Recensione

Rise of the Argonauts

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a cura di Shiryo

Rise of the Argonauts vede protagonista della storia Giasone, re di Jolco, che accompagnato dal caro amico Ercole, deciderà di compiere un’impresa improba: trovare il vello d’oro, l’unico mezzo con cui riportare in vita la sua amata Alceme, uccisa il giorno delle nozze.A questo scopo salirà a bordo della mitica nave Argo, accompagnato dal favore degli Dei Apollo, Ermes, Atena ed Ares e soprattutto da eroi greci che daranno la vita per stargli accanto: gli Argonauti. Una storia senza dubbio interessante, ma per sapere se sarà un elemento sufficiente a valorizzare anche il gioco non vi resta che continuare a leggere.

Action, ma non abbastanzaSviluppato da Liquid entertainment, il titolo si basa su eventi storico-mitologici ai quali si affiancano scelte utili a rendere ancora più epica la produzione, classificabile come Action-Rpg.Riferendoci ai tasti della versione PS3 testata, il sistema di controllo permette di parare gli attacchi nemici con il tasto R2, oppure schivarli grazie ad una capriola realizzabile con il pulsante cerchio. In fase offensiva potrete infliggere colpi standard attraverso il tasto quadrato, attaccare con lo scudo attraverso la pressione di X, utile a togliere la guardia agli avversari, ed eseguire scenografici colpi finali con triangolo. Tenendo premuto il tasto R2 mentre si esegue un attacco, si produrranno particolari mosse speciali, differenti per ogni arma utilizzata come mazze, lance e spade, tutte sempre a disposizione del protagonista e selezionabili anche durante una combo, cosi da creare serie di attacchi letali ed imprevedibili. La pressione del D-Pad in una direzione abilita l’utilizzo di particolari magie ed incantesimi, ottenibili tramite la venerazione delle divinità.I combattimenti sono divertenti e ricchi di effetti speciali, come le ferite visibili sul corpo dell’eroe o la modalità al rallentatore nei colpi letali, ma nonostante si possa far uso di numerose abilità e poteri magici, non si contraddistinguono per varietà nelle combo o per fluidità nella concatenazione dei colpi, risultando quindi qualitativamente inferiori a quanto già visto nei concorrenti Conan o Viking: Battle for Asgard.

Un Gioco di Ruolo appena accennatoLa parte ruolistica è piuttosto atipica: di fatto non vi sono punti esperienza accumulabili, né parametri migliorabili per potenziare il vostro personaggio. Tutto si basa sul culto delle quattro divinità presenti e quindi sul ricevere differenti favori da ognuna di loro. Terminata ogni missione, che può essere il raggiungimento di un obiettivo obbligatorio o la realizzazione di una breve quest secondaria, la vostra impresa verrà scritta nelle stelle. A questo punto tramite l’apposito menu Incanto, potrete dedicare ogni impresa compiuta alle diverse divinità, andando ad aumentare una barra che, una volta riempita, vi darà un punto incanto utile a sbloccare uno dei potenziamenti offerti da quel determinato Dio.Inizialmente potrete ottenere miglioramenti che vanno dall’aumento della salute massima di Giasone, al potenziamento dei suoi attacchi, sino al renderlo più resistente o abile nella parata. Più avanti potrete ottenere elaborati bonus che vi regaleranno particolari stati psicofisici che permetteranno, ad esempio, di diventare più potenti se circondati da molti nemici o trasformare quest’ultimi in pietra. Tutto dipende dalla divinità alla quale si decide di rivolgersi. In aggiunta è possibile migliorare l’utilizzo di una particolare tipologia di arma a disposizione attraverso il medesimo sistema, considerando che Ares proporrà potenziamenti per le sue armi preferite, ovvero le mazze, Ermes per le spade, Athena per le lance mentre Apollo offrirà particolari miglioramenti all’utilizzo dello scudo.

Quando il videogioco si fa romanzoLa trama è raccontata prima che dalle gesta del protagonista, dai numerosi dialoghi che hanno un importanza, nel bene e nel male, anche nel gameplay.La maggior parte del tempo che dedicherete al gioco è infatti strettamente legata ai dialoghi tra Giasone, gli Argonauti e i vari personaggi primari o secondari che incontrerete. A particolari domande potrete rispondere attraverso un sistema di scelta multipla; anche in questo caso, ogni tipo di risposta che darete vi farà guadagnare il favore di una delle divinità, che si sommerà a quello ottenuto dalle imprese, sempre allo scopo di ottenere punti incanto.L’idea di gestire i dialoghi in relazione alla divinità di cui si cerca benevolenza è ottima, ma la realizzazione poteva essere curata meglio, dato che le risposte a vostra disposizione sono piccoli riassunti poco esplicativi di quella che è la vera frase che verrà pronunciata da Giasone. Ne consegue che spesso risponderete senza avere la minima idea del Dio che la nostra frase possa finire per compiacere. In aggiunta a questa pecca, c’è da segnalare l’eccessiva linearità dei compiti da eseguire, che ci porteranno avanti e indietro nelle stesse aree più volte solo per parlare con personaggi sparsi per le città e con fasi di combattimento solo sporadiche, il che mina seriamente la giocabilità complessiva.

Il re Giasone, glorioso condottieroDurante l’avventura esplorerete diverse città, tra le quali la misteriosa isola di Delfi dove otterrete le previsioni di un inquietante oracolo, oltre che il primo arruolato tra gli argonauti, ovvero Pan, il Satiro Parlante. Micene, sarà la patria del re Licomede, padre di Alceme, al quale dovrete dimostrare di avere l’onore intatto attraverso duri combattimenti in un’arena gladiatoria, in sfide di difficoltà crescente che ci vedranno affrontare ladri, satiri e minotauri, sino alla sfida contro il pelide Achille..L’isola di Citra vi vedrà alle prese con il mito di Medusa, esplorando una città popolata da statue di pietra che troverete modo di rianimare, risvegliando i buoni abitanti locali, ma anche nemici letali che non si prodigheranno certo nel ringraziarvi. Saria è invece la patria dei centauri, dove affiancherete Atalanta per aiutare la sua gente.Per quanto riguarda la gestione degli Argonauti arruolati, questa sarà limitata alla scelta di un compagno principale nel momento in cui approderete in una nuova zona città, che vi seguirà insieme ad un eventuale ulteriore personaggio legato indissolubilmente alla trama di quella terra. I personaggi al vostro seguito combatteranno al vostro fianco utilizzando stili differenti, ma non potrete in alcun modo adottare particolari tattiche che li coinvolgano o sfruttare le loro abilità direttamente. Unica via d’interazione è sempre il sistema di “favori divini”; alcuni bonus infatti sono dedicati all’aumento della resistenza dei vostri alleati, al miglioramento della loro forza, alla possibilità che si rianimino in caso di morte e poco altro.

Una realizzazione tecnica non memorabileAnalizzando il gioco dal punto di vista tecnico, si segnala la buona qualità della colonna sonora, con musiche d’autore evocative e che accompagnano sempre al meglio le azioni di gioco. Degna di nota la gestione delle musiche nei combattimenti, dove quando verrete seriamente feriti, gli effetti audio si attenueranno e salirà un canto epico capace di trasmettere al meglio la drammaticità del momento. Peccato che il doppiaggio non sia allo stesso livello: nonostante sia apprezzabile l’enorme quantità di linee di testo in italiano, la qualità di alcuni dialoghi è insufficiente per recitazione (riferendosi ad alcuni personaggi secondari) e peggio ancora per il campionamento, in alcuni casi particolarmente metallico e disturbato. Oltretutto per alcuni personaggi il volume del parlato è piuttosto basso, il che ne rende difficile l’ascolto.Graficamente il titolo si dimostra ancora più povero. Se il protagonista e gli Argonauti sono ben caratterizzati ad un livello quasi cartoonesco, la maggior parte dei personaggi secondari sono poco curati e non vi é costanza nella qualità tra i modelli, alcuni sono sufficienti come centauri o alcuni nemici, altri sono semplicemente brutti ed incredibilmente mal realizzati.L’espressività dei volti durante i dialoghi è anch’essa proporzionale all’importanza del personaggio che parla; si va dalle sporadiche variazioni nel volto del protagonista, sino alla totale inespressività dei personaggi di contorno. Le locazioni esplorabili sono stilisticamente ottime, ma scarsamente realizzate in quanto a dettagli ed esageratamente lineari nella loro percorribilità. Alcuni effetti come la nebbia sono godibili, mentre altri sono pessimi, come la resa dell’acqua in particolari scorci panoramici. Scatti e cali di framerate ci accompagnano lungo tutta l’avventura: considerando che a muovere il tutto ci sia l’Unreal Engine, qualcosa di più si poteva fare di certo.In definitiva si tratta di un titolo insufficiente, che delude le aspettative proponendo un gameplay ancorato a dinamiche scontate e, peggio ancora, realizzato sfruttando solo superficialmente le potenzialità hardware a disposizione.

– Storia interessante

– Buona armosfera

– Musiche di qualità

– Dialoghi prolissi

– Poche combo a disposizione

– Tecnicamente insufficiente

– Gameplay lentissimo

5.3

Un comparto tecnico non adeguato e l’esagerata lentezza portata dai dialoghi non consentono al titolo di emergere come avrebbe potuto. Peccato per questi grossi difetti perché, seppur raccontata in maniera prolissa, la storia alla base del gioco è interessante, l’atmosfera mitologica che si assapora è particolare e il sistema di potenziamento basato sulla venerazione degli Dei è un’idea originale che ben si lega al contesto; fattori che a corredo di una tecnica migliore e di scelte più oculate relativamente al gameplay avrebbero potuto portare il titolo a ben altri livelli qualitativi.

Voto Recensione di Rise of the Argonauts - Recensione


5.3