Recensione

Ratatouille, Pazzi per la Cucina

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a cura di Jack Right

Il film Ratatouille l’ho visto con soddisfazione. Pur trattandosi di un cartone animato in CG che nel bene o nel male rientra nei canoni cui inevitabilmente appartiene, ha avuto senz’altro il merito di edificarsi attraverso varie chiavi di lettura. Una storia surreale (aiutata fortemente da una tipica atmosfera francese), una realizzazione tecnica di prim’ordine, un’ironia a circondarlo, talvolta molto creativa, ed una simbolicità di fondo a guidarne le sorti, lo hanno reso un film consigliabile e spassoso. Il tema del topo che fortemente desidera divenire chef (chi meno di un topo può essere cuoco? E’ piccolo, per molti è repellente, non parla etc… etc…) rende il peso di un tema assolutamente centrale: la realizzazione di sè passa anzitutto attraverso la convinzione. Il simpatico ma un po’ tonto cuoco ordinario, Linguini, (che si avvale del “piccolo chef” mostrando di apprezzarne le doti inventive) a quel punto passa quasi in secondo piano poiché la sua bravura non sta nel creare ma nell’accettare l’altro, il diverso, anche a costo di avere per questa stessa ragione una miriade di problemi. La risoluzione finale del film, seppur assolutamente estranea ad ogni forma di plausibilità (anche letteraria), esprime con forza un messaggio da secoli inneggiato dal buon senso (attraverso ad esempio i proverbi, altissima forma di conoscenza umana): non importa quanto grande sei né quanto tu all’inizio di un percorso valga. Conta sopratutto quanto tu voglia qualcosa, quanta fatica sarai disposto ad impiegarvi e chi ti sarà vicino in quell’impresa che, assurda o lontana che sia, saprà essa stessa avvicinarsi, a quel punto, a te.

Il gioco si avvicina al film? Mi chiedo anzitutto: non avrebbero fatto prima a farne un altro classicissimo platform? Sarebbe stato perfetto. Eh no, perchè programmare un platform richiede tempo e fatica, un gioco di questo genere invece no. Il gioco ragazzi, chiariamolo subito, non può purtroppo esser definito bello. Esso ha inizio dalla fine del film che, ovviamente, non svelerò. Vi sono delle idee carine alla base ma gran parte di esse verranno vanificate in fase di gioco. Descriverò passo dopo passo uno dei minigames (il primo) che formano l’attività ludica globale del titolo dopo aver speso due parole sulle modalità che esso presenta. La prima è la modalità storia, classica opzione di gioco che consiste nella presentazione degli svariati minigames che stanno alla base del titolo collegati tra loro da qualche riga di testo. La seconda modalità è gioco libero. Sbloccando i minigiochi nel main game potremo divertirci a rigiocarli nell’ordine che sceglieremo noi. Disponibili infine valutazioni (raccolta di giudizi raggiunti e galleria, una manciata di immagini bonus sbloccabili. Nulla di più. Il primo minigioco presente nel titolo è intitolato lumache impazzite. In pratica il ristorante sarà preso di mira dalle lumache ed il nostro eroe, armato di una specie di cucchiaio, dovrà colpirle sul muro e fermare la loro avanzata. Esse si lasceranno dietro una scia di bava che impedirà ai colpi del simpatico topo di proseguire la propria corsa verso i bersagli. Le lumache blu spareranno, se così si può dire, della bava al protagonista e sarà vostra premura evitare i loro proiettili attraverso l’uso del “d-pad”. I colpi potranno essere scagliati toccando con lo stilo il Touch screen. Disponibili Power up raggiungibili anch’essi attraverso il Touch-screen. Uno addormenterà temporaneamente le lumache consentendoci così di colpirle agevolmente e l’altro laverà dal muro la bava delle lumache (che come detto rappresenta per loro uno scudo). Ecco, il gioco si sviluppa così. Ovviamente i minigiochi disponibili sono svariati (si va dall’ambientazione delle lumache descritta sopra alla preparezione di zuppe) ma la sostanza non cambierà moltissimo.

Grafica e sonoroTecnicamente il titolo mi ha deluso fortemente. Con una ambientazione bella come quella proposta nel film, una grafica del livello proposto è davvero irritante. I personaggi non si riconoscono neanche e solo le loro caratteristiche peculiari sono riprodotte apparendo così quasi come caricature di personaggi già caricaturati. I colori sono scialbi e le animazioni tendono a reciclarsi. Le musiche sono divertenti e d’atmosfera. Meno gli effetti sonori. Il touch screen infine non è tarato perfettamente, nulla di drammatico ma anch’esso avrebbe potuto essere maggiormente preciso.

– Un gioco su NDS con i protagonisti di Ratatouille

-Graficamente scialbo

– Minigiochi non divertentissimi

– Povero di modalità

– Touch screen non precisissimo

– Manca anche il multiplayer

5.0

Questo Ratatouille, Pazzi per la Cucina non merita grande considerazione. Il film è bello, divertente e simbolico, pertanto lo consiglio caldamente, ma questa trasposizione videoludica risulta essere, per usare un termine culinario, insipida. Graficamente il titolo si smorza in una palette di colori troppo semplice, quasi a 16 bit, l’impianto ludico non è capace di mantenersi a galla per molto tempo, il touch screen è tarato in maniera imperfetta, le musiche simpatiche e tutto sommato d’atmosfera, vengono annichilite da effetti sonori non brillanti. I pochi minigiochi sono strutturalmente deboli e mancano modalità extra tra cui il multiplayer. Potete farne a meno. Se vi piace questo genere di giochi rivolgetevi verso qualcosa di più serio come Mario Party DS o, al limite, Rayman Raving Rabbids 2.

Voto Recensione di Ratatouille, Pazzi per la Cucina - Recensione


5