Recensione

SWAT Global Strike Team

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a cura di Blade

In questi ultimi anni, la nostra società si è distinta per un’accentuata ed esasperata violenza, che ci ha portato a sentir parlare sempre più spesso dell’intervento di speciali organizzazioni per sedare le drammatiche situazioni di pericolo venutesi a creare in ogni angolo del globo. La Swat, acronimo di Special Weapons and Tactics, è una di queste ed è considerata la forza di polizia più efficiente ed addestrata a livello internazionale nella lotta al terrorismo ed alla guerriglia urbana. Quindi, un ottimo spunto per gli sviluppatori di videogames, i quali possono attingere a piene mani da un mondo così complesso ed esaltante come può essere quello della pubblica sicurezza.La Sierra ne ha approfittato ed infatti ha già prodotto tre videogiochi incentrati sulle gesta di questi eroici combattenti e di cui merita menzione il terzo, intitolato Close Battle Quarters, che è riuscito a vendere più di 3 milioni di copie ed a imporsi nel 2000 come miglior gioco tattico dell’anno per Pc. Il suo ultimo titolo arriva per la prima volta convertito nella versione per PlayStation 2 e si porta addosso una grossa mole di aspettative da parte del pubblico che è rimasto a bocca aperta per il realismo degli episodi precedenti, ma può anche basarsi sulla pubblicità indiretta che ha ricevuto dal film Swat: Squadra Speciale Anticrimine di Clark Johnson, con Colin Farrell e Samuel L. Jackson, uscito in contemporanea e comunque senza nessun legame né di storia né di personaggi.

Per servire e per proteggereIn un futuro non molto lontano, anno 2008 per essere precisi, l’umanità non se la passa molto bene a causa del crescente aumentare di atti di violenza. L’Onu decide così di riunirsi a Mosca per affrontare lo spinoso problema e ne viene fuori che la migliore soluzione è la creazione di una nuova forza di polizia internazionale dai metodi più aggressivi e drastici: nasce la Global Strike Team col compito di difendere i poveri innocenti dalle minacce terroristiche e formata dai migliori agenti di tutti i Paesi.Il gioco ci dà la possibilità di far parte della Tac-3, una squadra composta, appunto, da tre elementi: il leader Mathias Kincaid, ex maggiore delle Forze Speciali, capace di infondere grinta negli altri e dotato di uno straordinario carisma e di uno spiccato senso della disciplina; il cecchino Kana “Eagle 1” Lee, talmente precisa da riuscire a colpire una monetina in aria a 200 metri di distanza, sotto una fitta pioggia, senza scomporsi; ed infine, il tenente Anthony “TJ” Jackson, un esperto hacker in grado di penetrare in qualsiasi apparecchio elettronico e di disattivare gli ordigni più complessi.La storia abbraccerà tutto il mondo e ci porterà a visitare la città di Los Angeles, la metropolitana di Londra, il palazzo Husserl di Parigi, la fonderia di San Diego, la raffineria sulle coste siberiane, la base navale sul Mar di Barents e il quartier generale avversario in Costa Rica, per sconfiggere il Cartello Omega e il Clan Dragon, due spietate associazioni criminali che hanno formato una task force comandata dal vecchio “amico” di Kincaid con un conto in sospeso, Pierce Carter, col compito di sviluppare la LD-50, una nuova e letale droga sintetica, soprannominata Spike.

Sparare, sparare, sparareGià dal primo approccio, il gioco si rivela più semplice di quanto ci si potesse aspettare e ci catapulta immediatamente nelle spettacolari incursioni che caratterizzano il lavoro degli Swat. Infatti, rispetto ad altri titoli del genere, si nota l’assenza di un vero e proprio menu di pianificazione, dove studiare i movimenti propri e dei compagni. Prima di ogni sortita possiamo solo selezionare il nostro equipaggiamento in termini di kit. Abbiamo a disposizione un’arma letale, da scegliere tra il fucile d’assalto Argo56, il fucile a pompa o il mitragliatore, la pistola stordente per addormentare le guardie ed un tipo di granata, che potrà essere il flashbang per accecare e stordire i nemici, la normale bomba a percussione o l’impulso elettromagnetico per disturbare i dispositivi elettronici. Parlando di accessori, abbiamo sempre con noi la maschera antigas per proteggerci dall’aria nociva, il binocolo per guardare lontano e gli occhiali per la visone notturna per orientarci in zone poco o male illuminate.L’azione tattica prevale sulla strategia e questo comporta un’elevatissima tensione che si mantiene costante per tutta la durata delle missioni, le quali ci propongono i più svariati obiettivi: dall’invasione e lo sgombro di locali alla penetrazione in sistemi informatici (ci pensa TJ), dalla disattivazione di allarmi con relativo countdown al recupero degli ostaggi, e così via. E come se non bastasse, alla fine di ogni livello, abbiamo la possibilità di ricevere delle medaglie di merito per non avere usato continua, per non essere stati colpiti, per aver arrestato tutti i nemici, etc., un voto al nostro comportamento, utile a sbloccare i livelli di difficoltà successivi e dei punti esperienza per personalizzare le nostre armi.Tuttavia per conseguire questi risultati, capiremo già dalle prime azioni che muoversi con cautela sarà meglio degli assalti a testa bassa in modo da evitare il coinvolgimento dei civili nelle sparatorie. Infatti, dobbiamo ricordarci che facciamo parte di un corpo di polizia e, in quanto tale, non possiamo permetterci di usare la violenza in modo non autorizzato: anche con i nemici occorre rimanere sul difensivo, avvisarli che siamo Swat ed aspettare il loro primo attacco, cercando principalmente di riuscire ad arrestarli (magari usando la pistola stordente) piuttosto che ucciderli.Il gioco ci permette di vestire i panni soprattutto del rude capitano Kincaid e, quindi, di poter comandare il nostro piccolo manipolo di agenti scelti, sia grazie alla “croce” del joystick sia grazie all’headset, che finalmente possiamo rispolverare dopo i fasti di Socom. È da notare come i nostri compagni si rivelino alquanto stupidi e si limitino ad eseguire come cagnolini i nostri ordini, senza riuscire a prendere decisioni proprie: addirittura, a volte ce li perderemo per strada e saremo obbligati a proseguire in solitario! Anche l’I.A. dei nemici difetta molto e la nostra difficoltà nel toglierli di mezzo sarà solo nell’elevato numero di cui si compongono e non nelle loro abilità di nascondersi, attaccare e sparare.Infine, un ultimo appunto ai comandi, davvero troppo semplici e per questo superficiali. Ci muoviamo e spostiamo la telecamera con le levette analogiche, mentre con i quattro pulsanti frontali possiamo ricaricare l’arma, compiere un’azione, urlare per intimidire i cattivi e far fuoco e con quelli superiori, lanciare le granate ed indossare gli accessori.

Invogliati a proseguireConcludere una missione (in totale ce ne sono 21) è abbastanza semplice, a causa della sua breve durata, per l’eccessiva linearità dei livelli e per il metodo di salvataggio, non a piacimento ma che utilizza dei checkpoint posizionati quasi ovunque: questo fa sì che sia possibile terminare Swat: GST in poco tempo, cinque-sei ore proprio per esagerare per ogni livello di difficoltà (pivello, normale e difficile). Ma ad invogliarci a proseguire ed a terminare la Campagna con il massimo dei voti, ci sono vari bonus sbloccabili, come i filmati d’azione dei tre protagonisti e la conseguente attivazione di nuovi tipi di gioco, incredibilmente divertenti e mai stancanti perchè multiplayer. Oltre al classico Attacco a tempo in cui dovremo ripercorrere le locazioni stando attenti alle lancette, avremo modo di giocare in Cooperativa ed in Deathmatch, rispettivamente insieme e contro dei nostri amici fisicamente presenti (fino ad un massimo di quattro). Se questo elemento fosse stato ampliato anche all’online, sicuramente la nostra esperienza sarebbe stata molto, ma molto più appagante e stimolante. Comunque, possiamo accontentarci…

L’imperfezione fatta videogiocoTecnicamente parlando, Swat: GST non sfrutta appieno le potenzialità hardware, seppur mediocri rispetto alla concorrenza, della PlayStation 2 e a volte può confonderci le idee e farci pensare di giocare con un videogame da PSone…La grafica, soprattutto, difetta di una povertà di dettagli davvero incredibile anche se si rivela pulita, senza sbavature e ci regala un motore che non presenta rallentamenti di sorta (ci mancherebbe!). Gli ambienti sono poco diversificati e tra l’altro interattivi al minimo, cioè possono subire il nostro “passaggio”, ma reagiscono sempre allo stesso modo. I personaggi, compresi i principali, utilizzano tutti il medesimo modello, ma con abbigliamento diverso. Da elogiare, invece, gli effetti d’illuminazione, i quali ci propongono ottime ombreggiature e si basano sul sistema Iride, che imita il modo di comportarsi degli occhi quando si passa dal chiaro allo scuro e viceversa.Anche il giudizio sul sonoro, decisamente migliore rispetto all’elemento visivo, è controverso. Infatti, a delle musiche coinvolgenti ed a urli e chiacchiericci della gente proveniente dalle altre stanze (in inglese…) ad offrire un’ulteriore sensazione di “esserci”, si affiancano dei rumori, come spari o esplosioni, realizzati in maniera troppo approssimativa e superficiale.

– Uso dell’headset

– Tante modalità di gioco

– Appassionante

– Manca l’online

– Grafica scarna

– Troppo semplice

7

Swat: Global Strike Team, malgrado i vari ed evidenti difetti di realizzazione, dimostra di avere buone carte in mano. La mancanza di una fase di pianificazione non mortifica lo stile di gioco e sposta semplicemente l’enfasi del titolo sull’azione, rendendolo accessibile al grande pubblico.

Tirando le somme, la scelta dei programmatori di puntare sull’immediatezza lascerà l’amaro in bocca agli appassionati di FPS, bene abituati dalla serie di Rainbow Six (di prossima uscita su PlayStation 2) ma se cerchiamo un videogame semplice e divertente, con cui vivere in prima persona le avventure degli efficienti agenti antiterrorismo, S:GST non ci deluderà. E poi, possiamo finalmente tornare ad indossare il microfono con le cuffie!

Voto Recensione di SWAT Global Strike Team - Recensione


7