Anteprima

Rain

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a cura di Hybr1d

Colonia – A distanza di un anno dalla sua presentazione avvenuta l’estate scorsa a Colonia, Rain torna a far parlare di sé alla Gamescom, con un interessante incontro a porte chiuse sulla genesi del titolo e una breve demo giocabile che si sviluppa nei primi livelli della campagna principale. Sviluppato da Acquire e PlayStation CAMP, Rain è un titolo che ha catalizzato istantaneamente l’attenzione dei fan per il suo concept particolare e quel senso di tristezza e malinconia che ne permea ogni aspetto. Finalmente abbiamo potuto provarlo in prima persona, ecco le nostre impressioni. 
Una pioggia misteriosa
Rain è il racconto di un ragazzo che, svegliatosi una mattina come tante, nota dalla finestra della sua camera la silhouette di una ragazza che gioca tranquilla sotto la pioggia, eterea e trasparente come uno spettro. Mentre la osserva rapito, la donzella viene attaccata e inseguita da una misteriosa e minacciosa presenza. Mosso dal desiderio di correrle in soccorso, il ragazzo si precipita in strada, diventando egli stesso invisibile ed entrando a far parte di un mondo parallelo nel quale la pioggia ricopre un ruolo fondamentale. Essa infatti cade incessante ed è l’elemento al centro di tutta l’esperienza ludica del titolo. Come ha spiegato Noriko Umemura infatti, l’idea iniziale era quella di realizzare un gioco incentrato attorno all’idea di invisibilità e solo l’utilizzo della pioggia ha permesso agli sviluppatori di tradurre in gameplay ciò che avevano in mente. Durante la nostra prova ci siamo resi conto che in Rain si nasconde molto più gameplay di quanto si possa pensare, e che la gestione dell’invisibilità riveste un ruolo fondamentale per portare alla luce i misteri riguardanti questo sconosciuto e ostile mondo parallelo. 
Semplificando, il titolo si compone di una successione di enigmi da risolvere sfruttando il fatto che il protagonista è visibile solamente sotto la pioggia e che potrà svanire completamente quando si trova al riparo di una della tante tettoie disseminate tra i vari livelli. La perdita del corpo fisico però non lo priva della sua materialità, quindi l’interazione con lo scenario circostante non viene annullata, anzi andrà sfruttata a nostro vantaggio per venire fuori dalle situazioni più complesse. Nel caso un mostro ci blocchi la strada, ad esempio, possiamo optare per urtare un oggetto, facendo rumore e attirando la sua attenzione, oppure spostare silenziosamente alcuni elementi dello scenario per sbarrargli la strada e fuggire indisturbati una volta che ci avrà visti. 
Nelle sezioni all’asciutto le impronte sul terreno serviranno per orientarsi e attenuare l’alienazione data dal controllare un personaggio che il giocatore non vede su schermo, ma, come nel caso precedente, dovremo essere abili a sfruttare queste situazioni a nostro vantaggio per eludere ancora una volta i nemici. I due ragazzi infatti sono totalmente inoffensivi, aspetto essenziale per portare al centro del gameplay il concetto di invisibilità tanto caro agli sviluppatori. Niente armi o attacchi di alcun tipo, bisogna limitarsi a spostare gli oggetti e utilizzare nella maniera più consona l’alternanza di pioggia, coperture, pozze d’acqua e fango. Possiamo saltare nelle pozzanghere per produrre un rumore più forte, oppure camminare nella fanghiglia per lasciare impronte ben visibili che attireranno l’attenzione di mostri più distanti permettendoci di scivolare via indisturbati. Un’eccessiva dose di fango però renderà il ragazzo troppo visibile e lo renderà una preda facile, ed è quindi necessario muoversi con velocità verso una pozzanghera per ripulirsi e non lasciare troppe tracce del proprio passaggio. 
I nemici seguono specifiche routine di movimento e per muoversi senza essere visti è necessario capirne il comportamento e solo successivamente decidere come spostarsi. Agire in fretta senza riflettere adeguatamente sulle prossime mosse porta inevitabilmente a una fine prematura della partita, dimostrando come un’idea all’apparenza semplice come l’invisibilità, possa celare dietro di sé un gameplay profondo e ragionato. Rimane da verificare il fattore varietà, ma per quello dovremmo aspettare di testare la versione completa del titolo attesa il prossimo 2 ottobre. 
Arte visiva e musicale
Al di là delle meccaniche di gameplay, quello che ci ha rapito fin dal primo momento in cui abbiamo preso in mano il pad, è stata la direzione artistica del titolo, molto ispirata e in grado di far trasparire la sensazione di costante inquietudine e pericolo che pervade i cuori dei due protagonisti. Questi non interagiscono tra di loro durante tutto il gioco, non spiccicano parola e sono inespressivi, essendo invisibili anche i lineamenti dei loro volti. A colmare tale apparente vuoto emozionale, ci pensa una colonna sonora di prim’ordine, scritta e diretta da Yugo Kanno, famoso compositore giapponese con una lunga storia nel settore dell’intrattenimento. Dopo film e serie tv debutta nel campo videoludico con una soundtrack azzeccatissima che diventa un tutt’uno con la storia, enfatizzando il gameplay e fondendosi magistralmente con le atmosfere cupe e desolate dei livelli. Il tutto, unito alla pioggia incessante, dona un particolare fascino al mondo parallelo in cui è ambientato Rain, fascino che è frutto di un comparto artistico semplice ma efficace. Sebbene le risorse hardware impiegate nella realizzazione del gioco non siamo di primissimo piano e la palette cromatica non si distingua per ricchezza e varietà, l’intento di riuscire a trasmette le sensazioni provate dai due ragazzi è pienamente realizzato. 

– Atmosfere evocative

– Gameplay più profondo delle apparenze

Rain si conferma come uno dei titoli più interessanti in uscita nei prossimi mesi sul PlayStation Network. Da un’idea semplice come quella dell’invisibilità, i ragazzi di Japan Studio sono riusciti a mettere in piedi un titolo che colpisce sia dal punto di vista artistico che prettamente ludico. Le meccaniche di gioco sono basilari, ma efficaci nel donare quella profondità necessaria per rendere un titolo interessante e impegnativo al punto giusto. Il comparto artistico curato e la colonna sonora emozionante completano un titolo che ha tutte le credenziali per stupire.