Recensione

Resident Evil: Revelations 2

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Conclusi i quattro episodi di Resident Evil: Revelations 2 (recensione singoli episodi: Episodio 1, Episodio 2, Episodio 3, Episodio 4), giunge il momento di tirare finalmente le somme e valutare l’intero pacchetto. Per la saga si tratta del primo esperimento di natura episodica, tentato al di fuori della serie principale forse più per tastare il polso ai giocatori, che non per apportare effettive novità all’interno del franchise. Per funzionare a dovere, c’era la necessità di sviluppare i singoli episodi in modo tale da non appiattire troppo la trama, e renderli in qualche modo autoconclusivi e privi di trovate di dubbio gusto. In realtà, nonostante le puntate siano state solo quattro, si perde ben presto quel senso di scoperta che dovrebbe spingere i giocatori a voler passare subito all’appuntamento successivo. I motivi dietro a questo tentativo per certi versi malriuscito risiedono in diversi aspetti della produzione: dalla progettazione di una trama sfilacciata, altalenante e spesso poco coesa, fino ad arrivare a scelte di game design a tratti davvero scellerate, Revelations 2 si rivela un Resident Evil a mezzo servizio, in bilico tra un progetto dal budget contenuto e un esperimento concepito con poca lungimiranza.
Rivelazioni in pillole
Fino alla prima metà, tutto sommato, il titolo riesce a mantenere costante l’interesse degli utenti; a partire dal terzo episodio, invece, Revelations 2 non riesce a essere appassionante come dovrebbe. Nella seconda metà di gioco la storia viene diluita, è orchestrata male, manca di mordente, e si trascina stancamente fino al finale, che è uno dei meno esaltanti visti fino a oggi all’interno della serie. Ai due veterani, Claire e Barry, sono stati affiancati due nuovi personaggi, Natalia e Moira, ma quest’ultima risulta essere la peggiore in assoluto del quartetto. La figlia di Barry, infatti, è mal caratterizzata ed è persino inutile nell’economia di gioco. Si tratta di un personaggio di supporto che per gran parte dell’avventura è in realtà d’impaccio. Non ha abilità degne di nota, è sboccata e antipatica, e raramente vi renderete conto che è lì accanto a voi per essere controllata a piacimento. Natalia, al contrario, è persino migliore dei reduci storici della saga, sia perché ha un ruolo di primo piano nella storia, sia perché è intrigante e ha dei poteri che danno un apporto decisivo alla varietà del sistema di gioco.

La ragazzina è indifesa e vulnerabile, ma può avvertire la presenza dei mostri anche attraverso le pareti; non prenderà mai un’arma in mano, ma assieme a Barry forma la coppia meglio assortita, quella che ha quel quid in più capace di far alzare – di poco – la valutazione finale dell’opera. Nella loro campagna in particolare si è anche incoraggiati ad avere un approccio un po’ più stealth, soprattutto ai livelli più alti di difficoltà. Questa trovata ci è piaciuta, offre delle soluzioni diversificate, e spezza i ritmi da sparatutto in terza persona che la fanno da padrone per un’alta percentuale del gioco. Peccato solo che alcuni episodi cadano in un vuoto di idee che sorprende in negativo, lasciando capire che Revelations 2 non riuscirà nemmeno nel finale a colmare le lacune che si è lasciato dietro.
Il nuovo che avanza
Nel corso di queste settimane abbiamo parlato abbondantemente dei quattro episodi che compongono Revelations 2, tuttavia, dovete sapere che ce ne sono altri due, uniti sotto la modalità campagna. Più che episodi apocrifi, possiamo definirle due varianti alla formula di gioco classica, che coinvolgono Moira e Natalia separatamente. La figlia di Barry è protagonista de “La prova”, ossia di una serie di brevi missioni di caccia ed eliminazione dei nemici, assieme a un personaggio secondario già incontrato durante la campagna affrontata in compagnia di Claire. Per l’occasione, si visiteranno alcune delle aree viste in precedenza, dovendo però raggiungere degli obiettivi ben diversi, che aprono uno spiraglio su un momento specifico della storia che preferiamo ovviamente non rivelarvi. In “Piccola donna”, Natalia è chiamata a raccogliere le lettere che le ha lasciato il suo peluche, sparse lungo diversi livelli in cui bisogna necessariamente occultarsi alla vista dei nemici. Questa modalità, assai strana e dall’atmosfera onirica, prevede la presenza di una versione oscura di Natalia, che può passare indisturbata tra i nemici e indicare l’esatta ubicazione dei mostri alla versione standard, a cui è consigliato spostarsi accovacciata e col giusto tempismo. Vi ritroverete dunque a controllare alternatamente Dark Natalia, che incarna di fatto i misteriosi poteri visti durante la campagna, e la sua versione normale, che altri non è se non una qualunque ragazzina spaurita. Sono in sostanza delle missioni stealth in cui bisogna osservare le routine dei nemici e sgattaiolare via fino al punto di arrivo. Purtroppo, vista la grande libertà (e invulnerabilità) dell’alter ego oscuro di Natalia, le missioni non sono particolarmente complicate da portare a termine, ma sono perlomeno più diversificate rispetto a quelle di Moira, che al contrario somigliano più a un adattamento meno convulso degli incarichi presenti in Raid.
Attacco alle classifiche
Se c’è una critica che non può in alcun modo essere mossa a Revelations 2, è certamente la mancanza di contenuti. Considerando che la stagione completa passa al vaglio senza infamia né lode, ci è sembrata una buona scelta quella di rimpolpare un po’ il pacchetto completo con modalità extra che potessero tenere impegnati i giocatori per più tempo. Oltre ai due capitoli supplementari con protagonisti i nuovi personaggi, spicca in particolar modo Raid, una modalità votata completamente all’azione che prevede l’eliminazione totale dei i nemici che appaiono all’interno di arene di grandezza variabile. Ovviamente, ci sono anche alcune varianti, ma il cuore principale di Raid risiede nella competitività che si viene a creare tra gli utenti, che mirano al punteggio e al tempo migliori senza più preoccuparsi di una conduzione di gioco più tranquilla e ragionata. Qualche personaggio va sbloccato dopo aver completato la modalità principale alla massima difficoltà, mentre per ottenere tutti gli altri, assieme alle armi e ai bonus, è necessario soddisfare alcune condizioni specifiche che diverranno sempre più severe per via degli ostacoli crescenti. Va segnalata poi la presenza di microtransazioni, ma si tratta di un opzione marginale che difficilmente prenderete in seria considerazione. Tutto sommato, Raid potrebbe trattenervi anche più della campagna, a patto che da un Resident Evil cerchiate ciò che con la serie ha in realtà ben poco a che fare.
Revelations 2 ha in definitiva una buona quantità di carne al fuoco, ma lo sbilanciamento tra gli episodi e alcuni difetti congeniti di una struttura costruita con qualche leggerezza di troppo, ne minano sensibilmente la qualità finale. Questo secondo capitolo, di fatto, rappresenta un passo indietro rispetto al primo Revelations.

– Buona mole e varietà di contenuti

– La modalità Raid saprà come tenervi impegnati

– Prezzo abbordabile

– La natura episodica ha creato problemi alla storia e al gameplay

– Tanti riempitivi piuttosto noiosi

– Moira è un personaggio fastidioso e irrilevante

– Storia sottotono, con qualche episodio un po’ fiacco

7.0

Considerato il prezzo a cui viene venduta la stagione completa, Resident Evil: Revelations 2 potrebbe essere visto come un ottimo affare. Tuttavia, va detto che non si tratta di certo di un capolavoro, e va anche ammesso che la natura episodica non si sposa molto bene con questa tipologia di gioco, soprattutto quando sono la storia e il gameplay a doverne pagare lo scotto più grande.

Voto Recensione di Resident Evil: Revelations 2 - Recensione


7