Recensione

Resident Evil Archives: Resident Evil Zero

Avatar

a cura di Dr. Frank N Furter

Episodio rimasto esclusiva dell’ormai defunto GameCube, Resident Evil 0 si presenta su Nintendo Wii in modo da poter essere giocato anche da chi ai tempi non conosceva o non poteva permettersi il precedente sistema della grande N. Dopo questo episodio Capcom ha adottato per la saga un cambio di rotta epocale, lasciando quindi questo capitolo come l’ultimo della cosiddetta vecchia scuola in termini di gameplay. Andiamo a vedere quanto di buono è rimasto e cosa invece sarebbe stato meglio lasciare nel passato.

Un Resident Evil per dueIn Resident Evil 0 troverete non uno, ma ben due protagonisti da controllare: l’ex-marine Billy Coen e la nuova recluta della S.T.A.R.S. Rebecca Chambers. Questa insolita coppia dovrà sopravvivere all’ennesimo incubo generato dalla Umbrella Corporation in un percorso costellato da ostacoli e zombie affamati. E’ bene sottolineare come il sistema narrativo di questo capitolo funzioni solo se avete già giocato gli altri episodi di Resident Evil, in particolare il primo, visti i continui rimandi a come la storia si evolverà di lì a breve. Essendo un prequel, il titolo in questione ha infatti il compito di spiegare ai fan come ebbe origine il T-Virus, chi ne fu il creatore e in che modo Albert Wesker e William Birkin fossero coinvolti nel progetto. Detto questo non c’è altro da sapere sulla trama del gioco in quanto gli spezzoni tra Billy e Rebecca saranno frammentari e del tutto inutili ai fini della storia, probabilmente anche la meno riuscita dell’intera saga. Si è cercato di ricreare un feeling di coppia sia attraverso il gameplay, sia tramite le scene filmate, ma con scarso successo. E’ proprio la componente cooperativa introdotta ai tempi ad essere l’elemento che oggi si presenta come un punto a sfavore dalla produzione. In sostanza governerete entrambi i protagonisti, ma l’unica differenza tra i due risiede nel fatto che Billy possiede una resistenza superiore ai danni mentre Rebecca risulta più debole ed è in grado di mixare le famose piante curative per ottenerne di più efficaci. Nonostante basti un solo tasto per cambiare il controllo e un altro per chiedere di esser seguiti, il gameplay è piuttosto forzato per due motivi. Punto primo: la forza fisica di Billy è un’assicurazione sulla vita, utilizzare Rebecca (a meno che non dobbiate farlo per risolvere un enigma) non ha senso a fini del gioco in quanto le armi trasportabili sono le stesse e il nostro marines può comunque usare gli spray medici e le piantine verdi per curarsi da solo. Punto secondo: si dispone di due inventari, ma dallo spazio ridottissimo e, con l’assenza delle classiche casse porta oggetti, si è costretti a lasciare i propri averi direttamente nel luogo in cui ci si trova. Questo non fa altro che aumentare la dose di backtracking, già presente come elemento di base nel gameplay, a livelli insopportabili. Il tutto si unisce ad un sistema di controllo ormai arcaico e quanto improponibile al giorno d’oggi. Se questo problema è già emerso abbondantemente nel recente Resident Evil 5 potrete immaginare cosa vuol dire tornare indietro di otto anni per guidare un personaggio dalle movenze simili a quelle di un carro armato. E’ un peccato che in questo porting gli sviluppatori non abbiano pensato a sistemare il sistema di controllo o ad implementare qualche utilizzo, anche elementare, del controller del Nintendo Wii. La prima cosa che ci viene in mente, ad esempio, sarebbe stata la possibilità di liberarsi dalla morsa di uno zombie scuotendo il telecomando, oppure, inserendo qualche modalità extra alla fine del gioco pensata appositamente per sfruttarlo o ancora l’introduzione di un’arma inedita come un fucile da cecchino per mirare perfettamente e colpire in pieno volto gli zombie (questa possibilità si era già vista nella prima versione di Resident Evil Code: Veronica per Dreamcast). In alternativa all’accoppiata Wii Remote – Nunchuk potrete utilizzare sia il Classic Controller sia il joypad del GameCube. Si poteva fare molto di più in questo senso, mentre invece non è stato fatto nessuno sforzo per rendere appetibile un titolo dal nome famoso, ma che il tempo ha invecchiato brutalmente.

Il treno della speranzaNonostante un gameplay legnoso ed una storia buona solo per i fan della saga, Resident Evil 0 ha dalla sua qualche qualità oggettiva che il tempo non ha scalfito. Gli enigmi da risolvere con l’aiuto di entrambi i protagonisti avevano un loro fascino, ma anche alcuni di essi presi singolarmente (come quello delle statue raffiguranti diversi animali nei sotterranei) mettevano a dura prova le meningi del giocatore e fortunatamente anche ad alcuni anni di distanza funzionano bene. Un altro punto a favore del titolo Capcom è il comparto tecnico, ai tempi da urlo, oggi ancora godibilissimo soprattutto in relazione a quella che è la media grafica riscontrabile su Nintendo Wii. I fondali pre-renderizzati in 2D offrono tantissimi dettagli, rendendo l’ambiente attorno a voi vivo e reale, i modelli poligonali sono anch’essi ben realizzati, se pensate che il gioco è uscito nell’ormai lontano 2002, vi renderete conto ancor meglio di quale comparto tecnico d’alto livello stiamo parlando. Da citare anche gli effetti di luce e le ombre all’interno della villa, un tocco di classe perfetto per creare l’atmosfera giusta. Quando però si parla di grafica bisogna includere anche quello che concerne il level design e qui Resident Evil 0 soffre enormemente il confronto con il passato. Se in un primo tempo ci ritroviamo a bordo di una location inedita per la serie (un treno privato di lusso stile inizi ‘900), il quale offre anche un diverso approccio visti gli spazi angusti, si passa poi alla “solita” villa piena di enigmi e trucchi fuori da ogni concezione logica. Il resto delle ambientazioni non è altro che un mero copia & incolla del passato con qualche cameo riguardante Resident Evil 2 sparso qua e là. Purtroppo si tratta obiettivamente dell’episodio meno spaventoso di tutti in quanto, alcune incertezze del motore grafico durante i caricamenti, fanno svanire il classico “effetto sorpresa”. Ad esempio, quando i cani irrompono dalle finestre, noterete un piccolissimo rallentamento, da cui capirete subito cosa sta per succedere spezzando immediatamente la condizione di imprevisto che si voleva creare. A rendere ancor più triste questa operazione commerciale di dubbio gusto ci pensa il mancato riadattamento dei sottotitoli italiani. Chi ha giocato la versione per GameCube ricorderà sicuramente gli incredibili strafalcioni dei traduttori. Ecco che purtroppo tornano i vari “del oceano” e “huomo”, davvero imbarazzanti per una produzione Capcom, in particolar modo se si pensa che dal momento in cui non è stato inserito alcun extra, si doveva perlomeno ritoccare questo insulto alla lingua italiana.Tirando le somme risulta molto difficile consigliare questo gioco a qualcuno, per cui siamo certi che saprete orientarvi per il meglio, in base alla vostra passione per la saga.

– Tecnicamente ancora godibile

– Enigmi interessanti

– Prezzo budget

– Gameplay arcaico

– Nessun extra aggiuntivo

– Errori grammaticali ancora presenti

– Sistema di controllo poco sfruttato

6.0

Resident Evil 0 risente il peso enorme degli anni trascorsi, non solo per le sue meccaniche ormai arcaiche, ma anche a causa di una qualità generale mai sopra la media. Il porting potrebbe far felice qualche fan che non ha potuto avere il GameCube nel 2002 e, giustamente, trova dispendioso comprarsi il titolo originale nonostante il Wii sia retrocompatibile. Un sistema cooperativo frustrante utile solo ad aumentare il backtracking, una gestione degli oggetti e degli inventari pessima, una storia utile solo per tappare qualche buco e dare una motivazione plausibile ad alcuni eventi del primo Resident Evil, sono i difetti maggiori dell’intera produzione. Il nostro consiglio è quello di valutare l’acquisto del gioco solo se appassionati folli della saga o, come dicevamo in precedenza, se troverete questa soluzione la più economica nel caso in cui vogliate recuperarlo.

Voto Recensione di Resident Evil Archives: Resident Evil Zero - Recensione


6