Recensione

Sound Shapes

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a cura di Nitro

Il panorama indie non è mai stato roseo come negli ultimi tempi. La progressiva diffusione del digital delivery ha giovato moltissimo agli sviluppatori minori, dando loro la possibilità di creare titoli di qualità e pubblicarli senza dover impiegare ingenti patrimoni nella distribuzione. Sound Shapes è uno degli ultimi arrivati, e più che un prodotto ludico lo si può definire come un’esperienza che ogni videogiocatore degno di tale nome dovrebbe provare almeno una volta nella sua carriera. Vediamo insieme perché.
Potenza sonora
L’opera di Queasy Games altro non è che un platform side scrolling nel quale sarà necessario superare ognuno dei livelli proposti volgendo particolare attenzione al ritmo e alla musica che li accompagnano. La prima modalità di gioco, la classica campagna, ne presenta venti divisi in cinque mondi di gioco, denominati album, con stili caratteristici totalmente diversi tra di loro.
Il nostro compito sarà quello di raccogliere tutte le note musicali sparse per gli stage e portare il nostro simpatico alter ego, una sorta di ameba, al giradischi posto nell’ultima sezione del livello. Si partirà da una situazione di quiete e, progressivamente, la melodia si arricchirà ogni volta che raccoglieremo una moneta, fino a completarsi una volta giunti al giradischi, nostra meta finale. Tutti gli elementi presenti a schermo emetteranno suoni che contribuiranno ad arricchire la musica, per cui eventuali ostacoli, nemici o altro, saranno facilmente superabili una volta appreso il pattern melodico. L’ameba potrà inoltre attaccarsi a particolari superfici del suo stesso colore, raggiungendo così punti altolocati e trovando valido aiuto nelle situazioni di gioco più intricate. Al contrario, gli oggetti di tonalità diversa da quella del protagonista si comporteranno in modo opposto, e quelli di colore rosso provocheranno la morte e il conseguente respawn al punto di controllo precedente. Per evitarli e per darsi maggior slancio prima di un salto, infine, il piccolo protagonista potrà assumere le sembianze di una palla rotante, perdendo però la prerogativa di attaccarsi alle superfici.
Ogni album presenta un level design totalmente diverso, che va da paesaggi ameni fino ad arrivare a città industrializzate. La loro caratterizzazione e la complessiva perizia nella realizzazione, soprattutto per quanto concerne l’interazione con il mondo di gioco, riesce sempre a rinnovare l’offerta del titolo evitando che alla lunga questo diventi monotono. Il livello di sfida aumenta con l’incedere dell’avventura, rendendo la curva di difficoltà ben studiata e per nulla frustrante, grazie anche ad un sistema di checkpoint validissimo e alla mancanza del game over. Insomma, il gioco propone un classico sistema di trial and error, e sarete solo voi a decidere come e quando smettere di giocare.
Una volta terminata la modalità Campagna verrà sbloccata la variante Morte, la quale vi proietterà in particolari sezioni in ogni livello dove dovrete collezionare tutte le note presenti entro lo scadere del conto alla rovescia. L’impresa non sarà per nulla semplice poiché, lungo il tragitto, saranno presenti nemici ed ostacoli di ogni genere, e la manifestazione progressiva e casuale delle note impedirà di procedere settore per settore o di memorizzare la sequenza con cui appaiono, facendovi correre più e più volte da un’estremità all’altra dello schermo.

Nuovi mondi
A fianco delle due modalità già analizzate che vi terranno impegnate per svariate ore, Sound Shapes offre un editor profondo quasi come quelli presenti nelle produzioni Media Molecule. Ogni brano completato nella modalità principale vi fornirà preziosi oggetti da utilizzare per creare il vostro livello personalizzato, quindi non appena ottenuto accesso all’editor potrete contare su dozzine di elementi disponibili. Inutile dire che la ricchezza in termini quantitativi si traduce in un numero spropositato di combinazioni possibili, e la mancanza di un limite massimo di oggetti impiegabili vi permetterà di procedere come meglio credete, senza inutili vincoli alla vostra fantasia creativa. Oltre a posizionare le varie note e gli elementi secondari dei paesaggi che andrete a creare, il titolo permette di regolare la scala melodica, l’eventuale trasposizione delle note ed il numero di BPM per velocizzare o rallentare il ritmo.
Le funzionalità PS Vita emergono solamente in questo frangente, poiché, se nella modalità Campagna non vi era alcun utilizzo delle feature introdotte nella nuova portatile Sony, qui tutto sarà a portata di tocco e creare livelli si rivelerà un gioco da ragazzi. Mediante il touchscreen sarà possibile selezionare gli elementi da porre all’interno della nostra sandbox, mentre con il touchpad posto sul retro della console si effettueranno modifiche successive come il ridimensionamento o la rotazione.
Una volta salvato il tutto e completato almeno una volta, si potrà caricare sui server online e condividerlo con i propri amici. Potremo dunque improvvisarci musicisti in erba e dar vita al nostro brano personale, rendendo note le nostre abilità ai giocatori di tutto il mondo. A tal proposito è da segnalare l’ottima integrazione di un sistema social con caratteristiche simili all’ultra popolare Twitter. Ogni giocatore avrà il suo profilo pubblico con il quale seguire altri utenti e visualizzare le novità in un comodissimo news feed. Si annoverano anche i cuori per preferire i vari livelli, come accade in LittleBigPlanet, e già da ora si può prevedere come, entro poche settimane se non giorni, la community riuscirà a sfornare creazioni che renderanno il prodotto praticamente infinito. Un’integrazione a dir poco eccezionale, che non fa in alcun modo rimpiangere la mancanza di una componente multigiocatore cooperativa.
Mozart…? Beethoven…? Chiiiiiiiiiiiiiii?
Sempre nel menu dell’editor si potrà accedere alla Scuola di Ritmo, altra variante che presenta meccaniche tipiche dei rhythm game. Il gioco proporrà una particolare sequenza melodica da riprodurre posizionando in modo opportuno nota per nota in alcuni dei centoquarantaquattro slot presenti. Toccando l’icona posta in alto a sinistra avremo la possibilità di risentire il ritmo da emulare e verificare se quanto fatto fino a quel momento sia corretto. Sebbene la Scuola di Ritmo proponga solamente 12 livelli, vi assicuriamo che gli ultimi, in particolar modo, si riveleranno più che ostici facendovi scervellare per trovare la sequenza corretta. Il sistema di controllo è uguale a quello già visto per la creazione dei livelli, in quanto si utilizzeranno i due touchscreen su PS Vita e il gamepad su Playstation 3.
Note paradisiache
Sound Shapes è un titolo che rasenta la perfezione tecnicamente. Le melodie proposte, come già in parte accennato, si sposano perfettamente con il gameplay ed i livelli sono caratterizzati da uno stile evocativo, congeniale e ben studiato. Tra i brani proposti figurano compositori minori come I Am Robot and Proud e deadmau5, ma non mancano chicche da parte di artisti del calibro di Jim Guthrie e Beck. Da sottolineare come quest’ultimo sia riuscito a creare un’atmosfera incredibile negli ultimi livelli, tanto che li abbiamo ripetuti più e più volte anche dopo aver concluso la modalità Campagna. La componente grafica si comporta allo stesso modo, salvo qualche sporadico calo di frame rate che, tutto sommato, non ha mai creato problemi rilevanti.

– Cross Play

– Editor dei livelli profondo

– Forte componente social

– Offerta ludica ricca e varia

– Stile ispiratissimo

– Sporadici cali di frame rate

9.0

Dopo aver provato per svariati giorni Sound Shapes, sarebbe un’eresia dire che non ne siamo pienamente soddisfatti. Queasy Games ha svolto un lavoro a dir poco encomiabile, tanto da far invidia anche alle maggiori produzioni odierne. Completare determinati livelli sulle note di Beck è stato sensazionale, e vi assicuriamo che continuerete a giocare al titolo fino allo sfinimento, tanto che comincerete a fischiettare le melodie presenti in-game. Da ricordare, in ultima istanza, la sua natura cross platform, che permette di acquistare una singola copia a 12,99 euro ed utilizzarla sia su PS Vita sia su Playstation 3 senza costi aggiuntivi. Il cloud saving consentirà di sincronizzare i progressi di gioco (non è assolutamente necessario essere possessori di account PLUS), cosicché, una volta cambiata console, saremo liberi di ricominciare da dove ci eravamo interrotti.

Voto Recensione di Sound Shapes - Recensione


9