Recensione

Sonic e il Cavaliere Nero

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a cura di Mauro.Cat

Svestiti i panni da porcospino mannaro della discreta avventura multipiattaforma Sonic Unleashed, Sonic ritorna con un titolo in esclusiva per Nintendo Wii. Questo nuovo action game firmato dal Sonic Team appartiene alla Sonic Storybook series. Abbandonate le atmosfere arabeggianti de Gli Anelli Segreti, questa nuova avventura ci proietta direttamente nel mondo di Camelot. Sonic e il Cavaliere Nero è un platform ibrido che alterna situazioni classiche del personaggio Sega ad altre più innovative impostate sui combattimenti all’arma bianca. Il gioco è totalmente in italiano, così come il manuale di istruzioni, ed appena avviato il disco la console richiede al giocatore un breve aggiornamento.

Come in un libro illustrato Il saggio Re Artù è stato corrotto dall’oscuro potere rilasciato dal fodero di Excalibur e sta turbando la pace di Camelot. Per questo motivo una giovane maga di nome Merlina evoca un eroe da un’altra dimensione per poter salvare il regno. Il simpatico Sonic, che in quel momento stava gustando beato tre succulenti hot dog, cade dal cielo e si ritrova in un luogo del tutto sconosciuto. Il filmato introduttivo mostra la fuga della maga ed il primo incontro, più comico che epico, tra Sonic, Merlina ed un minaccioso Re Artù. Obiettivo di Sonic è recuperare la saccente spada Caliburn, che nonostante il tentativo degli sceneggiatori risulta un personaggio poco carismatico, e partire alla ricerca dell’ingiusto regnante. I più noti comprimari della serie appaiono in questo episodio, in maniera analoga a quanto visto ne Gli Anelli Segreti, occupando il ruolo di vari protagonisti della vicenda. Soltanto Sonic pare però riconoscere gli amici. Il resto della storia è narrato attraverso sequenze splendidamente animate e colorate. Con un effetto grafico d’impatto sono stati ricreati degli intermezzi che tanto ricordano un libro di favole, animate, ingiallito dal tempo. L’effetto tremolio e le evocative ombreggiature rappresentano una vera e propria sorpresa all’interno di un prodotto graficamente nella media.

Il fabbro con due codeIl sistema di controllo di Sonic e il Cavaliere Nero abbandona la strada percorsa con Gli Anelli Segreti e si affida alla tradizionale coppia telecomando più Nunchuk. Con la leva analogica si controlla il porcospino, con una scossa al telecomando si esegue un fendente con la spada, con il tasto A si salta, con il B si utilizzano alcune mosse speciali limitate da una barra di energia a parte e con il tasto Z si effettua la guardia. Il sistema di comando funziona piuttosto bene e, complice una struttura meno legata alle acrobazie aeree, si ha raramente la sensazione di non avere la situazione sotto controllo. In definitiva possiamo promuovere per la maggior parte dei casi il sistema di controllo, anche se l’estrema sensibilità della leva analogica obbliga il giocatore ad una piccola fase di rodaggio. I primi livelli, costruiti come il classico tutorial, introducono in maniera graduale, e mai tediosa, all’avventura vera e propria.Strutturalmente la mappa di Camelot è suddivisa in vari mondi costituiti da cinque tipi di missioni. Si deve raggiungere la fine del livello, sconfiggere un determinato numero di nemici, donare anelli ai cittadini bisognosi, eliminare i boss oppure affrontare uno specifico obiettivo (come quello di non toccare nessuno durante un intero livello). Le missioni sono molto ben amalgamate ed anche grazie a qualche piccola variazione, come gli stage sul carro od altri nei quali utilizzare la spada per scalare pareti, non vengono mai a noia. Affrontando i livelli si raccolgono oggetti che, grazie al fabbro Tails, possono essere utilizzati per potenziare il nostro eroe. È poi possibile modificare lo stile di combattimento in modo da sfruttare alcune abilità specifiche nelle missioni più adatte. Superando i livelli è possibile anche salire di grado fino a guadagnare la fiducia della nostra spada.

Spadaccini e ripetuteLe più importanti novità sono però da ricercare nel sistema di gioco. Sonic ha in questo caso a disposizione una spada con la quale combattere i cavalieri al servizio del malvagio sovrano. Questa meccanica riesce in parte a svecchiare alcune meccaniche di gioco che non funzionavano nel capitolo precedente. Le missioni alternano sezioni molto rapide, e più marcatamente platform, nelle quali superare di slancio i vari ostacoli ad altre maggiormente incentrate sull’azione. Nonostante un sistema di collisione degli scontri con la spada non esente da difetti, il tutto funziona discretamente bene. Con il giusto tempismo, le mosse speciali ed una discreta fortuna, è possibile eliminare sequenze di cavalieri rivali con fulminei ma appaganti duelli all’arma bianca. Puretroppo qualche imprecisione si può segnalare ogni qualvolta siamo costretti a camminare a ritroso, ma in definitiva l’esperienza di gioco, pur non risultando indimenticabile, si rivela piacevole. Il titolo, aspetto raro per un episodio recente di Sonic, non risulta quasi mai frustrante. Un discorso a parte meritano invece i combattimenti contro alcune nostre vecchie conoscenze nei panni dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Questi combattimenti appaiono realizzati in maniera caotica e troppo spesso si ottiene la vittoria più per caso che per reale abilità. Per fortuna i boss del gioco non sono moltissimi, ma opbiettivamente tale difetto non é certo trascurabile ai fini del divertimento.

Colori e magieGraficamente il titolo risalta grazie ad alcune scelte cromatiche, arricchite da ottimi effetti di luce, davvero evocative. L’unico difetto è da imputare ad una certa ripetitività di ambienti. Nonostante il buon lavoro svolto dai grafici, l’ambientazione cavalleresca del titolo ha limitato in parte la fantasia degli sviluppatori ed i fan di vecchia data potrebbero rimpiangere gli scenari più classici di Sonic. Le animazioni sono nella media e sia i nemici che gli abitanti dei piccoli feudi risultano un po’ troppo ripetitivi. La colonna sonora mantiene un ritmo costantemente sostenuto, ma quasi mai risulta ispirata. Il contesto del gioco avrebbe forse meritato una ricerca musicale più approfondita.Il vero tallone d’Achille del titolo è però la scarsa longevità. Una più precisa gestione dei comandi di gioco ha come conseguenza un generale abbassamento del livello di difficoltà. Per questo motivo un giocatore esperto che magari ha già completato le ultime avventure del porcospino blu terminerà il titolo in una manciata di intense sessioni di gioco.Una trama soprendente prolunga l’avventura, ma siamo comunque sulle sei – sette ore totali. A parziale compensazione vanno segnalate una trascurabile opzione battaglia che permette scontri in multiplayer fino a quattro giocatori ed una modalità di classifica internazionale tramite WiFi Connection che garantisce anche lo scambio di oggetti tra amici.Sonic e il Cavaliere Nero migliora in maniera sensibile la giocabilità dei titoli precedenti pubblicati in questa generazione di console, ma risente di un paio di difetti strutturali che penalizzano in parte un prodotto comunque discreto.

– Meccanica migliorata rispetto al passato

– Ottimi cambi di ritmo e missioni piuttosto varie

– Tecnicamente pregevole

– Trama interessante

– Longevità limitata

– Scontri con i Boss da rivedere

– Ancora lontano dal concept che ha reso Sonic un mito

7.0

Sonic e il Cavaliere Nero è stato accolto fin da subito con una certa diffidenza. L’idea di associare la mascotte Sega al regno di Re Artù poteva apparire azzardata, ma così non è stato. Se si eccettuano le confusionarie sezioni con i Boss, la giocabilità risulta molto più curata rispetto al recente passato, ance se limitata da difetti citati in sede di recensione. Il gioco non risulta quasi mai frustrante ed una struttura costruita sui cambi di ritmo improvvisi giova alla varietà dell’azione.

Due note di merito vanno all’ottima scelta grafica delle sequenze di intermezzo ed al tentativo di rendere il più varia possibile l’avventura. I puristi della serie potrebbero però non apprezzare un titolo piuttosto breve, nonostante tutto non sia quello che sembra, e che si allontana dalle ambientazioni classiche. L’incursione di Sonic nel regno di Re Artù pur non segnando la storia dei videogiochi, risulta globalmente spassosa e ricca di piccoli tocchi di classe e di qualche sorpresa.

Voto Recensione di Sonic e il Cavaliere Nero - Recensione


7