Anteprima

Risen 2: Dark Waters

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a cura di Mugo

La sete di novità dei giocatori è difficile da saziare, sia dal lato di noi giornalisti (con continue anteprime, notizie, interviste) sia da quello di chi i giochi li fa, chiamato ogni volta a ideare qualcosa al tempo stesso nuovo e familiare.Ecco, nuovo e familiare potrebbero essere due degli aggettivi caratterizzanti la nostra prova della beta di Risen 2: Dark Waters, a circa due mesi dalla data d’uscita del titolo Piranha Bytes, infatti, ci siamo addentrati nelle terre di Caldera per una prova a macchia di leopardo di molte fasi di gioco. 

Una storia nuova per una giocabilità familiare 
Andiamo subito ad esaminare gli aggettivi di cui si parlava nel cappello introduttivo: la novità, o più precisamente, il senso di novità, risiede nell’ambientazione piratesca che certo non è così comune nel settore dei videogiochi. Ci troviamo spesso ad uccidere dragoni, a trivellare di laser le astronavi nemiche, mentre non è piuttosto raro invece il gergo sporco dei bucanieri e il forte odore di rum che impregna barbe incolte e camice luride. Una latitanza dagli schermi abbastanza inspiegabile, visto che negli ultimi anni le avventure di corsari e affini hanno goduto di una rinnovata attenzione mediatica grazie soprattutto a Jack Sparrow (pardon, Capitan Jack Sparrow).E’ con particolare interesse, dunque, che abbiamo rivestito i panni dell’eroe senza nome protagonista di questo GDR distribuito da Koch Media, per avere conferma nel giro dei primissimi minuti di quanto l’ambientazione piratesca sia resa ottimamente. Tutto, dai dialoghi alla palette di colori, dalle scenografie ai costumi, è disegnato chiaramente per costringere il giocatore a lasciarsi andare ad un “Arrr!” liberatorio, mentre osserva un galeone ormeggiato in una luccicante baia tropicale. 
Il secondo aggettivo di cui si parlava, la familiarità, è invece da ricercarsi nel settore della giocabilità al reparto “level&quest design”. Familiarità potremmo sostituirlo con scolasticità, dato che l’impressione che si ha è quella di un titolo che fa di tutto per ripetere la lezione, lo fa anche bene, ma senza guizzi d’estro che invece ci sarebbero piaciuti. Intendiamoci, tutto quello che siamo andati a cercare l’abbiamo trovato: le varie tipologie di quest (raccolta, uccisione, stealth), i combattimenti non particolarmente fluidi, il crafting, insomma, tutto quello che ci si aspetta da un GDR c’è, e c’è alla vecchia maniera.Dunque chi cercasse un titolo in grado di sconvolgere la categoria dei giochi di ruolo all’occidentale non troverebbe in Risen 2: Dark Waters una risposta, ma volendo invece vestire di cappelli sporchi di salsedine e bandiere col teschio tutto quanto metabolizzato fin qui dal genere, ecco che si rimane soddisfatti. 
C’è di più, non solo il titolo fa tesoro di soluzioni di gamedesign già rodate, ma se possibile fa addirittura un passo indietro (non in senso negativo, sia chiaro) eliminando tutti quegli aiuti che sono spuntati come funghi con l’ampliarsi del mercato e l’arrivo dei giocatori meno smaliziati.I dialoghi che precedono l’assegnazione delle missioni tornano fondamentali, siamo noi con le nostre domande a cercare quanti più dettagli possibili dato che non sono presenti comode freccione rosse che ci indicano dove andare, chi uccidere, con chi parlare o cosa raccogliere. Niente panico però, è sempre possibile andare a rileggersi il testo delle quest nel caso si perda qualche passaggio, e per fortuna l’operazione non è tediosa, ma piacevole, grazie ad una storia coinvolgente e ben recitata.E’ infatti fondamentale che la sceneggiatura, vera e propria protagonista di un titolo del genere, sia solida e interessante, visto che è proprio in questa che il giocatore è chiamato ad immergersi. 
Do what you want ‘cos a pirate is free! 
Le possibilità di personalizzare il proprio approccio a Risen 2: Darkwaters sono molte e spaziano più o meno su tutte le principali vie tradizionalmente presenti nei GDR: si può scegliere di migliorare la propria abilità con la spada, l’abilità di tiro, la capacità di convincere le persone solo con giri di parole o specializzarsi in sotterfugi e furti. La maggior parte delle missioni, infatti, si presta a questa rosa di possibilità lasciando al giocatore la scelta sulla tattica da intraprendere, anche il puro combattimento, poi, si può concentrare sui dirty tricks (tutti quei mezzucci non proprio onorevoli di volgere il fato a nostro favore) o sulla brutale forza fisica, anche se ci aspettavamo qualcosa di più in termini di fluidità dell’azione. Gli scontri ci sono parsi leggermente legnosi e viziati da un’intelligenza artificiale dei nemici a tratti spiazzante: se in alcuni casi agiscono come ci si aspetta, in altri ci è capitato di dover colpire un NPC per una trentina di secondi prima di vedere una qualsiasi reazione sua o dei suoi compari. Il sistema di lock-on poi, se da un lato funziona più che bene nel selezionare l’avversario da colpire, dall’altro muove la visuale in maniera non sempre perfetta così da impedirci di vedere cosa stia per attaccarci alle spalle.Dal punto di vista più puramente tecnico dobbiamo registrare un giudizio positivo: la direzione artistica ci è sembrata ispirata e decisamente appropriata al tema del gioco, come più in generale abbiamo apprezzato il livello grafico del titolo che permette poi una grande scalabilità del dettaglio così da adattarsi alle varie specifiche dei computer dei giocatori.I doppiaggi dei dialoghi sono promossi a pieni voti grazie ad una recitazione convincente e una scrittura appropriata, si inseriscono poi in un comparto audio decisamente positivo, sia per quanto riguarda le musiche, che per quanto riguarda l’effettistica. 

– Ambientazione ben realizzata

– Sceneggiatura curata

– Tecnicamente soddisfacente

La nostra prova della beta di Risen 2: Dark Waters ha confermato le impressioni avute durante i nostri precedenti incontri col titolo: l’ambientazione è molto piacevole, la realizzazione tecnica è buona, e il gameplay è molto tradizionale. Ci sono degli elementi che ci piacerebbe vedere sistemati (alcuni bug grafici ed un’intelligenza artificiale non sempre all’altezza), ma in generale l’ottima sceneggiatura è coinvolgente e fa soprassedere su questi piccoli difetti. L’uscita è prevista per il 27 aprile prossimo, restate su queste pagine per saperne di più.