Recensione

Resistance 3

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a cura di andymonza

Il terzo episodio della saga di Resistance rappresenta il gesto di commiato di Insomniac nei confronti dell’utenza Playstation 3, confermato dal recente annuncio che la casa si occuperà d’ora in poi di titoli multipiattaforma (vedi Overstrike), ma non solo. Incarna anche il ritorno ad un modo di fare sparatutto tipico di una decina d’anni fa, quando la campagna singolo giocatore rappresentava il piatto forte dell’offerta ludica.

Road MovieIl mondo in cui conosciamo Jonathan Capelli è una Terra sull’orlo della rovina. Nonostante gli eroici sforzi di Nathan Hale, protagonista dei precedenti capitoli, l’invasione degli alieni Chimera e del virus da loro portato ha avuto pieno successo. Meno del dieci per cento della razza umana sopravvive in rifugi sotterranei. La Resistenza si è trasformata in sopravvivenza, ogni speranza è definitivamente sfumata. Su queste angoscianti note si avvia, lentamente, una storia che alterna gli immancabili frenetici combattimenti ad interludi di quieta disperazione, dove al giocatore viene lasciato tutto il tempo per osservare – percepire – le devastanti condizioni in cui l’umanità tenta di sfuggire all’estinzione. Il tutto sullo sfondo di un lungo viaggio, quello che il protagonista intraprende alla volta di New York, dove potrebbe giacere un segreto utile a riaccendere una scintilla di speranza da lungo tempo sopita. Quella di Resistance 3 è una storia indubbiamente semplice, ma ben narrata, in grado di mettere in scena comprimari convincenti e di dosare con cura i momenti riflessivi e malinconici. Le ambientazioni non sono semplici sfondi dove ambientare l’azione, bensì vere protagoniste della narrazione, comunicano al solo colpo d’occhio molto più di mille parole, o pallottole. Il corrispettivo videoludico di un road movie post apocalittico insomma, costellato di sequenze a base di gigantesche creature aliene, ampi orizzonti e qualche inaspettata pennellata di horror.E’ un traguardo non indifferente, che permette ai ragazzi di Insomniac di coinvolgere il giocatore in maniera molto più efficace di quanto i precedenti capitoli avessero mai fatto. Peccato che, a fronte di questa narrazione rarefatta ma ben orchestrata, i capitoli finali non rendano assolutamente giustizia alla saga, tirandone le fila con un epilogo sconcertante ed avaro di risposte, destinato a lasciare molti fan con l’amaro in bocca. Che si tratti di poco coraggio o, più probabilmente, di tempi di lavorazione non troppo generosi, è un peccato che la saga non trovi, almeno dal punto di vista narrativo, una degna conclusione da parte dei suoi ideatori.

RètroL’atmosfera non è l’unico elemento che allontana Resistance 3 dalla media degli sparatutto sul mercato. Il titolo Insomniac è uno shooter nel vero senso del termine, con qualche particolarità: defilarsi dal fuoco nemico non rigenererà la salute e il protagonista potrà portare con sé fino a dodici armi contemporaneamente. Caratteristiche che allontanano nettamente lo sparatutto dai suoi odierni concorrenti, senza che gli sviluppatori abbiano dimenticato quali sono i capisaldi della serie: da sempre il fuoco secondario della armi l’ha caratterizzata, ed il ritorno è prepotente in questo terzo capitolo. Tra vecchie glorie e qualche nuovo arrivo, si può davvero dire che l’arsenale di Resistance 3 vale doppio, laddove ogni ferro offre una soluzione alternativa di fuoco divertente da usare e soprattutto utile in molte situazioni. E’ il caso dei colpi traccianti del Bullseye – a segno il primo, tutti gli altri seguiranno il bersaglio – o dell’ormai celebre capacità dell’Auger di attraversare le pareti con i propri speciali proiettili. Senza svelare le peculiarità delle nuove armi, basti dire che ora della fine della campagna ogni giocatore avrà avuto ampio modo di sperimentare, improvvisare e divertirsi con il proprio arsenale, un intrattenimento a lungo dimenticato dal genere d’appartenenza (con l’eccezione del recente Bulletstorm, seppure lo spirito fosse lì molto differente). Se la varietà non bastasse, gli sviluppatori hanno introdotto un originale sistema di “crescita” delle armi, le quali con l’utilizzo aumenteranno automaticamente di livello, migliorando tanto nell’efficacia quanto nella forma.Ad un arsenale così ben assortito corrispondono naturalmente un gran numero di situazioni belliche, spesso ben orchestrate e dosate, eppure un po’ troppo ancorate ai clichè del genere e talvolta eccessivamente protratte.

Fight backJoe Capelli è un protagonista perfetto per la storia di Resistance 3: un combattente solitario, perlopiù silenzioso, disperato quanto basta per gettarsi incoscientemente tra le fauci del nemico ed estremamente letale armi alla mano. Gli stilemi tipici della saga tornano anche in quest’ultimo capitolo, il quale alterna scontri a fuoco in spazi ristretti a battaglie di ampissimo respiro, dove il protagonista si troverà ad affrontare ora orde di Chimera, ora enormi alieni in grado di oscurare completamente lo sfondo con la loro mole. Gli script non mancano, ben sfruttati per donare al tutto un convincente effetto cinematografico, ma fortunatamente gli scontri veri e propri mantengono una struttura sufficientemente libera, permettendo al protagonista di “giocare” con la varietà dell’arsenale. Quest’ultimo aspetto è ben supportato da una buona intelligenza artificiale, applicata a nemici tra loro molto diversi per routine di combattimento. I più evocativi sono senza dubbio gli Assaltatori, dotati di un jet pack che permette loro di saltare da un punto all’altro delle ambientazioni in un istante, affiancati dai Chimera difesi da un drone personale, il quale andrà eliminato prima di poterli danneggiare. Soluzioni originali ed interessanti, che unite alle buone routine di accerchiamento ed evasione riescono a mettere in scena un combat system allo stesso tempo divertente e complesso, con una difficoltà Media già molto impegnativa. Anche il level design fa la sua parte: per quanto la linearità imperi come di consueto, qualche percorso alternativo si fa notare, a volte rendendo necessaria un po’ di esplorazione per trovare lo step successivo. Motivo in più per perlustrare ogni angolo sono i frammenti di intelligence sparsi per i livelli, che come da tradizione espandono notevolmente il background, al punto da farci desiderare che alcune informazioni in essi contenute venissero meglio integrate nella narrazione.Si ripresentano naturalmente le boss fight tipiche della serie, come sempre orchestrate in più fasi, a volte eccessivamente prolungate e non sempre regolate da meccaniche ben rifinite.Durante le prime ore, la campagna riesce a mantenere alta l’attenzione del giocatore grazie ai frequenti cambi d’ambientazione e di ritmo – complici anche i combattimenti a bordo di veicoli, tra cui l’evocativo giro in barca e la frenetica difesa di un convoglio merci – seppure a mancarle sia la volontà di osare: i clichè sono evidenti e le circa otto-dieci ore necessarie al completamento sono state spesso “allungate” protraendo eccessivamente certi scontri. Soprattutto la seconda metà cede spesso il fianco a questi difetti, riproponendo più volte certi scenari e situazioni belliche.

MultigiocatoreAnche con questo terzo capitolo Insomniac ha curato molto l’aspetto multiplayer, seppure con nette differenze rispetto al predecessore. La cooperativa che aveva caratterizzato quest’ultimo infatti, a classi e slegata dalla campagna principale, è completamente sparita, in favore della possibilità di affrontare la modalità storia insieme ad un altro giocatore, sia online che in split screen. Una buona aggiunta, purtroppo inficiata dalla mancanza del matchmaking, che rende possibile partecipare ad una partita solo previo invito. Nel caso doveste darvi a questa modalità, consigliamo comunque di alzare il livello di difficoltà, in quanto non vi saranno modifiche né alla resistenza né al numero dei nemici a schermo.Il multigiocatore competitivo assume invece uno stile alla Call of Duty, completo di perk, killstreak, livelli e conseguente sblocco di armi sempre migliori. Piacevole sorpresa sono le mappe, alcune delle quali originali e non legate alla campagna. La peculiarità più interessante è comunque rappresentata dai due poteri speciali sbloccabili ed equipaggiabili, legati ad una limitata riserva di energia ed attivabili alla pressione del D-pad: da quelli più ovvi, come uno scudo energetico, si passa a soluzioni originali, come un ologramma di sé da esporre al fuoco nemico o un rilevatore in grado di delineare immediatamente tutti i nemici a schermo.Pur avendo limitato il numero massimo di partecipanti a 16 (lontano dai 60 del predecessore), gli sviluppatori sono riusciti a proporre un comparto molto solido, in grado di avvicinarsi molto al livello di completezza dei big dell’online, un traguardo ottimo ed in grado di estendere notevolmente la vita del prodotto.

Comparto tecnicoPer essere un’esclusiva Playstation 3, Resistance 3 si mantiene su standard buoni ma non eccezionali. L’engine riesce a restituire spazi ampi, presentando tuttavia un livello di dettaglio solo medio sui campi lunghi, la densità poligonale è buona ma le animazioni non sempre soddisfacenti e le texture fanno notare diversi esempi di scarsa definizione. Il risultato è nel complesso positivo, anche grazie ad una buona effettistica ed al funzionale comparto d’illuminazione, seppure lontano dai fasti delle altre esclusive firmate PS3. Buona prova per il comparto audio: le voci del doppiaggio in italiano sono, come da tradizione Sony, tutte molto valide e caratterizzanti (con un’unica eccezione, il malvagio Mick Cutler). Piacevoli anche le musiche, piuttosto rarefatte, ora malinconiche, ora semplicemente inquietanti.Non mancano naturalmente il supporto 3D, nel complesso ben realizzato, ed al Move, quest’ultimo con risultati analoghi a quelli ottenuti con Killzone 3.

– Ottima atmosfera

– Level design funzionale

– Arsenale vario ed originale

– Multigiocatore molto ricco

– Molti clichè e qualche ripetizione di troppo

– Finale narrativamente insipido

– Tecnicamente non al top

8.6

Resistance 3 chiude degnamente la saga di Insomniac, se non dal punto di vista narrativo, almeno da quello contenutistico. Per quanto ricca d’atmosfera e dedita ad uno shooting molto ben costruito, la campagna presenta alcuni punti deboli, come l’incapacità di osare, un certo auto referenzialismo ed un’attitudine a prolungare eccessivamente qualche sequenza. Molto ben riuscita è invece la caratterizzazione, forte di un design evocativo e di situazioni memorabili. Chiude l’offerta un comparto multigiocatore solido e ricco di contenuti, senza dubbio derivativo ma in grado di reggersi sulle sue gambe. Peccato per un comparto tecnico solo buono, il cui unico aspetto davvero eccezionale rimane il design.

Un titolo irrinunciabile per tutti i fan della saga, per i quali l’unico limite rimarrà una chiusura narrativa per nulla soddisfacente: se qualche nuovo sviluppatore dovesse ereditare il brand, la speranza è che possa fare ammenda a questa mancanza.

Voto Recensione di Resistance 3 - Recensione


8.6