Recensione

Risen 2: Dark Waters

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a cura di FireZdragon

Negli ultimi anni i giochi di ruolo di stampo occidentale hanno lasciato il segno nel mercato videoludico. Titoli come Mass Effect, The Witcher, Skyrim e Kingdoms of Amalur: Reckoning, tanto per citarne un paio, sono riusciti a ritagliarsi una fetta importante di sostenitori, alzando al contempo la qualità del genere. In questo panorama di altissimo livello i ragazzi di Piranha Bytes hanno deciso di dire la loro, dando alla luce Risen 2: Dark Waters, seguito diretto del primo capitolo uscito circa quattro anni fa su PC ed Xbox 360. Si torna dunque a parlare di pirati, rum e mostri marini in quello che in tutto e per tutto si è dimostrato essere un titolo vecchia scuola. Sarà tutto oro quel che luccica?

Corpo di mille balene!Abbandonate le calde spiagge di Faranga, il nostro eroe senza nome si trova bloccato nel quartier generale dell’Inquisizione, devastato nell’animo e con una vistosa benda sull’occhio a ricordarne le battaglie passate. Caldera è sotto scacco e sono mesi che i rifornimenti non riescono a toccare terra, a causa di un Kraken guidato dalla volontà dei titani che ne assedia le acque, affondando qualsiasi imbarcazione che tenti di avvicinarsi. Stufi di assistere impotenti all’ennesimo massacro di vittime innocenti impugneremo la nostra spada e ci lanceremo sulla spiaggia, decisi a salvare più vite possibili. Proprio qui faremo il nostro primo incontro con Patty, strappandola letteralmente dalle fauci dei demoni della sabbia ed entrando conseguentemente nelle sue grazie. Da questo momento in avanti si animerà una lunga storia che ci accompagnerà, attraverso circa venti ore di gioco, tra tribù indigene, gnomi, mostri marini e riti voodoo, il tutto ovviamente innaffiato da ettolitri di Rum.Le basi sono dunque più che sufficienti per accontentare tutti quei giocatori che da ormai troppo tempo faticano a trovare titoli con ambientazione piratesca, nonostante questa sia di sicuro richiamo e fascino. Risen 2: Dark Waters in questo caso non delude e, sebbene non si lasci sfuggire nemmeno uno dei classici clichè, soddisfa pienamente le attese regalando dialoghi divertenti, pungenti e difficilmente politically correct, in grado di strappare un sorriso ma, a seconda delle circostanze, tornare anche su toni più seri e ricchi di pathos. In questo senso il doppiaggio inglese svolge bene il suo lavoro, con una versione italiana caratterizzata da sottotitoli curati e precisi.

A fil di spadaNessun titolo sui pirati potrebbe definirsi tale se non avesse dalla sua i combattimenti all’arma bianca e Risen 2: Dark Waters, in questo frangente, non si tira certo indietro. La scelta della tipologia di armi si divide principalmente in tre rami: le spade da taglio, che includono tutti i tipi di sciabole e macheti; le spade studiate per la perforazione come rapier e stiletti ed infine quelle da lancio, tra le quali convergono le classiche lance ma anche coltelli e bombe, ovviamente tutte ad uso limitato.Per gli amanti dei combattimenti sulla lunga distanza, invece, la divisione è tra fucili, pistole e moschetti, distinti per portata e velocità di fuoco. In questo caso saranno le munizioni ad essere contate, ma ci si potrà rifornire con tutta tranquillità dai vari mercanti sparsi per l’arcipelago.Nonostante questa grande differenziazione, il sistema di combattimento è risultato piuttosto basilare e il tutto sarà affidato alla semplice pressione del pulsante sinistro del mouse, con il quale potremo scagliare fendenti e affondi con estrema semplicità. Purtroppo la risposta dei comandi non è sempre immediata ed i movimenti risultano talvolta piuttosto legnosi, fattore che limita parzialmente il divertimento scaturito. Il secondo elemento che va a pesare in maniera determinante sulla buona riuscita dei combattimenti è l’intelligenza artificiale nemica, troppo spesso deficitaria, semplice da portare a zonzo mentre viene crivellata di colpi sulla distanza o, ancora peggio, sorpresa senza alcuna ragione a girare in tondo mentre viene colpita indisturbatamente. Quasi tutti i nostri attacchi faranno inoltre barcollare per qualche secondo gli NPC ed in alcuni casi, soprattutto contro gli avversari più lenti, potremo continuare a tempestarli senza che questi riescsno a reagire.Anche quando verremo assaliti da più ostili contemporaneamente le cose non miglioreranno particolarmente e spesso li vedremo colpirsi tra loro od osservarci imbambolati mentre massacriamo uno dei loro compagni. Purtroppo anche il sistema di lock on e la telecamera presentano problemi, rendendo probabilmente gli scontri il punto più basso dell’intera produzione.Per quanto riguarda le magie invece il sistema adottato da Risen 2, si basa principalmente su sortilegi di indebolimento, controllo mentale ed evocazione. Sarà quindi impossibile dar vita ad uno stregone ma ci si potrà tranquillamente dilettare a creare pozioni e bamboline voodoo con le quali prendere il possesso di vari NPC e costringerli a combattere e lavorare per noi per brevi periodi di tempo. Sfruttando questo meccanismo sarà altresì possibile completare diverse quest, alternativamente al mero utilizzo della forza bruta.

Questione di evoluzioneLa scelta di Piranha Bytes di abbandonare lo sviluppo del personaggio tramite i canonici punti esperienza e di livello è meritevole di attenzione. Uccidendo nemici verremo ricompensati con un quantitativo variabile di punti Gloria, dai venti per gli animali innocui fino ad arrivare ai duecento per i nemici più pericolosi, con un bilanciamento a onor del vero non sempre adeguato. Questi potranno poi essere spesi attraverso il menu per aumentare in maniera passiva il danno da noi inflitto, la nostra resistenza o ancora le doti di astuzia e le capacità magiche. Mettendoci quindi ad assalire ogni cosa si muova sulla mappa di gioco potremo, con molta pazienza, arrivare a far salire tutte queste caratteristiche ed avere un personaggio capace di gestire al meglio ogni situazione. Per dare maggior profondità al sistema, si potranno trovare NPC disposti ad insegnarci mosse ed abilità speciali sparse per il mondo di gioco. Acquisendo per esempio l’abilità Calcio, durante i combattimenti potremo respingere i nemici prima che questi sferrino un colpo o ancora effettuare contromosse e colpi caricati. Le skill tuttavia non si limitano ai combattimenti ma includono anche la capacità di scassinare serrature, intimidire le persone e creare armi, con un sistema di crafting basato su ricette ed ingredienti. Quest’ultimo risulta piuttosto basilare, ed una volta entrati in possesso del progetto di ciò che si desidera creare sarà sufficiente raccogliere i materiali necessari, recarsi ad una forgia e dare il via al processo per avere istantaneamente e senza alcun pericolo di fallimento l’oggetto voluto. Nel corso dell’avventura si potranno inoltre trovare mappe del tesoro, oggetti unici con i quali aumentare permanentemente le caratteristiche del personaggio o armi magiche da ricostruire. La disponibilità nel gioco di armi e armature non stupisce certo per varietà, ed una volta che riuscirete a forgiare un’arma leggendaria difficilmente la cambierete in seguito, annullando quasi del tutto la ricerca di nuovo equipaggiamento.

LostLe prime ore di gioco in compagnia di Risen 2: Dark Waters ci avevano fatto davvero ben sperare: nemici in grado di causare un gran quantitativo di danni, nessuna mini mappa o indicatore per segnalarci quale strada prendere ed un reale valore del denaro, tanto da dover raccogliere veramente di tutto per poter acquisire il minimo indispensabile dai negozianti per viaggiare tranquilli. Purtroppo, però, con il passare del tempo la curva di difficoltà si abbassa vertiginosamente e, non appena avrete un arma appena valida ed otterrete gli strumenti per raccogliere oggetti extra dalle spoglie dei vostri nemici, i soldi inizieranno a fluire nelle vostre tasche ad una velocità disarmante, tanto da potervi permettere di comprare tutto senza pensarci due volte. Un peccato quindi che l’impostazione hardcore studiata da Piranha e messa in atto nelle prime fasi di gioco venga meno proseguendo l’avventura. Apprezziamo moltissimo invece la decisione di lasciare pochi indizi sul diario delle quest, obbligando il giocatore a leggere con cura i dialoghi per avere informazioni più approfondite su dove andare e cosa fare. Questo elemento va però in netto contrasto con la possibilità di segnare sulla mappa l’obiettivo da raggiungere e con la possibilità di teletrasportarsi immediatamente tra le zone già visitate. Ci sembra, dunque, che lo studio di sviluppo tedesco abbia scelto una via intermedia, lasciando spiazzati i giocatori più esigenti.

Caraibi VirtualiForeste lussureggianti, limpidi fondali marini e città ottimamente realizzate aiutano a creare una grandissima atmosfera. Il mondo è vivo e credibile, grazie al clima mutevole, alla quantità davvero notevole di piante e arbusti e a un impatto generale in grado di rapire i più nel mondo di gioco. Ci ha lasciato dunque l’amaro in bocca costatare come tutte le navi siano state riprodotte con lo stampino, una caduta di stile davvero enorme se teniamo conto che queste dovrebbero rappresentare uno dei punti di maggior importanza in un titolo a sfondo piratesco. Rattrista inoltre non poter navigare liberamente per mare ma doversi affidare per forza di cose a rotte preimpostate. Straordinaria invece la sensazione di trasparenza dell’acqua, anche se c’è da rilevare la completa mancanza di fisica della stessa e pessimo effetto delle onde sul bagnasciuga. Lasciano invece a bocca aperta le cascate, incredibilmente evocative. In linea generale quindi l’aspetto che più ci ha colpito di Risen 2: Dark Waters è la capacità coinvolgere, di trascinare il giocatore in un gorgo di personaggi carismatici, ambientazioni eccellenti e situazioni divertenti. A tal proposito, durante la nostra avventura, entreremo in contatto con una miriade di comprimari, alcuni dei quali reclutabili direttamente nel nostro equipaggio. Dal ponte della nave potremo poi sceglierne uno e portarlo con noi sulla terra ferma per spalleggiarci in combattimento. Quest’aspetto non influirà solo sull’approccio al combattimento, per esempio alcuni pirati potranno curare mentre altri aumenteranno passivamente il danno inferto, ma influirà anche su alcuni dialoghi, diversificati in base alle nostre compagnie. Un titolo quindi che nel complesso soddisfa ma incapace di raggiungere l’eccellenza ormai stabilita dagli altri esponenti del genere.

Requisiti minimi: SO: Windows XP (with Servicepack 3), Windows Vista (with Servicepack 1), Windows 7Processore: Dual Core with 2.1 GHzMemoria: 4 GB System RAM, 5,5 GB free HDD spaceScheda Video: 512 MB Radeon 3870 / GeForce 8800 GTX

Requisiti Raccomandati:SO: Windows XP (with Servicepack 3), Windows Vista (with Servicepack 1), Windows 7Processore: Dual Core with 3 GHzMemoria: 4 GB System RAM, 5,5 GB free HDD spaceScheda Video: 1024 MB Radeon 4890 / GeForce GTX 260

– Ambientazioni evocative

– Personaggi carismatici

– Dialoghi eccezionali

– Crescita del personaggio originale

– Sistema di combattimento da rivedere

– IA deficitaria

– Tecnicamente non eccelso

8.0

Risen 2: Dark Waters non riesce a eccellere, a causa di diverse scelte intelligenti e originali ma sviluppate tutte con troppa superficialità. Preso come gioco di ruolo puro, il titolo targato Piranha Bytes soffre di scarsa profondità, trascinato a fondo tra le altre cose da un’IA deficitaria e da una gestione del combattimento che andava studiata più accuratamente. Per nostra fortuna a elevare l’intera produzione sopra la media ci pensano delle ambientazioni da mozzare il fiato, un’atmosfera incredibile e dialoghi davvero eccezionali, elementi essenziali per ogni GDR che si rispetti. Un titolo indirizzato fortemente, dunque, agli amanti del mondo piratesco che fanno del rum, della salsedine tra i capelli e delle battaglie a colpi di sciabola la loro ragione d’essere.

Voto Recensione di Risen 2: Dark Waters - Recensione


8