Recensione

Rayman Origins

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a cura di Folken

Dopo uno sviluppo che ha subito diversi cambi di direzione, con il titolo prima previsto come prodotto scaricabile rilasciato in forma episodica e successivamente promosso a prodotto scatolato venduto a prezzo pieno, giunge finalmente nei negozi Rayman Origins. La simpatica melanzana, per questo atteso ritorno sulle scene, è riuscita a scomodare il proprio padre creatore Michel Ancel, il quale, a capo del proprio team e forte di un motore grafico appositamente realizzato da Ubisoft, ha dato vita ad un platform tanto classico quanto solido.

Anche le verze hanno gli incubiRayman Origins riporta il giocatore nell’incantato mondo della simpatica melanzana senza arti per descriverci un personaggio spensierato ed ancora ignaro delle mille peripezie che lo attendono nel futuro (e nei giochi che abbiamo imparato ad amare in questi anni). Le giornate di Rayman ed i suoi amici scorrono tranquillamente fino a quando la quiete viene sconvolta dall’arrivo di esseri da incubo che invadono la Radura dei Sogni. Partirà così la vostra avventura, alla guida dello strampalato quartetto composto da un Rayman sbarbatello, Globox e due Teens, tra i quali potrete scegliere il vostro personaggio da controllare nei vari stage. A livello di gameplay non varierà nulla, relegando la scelta ad una pura preferenza estetica. Comincerete dall’Albero Sbadigliante, una sorta di hub centrale che rimarrà comunque sempre accessibile, dal quale potrete cambiare personaggio, selezionare un vestito differente (sbloccabili avanzando nella campagna principale) e verificare i vostri progressi nel raccogliere Lum, Electoon e i denti da consegnare al vecchietto che vigila sulla Landa dei Morti Lividi. Attraversato il portale accederete alla mappa principale che mostra i vari mondi, a loro volta suddivisi in livelli; partendo dalla Giungla del Farfuglio dovrete completarli in ordine per renderli visibili tutti. Rayman Origins si propone come un platform decisamente classico, a partire dalla divisione in ambienti di gioco ognuno caratterizzato dal proprio stile estetico ed alcune peculiarità di gameplay. Partendo dai livelli nella giungla, vi ritroverete in un contesto a sfondo musicale con richiami stilistici alla tradizione pellerossa, animata da potenti correnti d’aria, per poi passare alle classiche lande ghiacciate per finire in una rovente cucina, evidentemente messicana. Montagne innevate, deserti ed un’intera sezione sott’acqua chiudono l’elenco, come scoprirete giocando solo superficiale, degli ambienti di gioco. Il gameplay sa sfruttare a proprio vantaggio ogni scenario, plasmando le tipiche piattaforme in movimento, correnti e pericoli assortiti in modo da rendere tutto parte integrante dell’ambiente. Gli stessi avversari saranno ovviamente a tema con il mondo. Un elemento caratteristico della serie è sempre stato l’insieme di poteri che Rayman acquisisce nell’arco della storia, da sfruttare per superare vari passaggi, magari andando a ritroso alla ricerca di una piattaforma prima irraggiungibile. Tale sistema viene riproposto in Rayman Origins in quanto, al termine di ogni mondo, vi ritroverete all’inseguimento di una fatina tenuta prigioniera da una creatura in livelli molto veloci, al termine dei quali la magica donzella, tutta felice di essere stata liberata, vi premierà con una nuova abilità. Pugno, planata, rimpicciolimento, camminata sui muri e immersione sono i poteri speciali che acquisirete, ampliando così la varietà delle situazioni di gioco che vi ritroverete ad affrontare grazie al sapiente level design, capace di mescolare i diversi ingredienti via via introdotti.

Un gioco per tutti?Affrontato superficialmente, Rayman Origins vi permetterà di avanzare piuttosto spediti praticamente fino alla fine, proponendo un livello di sfida decisamente blando. Il titolo si presta così ad una doppia modalità di fruizione, una adatta ai novizi e ai più giovani che potranno divertirsi da subito senza troppi patemi, e un’altra pensata per gli appassionati del genere e della saga, ovviamente. Questi non si accontenteranno di sbloccare i diversi livelli, troppo semplici da superare, ma troveranno una sfida adeguata alle proprie abilità cercando di scovare le gabbie nascoste, di raccogliere tutti i Lum (possibilmente sfruttando quello speciale che se attivato aggiunge un moltiplicatore per qualche secondo) e di affrontare i livelli speciali per prendere tutti i Denti. Queste diverse sfide, unite alla possibilità -una volta terminati i vari mondi- di riaffrontare ogni sezione cercando di battere un tempo record, propongono un livello di difficoltà ben più impegnativo, mostrando la vera anima da platform duro e puro tanto apprezzata dagli amanti della serie. A fronte di questa possibile doppia lettura, non si capisce la scelta di bloccare l’accesso ai boss finali previa la raccolta di un sufficiente numero di Electoon. Tale quantitativo sarà impossibile da raggiungere unicamente completando tutti gli stage in modo superficiale, sbarrando di fatto l’accesso all’end game ai giocatori meno abili e caparbi. Una scelta di design quanto meno dubbia che rovina la stratificazione dell’esperienza. Non sono inoltre presenti vite, in quanto morire vi porterà unicamente a ripartire dall’ultimo checkpoint, permettendo così di ripetere la medesima sezione quante volte vorrete.Nel caso vi riconosciate nella tipologia di giocatore che desidera affrontare le sfide più ardue proposte dal titolo, vi ritroverete senza dubbio ad apprezzare il buon lavoro svolto nello sviluppare il gameplay, ottimamente rifinito e senza sbavature nel rispondere agli input impartiti via pad. I mutevoli livelli di gioco propongono un design concettuale non dissimile da quanto visto nei vari Mario, con marchingegni, mostri e piattaforme che si muovono in perfetta sincronia, così che il giocatore più abile potrà ottenere i migliori risultati fino a raggiungere il perfect score solo muovendosi in armonia col tutto. Rayman Origins non arriva ai picchi di eccellenza raggiunte dall’illustre collega, ma riesce nel non facile compito di offrire situazioni divertenti, varie e ben calibrate. Tra sezioni in volo (comunque fin troppo abusate), livelli al buio, nuotate nelle profondità dell’oceano, spaventosi boss, il rischio noia sarà sempre lontano. Purtroppo nonostante tante situazioni di gioco, si fa sentire la mancanza di qualche spunto realmente fresco e brillante, offuscando in parte la carica creativa della produzione.

C’è un multiplayer nel mio Rayman!Questo nuovo capitolo, che segna il sospirato ritorno al platform bidimensionale, propone un’interessante novità, ovvero una modalità multigiocatore. Rayman Origins permette infatti ai vostri amici di collegare un pad per unirsi alla partita fino ad un massimo di quattro giocatori contemporaneamente, proponendo una meccanica del tutto simile a New Super Mario Bros. Wii. Un’intelligente cooperazione permetterà di raggiungere record di fine livello superiori, ma è facile che in una serata in compagnia preferirete approfittare della possibilità di schiaffeggiare i vostri amici per buttarli giù da un burrone e farvi qualche risata. Quest’aggiunta si è rivelata azzeccata, a tema col tono scanzonato e divertente della produzione che permette un approccio al titolo più rilassato e divertito. La buona implementazione della feature garantisce il drop in/drop out dei giocatori senza problemi, ed un gameplay a schermo ben realizzato, solo in alcuni frangenti piuttosto confusionario e fortunatamente sempre fluido, privo delle pause riscontrate nel citato platform Nintendo.Di contro limita ulteriormente il livello di difficoltà, visto che solo la morte di tutti e quattro i giocatori costringerà a ripetere il livello. Ogni volta che qualcuno di voi dovesse soccombere, verrà riportato in game sotto forma di bolla fluttuante controllabile col pad, e solo chi è ancora in vita potrà liberarvi colpendovi. Peccato Ubisoft non abbia incluso la possibilità di collegarsi alla partita anche via rete, limitando la fruibilità della modalità multigiocatore ad un’unica postazione.

Un motore grafico artisticoRayman Origins è il primo titolo ad implementare e sfruttare a fondo il nuovo motore grafico proprietario di Ubisoft chiamato UbiArt Framework, un engine sviluppato interamente per garantire agli artisti della casa francese di esprimere le proprie abilità liberamente. Questo potente tool permette ai disegnatori di consegnare le proprie tavole le quali verranno implementate nel gioco stesso, con l’UbiArt Framework in grado di mettere il tutto in movimento senza modificare l’opera iniziale. Il risultato è senza mezzi termine eccezionale, capace di stupire sia per l’elevatissimo livello artistico dell’intera produzione che per la capacità di proporre a schermo le tavolozze splendidamente animate ad una risoluzione di 1080p a 60 frame per secondo. Un spettacolo visivo eccentrico, eclettico e dalla creatività sorprendente, capace di tratteggiare le diverse ambientazioni proponendo creature, dettagli ed elementi assortiti sempre in totale armonia. I quattro protagonisti si muovono in questo coloratissimo ambiente perfettamente integrati, grazie ad animazioni sempre azzeccate e ben legate tra loro ed allo stesso tempo fluide nel rispondere agli input del giocatore. Non è da meno il comparto sonoro, a sua volta capace di caratterizzare ogni ambientazione con melodie orecchiabili e divertenti, accompagnate da effetti e vocine adorabili. Il titolo non propone alcun doppiaggio, visto che ogni personaggio si esprime con versi incomprensibili come da tradizione, limitando l’adattamento alla nostra lingua ai soli testi. Per quanto riguarda la longevità, Rayman Origins riesce a soddisfare seppur non eccellendo. Terminati i cinque mondi, si apriranno altrettante zone, più brevi ma comunque sufficientemente articolate, al termine delle quali vi attenderanno i boss. Raccogliere tutti gli Electoon e i Denti, operazione quest’ultima possibile solo nei livelli bonus a loro volta da sbloccare, saranno operazioni che vi terranno impegnati sufficientemente a lungo, ma il vero limite dell’esperienza rimane la facilità con cui supererete tutta la prima metà. In circa sei ore di gioco abbiamo scovato tutte le aree, per poi ritrovarci a dover tornare sui nostri passi a raccogliere più Electoon possibile, necessari per guadagnare l’accesso ai livelli segreti ed ai boss, per approssimativamente altrettante ore di gioco.

– Esteticamente eccezionale

– Multiplayer a 4 divertente

– Gameplay ben rifinito

– Molto vario

– Inizialmente fin troppo facile

– Multigiocatore solo offline

– Gameplay a volte poco creativo

– Longevità un po’ blanda

8.5

Il nuovo nato dalla geniale mente di Michel Ancel si è rivelato un platform ben sviluppato e divertente, dotato di un comparto grafico semplicemente meraviglioso. Immergendoci nel magico mondo di Rayman Origins ci siamo ritrovati con la sensazione di avere per le mani un prodotto ad un passo dall’essere un capolavoro, che vorrebbe proporre una doppia interpretazione, adattandosi ad un pubblico di novizi, ed allo stesso tempo un’esperienza platform ricca e profonda per i giocatori più stagionati. Purtroppo il titolo non riesce pienamente né in un senso né nell’altro, non permettendo ai primi di arrivare all’end-game mentre i secondi troveranno il livello di sfida della prima metà piuttosto blando. Ciò incide negativamente sulla longevità, comunque arricchita dall’assortimento di collezionabili da scovare, operazione incentivata dai vari livelli sbloccabili. Innegabile inoltre come ci saremmo aspettati una maggiore creatività sotto il profilo del gameplay, un po’ scolastico e poco creativo, in netta contrapposizione con l’esplosivo aspetto grafico e sonoro. Il nuovo prodotto Ubisoft rimane comunque un titolo altamente consigliato agli appassionati del genere ed una tappa obbligata per i fan della melanzana.

Voto Recensione di Rayman Origins - Recensione


8.5