Recensione

Rise of Immortals

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a cura di FireZdragon

I MOBA (Multiplayer Online Battle Arena) stanno vivendo negli ultimi mesi una vera e propria rinascita. League of Legends si è ormai imposto sul mercato dei titoli free to play come punto di riferimento per il genere, seguito a ruota dal più che discreto Heroes of Newerth, passato anche lui ultimamente al modello gratuito. Ad alimentare il tutto ci si è messa Valve che con il suo DOTA 2, presentato ufficialmente allo scorso Gamescom, ha riacceso l’hype di tutti gli appassionati. Sull’onda del successo di questi titoli ovviamente altri sviluppatori hanno cercato di approfittare della situazione, rilasciando sul mercato una serie di cloni più o meno riusciti. Questo è proprio il caso di Petroglyph che, nemmeno troppo velatamente, ha tentato di ricalcare le orme del prodotto Riot, dando vita però ad un titolo tutt’altro che competitivo.

Deboli immortaliLa più grossa differenza apportata al genere da Rise of Immortals la si sperimenterà appena superata la schermata del login. Senza andare troppo per il sottile infatti, il titolo Petroglyph imporrà ai giocatori di scegliere uno tra i soli tredici personaggi attualmente disponibili. Una volta selezionato quello che più ispira fiducia si verrà trasportati in una sorta di piazza generale dove si potranno incontrare tutte le incarnazioni virtuali degli altri giocatori. Abbandonate dunque elaborate interfacce o menù testuali, Rise of Immortals vi immergerà in questa cittadina popolata da altri giocatori, mostrandovi il nome ed il livello del loro immortale.Dall’enorme tasto che troneggia nella parte alta dello schermo, sarà quindi possibile decidere in quale delle diverse modalità di gioco presenti cimentarsi. Proprio in questo punto tutta la superficialità del titolo emerge con prepotenza rivelando un matchmaking assolutamente non adatto ad un gioco del genere. A prescindere infatti dalla vostra scelta, il sistema vi abbinerà in maniera del tutto casuale con altri giocatori, senza tenere conto della effettiva composizione del party o delle necessità del gruppo, evitando inoltre accuratamente di darvi la benché minima possibilità di organizzarvi per tempo con gli altri contendenti. L’unica scelta che sarete in grado di fare, se vi accorgerete di avere un gruppo troppo sbilanciato, sarà quella di abbandonare la coda e sorbirvi i classici minuti di penalità prima di potervi nuovamente rimettere in gioco. Se sarete abbastanza fortunati, o abbastanza coraggiosi, da cimentarvi in una partita vi ritroverete né più né meno nelle classiche mappe viste già decine di altre volte nei titoli similari. La modalità cinque contro cinque presenta infatti le consuete tre linee da difendere, con le torri a fare da baluardo, ed ondate continue di minions rilasciate sul campo di battaglia dal vostro cristallo centrale, punto focale per la vittoria. Dal punto di vista del puro gameplay le mappe offrono una quantità di cespugli superiori alla norma, favorendo gli agguati e rendendo più dinamici gli inseguimenti, fornendo inoltre diverse vie alternative di fuga e di attacco. I veterani tuttavia si abitueranno in fretta e porteranno letteralmente la devastazione sul campo di battaglia. La community attuale presente sui server di gioco ci è sembrata di livello piuttosto basso, anche se molto più tollerante verso gli errori dei propri compagni rispetto a quanto non accada nei titoli similari più blasonati. A venire incontro ai giocatori alle prime armi ci si metterà anche uno shop studiato appositamente per i novizi, formato esclusivamente da un numero limitato di oggetti non combinabili fra loro e da una serie di consumabili. Una volta scelta la build del vostro immortale tutto quello che dovrete fare sarà semplicemente acquistare gli oggetti base e tornare saltuariamente nella vostra base per compare i miglioramenti degli stessi, aumentandone automaticamente il danno od aggiungendo interessanti effetti bonus. Oltre al già noto life steal, alcune armi saranno dotate anche della caratteristica spell vamp, in grado di far recuperare mana agli eroi in base al danno causato, permettendo così di utilizzare le abilità in maniera continuativa ed alzando conseguentemente il livello di aggressività durante gli scontri. Terminata la partita, l’immortale utilizzato riceverà un corrispettivo di esperienza in grado di farlo salire automaticamente di livello. Con ogni avanzamento sarà possibile così assegnare degli specifici punti disciplina in uno dei tre rami presenti. Due di questi, offensive e defensive, sono quanto di più classico ci si possa aspettare e potenzieranno rispettivamente il potenziale di attacco o la resistenza ai danni. Più interessante invece la terza opzione che influirà direttamente sulle abilità dell’eroe, diminuendone il cooldown, aumentandone il danno ed addirittura regalando una quinta e devastante abilità una volta completato. Questo in teoria doveva permettere di dare vita ad una linea di apprendimento e di difficoltà crescente, mettendo in competizioni eroi dello stesso livello e con abilità similari. Purtroppo il tutto si è rivelato fallimentare proprio a causa degli abbinamenti casuali tanto che, quando il vostro personaggio ne incontrerà uno di dieci livelli sotto il suo, potrà banchettare allegramente sul suo cadavere senza che questo abbia qualche possibilità di difendersi data l’enorme disparità di forze presenti sul campo. Questo mette purtroppo in risalto un ulteriore difetto di questo sistema, ovvero l’impossibilità di cambiare liberamente il proprio personaggio partita dopo partita. Certo, potrete decidere di tornare alla schermata di selezione e ricominciare con un altro immortale, ma a quel punto vi ritroverete con tutte le statistiche azzerate e dovrete ricominciare la vostra scalata verso il successo dal gradino più basso. Visto lo scarso numero di personaggi disponibili inoltre, il matchmaking per alcuni particolari eroi sarà un vero e proprio calvario dato che il sistema non ne abbinerà mai due uguali nello stesso team, causando per gli immortali più diffusi code di alcune manciate di minuti. Purtroppo non si può nemmeno dire che i personaggi siano pochi ma bilanciati visto che alcuni di questi risultano palesemente più forti di altri e con abilità nettamente più utili, primo su tutti Ichorr: un uomo albero dotato di tre cure, delle quali una ad area, la possibilità di rendere invisibile tutto il party ed uno snare capace di causare anche ingenti danni.

Modalità di giocoOltre ad un semplice e ripetibile tutorial, Rise of Immortals mette a disposizione una mappa due contro due, una tre contro tre, il classico cinque contro cinque ed una interessante, almeno sulla carta, modalità PVE. La mappa in questo caso non è speculare ed al posto delle torri, al nemico verranno donati due colossi che bloccheranno la strada alle vostre truppe fino alla loro morte. Per favorire l’avanzata potrete liberare due enormi guerrieri imprigionati all’interno di speciali cristalli sparsi per la giungla che costella questa ambientazione. Purtroppo, se da una parte qualche idea originale si intravede, la ridicola intelligenza artificiale vi permetterà di vincere anche nel caso in cui giocaste da soli, con i personaggi avversari incapaci di imbastire un attacco organizzato o ancor peggio non riuscire a capire che continuare a lanciarsi in futili tower diving quando siete carichi di energia non sia la tattica migliore per vincere la partita. La sorpresa finale tuttavia vi attenderà quando riuscirete a distruggere completamente la loro base e dal cristallo centrale uscirà un’enorme drago pronto a fare a pezzi tutti i gli edifici rimanenti. Senza stare a pensarci troppo dovrete semplicemente ritornare in base e prepararvi a difenderla, senza però ricorrere a particolar ingegno: basterà sparargli mentre è intento ad attaccare le torri o portarlo a spasso e colpirlo dalla distanza vista la sua immensa lentezza. Il tutto si può riassumere in una semplice frase: poco divertimento e tanta routine.

Ugly ImmortalsRise of immortals è approdato da pochi giorni su Steam e già adesso sembra un titolo della passata generazione. La modellazione poligonale degli eroi è raccapricciante ed alcune scelte cromatiche delle skin alternative sono state probabilmente partorite dalla mente di un folle. Solo un paio di eroi riescono a salvarsi dalla disfatta, in particolar modo ci riferiamo alla guerriera Aislyn ed al tank Scorpix, entrambi di egregia fattura. Purtroppo quasi tutti gli altri personaggi soffrono di animazioni slegate tra loro e da una generale carenza nella cura nei dettagli. A lasciare basiti si aggiunge anche il design di alcuni mob sparsi per la mappa e delle torri di difesa, punto focale dell’intero gioco e veramente ideate senza alcuna anima. Il prodotto Petroglyph segue attentamente lo stesso modus operandi di League of Legends per quanto concerne l’item shop, lasciando al giocatore la possibilità di acquistare gli eroi con valuta reale o con i gettoni guadagnati al termine di ogni partita e nello stesso modo mette a disposizione speciali rune per migliorare le statistiche base dei propri immortali, i quali, con tutta probabilità, rimarranno a vivere la loro eternità solo nelle memorie di qualche sfortunato giocatore che ne ha incrociato il cammino per puro caso.

HARDWARE

OS: Windows XP, Vista, 7Processore: 2.0Ghz Intel Pentium 4Memoria: 1GB (2GB per Vista)Hard Disk Space: 1.5GBScheda video: Shader 2.0, 256MBDirectX: 9.0cSound: DirectX

– Adatto ai novizi del genere

– Gratuito

– Comparto grafico arretrato

– Pochi eroi e sbilanciati

– Nessuna novità di rilievo

– Il mercato offre di meglio

– Matchmaking imbarazzante

5.0

Rise of immortals ha problemi sotto ogni aspetto, a partire da quelli più marginali fino ad arrivare al fulcro del gioco. Il matchmaking è studiato in maniera pessima, il livello tecnico è bassissimo e l’IA ha grossissimi problemi di programmazione. A pesare su tutto questo inoltre ci si mette un mercato già saturo di prodotti decisamente validi e con DOTA 2 previsto per i prossimi mesi non vediamo come Rise of Immortals possa pensare di ritagliarsi una fetta di mercato nel prossimo futuro.

Voto Recensione di Rise of Immortals - Recensione


5