Recensione

Ratchet and Clank Trilogy

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a cura di AleZampa

Che i fan amino le riedizioni HD dei giochi conosciuti sulle precedenti versioni di PlayStation è un dato ormai conclamato. Che si tratti di iracondi dei della guerra, colline silenziose, eteree avventura senza tempo o platform storici, il giocatore che ha vissuto quel periodo d’oro non guarda in faccia a niente e a nessuno e raramente si fa scappare l’occasione di poterci giocare di nuovo, magari per poco tempo, ma in alta definizione e con il supporto dei trofei. L’ultima serie a godere di questo trattamento è quella di Ratchet & Clank, che a differenza di altre , come ad esempio Jak & Daxter o Sly Cooper (anche se manca poco per colmare il gap, almeno per quest’ultimo), ha già avuto la fortuna di fare capolino in questa generazione di console. La serie Insomniac, dopo qualche ritardo è alla fine giunta sugli scaffali di tutti i negozi, con tre titoli in unico blu-ray, che hanno fatto la storia del marchio PlayStation, e reso famosi i suoi creatori.

In principio fu il platformIn una galassia lontana lontana un Lombax e l’equivalente robotico di un Eastpack sono a chiamati a porre fine alla temibile minaccia dei Blag e di Drek, che vuole costruire un nuovo pianeta usando come parti di ricambio l’intera galassia Solana. E’ questo l’incipit che ha dato via a tutte le avventure di Ratchet (il Lombax) e Clank (lo zaino robot), una delle coppie meglio assortite e riuscite dell’ultimo decennio videoludico. Questa trama banalotta ma funzionale serviva ad Insomniac per introdurre un vero e proprio universo abitato dalle più strampalate creature e dalle più bizzarre città, profondamente permeato da una leggerezza e un umorismo che sono sempre rimasti su livelli molto alti. A differenza infatti di Jak & Daxter la serie Insomniac non si è mai presa sul serio, e pur ampliando la scala del conflitto sempre di più, ha mantenuto inalterato l’umorismo di fondo e il clima giocoso che caratterizzano questo primo episodio. A livello di trama possiamo definire tutti gli episodi autoconclusivi, e, anche se ovviamente i riferimenti tra di loro sono pesanti e seguono un continuum ben definito, lo sviluppo narrativo è decisamente più verticale che orizzontale, il che vi permetterà di giocare indistintamente a qualsiasi dei tre episodi senza aver necessariamente concluso il precedente. Il valore aggiunto di questa collection, addirittura storico se vogliamo, è proprio quello di apprezzare le sostanziali modifiche nel gameplay della serie, iniziate nel secondo capitolo e continuate fino alle edizioni per PlayStation 3. Il primo Ratchet & Clank, che compie proprio in questi mesi dieci anni, si presentava al pubblico sostanzialmente come un platform 3D caratterizzato da una struttura tendenzialmente più ampia e ariosa della media, nella quale il backtracking al fine di recuperare tutti i collezionabili e i diversi potenziamenti era una pratica comune e piacevole. Strutturato come i classici più classici del genere, con un tasto deputato al salto e uno all’attacco, il titolo si distingueva anche per la presenza di un numero spropositato di gadget, che nel corso delle iterazioni hanno assunto numeri e stili sempre più caratteristici. Per comprare le armi e i relativi potenziamenti, esattamente come nei titoli più recenti della serie, si faceva affidamento ai cari vecchi bulloni, che tutto potevano acquistare nei negozi della nostra amata galassia.

Poi vennero le armiNonostante il vasto arsenale a disposizione, è solo con il secondo capitolo che questo particolare aspetto della produzione gode del giusto spazio e si avvia verso una maturazione quasi completa. Con la scusa di trovare una soluzione ad un delicato intreccio interplanetario introdottoci dal bizzarro Dottor Fizwidget, Ratchet & Clank 2: Fuoco a volontà spinge sull’acceleratore del nostro arsenale, trasformando quello che era un platform 3D con influenze da shooter in un titolo che invece fonda quasi tutto il combat system sull’utilizzo di armi da distanza, arrivando nel terzo capitolo ad introdurre addirittura alcuni elementi da TPS. Sono ovviamente confermati anche tutti quegli elementi tanto apprezzati nel primo capitolo, come la rigiocabilità dei livelli per trovare nuove armi o oggetti, la presenza di diversi minigiochi capaci di far perdere un discreto numero di ore, e tutta quella serie di semplici enigmi ambientali in grado però di essere sempre freschi e divertenti, e di mantenere sempre alto il livello dell’intrattenimento grazie ad uno script e a dei dialoghi sempre scoppiettanti e simpatici. L’introduzione inoltre di quelli che potremmo chiamare punti esperienza in grado di aumentare la nostra quantità di vita o il livello delle armi ha fatto si che il livello di sfida ne fosse direttamente incrementato (rimanendo in ogni caso su livelli impegnativi ma mai frustranti), data anche l’impostazione old school del gioco, con poco margine d’errore e un sistema di checkpoint non sempre permissivo. Vista l’impronta decisamente più shooter del secondo e terzo capitolo non mancherete di trovare quelle arene che avete sicuramente apprezzato in Armi di distruzione e A spasso nel tempo, nelle quali bisognerà affrontare tutte le orde di nemici, con difficoltà sempre crescente, per ottenere l’agognata ricompensa, sia essa un bullone speciale o i piani per una nuova arma. L’arsenale dicevamo: impossibile rimanere impassibili davanti a cotanto ben di Dio! Il numero delle armi aumenta in maniera esponenziale man mano che cambiate capitolo, modificando sensibilmente anche il gameplay, visto che si passa dall’abusatissima chiave inglese del primo capitolo alle armi più strampalate dei secondo e terzo. Dalla Plasmafrusta all’Infettore, dall’amato R.Y.N.O. al Paperizzatore (trasformare i nemici in papere non è mai stato così divertente), usare le armi in successione e combinazione (tramite un comodo menù introdotto successivamente) è sempre un piacere, e l’abbondante presenza di munizioni vi obbligherà solo in parte a fare attenzione a quanto velocemente si esauriscono le vostre scorte.

E infine il divertimentoCiò in cui la serie Insomniac eccelle senza se e senza ma è il divertimento. Il gameplay, pur non complesso o particolarmente innovativo, è raffinato ed ottimizzato per la deriva shooter intrapresa dalla serie, e non annoia o smette di stupire nemmeno per un secondo. La risposta ai comandi sempre precisissima, il livello di difficoltà assolutamente perfetto per garantire un’esperienza appagante e difficile il giusto, e l’ottima varietà delle situazioni proposte (che variano dall’esplorazione al combattimento passando per i semplici enigmi e i simpatici minigiochi) creano un godibilissimo mix di puro divertimento, che ha il pregio di accrescere con l’aumentare del numero dopo la dicitura Ratchet & Clank. Come nelle migliori serie televisive infatti i personaggi maturano e si ritagliano ruoli ben precisi, così come le dinamiche planetarie e quelle tra i due eroi. La narrazione non è certo innovativa, ma in ogni caso sempre a tono e sopra le righe, capace di regalare qualche plot twist godibile, o personaggi, uno su tutti Quark, realmente spassosi e divertenti. In questa versione rimasterizzata il gap tecnologico tra i primi titoli è stato quasi del tutto azzerato, visto che i modelli rilevanti per l’occasione sono stati riutilizzati per tutti e tre i giochi, e mantengono quelli stesso feeling scanzonato e fracassone che si poteva avvertire dieci anni fa su PlayStation 2. E’ ovvio che il confronto al momento non regge con le produzioni odierne, ma l’impatto visivo rimane in ogni caso ragguardevole (di questo Insomniac ne ha sempre fatto un cavallo di battaglia), e sicuramente sarete troppo impegnati a sparare a tutto ciò che si muove a schermo per accorgervi di texture troppo datate o fondali poveri di elementi di contorno.Ultima aggiunta interessante e degna di nota, oltre al classicissimo split screen, è la possibilità di affrontarsi online in partite multigiocatore competitive, nelle quali assaltare e distruggere la base del team avversario prima che loro lo riescano a fare lo stesso con la nostra. Un’aggiunta indubbiamente di contorno ma che amplifica ulteriormente il valore di questa collection.

– Rapporto qualità/prezzo senza precedenti

– Gameplay divertente e bilanciatissimo

– Personaggi spettacolari e tono sempre sopra le righe

– Meccaniche interessanti non sempre sfruttate a dovere

8.5

Valutare queste collection è sempre difficile, e per forza di cose il giudizio che viene dato è pesantemente modificato da due fattori chiave: l’effetto nostalgia e l’ottimo rapporto qualità prezzo. Se infatti è innegabile che questo genere di edizioni siano dedicate ai nostalgici più che ai nuovi utilizzatori è anche vero che a prezzo ridotto vi portate a casa uno spropositato numero di ore di gioco, oltretutto quasi sempre di qualità elevatissima. Certo, nel corso degli anni il genere ha subito una robusta frenata, ma questi tre titoli rappresentano probabilmente quanto di meglio il mercato possa offrire, e saranno il vostro perfetto biglietto di ingresso in uno degli universi più divertenti mai visti nel mondo dei videogiochi.

Voto Recensione di Ratchet and Clank Trilogy - Recensione


8.5