Recensione

Segagaga

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a cura di Superboy

Segagaga fu pubblicato a fine marzo del 2001 in Giappone, quando Sega stava vivendo una profonda crisi economica che, di lì a poco, l’avrebbe portata sull’orlo del fallimento. Prima di chiudere i battenti, la storica società decise di sfornare un altro capolavoro per quella magnifica macchina che era il Dreamcast e che anche oggi fa sognare milioni di nostalgici videogiocatori e collezionisti. Il titolo prodotto,ì può essere considerato come un JRPG contraddistinto da alcuni particolari elementi simulativi che lo configurano come un vero e proprio Sega Simulation, così denominato proprio dai suoi stessi sviluppatori, proprio perché la storia del gioco rispecchia la cruda verità della società, purtroppo vicinissima al baratro. Ambientato nel 2025, racconta della travagliata storia dell’ex colosso giapponese, costretto al fallimento per colpa di una nuova società, la DOGMA, (ovviamente la società in questione richiama in maniera non troppo velata Sony Computer Entertainment Japan), che in pochi anni riesce a conquistare tutto il mercato delle console casalinghe. Per contrastare questa potente società, i dirigenti Sega decidono di assumere tra i loro collaboratori dei giovani ragazzi, i quali dovranno indagare sulla misteriosa DOGMA, in modo da creare giochi più adatti per i consumatori e riconquistare così il predominio perduto, scongiurando il pericolo bancarotta. Giocando, ci troveremo a vestire i panni di uno di questi giovani, con l’obbiettivo di riportare l’azienda ai fasti del passato. In poco meno di tre anni virtuali il nostro eroe dovrà risollevare le sorti della storica casa nipponica, disastrata e con enormi debiti.

Caratteristiche principali del giocoCome descritto in precedenza, il titolo si presenta come un gioco di ruolo di stampo nipponico atipico: infatti, per vincere la battaglia contro i vostri acerrimi nemici, non userete le solite spade, bensì degli insulti verbali molto pesanti che vi permetteranno di sconfiggere l’avversario e reclutarlo finalmente nella vostra amata azienda. Nei panni del vostro alter ego virtuale, vi troverete dunque a dover gestire la società, creando nuovi giochi e immettendo nel mercato una nuova console casalinga, per rafforzare il brand Sega. Quindi dovrete decidere se trattare i vostri dipendenti in modo esasperante, o come normali impiegati, stabilendo stipendi e orari di lavoro. La forte componente umoristica della storia ha permesso alle geniali menti di questo gioco, di inserire le “cover” dei capolavori di titoli PS2: infatti Final Fantasy verrà storpiato in Final Pharmacy, appellativo molto semplice ma assai simpatico e geniale.Il sistema di controllo implementato è abbastanza semplice, ma allo stesso tempo molto curato e intuitivo. Con il semplice movimento dell’analogico vi ritroverete a scegliere i vari insulti da utilizzare nel combattimento, mentre con il tasto A sceglierete definitivamente l’attacco da sferrare contro il nemico per sconfiggerlo e poterlo finalmente reclutare nel vostro team. I combattimenti a turni sono ben strutturati e molto divertenti. La parte gestionale è però molto limitata, in quanto non vi sarà data la possibilità di decidere che tipo di gioco sviluppare, ma potrete solamente impartire consigli ai programmatori su come migliorare o strutturare nel miglior modo possibile i giochi che essi stanno sviluppando, costringendoli inoltre a lavorare di più e nel miglior modo possibile per rilanciare l’impero.

Glorie del passatoDurante tutto l’arco dell’avventura vi troverete a confrontarvi anche personaggi storici di Sega come Samba De Amigo, infuriati per il fallimento della grande S. Altro spunto geniale sono i boss: se pensavate infatti che il gioco si limitasse solo ai combattimenti a turni vi sbagliavate di grosso. Per sconfiggere i suddetti nemici vi troverete a bordo di un’astronave (in stile After Burner) e dovrete distruggere le vecchie e storiche console della Sega, come il Saturn, il Megadrive ed altre gloriose macchine da gioco. Se siete abbastanza abili e allenati il gioco può tranquillamente essere portato a termine in circa venti ore, visto che dovrete solo affrontare la storia principale non essendo presenti missioni secondarie o esterne alla trama principale. La complessità dell’avventura è già settata e non ci saranno modalità sbloccabili da utilizzare al termine della stessa. L’online non è stato implementato, perciò dimenticatevi i bellissimi duelli verbali, contro qualche amico che possiede quel piccolo gioiello che risponde al nome di Dreamcast. Queste piccole scelte tecniche, influiscono sulla longevità del gioco: infatti, con qualche piccolo accorgimento in più, questo titolo si sarebbe davvero avvicinato alla perfezione videoludica. La modalità single player comunque è molto divertente e non vi annoierete neanche un momento nell’affrontare da soli questa avventura davvero originale.A livello tecnico il lavoro svolto supera la sufficienza pur senza toccare vette eccellenti. La grafica non si distingue per elevato dettaglio, i “dungeons” sono tridimensionali e non molto curati, mentre i personaggi sono in 2D e creati in stile grapic novel, risultando nel complesso molto gradevoli dal punto di vista visivo. Purtroppo le animazioni risultano un po’ troppo statiche e fumettose, senza mai incidere davvero. Il comparto sonoro durante i combattimenti risulta abbastanza azzeccato, anche se a volte ripetitivo e alla lunga rischia di stancare ed infastidire il giocatore durante tutta la durata dell’avventura. Sotto questo punto di vista, si sarebbe potuto fare di più, strutturando la colonna sonora in modo da rendere non solo l’idea della forte carica comica del gioco, ma anche per sottolineare l’adrenalina e l’enfasi dell’avventura che ci si ritrova ad affrontare. Salvare Sega non è certo un gioco da ragazzi, come avrebbero voluto far credere le geniali menti di questo titolo.Tirando le somme, il gioco si presenta nel complesso ben fatto, anche se la parte gestionale è stata troppo poco curata. I combattimenti a turno sono molto ben congeniati e divertentissimi anche se la rigiocabilità è limitata dall’assenza di modalità aggiuntive da sbloccare. Se avete amato il Dreamcast non potete evitare di giocare con questo titolo divertentissimo, che rappresenta una parte di storia, seppure catastrofica, della amata console Sega.

-Gameplay semplice ed efficace

-Storia ben strutturata

-Forte dose di humor

-Grafica non eccelsa

-Sonoro non molto curato

-La parte gestionale poteva essere più accurata e meno scarna

7.0

Sfortunatamente Segagaga ha visto luce solo nel “Sol Levante” a causa delle sue peculiarità da titolo essenzialmente di nicchia. Entrare a fondo nella storia è un impresa piuttosto ardua senza la conoscenza del giapponese. Alcuni gruppi amatoriali hanno cercato di tradurre il gioco in lingua inglese, ma il progetto sembra essersi dissolto nel nulla. Speriamo che l’idea possa riprendere vita, in modo da far conoscere questo bellissimo gioco sconosciuto ai più, ma che merita di entrare nei ricordi del pubblico di massa e dei fans occidentali di Sega.

Un esempio di originalità che avrebbe meritato ben altra sorte, ma che potrà rivivere ancora se avrete modo di entrarne in possesso.

Voto Recensione di Segagaga - Recensione


7