Recensione

Skies of Arcadia Legends

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a cura di Maxnikk

Aspettando Final FantasyTra i titoli che maggiormente hanno attratto l’attenzione degli utenti GameCube al recente E3 non possiamo non citare Final Fantasy Crystal Cronicles e Tales of Symphonia, due pezzi da novanta che andrebbero indiscutibilmente a rafforzare un segmento, quello dei giochi di ruolo, che è strategico per il successo o meno di una console.Al momento attuale il GameCube può sicuramente contare su titoli come Phantasy Star Online Episode I & II, Evolution Worlds e Baldur’s Gate, ma l’utenza Nintendo attende con ansia un gioco di ruolo tipicamente “giapponese” che sappia davvero fare la differenza.Nell’attesa quindi di vedere, in primis, il risultato della rinnovata collaborazione tra la grande “N” e Square, Overworks ha pensato bene di riproporre un suo grande classico riveduto e corretto: Skies of Arcadia Legends, un titolo che qualche anno fa su Dreamcast si impose come uno dei migliori Rpg realizzati per la console Sega.Cerchiamo allora di capire se, nonostante gli anni, questo gioco è riuscito a mantenere intatto tutto il suo fascino…

Nel blu dipinto di bluLa trama di Skies of Arcadia Legends è ricca, avvincente ed ambientata in un universo davvero originale nel quale la popolazione vive su grandi isole che fluttuano nell’aria e dove gli spostamenti da un luogo all’altro avvengono per mezzo di imponenti navi volanti che, come carburante, utilizzano i frammenti delle diverse lune che circondano il pianeta (tali navi mi ricordano molto da vicino l’Arcadia di Capitan Harlock: sarà un caso che il gioco si chiami Skies of Arcadia?).Il potere è nelle mani dell’Impero Valuan, un vero e proprio stato militare con al vertice l’imperatrice Teodora ai cui ordini si trova un’invincibile armata composta da 5 flotte di potenti corazzate che hanno acquisito praticamente il controllo totale di ogni rotta di navigazione.Solo due voci osano levarsi contro l’arroganza dell’Impero, quelle dei temuti pirati dell’aria che, a loro volta, si dividono tra i Mascalzoni Blu e i Pirati Neri: i primi, novelli Robin Hood dei cieli, assaltano per scelta solo i convogli militari al fine di aiutare, con il bottino, le persone meno fortunate, mentre i secondi non disdegnano di attaccare anche navi civili.La storia vede l’intrecciarsi dei destini di vari personaggi, appartenenti all’una o all’altra fazione: abbiamo il perfido Alfonso, ammiraglio imperiale, l’enigmatica Fina, ultima discendente della civiltà della Luna d’Argento, Vyse ed Aika, membri dei Mascalzoni Blu e tutta una serie di personaggi minori che comunque rivelano sempre un’ottima caratterizzazione ed una solida personalità. Nessuno è superfluo, perché ognuno ha il suo ruolo e la sua importanza specifici, le sue caratteristiche peculiari ed il suo posto indispensabile all’interno del complesso meccanismo di Skies of Arcadia. Il cast si dimostra quindi perfettamente all’altezza ed è senza dubbio uno dei più grossi punti di forza del gioco.

Il sistema di combattimentoLa vera anima di ogni Rpg che si rispetti è, come al solito, rappresentata dal sistema di combattimento dal momento che, come è facilmente intuibile, gli scontri costituiscono uno dei momenti più appassionanti e coinvolgenti dell’intero gioco. La Overworks ha voluto introdurre un’importante distinzione tra due fondamentali tipi di combattimenti in maniera tale da rendere il tutto più vario ed originale: uno che potremo definire classico e che vede i protagonisti scontrarsi a colpi di armi, tecniche e magie in diversi campi di battaglia e uno, invece, di impronta più strategica che contempla epiche e cinematografiche battaglie tra le navi da guerra.A differenza di Phantasy Star Online dove tutto avviene in tempo, Skies of Arcadia propone incontri casuali e scontri a turni dove il nostro party dovrà affrontare una variegata compagine di mostri e nemici.Devo sinceramente dire che prediligo, ad esempio, una soluzione simile a quella scelta dai programmatori della Game Arts per Grandia II in quanto permette di evitare, quando lo si vuole, gli scontri con il nemico. In effetti gli scontri casuali alla lunga possono diventare un po’ noiosi e rappresentare un fastidioso rallentamento nello svolgersi della vicenda. Ciò comunque non toglie nulla allo spessore globale di Skies of ArcadiaAll’inizio di ogni turno il giocatore dovrà selezionare l’azione decisa per ogni personaggio (come al solito la possibile scelta è tra scappare, mettersi in guardia, utilizzare un determinato oggetto, una mossa speciale, ricorrere alla magia o alle armi) cercando, per quanto possibile, di anticipare allo stesso tempo le mosse del nemico. Come sempre al canonico utilizzo di armi si accompagna la possibilità di ricorrere alle magie che possono essere eseguite spendendo un solo “magic point”, indipendentemente dalla loro potenza, ma tenendo un occhio di riguardo al valore indicato dalla barra di stamina che è comune a tutto il gruppo. Ovviamente, per lanciare magie più devastanti, il nostro personaggio dovrà prima salire livello. Ricordiamo inoltre che alcune magie hanno, tra le loro caratteristiche, quelle di interessare una determinata area, più o meno vasta: sarà quindi opportuno prestare sempre attenzione alla posizione dei nostri avversari.Le tecniche, invece, per essere apprese non richiedono magic points, ma degli oggetti particolari denominati Moonberry che postremo recuperare nei vari scrigni che avremo modo di scoprire nei dungeon fin dalle prime battute del gioco.E’ opportuno sottolineare come i combattimenti contemplino un’attenta pianificazione dal momento che le armi, costruite con le pietre delle lune che circondano il pianeta, avranno caratteristiche ed effetti diversi a seconda del colore della luna a cui le abbineremo. Per intenderci, un’arma associata alla pietra della luna rossa avrà i poteri del fuoco, mentre un’arma associata alla pietra della luna gialla avrà i poteri della luce. Ovviamente ciascuna di queste produrrà risultati differenti sui nemici e solo l’esperienza potrà dirci quale arma utilizzare ed in quale caso particolare. Analogo discorso per le magie che saranno di 6 tipi diversi a seconda del colore assegnato alle armi stesse.Le battaglie tra navi volanti sono maggiormente caratterizzate, come anticipato, da un’impostazione più spiccatamente strategica. Ad ogni membro del party dovremo affidare una ben precisa operazione (utilizzare determinati oggetti, cannoni, missili o magie) in maniera tale da garantirci il migliore equilibrio tra potenza d’attacco e necessità di limitare i danni con una difesa oculata. Questa può essere eletta sicuramente come la parte più spettacolare del gioco, perché ricca di soluzioni grafiche cinematografiche e di impatto.

Realizzazione tecnicaIl passaggio da Dreamcast a GameCube ha portato ad un miglioramento generale della definizione delle texture, ma la differenza tra le due versioni non è poi molta.Del resto il dettaglio grafico che caratterizzava il mondo interamente poligonale di Skies of Arcadia per Dreamcast si attestava già su livelli elevati.Anche il frame rate non ha subito subire variazioni sensibili, attestandosi comunque sui 30 frame per secondo.Resta comunque da dire che, più in generale, l’architettura degli ambienti, nonostante gli evidenti segni dell’età, è ancora in grado di strapparci più di un applauso grazie a soluzioni decisamente spettacolari e di grande respiro.I personaggi presentano un classico character design in perfetto stile giapponese arricchito da divertenti animazioni facciali che lasciano trasparire sentimenti e emozioni.Il sonoro si attesta su livelli più che buoni tant’è che possiamo affermare tranquillamente che Skies of Arcadia non è solo un titolo da giocare e vedere, ma anche un titolo da ascoltare. Fin dai primi minuti di gioco le nostre orecchie saranno accarezzate da musiche soavi e d’atmosfera che ci condurranno magicamente nel vivo della vicenda.Ogni luogo, ogni ambientazione reca come un impronta sonora che lo contraddistingue e lo differenzia dagli altri, quasi fosse un marchio di fabbrica.

Che fine ha fatto la “Pinta’s Quest”?La versione Dreamcast di Skies of Arcadia era caratterizzata da un mini gioco chiamato Pinta’s Quest scaricabile nella VMU. Per ovvi motivi non sarà possibile fare altrettanto con il GameCube dato che la memory Card non contempla uno schermo, ma il simpatico Cupil che tanto ci aiutava nella ricerca di oggetti nascosti sarà ancora presente. Il bip di segnalazione proveniente dalla VMU sarà però sostituito da un suono proveniente direttamente dal gioco ed accompagnato da una vibrazione del joypad.Il mini gioco dovrà essere sbloccato nel prosieguo dell’avventura e sarà giocabile direttamente sul televisore.

LongevitàAi tempi del Dreamcast il gioco era contenuto su ben due Gd-Rom e non certo a caso…Per completare Skies of Arcadia in ogni sua parte saranno infatti necessarie parecchie ore di gioco, stimabili apparentemente sulle 50-60, senza contare le eventuali quest secondarie e il tempo magari perso nell’esplorazione.

-Storia intrigante e ben congeniata

-Personaggi carismatici

-Estremamente longevo

-Realizzazione tecnica che risente degli anni

-Non localizzato in italiano

8

Giudicare Skies of Arcadia dall’ottica delle più recenti produzioni per GameCube, a mio parere, comporterebbe un grave errore di prospettiva che ci impedirebbe di cogliere bene l’essenza più intima del titolo targato Overworks.

Tecnicamente gli anni si fanno sentire, questo non lo si può negare, ma giudicare Skies of Arcadia partendo da questa premessa è controproducente.

Il gioco, infatti, è avvincente e intrigante, la storia ben orchestrata e ricca di colpi di scena, il sistema di combattimento ben implementato e ricco di variabili strategiche.

La dimostrazione tangibile che, molto probabilmente, conta più l’essere che l’apparire.

Voto Recensione di Skies of Arcadia Legends - Recensione


8