabilire degli insediamenti, rinforzarsi e colonizzare il pianeta con i mezzi che riterranno migliori.
Ma di fatto, come si concretizza tale premessa? È presto detto: The Repopulation è un ibrido tra un sandbox e un themepark, in cui il combat sarà solo una delle tante opzioni possibili: al suo fianco sono presenti attività come l’esplorazione, la diplomazia, la politica, l’harvesting e il gathering (la raccolta di risorse e materie prime), il crafting e l’housing. Potremo ad esempio scegliere di non toccare mai un’arma per dedicarci totalmente all’artigianato o alla costruzione: i personaggi si evolvono senza livelli con un sistema basato sull’uso delle skill, sistema che al momento annovera ben 75 abilità uniche e che ai più attenti non mancherà di rievocare quello del defunto Star Wars: Galaxies.
Il focus del gameplay verte però su un’altra feature, il mission system: questo fornisce al giocatore quest dinamiche in base all’ambiente che lo circonda e che si evolve continuamente; la meccanica ricorda un po’ i public event di Guild Wars 2, ma gli sviluppatori promettono maggiore interattività e conseguenze tangibili sul mondo virtuale. Anche l’housing sembra molto avanzato, con la possibilità di costruire strutture e persino città dei giocatori, che potranno a loro volta essere attaccate e conquistate da player appartenenti a un’alleanza nemica. A confermare ulteriormente la versatilità di questo gioco, il combattimento sarà affrontabile in due modalità switchabili a piacimento, RPG mode e action mode: la prima consiste nel combat a turni tipico di qualsiasi MMORPG tradizionale, mentre la seconda permette di controllare il personaggio in maniera simile a un TPS con tanto di mirino. Ciliegina sulla torta, il prodotto sarà free to play e i developer assicurano che i crediti che si potranno acquistare sullo store non sbilanceranno il gioco, limitandosi a fornire funzionalità avanzate per i PG che avranno raggiunto l’endgame e scongiurando così il rischio del pay to win.
The Repopulation è insomma un progetto estremamente ambizioso e difficile da realizzare e, consci di questo, gli sviluppatori stanno lavorando per ultimare il gioco e cercare di correggere gli inevitabili bug. L’open beta dovrebbe iniziare nei primi mesi del prossimo anno, con una release prevista successivamente. Noi saremo lì ad aspettarlo.

Questo mese SpazioMMO si ripresenta con un dossier sui giochi massivi di nicchia più promettenti che il mercato ci propone per i mesi venturi: che si tratti infatti di affascinanti sandbox vecchia scuola, di MMORPG finanziati su Kickstarter o di semplici giochi multiplayer da tenere seriamente d’occhio, il sottobosco dei titoli indipendenti online è popolato da tanti progetti interessanti e ambiziosi, e quelli che abbiamo trattato in questa rubrica ne rappresentano solo una piccola parte. Star Citizen, ArcheAge, Survarium, The Repopulation, City of Titans sono come giovani stelle appena apparse nel firmamento: se si trasformeranno in luminose supernova o in desolati buchi neri lo sapremo solo vivendo (e giocando).