Recensione

Shenmue 2

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a cura di Maxnikk

YU SUZUKI E’ MAGIA…Esistono giochi che, indipendentemente dalla piattaforma su cui sono stati sviluppati, si pongono come delle vere e proprie pietre miliari o, se preferiamo, come dei passaggi epocali capaci di segnare con un marchio indelebile la storia stessa dei videogamesNon si tratta di giochi nei quali un determinato aspetto (grafica, giocabilità, sonoro, longevità, ecc.) è stato sviluppato al massimo a scapito di altri, ma del risultato di una sapiente alchimia nella quale ogni fattore trova la sua giusta collocazione, nel nome di un superiore equilibrio capace di suscitare nell’utente, ormai stordito da un’industria capace di sfornare centinaia di titoli l’anno, quella sensazione di “meraviglia”, di stupore, che lo riporta indietro nel tempo, fino a farlo quasi ritornare bambino. In un’ottica di questo genere posso ricordare soltanto due nomi capaci di sorprendermi e di lasciarmi ancora a bocca aperta, dopo tanti anni: Shigeru Miyamoto e Yu Suzuki. Sono nomi che evocano in molti di noi bellissimi ricordi, legati magari alla nostra infanzia, a quando ci avvicinavamo per la prima volta al nascente universo videoludico e che, ancora oggi, sono in grado di farci rivivere quelle stesse particolari emozioni che nessun altro è in grado di ricreare. Gran Turismo 3, Silent Hill 2, Devil May Cry, Pro Evolution Soccer, Metal Gear Solid 2… sì, sono tutti ottimi titoli, realizzati magnificamente, ma Mario, Zelda e Shenmue sono qualcosa in più: sono magia.

DOVE ERAVAMO RIMASTIEra l’inverno del 1986 quando la tranquilla cittadina giapponese di Yokosuka fu sconvolta da un atroce quanto singolare delitto. Un uomo chiamato Lan Di, seguito da due inquietanti scagnozzi vestiti di nero, irrompe nel dojo della famiglia Hazuki e, utilizzando uno stile di arti marziali tanto misterioso quanto letale, uccide Iwao Hazuki e si impadronisce di uno strano manufatto conosciuto come lo Specchio del Dragone.Ryo Hazuki, il figlio dell’uomo ucciso, giura vendetta ed inizia a raccogliere il maggior numero di indizi che possano gettare luce sulla morte del padre. Durante questa sua affannosa ricerca viene a scoprire che un certo Yuanda Zhu (tenete bene a mente questo nome perché dovrete faticare non poco a rintracciarlo e, non appena lo avrete ritrovato, avrete anche una bella sorpresa…) aveva inviato a suo padre dalla Cina una lettera per avvisarlo del pericolo imminente. Su quella stessa lettera compare anche il nome di un altro personaggio, il maestro Chen che, una volta rintracciato, mette Ryo al corrente dell’esistenza di un secondo specchio, lo Specchio della Fenice, che farebbe coppia con quello rubato a suo padre.Ritrovato il secondo specchio, dopo non poche difficoltà, il giovane Ryo si trova coinvolto in una serie di brutte avventure che lo portano a scontrarsi con la malavita locale, legata a doppio filo con il sinistro Lan Di. Dopo un epico scontro combattuto al fianco del generoso Guizhang, il figlio del maestro Chen, Ryo riesce ad avere la meglio sulla gang dei Mad Angels e ad ottenere un biglietto per una nave diretta ad Hong Kong.Il maestro Chen, come ultimo aiuto, gli consegna una lettera di presentazione per Lishao Tao, l’unico che potrà condurlo sulle tracce di Yuanda Zhu. Ryo si imbarca su un piroscafo ed è qui che lo ritroviamo all’inizio di Shenmue II. Chi sia il fantomatico Lan Di, che nesso leghi Yuanda Zu al padre di Ryo, che significato abbiano i due misteriosi specchi del Drago e della Fenice sono domande che ora potranno trovare una risposta? Forse… Giocate a Shenmue II e lo scoprirete.

I COMPAGNI D’AVVENTURAOgni nuova storia che si rispetti porta con sé anche un nuovo ventaglio di personaggi capaci di suscitare o meno le simpatie dello spettatore e di svolgere ruoli più o meno determinanti nello svolgersi della storia stessa.Se nel primo episodio era stata la dolce Nozomi a rappresentare la ragazza capace di suscitare in Ryo emozioni e sentimenti di una certa rilevanza, in Shenmue II è la singolare Joy ad attirare indubbiamente la nostra attenzione. Amante delle motociclette e anche un po’ spaccona, proverà subito una certa simpatia per Ryo e cercherà di aiutarlo in ogni modo. Figlia di qualche pezzo grosso di Hong Kong e, per questo, temuta e rispettata, nasconde però dietro questa sua maschera un carattere dolce e gentile.Abbiamo poi Wong, un ragazzino che da tempo ha imparato a cavarsela da solo nei pericolosi e malfamati bassifondi del porto. Un simpatico ladruncolo che ha, comunque, un forte senso del dovere e non dimentica mai di ricambiare un favore.Xiuyng Hong è invece una donna affascinante, esperta d’arti marziali e profonda conoscitrice della tradizione cinese, del Taoismo, di storia e letteratura. Persona molto riflessiva, che non agisce mai rispondendo solo all’istinto, toglierà parecchie volte Ryo dai guai. Parla poco ed esprime ancor meno i propri sentimenti, ma sembra che, dietro ai suoi bellissimi occhi, si celi un doloroso ricordo (a voi scoprirlo…).E’ molto legata a Fangmei Xun, una ragazzina di quattordici anni che si occupa, con grande entusiasmo, di tutte quelle piccole mansioni che possono essere svolte all’interno del tempio taoista dove è stata accolta quand’era ancora in fasce.Non dimentichiamo poi Ren, il capo della gang degli Heavens, perfetta sintesi di cinismo ed opportunismo, ma anche capace di seguire un suo speciale codice d’onore che lo porterà ad essere un alleato formidabile quanto necessario.E, dulcis in fundo, la dolcissima Shenhua, già incontrata nella splendida intro del primo episodio. In lei si fondono coraggio, forza ed innocenza e quella purezza che rappresentano l’anima più profonda e vera della Cina. Il suo destino e quello di Ryo cambieranno per sempre dopo il loro incontro.Molti volti, dunque, specchio di personalità ricche e caleidoscopiche che fanno di Shenmue II un vero e proprio romanzo interattivo al termine del quale avvertiremo un po’ di nostalgia per i personaggi incontrati e, soprattutto, per la loro capacità di suscitare in noi i sentimenti più diversi.

LA STORIA DI UNA MATURAZIONESe la prima impressione ha qualche valore, l’impatto con Shenmue II è tale da lasciarci davvero senza parole. Per comprendere pienamente le emozioni che questo gioco è in grado di regalarci, possiamo ricorrere all’immagine del viaggio. Ecco, il nuovo titolo di AM2 è assimilabile ad un viaggio che ci trasporta in un mondo che si trova ad oriente non solo geograficamente, ma anche a livello di pensiero. Giocare a Shenmue II è immergerci in questa realtà, nelle sue tradizioni, nelle sue abitudini, nei suoi valori, ubriacandoci della sua sfolgorante bellezza e trasfigurandoci in essa, perdendo qualsiasi legame con il mondo in cui viviamo. Un viaggio, insomma, che ci porta a superare il limite tra mondo reale e mondo virtuale, per farci diventare protagonisti di un’avventura che non è più quella di Ryo Hazuki, ma la nostra.Shenmue II è una specie di “Bildungsroman”, ossia di romanzo di formazione nel quale noi, insieme al protagonista, potremo crescere ed imparare cose nuove. L’evolversi della storia si accompagna alla maturazione di Ryo ed anche alla maturazione di noi come giocatori che apprenderemo, a mano a mano, nuove soluzioni, nuove capacità e nuove tecniche che si riveleranno di capitale importante nel prosieguo della storia stessa.

UN’AREA DI GIOCO VASTA COME NON MAIShenmue ha rappresentato per molti giocatori un’esperienza unica ma, non per questo, giunta a perfetta maturazione in tutti i suoi aspetti.In particolar modo la vastità dell’area di gioco non era quella che esattamente ci si aspettava e l’engine tridimensionale mostrava qualche incertezza di troppo.Consci di questi problemi i programmatori dell’AM2 hanno cercato di raffinare ulteriormente il lavoro già fatto in precedenza e di eliminare, per quanto l’hardware del Dreamcast lo consentisse, i difetti presenti nel primo episodio.Uno dei primi miglioramenti che subito balza all’occhio è la straordinaria vastità delle ambientazioni che ora ricoprono un’area grossomodo dieci volte più estesa.Shenmue II presenta ora diverse locazioni caratterizzate ognuna da un’estrema complessità strutturale, nonché da una propria fisionomia e personalità.Per nostra fortuna sarà possibile sempre acquistare una mappa per ogni quartiere nel quale ci addentreremo in maniera tale da orientarci con più facilità. La mappa, infatti, potrà essere presente sullo schermo anche durante il gioco in semitrasparenza e su di essa si potranno segnare con un pennarello dei punti di riferimento.Il primo quartiere che andremo ad esplorare è quello portuale di Aberdeen, un tempo costituito da modeste case galleggianti di cui ne rimane ancora qualcuna ed ora divenuto un disordinato ammasso di costruzioni in stile francese e complessi industriali spesso abbandonati.Di lì potremo accedere a Wan Chai che rappresenta il cuore vivo e pulsante di Hong Kong con il suo dedalo di viuzze e stradine ricche di piccoli negozi, ristoranti tradizionali e templi taoisti, dove il sapore della cultura cinese si mischia con la religiosità e la tradizione. Oltre Wan Chai si distende il Golden Quarter che con i suoi grattacieli, il centro commerciale e le numerose gioiellerie viene a distinguersi nettamente da South Carmain, il quartiere più degradato, caratterizzato da palazzi fatiscenti e strade sporche e dissestate. Senza con ciò dimenticare il Wise Men Quarter che conduce alle Scarlet Hills, dove le statue di Buddha e gli incensi venduti nei diversi negozi ci fanno capire che siamo giunti nel quartiere della spiritualità e del sacro.Quella che, insomma, si presenta davanti ai nostri occhi è una Hong Kong caleidoscopica, dalle mille sfaccettature, piena di contraddizioni ma, allo stesso tempo, ricca ed intrigante.Con un comodo autobus potremo poi dirigerci a Kowloon. In passato questo luogo era un’inespugnabile fortezza nella quale venivano imprigionati i pirati che infestavano il Mar della Cina, mentre ora è una piccola città dove hanno trovato rifugio i reietti della società e le più temibili bande di malviventi dedite allo spaccio di droga ed alle scommesse sui combattimenti clandestini.Infine giungeremo a Guilin, una delle zone più verdi e rigogliose della Cina, situata tra imponenti montagne che, metaforicamente e geograficamente, la dividono dal caos tipico della città. La popolazione che vive qui è ancora legata ad un tipo di vita semplice ed umile, dove agricoltura e pesca rappresentano le principali fonti di sostentamento.La cosa che più stupisce è, non solo, la realizzazione grafica di tante e così diverse ambientazioni, con texture sempre ben definite e dettagliate, ma la presenza di quella che potremo definire una vera e propria musica ambientale che contraddistingue non solo i diversi quartieri ma, addirittura, i diversi negozi, i bar, le sale da the, ecc. Ogni piccolo locale ha, per così dire una propria colonna sonora che lo accompagna, nella quale musiche di strumenti tipicamente orientali vengono a fondersi magicamente con le voci delle persone ed i suoni tipici del luogo.Diretta conseguenza di tale vastità è stato il deciso aumento del numero dei personaggi non giocanti (NPC) che, grazie a sofisticate routine di LOD Management, potranno addirittura essere visualizzati nell’incredibile numero di 50 all’interno di una stessa area.All’interno della stessa visuale, invece, ne potranno essere visualizzati ben 20, contro gli 8 a cui ci aveva abituati il capitolo precedente. Da sottolineare come il livello di interazione con gli stessi sia notevolmente aumentato grazie alla possibilità di rivolgere loro domande su più di un argomento. Le risposte che riceveremo saranno estremamente varie e sorprendenti e, qualora chiedessimo loro indicazioni per arrivare in un certo luogo, non saranno rari i casi in cui essi stessi ci accompagneranno di persona.

UN DREAMCAST SPREMUTO ALL’INVEROSIMILEAd onor del vero dobbiamo dire che l’engine tridimensionale di Shenmue II, pur rappresentando un passo in avanti, presenta ancora qualche piccola incertezza che, comunque, non viene ad inficiare la grandezza dell’insieme.Il gioco, ad esempio, soffre ancora di qualche rallentamento nelle scene più affollate ma, del resto, questo è giustificabile dall’enorme mole di poligoni che il buon vecchio Dreamcast si trova a dover gestire. Sinceramente non credo che un processore a 200 Mhz possa fare di più, anzi, io mi chiedo ancora come faccia a gestire tutto questo senza causare un bel blocco di sistema come quelli che mi “regala” il mio Athlon quanto si surriscalda troppo… Analogo discorso per le apparizioni e le sparizioni improvvise dei personaggi che, seppur in modo minore rispetto al primo capitolo, sono ancora presenti, evidentemente per alleggerire un po’ il lavoro del processore.

L’IMPORTANZA DEL DENAROUna delle novità su cui Yu Suzuki si è maggiormente soffermato nelle diverse interviste che hanno preceduto l’uscita del suo ultimo capolavoro è stata l’importanza che il fattore denaro avrebbe rivestito in Shenmue II. Nel primo capitolo, come ben ricorderete, la premurosa Ine-san ci consegnava una paghetta giornaliera; ora, invece, le cose sono cambiate. Hong Kong è una città estremamente cara e dovremo darci da fare per racimolare i soldi che potremo utilizzare per acquistare le mappe dei diversi quartieri, pagare la camera d’albergo, acquistare gadget, giocare in sala giochi (dove troveremo, oltre ad Hang On e Space Harrier, anche i magnifici Out Run e Afterburner II con tanto di cabinati originali), ecc.Non a caso sarà, quindi, possibile selezionare l’argomento denaro in qualsiasi conversazione.I modi per guadagnare sono molteplici. Potremo lavorare al porto di Aberdeen o in un magazzino di Kowloon spostando pesanti casse, ma racimoleremo al massimo 60-70 dollari, oppure potremo dedicarci al gioco d’azzardo.A tale proposito non avremo che l’imbarazzo della scelta: freccette, braccio di ferro, Otoshidama (il “cugino” cinese del Pachinko), dadi. Oppure, per i più previdenti che hanno ancora da parte la memory card con i salvataggi del primo episodio, ci sarà la possibilità di rivendere gli oggetti recuperati nei negozi piuttosto che ai distributori automatici presso degli appositi rigattieri. L’importante è farsi dare un destino prezzi dettagliato per confrontare tra di loro le diverse offerte.Potremo, inoltre, optare per i combattimenti di strada, pericolosi ma redditizi oppure lavorare part-time presso gli stessi gestori di Otoshidama, cercando di attirare l’attenzione di possibili giocatori per poi sconfiggerli ed incassare la metà delle vincite.

STREET FIGHTINGOltre ad essere una delle diverse fonti di guadagno, i combattimenti saranno momenti importanti per l’evolversi stesso della storia. Come nel primo episodio incontreremo lungo il nostro cammino diversi personaggi che ci insegneranno nuove mosse, indispensabili per affrontare con successo anche gli avversari più agguerriti. Sarà, inoltre, sempre possibile acquistare nuovi colpi in appositi negozi, ma i prezzi elevati costituiranno un ostacolo non indifferente.Il sistema si combattimento è stato comunque ulteriormente raffinato con l’introduzione di tecniche particolari, prese, proiezioni e chiavi articolari che ne hanno aumentato il realismo e la spettacolarità.Interessante novità l’introduzione di combattimenti con la visuale in prima persona che però soffre, talvolta, di qualche incertezza a livello di inquadratura.

QUICK TIMER EVENTUno degli aspetti che maggiormente aveva attirato la mia attenzione nel primo capitolo ritorna ora ampliato ed arricchito da una spettacolarità di livello assolutamente cinematografico.La lunghezza dei QTE è stata notevolmente aumentata dando così vita a sequenze di una certa complessità che non mancheranno di affascinarci ed entusiasmarci.Li ritroveremo anche durante il lavoro, quando dovremo spostare casse o i preziosi libri antichi di un tempio taoista (ma non aggiungo altro per non rovinarvi la sorpresa…), oppure in situazioni inusuali, come quando ci troveremo sull’orlo di un baratro e dovremo agire tempestivamente per non cadere di sotto, piuttosto che durante le partite a braccio di ferro.La novità più interessante consiste nella maggior complessità di esecuzione che non è limitata alla pressione di un singolo tasto o di una singola direzione della croce direzionale, ma prevede sequenze di tasti più articolate. Alcuni QTE, inoltre, se non superati, non si ripresenteranno dal principio ma produrranno dei bivi all’interno del gioco.

UN SISTEMA DI CONTROLLO CON ALCUNE NOVITA’Potrà piacere o non piacere, fatto sta che il sistema di controllo, con l’utilizzo combinato di croce direzionale e controller analogico rappresenta al momento la migliore soluzione per muoversi ed investigare in un mondo così ricco come quello di Shenmue II. I veterani, quindi, si troveranno perfettamente a proprio agio, ma anche i neofiti non faticheranno ad utilizzarlo al meglio.La novità più importante consiste nell’introduzione dell’Icon Selector, ossia di quattro icone posizionate in basso a destra sullo schermo, nella stessa posizione e con gli stessi colori dei tasti del joypad, alle quali sono state assegnate diverse funzioni a seconda delle situazioni in cui ci verremmo a trovare (un po’ come succedeva in Zelda per N64) come aprire una porta, vedere l’inventario, combattere, giocare, ecc. In alto a sinistra, invece, comparirà in certi casi l’Action Selector, che ci permetterà di decidere tra diverse opzioni che ci presenteranno nel corso dell’avventura. Per chi poi si lamentava delle logoranti attese cui si era costretti per giungere a determinati appuntamenti è stata introdotta una nuova funzione denominata “Machi System” che consentirà ai giocatori di accelerare il tempo per giungere immediatamente al momento di un certo eventoImportante, poi, sottolineare la possibilità di salvare in qualunque momento senza dover essere costretti a rientrare nel luogo in cui dormiamo.

GRAFICACredo che a questo riguardo non ci sia molto da dire se non che Shenmue II offre il più strepitoso spettacolo che ci sia concesso di vedere su qualsiasi piattaforma. I difetti di cui si è parlato sopra non inficiano minimamente la grandiosità globale di un gioco (ma è solo un gioco???) caratterizzato da ambientazioni enormi, con un’architettura da lasciare senza fiato e da un dettaglio delle texture oltremodo eccezionale.Anche l’implementazione del cielo e degli agenti atmosferici è stata ulteriormente migliorata, con una menzione particolare per l’ottimo glare effect, visibile con il sole di fronte. Ma i tocchi di classe si contano a decine, come gli effetti di illuminazione che seguono il susseguirsi di giorno e notte, le tazze che si specchiano sui tavolini dei bar e così via.Discorso analogo per i personaggi, caratterizzati da volti che in parecchi casi rasentano il fotorealismo, e dai QTE, vere e proprie perle cinematografiche.

SONOROSe Shenmue II è uno spettacolo con gli occhi, non possiamo negare che lo sia anche per le nostre orecchie. Le musiche, estremamente varie e sempre a tema, realizzate spesso ricorrendo a strumenti della tradizione orientale, si adattano perfettamente ad ogni ambientazione e, con il loro ritmo, ora blando, ora più incalzante, accompagnano perfettamente l’evolversi della storia.Discorso a parte per il parlato. Come molti già sapranno, il gioco è stato sottotitolato in inglese, ma non doppiato, quindi le voci sono le originali giapponesi. Devo dire che la cosa non mi dispiace, anzi, conferisce a Shenmue II un tocco ancor più orientale.Anche se la sincronia con il labiale è presente solo nei dialoghi più importanti, il gioco non ne risente in maniera significativa.

Grafica stupefacente

Sonoro eccezionale

Atmosfera impareggiabile

Gameplay vario e coinvolgente

Qualche rallentamento

Personaggi che talvolta appaiono dal nulla

9.8

Una delle tante leggende metropolitane sorte intorno a Yu Suzuki narra che, anni fa, il geniale direttore del dipartimento AM2 di Sega, trovandosi in Cina alla ricerca di ulteriori spunti per la realizzazione di Virtua Fighter, sia stato notevolmente impressionato dalla muraglia cinese che, come saprete, è l’unico manufatto umano visibile anche dalla Luna. Fu proprio in quell’occasione che una scintilla si accese nella sua mente: ideare un nuovo tipo di gioco capace di ricreare negli utenti quella stessa sensazione d’imponenza che lui stesso aveva provato di fronte alla più grande creazione dell’ingegno e della capacità umana. Shenmue è stato il primo tentativo di tradurre in pratica quell’emozione, l’infanzia di un gioco che con Shenmue II si appresta ad entrare nella sua maturità. Forse con Shenmue III, che vedrà la luce su Xbox, la saga toccherà il suo apice, aiutata, in questo, anche dalla spaventosa potenza di calcolo della macchina targata Microsoft. Ma Shenmue II rimarrà comunque nella storia come il titolo che, più di ogni altro, è stato in grado di stupirci e di portare il Dreamcast ai suoi limiti strutturali. Forse il gioco risulta ancora troppo “telefonato” e poco “aperto” a diverse soluzioni, ma oltre non si sarebbe potuto andare. Grazie Yu Suzuki!

Voto Recensione di Shenmue 2 - Recensione


9.8