Recensione

Ratchet & Clank: L'altezza non conta

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a cura di Krauron

I due eroi più buffi del panorama PS2 a quanto pare hanno ancora qualcosa da dirci dopo aver estratto quel bendiddio dal cilindro next-gen. E con i loro modi di fare scanzonati ed irriverenti, con la loro verve da moderati giullari di intergalattiche missioni, tentano di riprendere l’antico sentiero della vecchia generazione, riproponendo avventure trascorse a suo tempo sulla PSP.

Il successo non pagaLa storia è abbastanza semplice, anche se stilisticamente curata: Ratchet, ormai una star a livello universale, si gode insieme al suo fido Clank i caldi raggi solari su una spiaggia dorata. Ma il male si sa, è sempre dietro l’angolo. Così eccolo immischiato in tradimenti inaspettati e in copie di sé stesso messe a punto da un cervellone che vuole impadronirsi delle menti di ogni forma di vita intelligente.Praticamente il tipico escamotage per innescare tanta azione da cardiopalma da affrontare prendendo il coraggio a due mani. Tutto ciò si traduce in un piacevole ritorno alle origini, con il giusto bilanciamento tra platform e sparatutto che segnava il mitico primo capitolo. Tuttavia se il tuffo nell’”epoca che fu” è rivitalizzante dopo gli scenari prettamente bellici, ammirati in Gladiator, lo svolgimento dell’azione non può contraddire la sua natura di gioco portatile mordi e fuggi. Così se i livelli sono curati, brillanti e coinvolgenti come sempre, d’altra parte terminano sul più bello lasciando l’amaro in bocca per qualcosa che poteva essere e non è stato.Il resto è meraviglioso come da tradizione: potenziare le armi (anche se non tante come negli altri capitoli) mediante il loro continuo uso è ancora assuefante, la chiave inglese come tuttofare principale si conferma, casomai ce ne fosse bisogno, il simbolo di questa saga e la presenza di Clank da semplice spalla ha assunto connotati ben più rilevanti.

Curiositas ed aiutiDei piccoli rimandi a conoscenze passate impreziosiscono anche questo capitolo. Così in un onirico livello vedrete personaggi fluttuanti di altri episodi, mente se pensate che il capitano Qwark vi lasci in pace almeno questo capitolo, beh cambiate idea (e, nota la sua simpatia, meno male aggiungerei). Inoltre, premettendo che ogni arma ha la sua utilità, alcune di queste risultano davvero quasi indispensabili per una massima deflagrazione. Mi permetto di segnalare prima di tutto lo scudo, a dir poco fondamentale negli sconti finali; i piccoli cavalieri infernali, una vera marcia in più; ed il lancia missili che vi toglierà dai guai in più di una occasione. I veri potenziamenti da apportare non sono tanto quelli meccanici che il gioco mette a disposizione, bensì quelli illegali da comprare con gli appositi bolt; mediante questi aiuti non avrete praticamente rivali che tengano, nonostante l’intelligenza nemica sia abbastanza affidabile beneficiaria tra l’altro di un (talvolta) impreciso sistema di telecamere, impacciato nell’inseguire le concitate guerriglie.

Questo piccolo grande giocoSeppur lineare, le motivazioni per proseguire non mancano. Difatti l’avventura non si adagia mai su una particolare modalità di approccio ma avvince il giocatore con trovate standard ma efficaci. Prendete ad esempio l’apertura di determinate porte, attuabili rimpicciolendovi e catapultandovi nella serratura dove vi si spiana davanti una serpentina di grind da vivere tutto di un fiato; in tal modo va affrontata l’intera avventura senza il rischio di soffocare a causa della insufficiente durata di gioco stimabile intorno alle 5- 6 ore, permettendo di sorvolare sul fattore rigiocabilità di poco conto.Preferirei altresì tralasciare sull’aspetto tecnico, dove motivetti adatti e doppiaggio d’autore non trovano riscontro in un comparto grafico non eccelso come giochi dell’ultima annata ps2.

– Gioia e deflagrazione a iosa

– Trama spassosa e svillupata coerentemente

– Difficoltà ben bilanciata

– Qualitativamente più che soddisfacente

– Ratchet & Clank versione “light”

– Graficamente sottotono

– Breve in tutto e per tutto

– Telecamera ogni tanto sbarazzina

– Multiplayer poco curato e solo offline

6.6

L’altezza non conterà, ma una trasposizione consapevole sarebbe il minimo da aspettarsi. Invece questo porting risulta più consono a una saltuaria attenzione piuttosto che un impegno costante, lasciando dunque integra (anche graficamente) la propria essenza di titolo portatile.

Sorvolando su questi aspetti, si consuma un piccolo gioiellino di immediata giocabilità, di ingenuo divertimento con sorriso ebete al seguito e di spassosa (ma intelligente) demolizione. Tutto quello che abbiamo apprezzato della serie ma in formato “mini”.

Voto Recensione di Ratchet & Clank: L'altezza non conta - Recensione


6.6