Anteprima

Soul Calibur V

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a cura di Pregianza

Namco è molto attaccata ai suoi brand, e lo dimostra sfornando puntualmente ogni anno nuovi capitoli di serie già consolidate. Fortunatamente la software house ha dalla sua un numero notevole di titoli su cui lavorare, e ogni volta riesce ad aggiungere abbastanza novità alla formula da giustificare l’acquisto del nuovo prodotto. Questa volontà di innovare i propri giochi è di certo degna di lode, ma ha portato gli sviluppatori giapponesi a fare qualche passo falso in passato, specie nelle ultime iterazioni di due delle serie di picchiaduro tridimensionali più amate in assoluto, Tekken e Soul Calibur. Entrambi i giochi erano certamente di ottima qualità, eppure sbilanciamenti legati ad alcuni personaggi e modifiche al gameplay non apprezzatissime ne hanno decretato un successo inferiore rispetto a quello ottenuto dai diretti predecessori. Con Soul Calibur V però le cose potrebbero facilmente tornare agli antichi fasti.  I programmatori hanno ascoltato le critiche dei fan e, nonostante il numero di ritocchi al sistema sia rimasto alto, danno l’impressione di aver azzeccato proprio tutto stavolta. 
Voglio la crema anti invecchiamento di Mitsurugi
Soul Calibur V si svolge ben 17 anni dopo la conclusione del capitolo precedente. Siegfried sembrava finalmente esser riuscito a liberarsi della Soul Edge con l’ausilio della possente Soul Calibur ma, si sa, la lama maledetta non si può mai distruggere del tutto e dopo qualche tempo trova sempre il modo di tornare. Passati quasi due decenni uno si aspetterebbe un cast di personaggi completamente rinnovato, invece gran parte del roster storico sarà ancora utilizzabile: il buon Siegfried è ancora lì a menar fendenti con spade più grosse di una Smart monovolume, Ivy è sempre una toponza stratosferica (le maledizioni fanno miracoli per la pelle) e Mitsurugi, nonostante l’età, picchia ancora come un fabbro.
Certo, in tutto questo tempo sono spuntati parecchi volti nuovi, e molto interessanti per giunta. 
Patroklos e Pyrrha sostituiscono la madre Sophitia, Yan Leixia è la figlia di Xianghua, Natsu è l’allieva ninja della cara vecchia Taki, Xiba è il possibile successore di Kilik, e i misteriosi Z.W.E.I. e Viola fanno parte della banda di mercenari Schwarzwind guidata dal succitato Siegfried. Lo strambissimo Dampierre sarà invece inizialmente disponibile solo a chi preordinerà il gioco. Di carne giovane al fuoco ce n’è tantissima.
Cappa e spada, senza cappa ma con un sacco di spada
Una tale armata di nuove entrate ha permesso a Namco di sbizzarrirsi nel parco mosse dei vari personaggi. Persino quelle new entries che non sono altro che versioni  aggiornate di protagonisti storici riescono a portare una ventata di freschezza, grazie ai grossi cambiamenti apportati ai loro collaudati stili di combattimento. Tra tutti, a rubare la scena sono Z.W.E.I. e Viola, due combattenti completamente originali. Il primo è un guerriero a corto raggio, in grado di evocare una sorta di misto tra un lupo mannaro, un’arma e un fantasma che sferra colpi di portata più ampia e può facilmente mandare in confusione l’avversario. La seconda sfrutta invece una sfera magica posizionabile in giro per il ring, con la quale è possibile sferrare un gran numero di attacchi a lunga distanza. Quando la sfera non è disponibile, la ragazza sfrutta calci e artigli. Se invece fate parte del gruppo di fan di Assassin’s Creed che non vede l’ora di prendere il gioco per la presenza di Ezio Auditore da Firenze, possiamo dirvi che l’allegro assassino nostrano è stato riportato con una certa fedeltà, usa più o meno tutti i gingilli del mestiere ed è un extra nettamente più azzeccato degli “ospiti” apparsi in passato nella serie.
Il gioco non è ancora uscito, ma già ora si può notare un ottimo lavoro di ribilanciamento. Per farvi un esempio Hilde, nota come “il terrore di Soul Calibur IV”, è stata ristrutturata in toto e anche Ivy ha subito pesanti variazioni (non sembra più possedere uno stile a “spada frusta”, pur potendo ancora allungarla con certe mosse). Presto per dare valutazioni precise, ma gran parte del cast dà l’impressione di essere efficace. Ottimo segno. 
Come prevedibile, il gameplay è profondamente cambiato in questo nuovo capitolo della serie Soul Calibur. Lo spostamento in tre dimensioni tipico della serie è sempre quello e il feeling generale è rimasto simile, ma la velocità complessiva è aumentata sensibilmente, è stata aggiunta una sorta di “barra della super”, e il sistema di parate è stato rivoluzionato. La nuova barra, chiamata “Critical Gauge”, si carica combattendo e permette ai giocatori di utilizzare super attacchi chiamati “Critical Edge”, o di potenziare determinati colpi speciali in modo simile alle mosse EX. L’inserimento della Critical Gauge ha portato a grossi cambiamenti nel noto sistema delle parate a impatto. Ora non è più possibile eseguire questa tecnica difensiva ad libitum, poiché è necessario usare il 25% della barra. Vista la spesa necessaria, la parata a impatto è divenuta più efficace, difende anche dai colpi imparabili ed è più facile da eseguire. 
Molti probabilmente saranno contrariati dal cambiamento, ma le sorprese non sono finite, Namco ha infatti inserito un’ulteriore meccanica difensiva, il “Just Guard”. Si tratta a tutti gli effetti di una variante della parry già vista in Street Fighter 3rd Strike: cliccando il tasto per la guardia nel momento esatto in cui l’avversario sferra un colpo, è possibile difendersi guadagnando un vantaggio tempistico direttamente proporzionale alla lentezza dell’attacco parato e contrattaccare di conseguenza. Grazie a questo sistema non si sente troppo la mancanza del “Guard Impact” classico e la tecnicità complessiva è aumentata. Non bastasse, è possibile schivare i colpi con l’ausilio di uno scatto verticale, che ovviamente non funziona contro le spazzate. Sparite infine le tecniche che uccidevano istantaneamente una volta spezzata l’armatura dell’avversario (Critical Finish), una feature di cui non sentiremo affatto la mancanza.
Tagliare sì, ma con stile
Tecnicamente Soul Calibur V non delude. Siamo rimasti piacevolmente stupiti dalla bellezza degli scenari del titolo. Anche i personaggi dimostrano l’impeccabile cura nei dettagli tipica di Namco, sono bellissimi da vedere e si muovono alla grande. Non abbiamo esplorato a fondo le possibilità di personalizzazione presenti del gioco, ma il loro numero è di tutto rispetto. L’unica critica riguarda alcuni problemi di interpolazione poligonale degli oggetti. Se tutto va come deve andare, a gioco uscito sarà dura trovare un guerriero uguale ad un altro online. Lodevole anche il sonoro. Quanto ai contenuti, la serie non ha mai deluso e non accadrà di certo quest’anno. Le modalità sono molte e comprendono uno story mode incentrato su Patroklos (o almeno così è sembrato da quel poco che abbiamo potuto provare nel codice preview) e un interessante “Legendary Souls Mode” da sbloccare dei quali rimandiamo un’analisi più approfondita in sede di recensione finale.

– Le modifiche al gameplay sono tutte ben congegnate

– Ribilanciamento che sembra già ora fatto con criterio

– Possibilità di personalizzazione di tutto rispetto

– Tecnicamente lodevole

Gli amanti dei picchiaduro 3D hanno di che gioire quest’anno. Namco sta tirando fuori dal cappello un sacco di nuovi titoli e, cosa ancor più gustosa, pare aver imparato moltissimo dagli errori passati. Soul Calibur V è un titolo davvero promettente che, nonostante i significativi cambiamenti apportati al sistema di gioco, dovrebbe fare la gioia dei fan della serie e degli appassionati in generale. Siamo pronti ad accoglierlo.