Retrospettiva Battlefield: Part 1

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a cura di Pregianza

Gli sparatutto militari in prima persona ormai hanno conquistato di forza una delle più enormi fette del mercato videoludico. Di anno in anno marchi mastodontici si fanno sempre più appetibili per la massa di videogiocatori, puntando tutto su un online capace di dare dipendenza quanto una droga, e su un gameplay tanto spettacolare quanto accessibile. Non tutti gli appassionati del genere si sono fatti catturare da questo vortice e più di un purista se n’è tenuto ben lontano preferendo prodotti più ardui da padroneggiare e punitivi, ma comunque è innegabile che tra le serie appartenenti a questo insieme di prodotti una in particolare abbia mutato il volto del multiplayer competitivo degli fps. Parliamo di Battlefield, una saga esplosa nelle case solo negli ultimi anni, ma che vanta una storia tutt’altro che superficiale, fatta di titoli più o meno innovativi, ottime idee, comparti tecnici paurosi, e… un sacco di bug.
In occasione della presentazione di Battlefield 4 alla GDC 2013 abbiamo deciso di proporvi una delle nostre solite retrospettive, e di ripercorrere con voi la strada che ci ha portato fino allo stato attuale dell’opera di DICE. Oggi tratteremo i titoli della serie che sfruttano il Refractor Engine, prima del passaggio al Frostbite.
Codename Eagle
Il titolo da cui tutto è nato non si chiamava Battlefield, e a dire il vero non fu nemmeno sviluppato dai DICE. Codename Eagle, questo il suo nome, fu uno sparatutto innovativo e ricco di buone idee nel lontano 1999, e tra i primi a introdurre esaltanti battaglie multiplayer a bordo di veicoli. I Refraction Games, riuscirono a creare un fps capace di dividere nettamente la critica: alcuni redattori lo elogiarono per il suo incredibile potenziale se giocato in gruppo, altri lo stangarono brutalmente per la breve durata e le mancanze tecniche. Questo titolo differisce dai successori principalmente per la possibilità di trasportare molte armi contemporaneamente. 
I Refraction si fusero in seguito con i DICE e divennero parte integrante nello sviluppo del primo “vero” Battlefield. 
Battlefield 1942
L’inizio della serie, e ancora oggi uno dei titoli più osannati della stessa, è un gioco ambientato nella seconda guerra mondiale, quasi completamente incentrato sul multiplayer. La modalità principale di Battlefield 1942 si chiama Conquest, e ai tempi spostò il focus dall’uno contro uno al gioco di squadra, cambiando la faccia degli sparatutto. Per una volta non è importante solo fare un massacro, ma anche mantenere dei punti di controllo sparsi per la mappa, che se conquistati favoriscono il team limitando veicoli e rinforzi dei nemici, e scegliere un ruolo utile per supportare i propri compagni. Un gruppo perde una volta finiti i Respawn Tickets, che si consumano gradualmente a seconda del numero di Spawn Points controllati.
Insieme a Conquest, nel gioco sono presenti una modalità cooperativa, il classico Team Deathmatch e il Capture The Flag. Fa sempre mod friendly, Battlefield 1942 ha visto molte creazioni lodevoli spuntare dalla variegata community.  
Visto il successo di critica e pubblico, i DICE rilasciarono già allora due grossi expansion pack, chiamati The Road to Rome e  Secret Weapons of World War II, ricchi di nuove armi, mappe e veicoli.
Battlefield Vietnam
Rilasciato nel 2004, il seguito di Battlefield 1942 si spostò dalla guerra mondiale al Vietnam, rivoltando come un calzino classi, veicoli e loadouts disponibili. I miglioramenti furono notevoli, con weapon kits più variegati, elicotteri, e persino un’autoradio nei mezzi terrestri, ma a causa della notevole somiglianza con il predecessore il gioco non infiammò la critica, venendo percepito più come un sostanzioso add-on che come un sequel.  I fan comunque apprezzarono molto.
Battlefield 2
Uno dei Battlefield di maggior successo tra la critica, Battlefield 2 prese tutto ciò che c’era di buono nei precedenti capitoli e riuscì a evolverlo, in un pacchetto dal multiplayer eccezionale. Oltre a una modalità singleplayer con tre difficoltà (ma ancora lontana da una campagna appositamente strutturata), il gioco contiene numerosissimi cambiamenti rispetto a Battlefield 1942. I giocatori possono formare fino a  nove squadre per team da sei giocatori al massimo, contrassegnate da un numero per facilitare le strategie di gruppo. Battlefield 2 contiene un VoiP integrato, tramite il quale i comandanti possono gestire i compagni a voce, e facilitare il completamento degli obiettivi assegnati.
Proprio il Commander è uno dei cambiamenti più apprezzati e innovativi del prodotto: un ruolo di prestigio all’interno del team, viene assegnato di solito ai giocatori di rank maggiore (anche se tutti possono offrirsi per ricoprirlo), e dona uno speciale “schermo del comandante” che garantisce una visione globale del campo di battaglia in tempo reale. Il Commander può inoltre indirizzare colpi di artiglieria sulla mappa, mandare veicoli in rinforzo e UAV. Considerando che un buon comandante può a tutti gli effetti decidere l’andazzo di una battaglia, i membri del team possono anche deporre una scelta poco adeguata con un ammutinamento. 
La notevole struttura dello sparatutto e il brillante gameplay multiplayer lo resero un successo, anche se i molti bug presenti grattarono non poco su più di un giocatore. 
Dopo la release uscirono ben tre espansioni, chiamate Special Forces, Euro Force e Armored Fury. Una tendenza che sarebbe continuata in seguito, con buona pace dell’utenza.
Battlefield 2: Modern Combat
Prima parentesi “consolara” della serie, Modern Combat fu rilasciato su Ps2 e Xbox nel 2005. A tutti gli effetti un port di Battlefield 2, ricevette poi un update e venne rilasciato l’anno seguente anche su Xbox 360. Fu ricevuto positivamente, seppur tecnicamente molto inferiore alla controparte per pc, anche in virtù di una funzione unica chiamata Hot-Swap che permette di scambiare corpo con un soldato alleato durante una partita. L’Hot-Swap è una meccanica utilissima in single player per completare certi obiettivi, tuttavia risultò anche piuttosto buggata all’uscita (come prevedibile) e fu da alcuni giocatori valutata negativamente. 
Battlefield 2142
Spuntato alla fine del 2006, e forse uno dei Battlefield passati più in sordina, Battlefield 2142 buttò la serie in un’ambientazione futuristica, non accolta benissimo da molti fan di vecchia data. Il gameplay rimane più o meno invariato, ma vanta una nuova modalità chiamata Titan che vede i team di giocatori sfidarsi per distruggere un’enorme nave fluttuante di proprietà del nemico, conquistando silos missilistici e catapultandosi direttamente sul titano avversario grazie a veicoli speciali dotati di pod launcher e mezzi volanti, una volta distrutti gli scudi.   
Pur conquistando ancora buona parte della critica con la sua nuova spettacolare modalità e il sempre ottimo gameplay, lascio delusi vari redattori e giocatori, per le scarse innovazioni apportate alla formula e una release tutt’altro che priva di sbalzi, a causa dei soliti glitch e problemi tecnici. 
Nel 2007 per il gioco è arrivato un booster pack chiamato Northern Strike, contenente una nuova variante della modalità Conquest chiamata Assault Lines.

Così si chiude la parentesi del Refractor Engine, e si entra nel mondo del Frostbite, un engine che ha reso Battlefield una delle serie più visivamente spettacolari in circolazione e ha visto cambiare profondamente l’apprezzata formula introdotta da DICE. Restate con noi per la seconda parte!