Retrospettiva Dead Space

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a cura di Fatum92

Dead Space 3 è sicuramente uno dei titoli più attesi di questo inizio 2013. La serie targata Visceral Games, infatti, ha saputo conquistare i consensi di critica e pubblico proponendo un’esperienza horror fantascientifica che è riuscita a impaurire un nutrito numero di giocatori. Con due episodi principali, qualche spin-off e diversi fumetti e film animati sul curriculum, Dead Space si conferma come uno dei fenomeni multimediali che hanno caratterizzato questa generazione. Ma cominciamo dal principio…

Dead SpaceAnnunciato nel 2007, Dead Space non fu immediatamente in grado di catalizzare a sé molta attenzione. Fu solo un anno più tardi, quando l’opera finì nelle mani dei giornalisti del settore e successivamente sugli scaffali dei negozi che ci si accorse di trovarsi dinnanzi a una produzione di grande qualità. Tale sorpresa, unita alla scarsità di titoli di genere survival-horror, rese Dead Space un gioco culto per molti appassionati. Nonostante un’impostazione indubbiamente votata all’azione sparatutto, l’opprimente e inquietante atmosfera, la tensione di alcune sezioni, l’ambientazione sci-fi estremamente curata e un comparto audio letteralmente da urlo, consacrarono il lavoro di Visceral Games a vero erede del genere horror. Un horror certamente lontano da quello classico dei puri survival: molto meno psicologico e concentrato sulla violenza visiva, sullo splatter. Una visione occidentale, insomma, della tipologia, che prende anche ispirazione da pellicole cinematografiche quali Alien.Sebbene la location, la leggendaria nave spaziale USG Ishimura, abbia ricalcato un ruolo fondamentale nel decretare il successo di Dead Space, non di meno possiamo dire per tutta la componente ludica. Riprendendo l’idea da Resident Evil 4, la telecamera viene posizionata immediatamente alle spalle del protagonista, l’ingegnere Isaac Clarke, accentuando la sensazione claustrofobica, valorizzata, peraltro, dai movimenti spesso un po’ impacciati del personaggio. Ai livelli di difficoltà più alti, quindi, sopravvivere agli improvvisi attacchi dei pericolosi necromorfi non è sempre affare semplice e richiede una certa predisposizione e preparazione. Un altro aspetto che ha caratterizzato Dead Space sono proprio i nemici, i quali richiedono una precisa strategia per essere abbattuti: quella di colpirli alle articolazioni, di smembrarli. Sparare a casaccio diviene così inutile ed è quantomeno necessario fare un minimo di attenzione a non sprecare munizioni. Una condizione molto interessante che, però, perde inevitabilmente smalto proseguendo nell’avventura, divenendo una ripetitiva routine. Dead Space riesce comunque a mantenere il giocatore incollato allo schermo, annoiando in poche occasioni, più che altro per un backtracking alle volte eccessivo, e appassionando grazie a una trama dai risvolti magari non imprevedibili, ma nel complesso convincenti.L’horror di Visceral si differenzia poi per la presenza di sezioni a gravità zero in cui il giocatore può praticamente volare da una parete all’altra di una stanza, solitamente in frangenti atti alla risoluzione di banali enigmi ambientali. Tuttavia, il sistema di controllo macchinoso ha reso questi spezzoni di gioco non pienamente riusciti.In ogni caso, la giocabilità si dimostrò globalmente appagante e coinvolgente, affiancata da un altrettanto immersivo impianto tecnico, curato davvero in quasi ogni dettaglio, soprattutto nella gestione dell’illuminazione, con luci e ombre dinamiche eccezionali. Ovviamente, eccellente fu anche il versante sonoro, costituito non solo da rumori e brani agghiaccianti, ma da ugualmente efficaci silenzi. In negativo, si ricorda il doppiaggio di Dario Argento, ingaggiato più a scopo pubblicitario che per le sue effettive doti recitative.

Dead Space: ExtractionDopo l’inaspettato successo del primo capitolo, nel 2009 Electronic Arts pubblica Dead Space: Extraction, sparatutto su binari in esclusiva per Nintendo Wii. Una versione per PlayStation 3, e compatibile con la periferica Move, è stata successivamente inserita nell’edizione limitata di Dead Space 2.Extraction si rivela un ottimo gioco, probabilmente uno degli esempi migliori di rail-shooter. L’esperienza a bivi, la storia ben narrata, l’atmosfera in linea con il titolo originale e il gameplay sì guidato, ma incredibilmente capace di restituire al fruitore una buona impressione di libertà e controllo, hanno reso questo spin-off una produzione qualitativamente superiore alla media. Persino tecnicamente il lavoro svolto è encomiabile, ancor più considerando la console di riferimento.Dead Space: Extraction si pone quindi come un episodio imperdibile per i fan del brand, che sfrutta a dovere i sensori di movimento di Nintendo Wii (e PlayStation 3) per regalare un’altra avventura disturbante e immersiva a bordo della Ishimura.

Dead Space: IgnitionScaricabile da PlayStation Network e Xbox Live, qualche mese prima dell’uscita di Dead Space 2 è stato reso disponibile Dead Space: Ignition, trascurabile minigioco che racconta, attraverso filmati in stile fumetto di dubbia qualità, gli eventi che hanno portato nel caos la stazione spaziale The Sprawl. La vicenda si svolge infatti qualche ora prima del secondo capitolo mettendo il giocatore dinnanzi a ripetitivi e scialbi enigmi. Un puzzle game, insomma, decisamente insufficiente e di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.

Dead Space 2Agli inizi del 2011 fu poi la volta di Dead Space 2, sequel, ambientato tre anni dopo l’originale nella città The Sprawl, che trasporta nuovamente Isaac nell’incubo dei necromorfi. A livello di dinamiche di gioco il titolo non si discosta particolarmente dal predecessore, proponendo il solito ibrido sparatutto-survival. Anche l’atmosfera, per quanto forse meno incisiva, non delude, mantenendosi abbastanza costante per l’intera esperienza. Ciò detto, Dead Space 2 non fu apprezzato da tutti. La deriva action, con un ritmo più serrato e una spettacolarizzazione marcata di alcune scene, senza contare la rinnovata spavalderia del protagonista che mina in parte il clima di tensione, furono, per molti, elementi sufficienti a renderlo inferiore all’opera prima. Curioso, se si pensa che Dead Space 2 introduce comunque qualche miglioria, apparendo più scorrevole, vario e godibile. Soprattutto le sezioni a gravità zero abbandonano la loro risaputa legnosità per offrire anche momenti inaspettatamente esaltanti. Se quindi, per forza di cose, l’”effetto sorpresa” nell’affrontare i disgustosi nemici è scomparso e i combattimenti si dimostrano talvolta più facili da gestire (anche per via di ambienti più ampi e spaziosi e per la possibilità di utilizzare gli arti dei mostri come arma), Dead Space 2 rimane sostanzialmente fedele alla sua natura, intrattenendo egregiamente. Si potrebbe puntare il dito verso una trama non particolarmente interessante, che fatica a svilupparsi. Tuttavia, l’anima splatter si mostra ancora più preponderante e alcune visioni di Clarke rendono comunque intrigante l’incedere. Una storia senza infamia né lode.Da lodare è invece il comparto audiovisivo, realizzato veramente ad hoc, capace di immergere totalmente nell’azione.Una novità di questo secondo episodio, poi, è l’introduzione del multiplayer online, altro aspetto che ha attirato le antipatie di alcuni giocatori. Tale modalità non aggiunge nulla di realmente significativo e, sebbene dia la possibilità di impersonare perfino i necromorfi, le partite divertono per un lasso di tempo piuttosto breve, senza lasciare spunti particolari, a dimostrazione di quanto sia stata una scelta abbastanza inutile, attuata più che altro per esigenze commerciali.

Libri, fumetti e filmCon la creazione di un universo intricato e complesso, la serie di Dead Space non ha ovviamente tardato a contaminare altri media. Per quanto riguarda i libri troviamo Dead Space: Martyr e Dead Space: Catalyst (in arrivo a febbraio da noi), i quali espandono il mondo del gioco, fornendo retroscena sul Marchio, il culto Unitology e i necromorfi. Abbiamo poi diversi fumetti, una serie dei quali visionabile negli extra di Dead Space: Extraction. Da citare anche Dead Space: Salvage e il prossimo Dead Space: Liberation, concentrato sul personaggio di John Carver presente in Dead Space 3.Di più interesse sono forse i due film di animazione finora realizzati. Purtroppo, soltanto uno ha raggiunto il nostro Paese. Si tratta di Dead Space: La Forza Oscura, uscito nel 2008, che narra dell’attacco iniziale dei necromorfi alla USG Ishimura, concludendosi proprio pochi attimi prima dell’inizio di Dead Space. Considerando il target a cui è riferito, la pellicola risulta passabile, grazie anche a buone scene di azione splatter.Nulla si sa, invece, di un possibile arrivo di Dead Space: Aftermath, che utilizza sia tecniche 2D sia 3D per raccontare gli eventi che fanno da ponte tra il primo e il secondo episodio.Inoltre, è da un po’ di anni in cantiere un lungometraggio cinematografico basato sulla serie, ma nulla di nuovo è stato detto a riguardo.Per completezza, infine, segnaliamo Dead Space IOS, titolo per mobile che tenta di portare l’atmosfera e il gameplay della saga sul piccolo schermo dei cellulari, riuscendo nell’intento e convincendo critica e pubblico della sua bontà.

In un’era dove i survival-horror classici sono praticamente scomparsi, Dead Space rappresenta probabilmente la più naturale evoluzione del genere. I puristi ovviamente contesteranno questa affermazione, ma la serie di Visceral Games, per quanto rientrante nella categoria dei TPS, dimostra di possedere anche molti elementi survival e soprattutto horror. Se si tiene presente che, di questi tempi, il concetto di genere sta via via perdendo il suo significato a favore di opere sempre più ibridate e difficilmente inquadrabili, Dead Space può tranquillamente considerarsi un’esperienza di sopravvivenza. Comunque sia, ciò che è certo è che la serie ha saputo raccogliere consensi grazie alla cura posta nella sua realizzazione: dall’angosciante atmosfera alla trama interessante e macabra, fino al gameplay appagante e al comparto audiovisivo di prim’ordine. Alcuni dubbi sull’imminente Dead Space 3, tuttavia, rimangono. Già con il secondo episodio abbiamo assistito a un’accentuazione delle fasi action e questo terzo capitolo sembra spingere ancora di più sotto questo aspetto. La verità è però vicina: restate con noi per l’ormai prossima recensione.