Recensione

Resident Evil: Op. Raccoon City

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a cura di rspecial1

Capcom non finisce mai di stupire per la sua capacità di sfruttare tutte le sue licenze più famose e blasonate anche al di fuori del proprio contesto d’origine. Un’esempio è il marchio Resident Evil utilizzato in questi anni per vari spin-off, tutti realizzati con diverse meccaniche di gioco che nulla avevano da condividere con il gameplay della saga nata nella famosa villa situata tra le montagne Arklay di Raccoon City. Con Resident Evil: Operation Raccoon City, nuovo titolo sviluppato da Slant Six Games (talentuoso team già responsabile della serie SOCOM), la società giapponese ha puntato su due elementi in particolare per cercare il successo di vendite preventivato, la trama e una cooperativa fino a quattro giocatori. Se siete fan della serie da tempo, preparatevi a scorgere le vicende narrate nei primi capitoli attraverso gli occhi del nemico, senza però particolari novità in una storia ormai sviscerata più del dovuto, e massacrare orde di zombie in quello che è uno sparatutto in terza persona che nulla ha da spartire con le precedenti incarnazioni di Resident Evil.

Raccoon City non è mai stata cosi pericolosaLe sperimentazioni fallite e il caos generato da esse potrebbe portare la Umbrella Corporation ad un collasso economico che ne sancirebbe il fallimento immediato, qualcosa d’impensabile per i piani alti della società. Per evitare che le azioni sconsiderate commesse giungano all’attenzione dei media, l’unica possibilità che resta alla casa farmaceutica è quella di eliminare ogni traccia dei propri esperimenti genetici, cosi da cancellare il proprio coinvolgimento nella crisi scoppiata nella cittadina di Raccoon City. La soluzione è semplice, mandare una squadra speciale in città e fare in modo che occulti tutte le prove che coinvolgono la Umbrella, ed è proprio qui che entrate in gioco voi.Per iniziare l’avventura sarà necessario selezionare il nostro alter ego virtuale tra i membri della squadra speciale Wolfpack, con una particolare attenzione alle caratteristiche individuali di ognuno, le quali, in base al nostro stile di gioco, potrebbero risultare più o meno adeguate alle esigenze. Le classi a disposizione non sono originalissime e spaziano dal classico soldato tutta forza di fuoco al più cauto cecchino, passando per gli immancabili ricognitore e medico, con l’aggiunta di un maestro del mimetismo in grado di evitare gli scontri. A queste specializzazioni sono poi legati alcuni “poteri“ particolari: ad esempio il ricognitore avrà la possibilità di vedere attraverso le pareti eventuali nemici, mentre il soldato d’assalto avrà una maggiore resistenza ai colpi. In pratica il titolo è basato sul potenziamento dei propri mezzi attraverso l’acquisto di nuove armi e il perfezionamento delle abilità, azioni fondamentali per facilitare la progressione nei livelli avanzati.

Survival Horror…ma esistono ancora?I ragazzi di Slant Six Games hanno utilizzato per questo Resident Evil: Operation Raccoon City un gameplay piuttosto classico per uno sparatutto in terza persona. Nella storyline faremo parte di una squadra di quattro individui che dovrà seguire le istruzioni della Umbrella per portare a termine la missione, dovremo dunque svolgere diversi obiettivi che andranno dall’attivare diversi dispositivi a distruggere dati importanti relativi agli esperimenti effettuati. Nonostante la trama sia abbastanza ricca e l’avventura frenetica e senza pause, l’azione di gioco sarà sempre la stessa e si baserà su due tipi di combattimento ben distinti, quelli contro gli zombie e quelli contro i soldati che sono lì per investigare sull’accaduto. La maggior parte del tempo lo passeremo ad uccidere orde di non morti che cercheranno in ogni modo di infettarci e ucciderci. La potenza dei nemici non è però elevata e non sarà difficile farsi largo tra le masse barcollanti anche solo grazie all’attacco ravvicinato a disposizione di ogni giocatore (una sorta di combo di pugni e calci con tanto di finisher finale per dare alla morte delle putride creature un tocco di classe). Sarà molto importante non farsi contagiare durante gli scontri, perchè una volta infettati ci rimarrà poco tempo per trovare un antidoto prima di perdere la vita e trasformarci in zombie. La cosa positiva è che in questo particolare stato il giocatore acquista una maggior forza che gli permette di mettere KO gli zombie con facilità e, visto che sono proprio loro a rilasciare dopo la loro “evaporazione” item quali piante curative e spray medici, avrà anche maggiori chances di guarire.Combattere contro l’esercito sarà invece totalmente diverso, visto che i soldati sono armati di tutto punto, e si rivelerà fondamentale avere un approccio più cauto e calcolato. In queste situazioni il cover system è importante, basterà avvicinarsi a un riparo per vedere il personaggio accucciarsi, con la possibilità di sparare senza scoprirsi o lanciare una delle granate a disposizione per aprirsi un varco. Il tutto si complicherà però quando, avanzando nel gioco, ci ritroveremo a combattere sia contro gli zombie si contro i soldati, misto di avversari che rende difficile scegliere quale strategia utilizzare.In Resident Evil non sono certo solo gli zombie le star, non mancheranno quindi pericolosissime creature geneticamente modificate nel titolo di Slant Six Games, piazzate in apposite sezioni di gioco ad esse dedicate. La differenza tra questi “livelli” e il resto dell’avventura è che quasi sempre per proseguire saremo costretti ad uccidere tutto ciò che si muove, ci ritroveremo cosi a dover sterminare orde di Licker per aprire una porta o un gruppo di terribili Hunter. I nemici presenti sono presi tutti dalla saga principale, l’unica novità è sono gli zombi esplosivi, creature con addosso delle bombe pronte a esplodere.Per rendere Resident Evil: Operation Raccoon City più godibile i programmatori hanno introdotto anche delle boss fight decisamente dure, contro esseri fuori dal comune come i Tyrant o il mitico Nemesis. Basti pensare che quando affronterete il leggendario mostro che ha come unico obiettivo l’eliminazione della squadra STARS dovrete vedervela anche contro una miriade di zombie e soldati nemici. Per fortuna in questi scontri non mancano casse di munizioni infinite per darci una mano, e vi assicuriamo che ve ne serviranno davvero tante già al livello di difficoltà normale.

I due volti di Raccoon CityIl nuovo prodotto Capcom è uno di quei titoli la cui godibilità dipende dall’approccio del giocatore alla sua struttura. Essendo un videogame basato su un gameplay co-op a quattro giocatori, è chiaro che è la parte multiplayer quella più significativa. Uno dei motivi per cui l’esperienza in singleplayer è nettamente inferiore all’online è l’IA decisamente scadente dei nostri compagni, che infastidisce ancor di più se si pensa che il loro apporto all’azione è fondamentale. I tre specialisti che ci affiancheranno nel corso della nostra missione hanno una prerogativa unica, combattere alla Rambo ogni scontro senza alcuna tattica o approccio alternativo. Sembra che la loro unica linea di programmazione sia “buttatevi nella mischia a testa bassa e fatevi ammazzare”. Ci saranno momenti nei quali sarà importante sfruttare i ripari per affrontare i militari nemici, e mentre noi staremo accovacciati al sicuro cercando di avanzare pian piano vedremo i nostri alleati lanciarsi in avanti contro il fuoco nemico senza alcuna logica, o in mezzo a folle di zombie quasi a offrirglisi in pasto. Particolarmente irritanti sono i livelli nei quali soldati avversari e zombie si massacrano tra loro e, invece di aspettare che il nemico si decimi da solo, i personaggi usati dalla CPU decideranno di tuffarsi con un triplo carpiato in mezzo alla battaglia. Tutto questo è molto grave, specialmente se si considera la difficoltà di superare le varie fasi in solitaria, e l’impossibilità di riportare in vita gli alleati se muoiono circondati dai mostri. Da questo punto di vista è una fortuna che certi livelli possano venir completati correndo a perdifiato verso i vari checkpoint per fare in modo che il resto della squadra venga teletrasportato dove siamo noi (anche se morti torneranno in vita). Rende l’avanzamento più semplice, ma dover fuggire spudoratamente perché i propri compagni non hanno istinto di conservazione non è certo piacevole. Inutile dirvi quanti problemi riesce a creare l’intelligenza artificiale durante le boss fight, nelle quali il lavoro di squadra è indispensabile.Il multiplayer risolve queste magagne, visto che con altri amici si riesce a godere al meglio dell’esperienza di gioco, e a creare tattiche più efficaci e adeguate alle situazioni. Ma il gameplay non offre comunque nulla di rivoluzionario e in grado di incollarvi allo schermo. Due le tipologie di partita: la prima è la classica cooperativa durante le missioni della campagna, la seconda è un versus mode a squadre, nel quale l’opzione più interessante è un survival mode dove vince il team che riesce a far fuggire più membri in elicottero dopo un tot di tempo. Modalità come l’onnipresente cattura la bandiera e il team deathmatch sono disponibili, quest’ultimo peraltro con l’aggiunta degli stessi mostri della modalità Sopravvivenza. Persino l’Heroes Mode, molto pubblicizzato prima dell’uscita del gioco, non presenta nulla di trascendentale, eccetto gli storici personaggi coinvolti. Da segnalare inoltre le classifiche che mostrano i punteggi dei vari capitoli e che conteano oltre al numero di uccisioni anche il livello di difficoltà selezionato. Online il titolo è carino, ma nulla più di questo.

Unico obiettivo, uccidere tutto ciò che si muove!Tecnicamente Resident Evil: Operation Raccoon City presenta diverse pecche troppo evidenti, che vanno da compenetrazioni poligonali costanti alla quasi totale assenza di elementi interattivi e distruttibili, oltre ad uno scarso dettaglio delle location. Personaggi e nemici sono ben dettagliati e animati, tuttavia i livelli in cui si muovono non presentano la medesima cura. In generale il lavoro svolto dai Slant Six Games è passabile e tralasciando la pessima IA dei nostri alleati e dei nemici le atmosfere di Raccoon City sono state ricreate adeguatamente, senza contare le ottime cut-scene in computer grafica che accompagneranno la narrazione della storia. Anche l’audio è più che buono, con grande enfasi verso gli effetti sonori come il respiro affannato dei personaggi anche attraverso le loro maschere o le urla dei non morti ricreate adeguatamente. Nemesis con quel suo “STAAARSSSS” ha sempre il suo perché.

– Con amici può divertire

– Azione frenetica

– Gameplay classico e abbastanza solido

– Adeguatamente longevo

– Gameplay totalmente privo di spunti interessanti

– Esperienza single player rovinata dall’intelligenza artificiale

– Nessun incentivo a rigiocarlo

– Graficamente altalenante

6.5

Capcom ha sfornato un titolo passabile per chi ama il multiplayer cooperativo con amici e la serie di Resident Evil, seppur rimanga davvero poco del brand originale tolte ambientazioni e nemici. Questo spin-off può offrire qualche ora di divertimento e dei retroscena tutto sommato degni di essere vissuti nuovamente per chi segue le gesta della serie sin dal primo capitolo. Purtroppo il comparto single player è decisamente insufficiente, poichè afflitto da un’IA atroce che rende impossibile godere al meglio del prodotto in solitudine. Vista questa doppia natura, consigliamo l’acquisto di Resident Evil: Operation Raccoon City solo a chi vuole uno sparatutto online senza troppi fronzoli con le atmosfere della storica serie, mentre è decisamente da evitare per i lupi solitari, specialmente se disinteressati al marchio.

Voto Recensione di Resident Evil: Op. Raccoon City - Recensione


6.5