Anteprima

Rise of the Triad

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a cura di jewel

I first-person shooter non sono più quelli di una volta. Basta voltarsi un attimo e dare un’occhiata alle produzioni della prima metà degli anni novanta per accorgersi che, a un certo punto, qualcosa è cambiato. Ora, questa non è la sede adatta a intraprendere lunghe digressioni sull’escalation degli sparatutto bellici o l’avvento del fotorealismo. Limitiamoci a dire che, ogni tanto, è bello riscoprire qualche perla del passato, soprattutto quando si tratta di titoli che, a loro tempo, erano considerati davvero fuori dal comune. L’esempio di turno si chiama Rise of the Triad, sparatutto in prima persona pubblicato originariamente nell’ormai giurassico 1994, che si distinse non solo per la presenza di un gran numero di nemici, abilità e armi, ma anche per una ricca e innovativa modalità multiplayer, capace di coinvolgere fino a undici giocatori in contemporanea. Ebbene, a circa diciotto anni di distanza dalla prima release, Rise of the Triad sta per tornare in una veste del tutto nuova, con un comparto grafico al passo coi tempi, ma soprattutto con la stessa azione frenetica e sopra le righe che ne fecero un masterpiece alla fine dello scorso millennio.

Come tornare sulla bicicletta.Apogee Software ha affidato la licenza di Rise of the Triad a Interceptor Entertainment, casa di sviluppo che in occasione del reveal tenutosi al QuakeCon 2012 ha voluto mettere in chiaro quanto consideri importante l’eredità dello shooter in questione. Il realismo non è importante. Così come è marginale la presenza di una trama che tenga bene uniti i pezzi dell’esperienza di gioco. Tutto ciò che conta è il binomio violenza-velocità, condito occasionalmente con schizzi di sangue oltremisura ed esplosioni che farebbero morire d’invidia persino Michael Bay. I giocatori avranno ancora una volta la possibilità di scegliere tra cinque protagonisti differenti, tutti membri dell’High-Risk United Nations Taskforce, un gruppo di agenti d’elite che per il bene delle lingue di tutto il mondo si fa chiamare anche semplicemente “HUNT”. Ogni personaggio vanterà stats differenti, per cui il momento della scelta non sarà guidato dal solo fattore estetico. Preferire Doug Wendt, ad esempio, significherà avere a dispozione più punti ferita rispetto a ogni altro character, sacrificando però il fattore la velocità. Taradino Cassat avrà invece valori medi per ogni parametro presente. E così via.

In sostanza, sarà bene scegliere tenendo bene a mente lo stile di gioco che s’intende mettere in pratica. Anche perché nessuno ama trovarsi in difficoltà all’arrivo di monaci deviati con la passione per il saio e l’hobby di pianificare la distruzione di Los Angeles. Sì, è un incipit trito e ritrito, ma come vi avevamo preannunciato: la trama in questo caso non è il punto focale.Le nostre aspettative più grandi riguardano infatti il carattere (o meglio caratteraccio) tipico di Rise of the Triad. Per descrivere ciò di cui parliamo cominciamo dagli smembramenti: un colpo ben piazzato potrà letteralmente staccare di netto il braccio o la gamba dell’avversario di turno, dando vita a una sorta di fuoco d’artificio fatto di sangue e carne maciullata. Stessa identica cosa vale per le esplosioni, dannatamente pirotecniche e tanto fuori misura da giustificare, ancora una volta, una bella pioggia di arti svolazzanti su schermo. Una violenza inaudita che sarà possibile scatenare grazie al folle arsenale di armi ripescato con le pinze dall’originale titolo del 1994. Entreranno quindi in scena aggeggi che spaziano dal ragionevole “Heat Seeker”, un lanciarazzi che insegue il nemico utilizzando un comune sensore termico, all’assolutamente epica “Excalibat”, una mazza da baseball magica che, oltre a poter essere utilizzata in modo classico, è in grado di sparare palle da baseball infuocate e pronte a esplodere. Cosa innegabilmente fantastica. Il tutto assume un sapore ancora più interessante se ci si aggiunge un ritmo di gioco davvero molto veloce, dove per sopravvivere sarà spesso necessario muoversi ininterrottamente e saltare da una parte all’altra come forsennati. Non a caso faranno il loro bel ritorno anche i celebri jump pads, piattaforme che spareranno il giocatore in aria e tanto in alto da permettergli di raggiungere sporgenze altrimenti inarrivabili.Per quanto riguarda le modalità: il single-player sarà caratterizzato dalla presenza di venti livelli suddivisi in quattro episodi diversi, tutti conclusi da boss-battle uniche e, si spera, fedeli alla tradizione. Sul multiplayer, invece, le cose da svelare e precisare sono ancora un bel po’. Quello che sappiamo con certezza è che i match supporteranno sfide per un massimo di trentadue giocatori e che lo stile di gioco sarà, con ogni probabilità, ancora più frenetico di quello descritto per il single player. Pare inoltre che Interceptor Entertainment metterà a disposizione dei suoi giocatori un bel set di mod tools, così da permettere a chicchessia di prendere e tirare su un livello totalmente personalizzato. Arriveranno inoltre mappe e altri contenuti aggiuntivi post-lancio assolutamente gratuiti. O almeno, questo è quello che promette la software house.

Lontano da Wolfenstein 3DIl Rise of the Triad originale, quello degli anni novanta, era stato inizialmente concepito come seguito di Wolfenstein 3D e, non a caso, condivideva con quel gioco alcune scelte di design dettate dal celebre motore grafico firmato John Carmack. A quasi due decenni di distanza troviamo un titolo finalmente libero dai vincoli architettonici del passato: gli angoloni sono definitivamente spariti e le mappe sembrano essere piuttosto articolate in quanto a planimetria e struttura. Il titolo si avvale dell’Unreal Engine 3, motore grazie al quale è stato possibile far risplendere il monastero e tutte le ambientazioni del predecessore di una nuova, moderna, luce. Quello che abbiamo visto è però ancora troppo poco per giudicare il comparto tecnico, per cui vi toccherà aspettare l’analisi completa in sede di recensione.Concludiamo, però ,spezzando una lancia a favore della colonna sonora, che pare protendere verso composizioni miste di electro-rock e metal capaci di rendere adrenaliniche perfino le pulizie di Pasqua. Non sarà difficile farsi coinvolgere in una carneficina.

– Molto veloce

– Molto violento

– Fedele all’originale

Quello di Rise of the Triad ha tutte le carte in regola per essere un ritorno in grande stile. I ragazzi di Interceptor Entertainment hanno promesso infatti di voler riproporre lo stesso identico feeling veloce e violento dell’originale first-person shooter del 1994. Con lo stesso gameplay vincente di oltre dieci anni fa e le nuove possibilità offerte dalla tecnologia di Unreal Engine 3, questo sparatutto old-school potrebbe fare la gioia di molti appassionati giocatori muniti di mouse e tastiera. Fortunatamente l’uscita è prevista per questo stesso anno, per cui non ci toccherà soffrire a lungo prima di saggiare il prodotto finale. Teniamo duro e incrociamo le dita.