Recensione

Rayman Raving Rabbids

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a cura di Star Platinum

Per tutti i possessori di Xbox 360 che ancora attendevano l’uscita di Rayman, per chi cerca un gioco diverso dal solito, o per chi semplicemente adora i conigli, ecco finalmente arrivare l’ultimo episodio della serie Rayman, titolo che si prospetta interessante da valutare in relazione alle altre versioni viste fino ad oggi.

Non esistono più i conigli d’una voltaMolto diverso rispetto ai canoni che hanno contraddistinto i passati episodi, senza dubbio orientati verso uno stile più classico, Rayman Raving Rabbids concentra tutto il gameplay verso una nuova strada volta a modificare l’esperienza di gioco cui si era abituati, tralasciando in parte la storia come filo conduttore e concentrando la maggior parte delle energie nei numerosi minigiochi che sono stati inseriti e che costituiranno la vera colonna portante di questo titolo. Al giocatore spetterà infatti il compito d’affrontare una serie di divertenti prove quasi in stile “gladiatore”, cimentandosi contro una moltitudine di agguerriti e ridicoli conigli, che non mancheranno di strappare più di una risata in diverse situazioni. Ogni livello richiederà non soltanto concentrazione, ma anche una buona dose di riflessi, abilità ed un pizzico di strategia in grado di farvi ottenere risultati sempre migliori e riconoscimenti del vostro impegno all’altezza delle vostre gesta. Avviando il gioco per la prima volta saranno due gli aspetti a catturare immediatamente la vostra attenzione: per prima cosa è innegabile, facendo un piccolo paragone, che se su Nintendo Wii questo particolare genere era esaltato grazie alla particolarità del controller in questione. Riproporre un gameplay simile sulla console Microsoft appare quindi una scelta rischiosa, in quanto per riuscire ad ottenere risultati almeno simili in termini di giocabilità e divertimento si è resa necessaria l’implementazione di un sistema di controllo particolare anche se non pienamente convincente. Se da questa scelta si trae un vantaggio in quanto l’esecuzione di alcune prove dovrebbe in teoria risultare molto semplice, bisogna ammettere che la sensazione che il tutto sia forzato resta evidente, soprattutto dopo alcune ore di gioco sostenute con uno sforzo fisico non indifferente a causa del fatto che molti dei minigiochi necessiteranno di una pressione forsennata sui pulsanti del joypad, come accadeva nei giochi dei bei tempi andati, con tutta la frustrazione che ne deriverà. Il secondo aspetto, fortunatamente positivo, anche se irrilevante ai fini del giudizio complessivo, è la possibilità di poter indossare numerosi costumi, accessori di vario tipo e parrucche, in grado di rendere l’atmosfera ancora più demenziale e divertente, riuscendo quindi a rendere piacevole ogni partita.

La storia si ripetePer quanto il grado di divertimento generale sia comunque sufficiente e il numero di minigiochi parecchio elevato, ancora una volta delle idee potenzialmente interessanti non sono state supportate da uno sviluppo all’altezza delle aspettative. Il livello di difficoltà generale è piuttosto basso e nonostante la complessità del sistema di controllo a parte, ci vorranno circa sei ore per completare tutte le prove, con la conseguenza che per quanto sia stata implementata una modalità multiplayer –purtroppo non online- difficilmente avrete voglia di riprendere in mano questo titolo, proprio per i difetti di cui sopra. Sicuramente nelle intenzioni della Ubisoft si evince la volontà di voler proporre al pubblico un titolo innovativo e che possa risultare diverso dal solito grazie all’introduzione di una struttura basata essenzialmente su una serie di prove da superare più che legata ad una vera e propria avventura, tuttavia tutto ciò si scontra contro un problema non sufficientemente considerato: il porting. Nonostante la buona volontà di adattare un genere non facile su XBox 360, risulta evidente che questo titolo abbia sofferto non poco del fatto di rientrare a pieno merito tra i multipiattaforma, in quanto se su Nintendo Wii alcune scelte potevano risultare ben studiate e adatte a ricreare un’esperienza coinvolgente, qui i risultati non sono stati altrettanto convincenti, ma al contrario si ha sempre l’impressione che il tutto derivi da uno standard qualitativo e tecnico non ottimale, decisamente non pensato per sfruttare nel miglior modo possibile le potenzialità hardware della console su cui gira, ma soprattutto lasciano molto perplesse alcune scelte di natura tecnica che non risultano motivate da reali necessità di sviluppo.

L’evoluzione della specieLa realizzazione tecnica di questo gioco lascia molto a desiderare. Il peggior difetto consiste in una grafica che, pur presentando una buona fluidità e degli effetti di luce di buona fattura, non riesce a convincere dal punto di vista del dettaglio e della qualità generale, che sembrerebbe provenire addirittura dalla versione PS2 del gioco e ben lontana dal raggiungere il potenziale che la console Microsoft sarebbe in grado di esprimere. I personaggi sono ben realizzati e risultano simpatici che è una bellezza, ma il sistema di controllo purtroppo non è dei migliori. La disposizione dei comandi e le scelte adottate in tal senso derubano il gioco di gran parte dello spirito originale, complicando decisamente gran parte delle prove che dovrete affrontare, anche se molte di esse non richiederanno certo movimenti complessi, dato che stiamo parlando pur sempre di una serie di minigiochi molto elementari. Il sonoro è discreto, ma non rappresenta nulla di speciale, anche se onestamente ci sarebbe ben poco d’innovativo da aspettarsi da un titolo di questo genere. Nel complesso il risultato finale è comunque positivo, anche se non esente da pecche. La modalità multiplayer dovrebbe costituire una delle parti meglio riuscite del gioco, ma il livello di sfida e le limitazioni dovute ad un livello di difficoltà incredibilmente basso, non riescono a garantire i giusti stimoli. Si tratta quindi di un ulteriore ostacolo ad una rigiocabilità già pesantemente compromessa anche dalla scelta di sviluppare un gioco che appare forzato all’interno di uno schema troppo rigido, che, dovendo adattare obbligatoriamente il sistema di controllo, non è riuscito a mantenere interamente gli aspetti positivi di altre versioni, perdendo in divertimento e meccanica di gioco.

– Discretamente divertente

– Oltre settanta minigiochi…

– Sonoro ben studiato

– Sistema di controllo problematico

– …ma non ci vorranno più di sei ore per completarli tutti

– Grafica insufficiente

6.0

Rayman Raving Rabbids è un titolo particolare, nato essenzialmente come un contenitore di minigiochi atipici e pertanto poco adatto ad essere giocato con un controller di tipo tradizionale. La realizzazione tecnica è insufficiente sotto diversi punti di vista ed è accompagnata da un livello di difficoltà mal calibrato e ad un gameplay in grado di rendere complesse anche le azioni più elementari. Partendo dal presupposto che, anche in questa circostanza, di idee interessanti ce n’erano eccome per realizzare un prodotto migliore, la speranza è che per il futuro si tendano a considerare maggiormente le caratteristiche tecniche di una console, prima di decidere di proporre dei porting senza averli adeguatamente pensati e rielaborati, ma semplicemente convertendoli in tutto e per tutto, inclusi i difetti.

Voto Recensione di Rayman Raving Rabbids - Recensione


6